Sarò naif, ma quando il 9 ottobre del 2005 mi sono trovato su un palco davanti a 120 mila persone in Piazza del Popolo, dietro di me tutta la nomenklatura della sinistra e davanti a me tutto il popolo della sinistra, ho pensato solo una cosa. Che se eravamo lì tutti insieme per protestare contro l’oscena legge elettorale del polo, una volta andati al governo avremmo fatto una legge di un solo articolo, il seguente: “La legge cosiddetta Porcellum è abrogata, la legge cosiddetta Mattarellum ritorna in vigore con effetto immediato”.
Devo essere proprio naif, perché così non è stato, a questa cosa non ci ha pensato proprio nessuno. I miei amici dell’Unione si sono goduti appieno la legge che ha consentito loro di riempire il parlamento di mogli e fratelli, amanti omo ed etero, pregiudicati, transfughi ed emigranti in Sud America e la legge Porcellum è rimasta là come una sfinge.
Così in questi giorni di soggiorno romano ho incontrato Giovanni Guzzetta che è il presidente del comitato organizzatore dei referendum elettorali. Si tratta di due quesiti: uno la cui approvazione impedirebbe ai candidati di presentarsi in più di una circoscrizione (un terzo dei nostri parlamentari sono stati eletti da più parti), l’altro renderebbe la legge elettorale identica a quella dei piccoli comuni. In pratica, il partito (non la coalizione, il partito) che prende anche un solo voto in più degli altri ha la maggioranza dei seggi in parlamento tutta per sé e buona notte al secchio. In pratica con l’approvazione di questo referendum si potrebbe governare anche col 20% dei voti (o meno) e la cosa diventerebbe un formidabile incoraggiamento per i nostri 22 gruppi e partiti vari a mettersi insieme per costituire un unico partito ed avere quindi un voto in più degli avversari. Semplice, netto e crudele.
Ora, io credo assolutamente alla via parlamentare alle riforme, non amo particolarmente i plebisciti. Ma in questo caso concreto mi pare che l’iniziativa di Guzzetta e soci vada assolutamente incoraggiata e sostenuta. Così, come tenere una pistola carica nel cassetto, nel caso i nostri amici segretari di partito volessero continuare a farci rappresentare dai loro mogli e fratelli, amanti omo ed etero, pregiudicati, transfughi ed emigranti in Sud America.
7 risposte a “Il colpo in canna”
Lo so che non è all’ordine del giorno. Anche io sono naif.
ma mi piacerebbe che qualcuno tirasse fuori altri due argomenti quando si discute di legge elettorale. Entrambi ti sarebbero molto cari, sono sicuro!
ci piacerebbe che la nuova qualsivogliametodo legge elettorale introducesse, magari non ex-lege, ma certo facilitasse, incentivasse, promuovesse il meccanismo delle primarie che oggi -abbiamo visto- piacciono anche a Berlusconi. Ma non primarie solo per i candidati premier (che sarebbero sempre un po’ scontate, come lo sono state per Prodi e lo sarebbero per Berlusconi). Noi vogliamo le primarie nei collegi senatoriali e camerali cosi come si fa in America. Cosi poi vediamo se qualche Turigliatto, qualche Rossi o qualche De Gregorio possono davvero entrare in parlamento.
E poi vorremmo vedere contato anche il voto degli adoloscenti, e persino quello dei bambini e dei neonati. No, non è un’idea balzana. Che questo paese è tutto concentrato sul problema delle pensioni, degli anziani, delle successioni, che vota in parlamento troppi ottuagenari e pochi trentenni e si occupa poco di asili nido, scuola, prima casa, famiglie etc. Ma come si può contare sul voto responsabile degli adolescenti che alla meglio sono un po’ estremisti o su quello dei bambini che di politica non possono sapere nulla? Semplice. Il loro voto va fatto esprimere alle madri. La proposta circola da un po’ (grazie a Tommaso per la segnalazione) ma finora è rimasta quasi in un’ambito carbonaro ed ha delle applicazioni limitate, soprattutto in Germania. Eppure sarebbe un ottimo espediente per ribilanciare in un solo colpo la platea elettorale da sempre troppo condizionata dal voto dei “relativamente anziani” e per dare più peso politico alle donne in un tempo in cui il divario di genere in politica è lungi dall’essere colmato. Non sembra per’altro troppo difficile da implementare.
Ottima idea quella del voto agli adoloscenti e ai bambini. Sarebbe ancor più democratico e si darebbe una scossa netta al sistema.
Mentre sono un tantino scettico sul premio di maggioranza al partito che prende più voti: se fosse Forza Italia questo partito ci sarebbe da scappare a gambe levate. Berlusconi farebbe il bello e il cattivo tempo 😀
A parte gli scherzi, se davvero riuscisse a favorire le aggregazioni e far terminare la proliferazione di partitini sarebbe una soluzione ottimale.
