Sei settembre. Sei settembre. Sei settembre. Me lo ripeto da stamattina, manca poco, pochissimo, praticamente una settimana o poco più. E c’è una cosa che voglio dire subito, ora che manca poco ma siamo ancora in mezzo al guado. Lo voglio dire ora, che ancora non so come finirà.
Grazie ragazzi. Grazie per l’incredibile determinazione che ho visto sulle vostre facce e nei vostri occhi; grazie per i sorrisi alle migliaia di persone che abbiamo incontrato, quelle che hanno firmato, quelle che non lo hanno fatto ma sono rimaste a parlare e pure quelle che vi hanno urtato, evitato, mandato a quel paese; grazie per il vostro garbo, per aver dimostrato che le idee quelle buone sono toste anche se solo le sussurri; grazie per aver messo la vostra faccia accanto alla mia – sconosciuti voi, sconosciuto io; grazie per la speranza, perché se in Italia è andata sempre male poi non vuol dire per forza che sempre male andrà; grazie per esserci stati sotto la pioggia battente a Torre del Lago e sotto il sole a picco a Torre Argentina.
Ce la faremo? Non lo so, è un lavoro durissimo. Ma poi mi ricordo di voi, della determinazione, dei sorrisi, del garbo, della speranza, del sole e della pioggia e mi dico che non possiamo non farcela.
“Time is on my side”, cantava Mick Jagger con quella sua voce da leone ubriaco. Anche oggi che manca pochissimo e le ore ci sono nemiche non dimenticate – non dimenticatelo mai – che il tempo, quello con la T maiuscola, è dalla nostra parte.
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Ivan Scalfarotto
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Le firme che non saranno lì il 14 settembre saranno perse per sempre…