L’incubo di tutti i peccatori si è materializzato. Il governo ha confermato la pornotax. Ma con qualche novità.
Scartata l’ipotesi di un rincaro dell’Iva, per evitare l’altolà di Bruxelles, il provvedimento introduce una tassazione del 25% sui redditi derivanti dalla produzione, distribuzione e vendita di materiale pornografico. Dunque non solo film – ed è questa la seconda novità – , ma sono tassati tutti quei beni solitamente venduti nei sexy shop.
Il nuovo dazio sul sesso si sommerà alle imposte già esistenti sul reddito, Ire e Ires. Inoltre passa al 10% l’Iva sugli abbonamenti Tv relativi a trasmissioni porno.
(Fonte: Virgilio.it, 14 dicembre 2005)
La crociata fiscale guidata dall’on. Santanché (AN) merita un’istante di riflessione. E’ appena uscito in Francia il “Dizionario della pornografia” (ed. PUF), curato non da un gruppo di pervertiti, ma da un centinaio di intellettuali, filosofi, sociologi, scrittori e professori universitari francesi, tra cui il filosofo Jean-Luc Nancy e la psicoanalista Julia Kristeva. Negli Stati Uniti, e specialmente nei dipartimenti universitari di Women’s Studies, il dibattito è acceso e stimolante. Scrive per esempio Nadine Strossen, docente di Diritto costituzionale: “Il fatto che la pornografia si sia sempre ribellata alle costrizioni convenzionali è la ragione per la quale ha sempre provocato preoccupazione tra i moralisti tradizionalisti e i politici conservatori. Proprio perché il sesso ha un enorme potere di abbattere le barriere individuali e sociali, il discorso sul sesso minaccia tutte le forme e i lmiti comunemente accettati. Più è anticonvenzionale l’espressione sessuale, più rivoluzionarie diventano le sue implicazioni sociali e politiche.” Quasi tutte le grandi metropoli del Nordeuropa, da Amburgo a Copenhagen, hanno nel pieno centro cittadino i propri musei di arte erotica e pornografica. L’Italia ha la pornotax. Ossia una tassa esplicitamente “afflittiva” che, cercando di raschiare il fondo del barile delle finanze pubbliche, punisce e biasima i cittadini e le cittadine che fanno ricorso a qualsiasi forma di materiale erotico. A prescindere dai mutamenti storici e di costume che rendono sempre provvisoria e fragile la definizione di “osceno” e “pornografico”, questo governo dimostra ancora una volta un cieco terrore nei confronti dei corpi desideranti. Terrore e condanna per il desiderio di avere un figlio anche estendendo la propria identità corporea a inglobare le tecnologie riproduttive, per il desiderio di amare e dare forma pubblica e giuridica al proprio amore, ora per il desiderio di piacere puramente ludico, fine a se stesso e senza finalità riproduttive. Scrive Nancy: “I corpi sono evidenti – ed è per questo che giustezza e giustizia cominciano e finiscono con loro. L’ingiusto è ingarbugliare, rompere, stritolare, soffocare i corpi.”
Gabriella Stanchina