Interessanti proposte Matteo!!
invece sembra che i partiti stiano discutendo di altro… io sono quasi sicuro che esce fuori una schifezza anche questa volta…
da repubblica
Le preferenze dei partiti – Sul fronte della legge elettorale stanno prendendo forma tre opzioni. Margherita e Ds puntano a un maggioritario alla francese (doppio turno con collegi uninominali) ma sono contrari Forza Italia, An e Lega. E’ molto affollato il gruppo di chi punterebbe a un proporzionale alla tedesca – Udc, Idv, Rifondazione, Comunisti, sinistra Ds – che però suonerebbe come un requiem per il sistema bipolare. In questo caso, il veto assoluto arriva da An. Ci sono due terze vie. Il “tatarellum”, il sistema già adottato nelle elezioni regionali (turno unico, 80 per cento dei seggi assegnati col proporzionale, il 20 per cento col maggioritario, premio di maggioranza e norma antiribaltone) che piace un po’ a tutti: molto ad An, abbastanza a Rifondazione, Verdi, Udeur, Comunisti italiani, poco alla Lega, affatto all’Udc. Un’altra possibilità è il “Calderolum” riformato, cioè l’attuale sistema dove però il premio di maggioranza nazionale vale anche al Senato, sono vietate le candidature plurime ed è prevista la soglia di sbarramento. Questa opzione piace tanto ma solo a Forza Italia e Lega.
Sono molto scettico sulla seconda parte della proposta, sarebbe rischioso: un partito col 30% potrebbe veramente governare. Siamo un paese in cui anche col maggioritario ci sono state mancate coalizioni. La tendenza da noi sembra essere quella di rischiare, più che di voler veramente vincere: forse perché troppi politici italiani non hanno a cuore il governare bene i cittadini quanto il poter sedere tra i banchi parlamentari (e i capi di partito verrebbero eletti lo stesso, anche se facenti parte dei partiti perdenti).
A livello locale forse andrebbe meglio, dove si potrebbe proporre: in circoscrizione vince il candidato con la maggioranza relativa, e niente recupero proporzionale o scorporo. La differenza sarebbe che vista la variabilità su base locale in Italia, quel partito dovrebbe in ogni caso avvicnarsi alla maggioranza assoluta per avere la maggioranza in parlamento.
Comunque queste leggi (un po’ all’inglese) non mi piacciono, anche perché non abbiamo mai avuto una cultura politica presentabile (come gli inglesi) e ci vedo molti rischi.
In ogni caso qualunque riforma di questo tipo dovrebbe essere, secondo me, accompagnata da una riforma del metodo di elezione del presidente della Repubblica: non mi pare concepibile continuare a prevedere che basti la maggioranza assoluta dei parlamentari dalla quarta votazione per una figura così alta, importante e rappresentativa di tutti. O lo si dovrebbe eleggere direttamente, oppure la maggioranza parlamentare richiesta dovrebbe corrispondere, nei numeri, alla maggioranza assoluta degli elettori.
Mah, io sono sempre stato un sostenitore del maggioritario sin dal 1991 (oddio, anche da prima, ma prima solo leggendo dei sistemi sui libri).
Pero’ la proposta Guzzini assomiglia troppo alla legge Acerbo del 1923: tale legge prevedeva l’adozione del sistema maggioritario all’interno di un collegio unico nazionale. Alla lista che avrebbe ottenuto più voti sarebbero toccati i due terzi dei seggi (356), mentre i restanti (179) su base proporzionale andavano alle liste rimaste in minoranza. Era poi previsto, qualora la lista di maggioranza fosse una federazione di vari partiti, un forte premio di maggioranza al movimento con più voti tra quelli che componevano la lista più grande.
La proposta Guzzini porterebbe alla costituzione di un PD e di un PL, che pero’ rispecchierebbero quello che sono oggi le due coalizioni: tutti dentro, dai neonazisti ai trotzkisti. Arrivati in Parlamento, si ricreerebbero tanti gruppi parlamentari diversi, a meno che la legge non provveda diversamente.
Quindi, ancora una volta, non e’ solo il meccanismo di arrivo in Parlamento da riformare, ma soprattutto le conseguenze parlamentari.
Ma sbaglio, o anche con l’approvazione del Referendum le liste rimarrebero bloccate, consentendo ai leader dei partiti di scegliersi chi vogliono?
[…] bagnate e andremo a votare di nuovo con la porcata calderoliana. Dato che secondo me, e l’ho sempre detto, il mattarellum è la cosa meno peggio che può capitarci e che anzi avremmo dovuto farlo tornare […]