Ho risposto a Beppe Severgnini, che si era pronunciato contro i matrimoni e le adozioni gay, dal blog de iMille.
La presa di posizione di Beppe Severgnini su matrimoni e adozioni gay sul forum Italians del Corriere della Sera è la dimostrazione lampante che le persone eccezionalmente brillanti non dicono costantemente cose eccezionalmente brillanti. La tesi di Severgnini è sostanzialmente: le cose sono sempre andate così, è giusto che continuino; non sono omofobo, sono solo uno ragionevolmente conservatore.
Se Severgnini avesse scritto sul Corriere soltanto trentacinque anni fa si sarebbe probabilmente pronunciato con il medesimo garbo contro il nuovo diritto di famiglia. Per millenni, infatti, il marito è stato il capofamiglia; il matrimonio era indissolubile; le donne non esercitavano la potestà sui figli che partorivano e commettevano (loro sì, i mariti no) un reato in caso di adulterio; lo stupro (reato contro la morale, non contro la persona) poteva essere sanato col matrimonio e le donne arrivavano alle nozze portandosi dietro la dote, sedute – come famose le civette del dottore – su un comò carico di tovaglie, lenzuola e asciugamani. Sarebbe stata una posizione legittima, maschilista ma legittima. Così come legittimo (ma evidentemente razzista e infatti oggi chiunque, fortunatamente, se ne vergognerebbe) sarebbe stato dirsi contrari al matrimonio tra persone di diversa razza o etnia.
Così oggi la posizione di Severgnini sui gay è legittima – e anche probabilmente maggioritaria nel paese – eppure assolutamente omofoba. E’ omofoba perché oggi le famiglie fatte da due uomini e da due donne, che trentacinque anni fa esistevano appena, esistono e aumentano di numero. Così come esistono genitori omosessuali e figli di coppie gay e lesbiche. Dire “sono contrario” non ha nessun senso, perché ci sono centomila bambini alla cui esistenza non si può essere contrari o favorevoli, ma di cui bisogna soltanto prendere atto per poterli tutelare come ogni altro minore merita. In uno stato democratico, il diritto all’esistenza e alla dignità di queste persone, di queste famiglie e di questi bambini non può dipendere dalla sensibilità o dall’opinione di Severgnini o di altri. Limitare un diritto può essere legittimo solo in presenza di argomenti logico-giuridici molto forti e con una solida base oggettiva.
L’opinione di un signore, o anche di una vasta moltitudine di signori, si scontra davanti al diritto di ognuno. Su questo sono convinto che anche Severgnini, persona eccezionalmente brillante, finirà col convenire.
5 risposte a “Beppe non vuole che mi sposi”
Ben fatto Ivan. I legittimamente conservatori dimenticano la differenza tra ciò che pensano sia giusto secondo loro e ciò che è la realtà.
Non si può ignorare la realtà, e la realtà parla di situazioni differenti da quelle che vivono loro, e non possono essere certo trattate come se fossero di inferiore dignità o qualità solo perché non sono vissute “dalla maggioranza” delle persone.
beppe severgnini, che credo sia eterosessuale, pensi di più alle violenze domestiche e agli abusi che avvengono nelle famiglie normali e tradizionali…
o tutto il bene sta da una parte e il male dall’altra?
[…] Note a margine sul mio scambio con Severgnini. […]
Severgnini un conservatore con l’ipad che non ha mai fatto un lavoro vero in vita sua. Perché non parla sole di frivolezze? Competente come un cardinale.
[…] foto sotto a fare a noi quello che non può fare per sé stesso, a parità di sentimenti, perché Beppe non vuole che si sposi – e che mi ha scritto la prefazione e risponde al nome di Ivan Scalfarotto domani presenta il […]