7 Agosto 2005

Tante email, tante telefonate

Archivio storico

La prima giornata della campagna non poteva essere più entusiasmante! L’intervista su Repubblica e l’articolo sul Corriere hanno scatenato un tam-tam di email e telefonate che hanno riempito la mia giornata.
Sono arrivati messaggi da Parigi, Londra, Venezia, Milano; dalla Puglia, da Roma e tantissimi altri luoghi. La voglia di partecipare e dare il proprio contributo al centrosinistra e al paese è tantissima, va solo messa in rete!
Stiamo per lanciare la costituzione dei comitati “Noi partecipiamo con Ivan” che dovranno avere tre scopi fondamentali, per iniziare: discutere e far discutere delle nostre idee, e della politica che vogliamo; cominciare la raccolta di fondi per autofinanziare la campagna; raccogliere le firme, che il 15 settembre arriva presto!
Abbiamo bisogno di tutte le energie!

4 risposte a “Tante email, tante telefonate”

  1. Ethos ha detto:

    Più o meno quanto sostenuto in e a margine [link]dell’assemblea del 2 giugno al Quirino.

    Ma il piano B, quello che non bruci la novità di linguaggio di Veltroni, qual è?

  2. Mauro ha detto:

    Diciamo pure le cose come stanno.

    Il PD e’ stato uno specchio per le allodole che ha distratto l’attenzione mediatica e popolare dai veri mali del governo e del paese: cioe’ l’incapacita’ di riformare un paese indebitato, corrotto e vecchio.

    Se si voleva incoronare Veltroni presidente del partito democratico, c’era bisogno di tutto questo casino?

    Si sono spesi fiumi di inutili e noiose parole alla ricerca del NULLA!

    Intanto il paese crolla.

  3. alberto61fi ha detto:

    C’e’ molta confusione in giro e mi spiace vedere che anche Adinolfi si confonde. Queste votazioni le chiamiamo “primarie” per semplicita’, ma non sono affatto primarie: le primarie servono per scegliere i candidati alle elezioni, e qui non c’e’ nessuna elezione in arrivo. Si vota (fenomeno nuovo forse al mondo) per l’assemblea costituente di un partito. Quindi si tratta di elezioni, non “primarie”.
    Seconda confusione fatta anche da chi scrive le “regole”: se si elegge l’assemblea costituente che c’entra il segretario? E poi segretario di cosa? Questo dovrebbe essere nominato a partito formato, ossia dopo i lavori della costituente.

    Ma facciamo finta di niente, diciamo che il leader votato sara’ quello che gestira’ il formando partito nella fase transitoria in cui la costituente lavora. Ne emerge chiaramente, cosa che i giornali non hanno mai capito, che la cosa piu’ rilevante e’ l’elezione della costituente.

    Ma qui viene il nuovo problema: con 2500 membri li’ si contera’ solo se si sara’ in 500 (o Mille, magari).

    E qui ripeto quello in questo sito non si puo’ scrivere ufficialmente: i gruppi che avrebbero potuto sfondare alle primarie (iMille, APD ecc.) invece di organizzarsi e preparare loro il grande colpo: unirsi ed eleggere mille persone e rivoluzionare tutto il processo (dietro a Veltroni, tanto non e’ quello che importa), stanno li’ a coltivare ognuno il proprio orticello, fra l’altro confondendo primarie con elezioni.

    Peccato.

  4. pepe ha detto:

    Scive Adinolfi di ritenere che “… a questo punto sia necessario rivolgere un appello a Walter Veltroni e agli altri eventuali contendenti: garantiscano loro la democraticità reale del confronto del 14 ottobre, visto che tecnici e comitato dei 45 sembrano impossibilitati a farlo. È loro interesse, del sindaco in primis, che il duello sia vero e “direttista”. ”
    Qui sta un limite dei Mille, nell’analisi polticia.
    Sicuro che una competizione non controlata sia nell’inetersse di Veltroni e altri?
    Non si cambia un partito senza conflitto con lo statu quo e chi lo incarna. Si può discutere sui modi, ma bisgona capire prima di fare chi sta a guardia, chi a cavallo della linea di accesso e chi ha interesse a infrangerne il muro
    E’ così in poltica, non basta uno lsogan (le cose cambiano). Posson cambiare anche per garantire continuità agli stessi poteri ed è quel che sta avvenendo.
    Non è una gran soluzione chiedere alle uardie di aprire gli accessi, che si apriranno sol se costoro vedranno minacciato il proprio potere più dal tenerli chiusi che dall’aprirli.
    La politica è anche un moto dell’anima (in piccola parte, ormai), ma – miei giovani amici – mi sembra che scordiate quante volte nella storia questo processo in Italia si è già ripetuto. e questa amnesia non va bene perchè riduce al soggettivismo e alle ingegnerie organizzative quello che è, anzitutto, un rapporto di potere.