3 Dicembre 2005

Io sto con Luca

Diario

E’ in corso in questi giorni ad Orvieto il quarto congresso nazionale dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà della ricerca scientifica. L’Associazione promuove e difende la libertà della ricerca non solo come battaglia a favore dei ricercatori e della ricerca in quanto tale, ma come battaglia per la libertà di pensiero e per la laicità dello Stato. Luca è nato nel 1967 ed è stato colpito alcuni anni fa dalla sclerosi laterale amiotrofica, una gravissima malattia neuromuscolare oggi incurabile, che rende chi ne è colpito paralitico e incapace di parlare con la propria voce
Io sono socio dell’Associazione Luca Coscioni, e ho con estremo piacere raccolto l’invito ad inviare un saluto all’Assemblea, che riporto qui di seguito:
Desidero inviare il mio saluto a tutti i partecipanti al Congresso dell’Associazione Luca Coscioni.
Il lavoro mi trattiene a Londra e non potrò quindi essere lì ad Orvieto in questi giorni, e tuttavia sento di essere lì, spiritualmente tra voi che da anni lottate per la libertà di ricerca, per la dignità delle persone e in questo modo per ristabilire in Italia il calpestato principio della laicità dello Stato.
Uno Stato che legifera su regole confessionali è uno Stato che esclude e non include; è uno Stato che sulla base di principi di fede, che come tali sono anche rispettabili ma di certo non sono basati nè sulla logica nè sulla razionalità, nega diritti effettivi, vivi e concreti. Uno Stato che legifera su principi confessionali è uno Stato che mortifica e nega dignità e diritto di piena cittadinanza a precise categorie di cittadini, di solito i più deboli, i sottorappresentati, coloro che non hanno il lusso di essere parte dei gruppi che espirimono la cultura dominante: le donne, i malati, gli immigrati, gli omosessuali.
E quindi grazie a tutti voi per l’incredibile forza e la tenacia paziente con la quale – a dispetto dell’assordante rumore di fondo – fate da anni sentire la vostra voce.
Continuate, continuiamo. Io sono con voi.
Ivan Scalfarotto