Non sono uno di quelli sempre contrari alle grandi opere anche se qualche volta mi chiedo, chessò io, come si possa pensare di fare un ponte sullo Stretto di Messina prima che sia sempre assicurata a tutti i siciliani l’acqua corrente. E anche su questa storia dell’Alta Velocità – nonostante da destra e da sinistra si dichiari che noi italiani, della TAV, non possiamo proprio farne a meno – la lettura di una bellissima inchiesta di Gianni Barbacetto su Diario più di un dubbio lo fa venire: i soliti giganteschi conflitti di interesse, un’opera che sta quasi tutta in Francia e che paghiamo quasi tutta noi, 15 lunghissimi anni anni per vederne i risultati. E poi la battuta del Professor Marco Ponti, quella che mi ha fatto decidere da che parte stare. «L’alta velocità c’è già. E non costa un centesimo allo Stato: si chiama Ryan Air». Già.
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Ivan Scalfarotto
Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno nel Governo Draghi. Deputato di Italia Viva. Mi occupo di democrazia, di diritti e libertà, di enti locali, impresa e affari internazionali.
Ho fondato Parks - Liberi e Uguali.