In questo momento l’Italia sta perdendo la sfida della globalizzazione, ma non è troppo tardi. L’Italia nell’Europa la può ancora vincere se saprà mettere in campo le sue migliori energie e proposte politiche chiare.
L’Europa non è solo una scelta irreversibile, l’Europa è la nostra terra. L’Europa ha parlato troppo di contenitori e troppo poco di contenuti; troppo di procedure e poco di obiettivi e ideali. In Europa ora è il tempo della politica. Quando sarà al governo, l’Unione dovrà cercare alleanze con altri governi nazionali e nel Parlamento Europeo, per far sì che l’Europa modifichi l’ordine delle sue priorità.
Le istituzioni Europee devono alleggerirsi, smettere di svolgere compiti che possano efficacemente tornare nella competenza degli stati membri, e concentrarsi su quattro obiettivi chiave: crescita dell’occupazione, rilancio della ricerca, promozione della pace nelle aree più turbolente del pianeta, favorire lo sviluppo economico dei paesi più poveri. In particolare, l’Europa deve promuovere un sistema economico internazionale più giusto, favorendo un commercio equo con i paesi in via di sviluppo.
Questi obiettivi si possono raggiungere solo se si coagula attorno a loro il necessario consenso politico. Non è un problema di possibilità, è un problema di volontà.