18 Dicembre 2013

A proposito di unioni civili (e di omofobia)

Attività parlamentare, Diritti, Laicità, XVII Legislatura

A proposito delle civil partnership di cui Matteo Renzi ha parlato durante l’Assemblea a Milano, per me, come spiego in questa intervista a Maria Grazia Gerina de L’Unità, devono avere due caratteristiche irrinunciabili: essere riservate solo alle coppie gay e lesbiche ed essere sostanzialmente identiche, per ciò che attiene ai diritti e doveri reciproci e nei rapporti con i terzi, al matrimonio. In aggiunta, nel caso in cui la coppia abbia dei figli, devono prevedere la possibilità per il genitore non biologico di adottare il minore (questa è la “stepchild adoption” di cui Renzi ha parlato anche nel confronto su Sky).

Il motivo per cui è necessario che le unioni civili siano riservate solo alle coppie omosessuali è che non si deve fare confusione tra le esigenze di una coppia etero non sposata e quelle di una coppia gay o lesbica. La prima vuole vedersi riconoscere la propria relazione (per esempio, poter ottenere notizie dai medici in caso di malattia del partner) ma non vuole probabilmente altri diritti (e doveri) reciproci, altrimenti si sposerebbe. La coppia gay o lesbica, invece, anche ovemai desiderasse assumere pieni diritti e doveri reciproci, oggi non può. I bisogni, insomma, sono diversi e bisogna prevedere dunque: 1. uno strumento che serva ad equiparare le coppie gay e lesbiche alle coppie etero sposate e 2. un istituto che invece preveda per le coppie che non vogliono sposarsi (sia etero che gay) quei diritti minimi di civiltà che oggi non sono riconosciuti alle coppie di fatto.

Sempre a proposito di leggi, qui sotto potete vedere la manifestazione contro la legge a contrasto dell’omofobia che si è svolta sabato a Milano. La cosa curiosa è che ognuno protesta contro questa legge per ciò che immagina che ci sia scritto e non per quello che davvero contiene. Nel video si sente distintamente lo speaker dire che la legge approvata alla Camera persegue le opinioni, nonostante il testo contenga una norma che recita: “Ai sensi della presente legge, non costituiscono discriminazione, né istigazione alla discriminazione, la libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee”. La protesta sarà pure il sale della democrazia, ma delle volte basterebbe leggere.

6 risposte a “A proposito di unioni civili (e di omofobia)”

  1. Marta Rapezzi ha detto:

    Lo strumento esisterebbe già anche per le coppie gay, ed è sempre il matrimonio. Si tratta solo di renderlo praticabile. Di che cosa state parlando?

  2. […] su cosa voterei se mi fosse richiesto di votare, Ivan Scalfarotto scrive in merito alle “unioni civili” […]

  3. scalpha ha detto:

    Stiamo parlando di qualcosa che abbia i numeri per diventare legge, cara Marta. Concettualmente sono completamente d’accordo con te, ma penso che per il momento tra nulla e una legge, meglio una legge.

  4. Alessio ha detto:

    Ha ragione Ivan, spiace dirlo ma in Italia bisogna procedere per piccoli passi, cioè compromessi. Inutile sfogarsi perché Renzi non promette il matrimonio, non lo fa non perché lui non creda magari in questo ma perché il voto il parlamento con certe forze non lo troverà mai per farlo. La legge anti omofobia così come è stata concepita e le Civil Partnership all’inglese anche se limitate riempiono comunque quel vuoto normativo che manca da troppo tempo. Raggiunto questo “primo” obiettivo lavoreremo in futuro tutti per ottenere sempre qualcosa di più fino alla parità totale.

  5. Fabio ha detto:

    Un paese dove si praticano contentini per la società civile e contentoni alla chiesa e ai poteri forti è meglio lasciarlo. Penso ad un’Italia dove va via la base e rimangono solo i vertici, sarebbe divertente vedervi restare soli nell’Italia che state costruendo, a giocare coi contentini e coltivare il potere tra benaltrismo e presentazioni dei libri di Vespa. Giocate pure, in futuro quando toccherà alla nostra generazione e ci sarà una vera laicità, una vera legge contro l’omofobia, veri diritti matrimoniali, ne rideremo dei vostri metodi e la storia saprà giudicare. Sarò qui apposta per raccontare con partigianeria di quel periodo storico in cui le idee di destra e di sinistra convergevano al centro e a ricordare ai posteri i nomi di chi giustificava e coltivava tutto ciò!!! 😉 ciao, Fab

  6. quid76 ha detto:

    Dissento.
    In italia non c’è nulla di più definitivo del provvisorio. Un contentino (perchè avremo-se avremo- sicuramente poco o pochissimo) ora, sarebbe l’unica cosa che otterremmo per decenni. Mica siamo Francia o Inghilterra noi.