Sull’Unità di ieri, Paolo Flores d’Arcais scrive un articolo nel quale lamenta il fallimento di un appello lanciato da lui stesso e da un gruppo di intellettuali, per candidare alle primarie un esponente della società civile e della stagione dei movimenti (potete leggerlo qui).
Questa la mia risposta pubblicata oggi dall’Unità nella pagina dei commenti:
Caro Paolo Flores d’Arcais,
Io ci provo. L’idea della mia candidatura alle primarie è nata in un circolo di Libertà e Giustizia, che per due anni a Londra ha organizzato incontri, dibattiti pubblici, opposizione al governo Berlusconi. Non sono un politico di professione, ma sono sempre stato un militante attivo. Nel 2002 a Milano ho promosso l’iniziativa di Adottiamo la Costituzione, te lo ricorderai forse, abbiamo difeso la nostra Carta dagli attacchi della destra, promuovendone la conoscenza.
Mi hanno chiesto di rappresentare un pezzo di Italia che troppo spesso è tagliata fuori sia dalla politica che dalla cittadinanza piena, a causa di lavori ingiustamente precari e da leggi che privilegiano la morale di parte sulla laicità dello Stato. Cittadine e cittadini che non tollerano diversità nei diritti individuali, che non sopportano il fatto che l’Italia rimanga in gran parte un paese sessista. E che vogliono impegnarsi in prima persona, nella politica, per contribuire ad un cambiamento profondo.
Non ci conosciamo, come non conosco ancora i principali leader del centrosinistra. Ma in questi pochi giorni da cui abbiamo lanciato la scommessa di raccogliere diecimila firme entro il 15 settembre (tantissime per chi, come noi, sta organizzando la sua struttura solo ora, ad agosto, con tempi decisi non da noi) ho conosciuto e dialogato per email, sul mio sito internet e di persona, con centinaia e centinaia di persone che mi stanno sostenendo, si stanno organizzando, stanno tornando in anticipo dalle ferie per rendere concreta la mia candidatura, per affermare che la democrazia italiana è viva e vitale.
La mia candidatura non ha niente di antipolitico, una delle malattie recenti del nostro paese. Noi crediamo che la politica sia una delle forme più alte di impegno civile. Il nostro motto è “Io Partecipo”, noi partecipiamo. Credo che la contrapposizione tra società civile e società politica sia fuorviante. E’ infatti necessaria la partecipazione nella politica: il nostro impegno ha lo scopo di arricchire la politica, e farne parte. La politica ha bisogno di tante persone che vogliano mettersi al servizio. “Noi partecipiamo” è anche l’esortazione che rivolgiamo a chi ne sia stato distaccato per troppo tempo. A chi ha voglia di pronunciare e sentire parole, su dei temi cruciali, che troppo spesso vengono affermate con timidezza.
Si cita spesso il fatto che la partecipazione delle donne nella vita pubblica italiana è così bassa da essere scandalosa. Nella mia generazione, ho 40 anni, le donne hanno in media più successo degli uomini in tutti i campi, ma la politica è ancora chiusa. Arricchire la politica di partecipazione significa dunque anche aprire veramente la politica alle donne. Significa operare perché il governo del paese sia simile alla società che governa, valorizzando la differenza più evidente, quella di genere.
L’Italia è un paese pieno di energie, pieno di tanti servitori dello Stato – ricercatori, insegnanti, medici, infermieri, dipendenti pubblici – che devono sentirsi gratificati e valorizzati. Di giovani imprenditori, innovatori che vogliono trovare opportunità e non clientele, favori o ostacoli conservatori. L’Italia uscirà dal declino solo se farà emergere con forza la parte migliore di sé. Se saprà rafforzare la laicità Stato, laicità che lo rende casa accogliente per tutte le fedi. Se saprà imporre all’Europa le priorità vere del nostro tempo: lo sviluppo, soprattutto nelle aree povere del pianeta, e un impegno davvero corale per la pace e contro ogni guerra.
Per questo io ci provo. Non ho un partito che mi sostiene, ma tantissime persone. Nei quattro giorni successivi alla mia prima intervista, il mio sito ha registrato – in pieno agosto – oltre ventimila visite e 200 mila contatti. Nei forum e nei blog si discute tantissimo, animatamente, di questo progetto e delle nostre idee, siamo testimoni in questi giorni di quanto la rete internet sia un formidabile strumento democratico.
Io partecipo. Spero che con me voglia partecipare chi crede, e mi auguro tu sia tra questi, che sia importante arricchire la politica italiana di nuove persone e nuove idee. Spero vogliano partecipare tutti gli uomini e tutte le donne che siano convinti delle idee che stiamo affermando e vogliono spendersi per poterle affermare.