Si sentono traditi, umiliati e offesi. Ma dichiarano ancora il loro amore per “la cooperativa”, perché se i nonni non fossero diventati scariolanti, braccianti e poi muratori e operai in cooperative che si chiamavano “Terra e Lavoro” o “Fornace e Mulino” qui ci sarebbero ancora le paludi e la malaria.
“Non sarebbe mai arrivato il progresso” dicono. “La cooperazione è stata una grande cosa, anche perché a dirigerla c’erano uomini come Giulio Bellini, padre dell’attuale sindaco, che hanno lavorato una vita e sono morti con le pezze al culo. Ma adesso con le pezze al culo ci siamo noi, che abbiamo creduto all’insegnamento dei nostri padri ed abbiamo investito i nostri soldi nella Coopcostruttori, che ci ha portato via tutto.
Ottantaquattro milioni di euro, rubati a 3.270 soci. La Lega delle cooperative ha detto che non sa dove trovare i soldi per rimborsarci. Ed i 2.000 milioni di euro da consegnare all’Unipol per l’OPA Bnl, dove li trova?”
……. C’è un fantasma che si aggira nel mondo delle Coop e si chiama Carspac. Significa Comitato di assistenza e rappresentanza per soci prestatori ed azionisti delle cooperative e riunisce da più di due anni i cittadini di Argenta e dintorni che hanno prestato i loro soldi alla Coopcostruttori, come fosse una banca. “No, meglio che in banca. Mettere i soldi in cooperativa, con il prestito sociale, voleva dire non dare i soldi ai padroni ma a chi creava nuovi posti di lavoro per noi ed i nostri figli. Il crac è stato pesante e qualche famiglia ha perso anche fra i 300.000 e i 400.000 euro perché aveva messo in Coop i risparmi di tutti, dai nonni ai cognati.”
…….Argenta è stata bombardata e rasa al suolo il 12 aprile del 1945. “Il secondo bombardamento…c’è stato nell’aprile 2003 quando la Coopcostruttori ha cominciato a dire ai soci prestatori che non c’era liquidità. I soldi si potevano depositare, ma non prelevare…..Quasi tutte le famiglie si sono trovate senza più un soldo. “Far sparire 84 milioni in un paese come questo, assieme ai posti di lavoro persi nel fallimento, vuol dire tornare a quella povertà che avevi sentito solo raccontare: non hai i soldi per la casa, per un matrimonio, sei in difficoltà anche per comprare i libri di scuola ai figli. I negozianti qui in paese hanno perso il 40 % degli incassi”…
(Fonte: La Repubblica 30 dicembre 2005)
L’articolo prosegue spiegando che il presidente della Lega delle cooperative, Giuliano Poletti, non sa proprio come trovare i soldi. Poi, arrivano 16 milioni di euro che servono a ripagare il 20 % dei libretti di risparmio e il 17 % delle azioni di partecipazione della cooperativa. E questo è tutto. Per rendere meglio basta l’ultima storia: ”Mia madre andò alla Coopcostruttori il 18 maggio 2003 a depositare 5.000 euro su un libretto dove già ce ne erano 100.000. Due giorni dopo ruppe la dentiera e chiese indietro 4.000 euro. Non glieli hanno mai dati. E’ così che si fanno i soldi per le Opa?”.
In attesa di vedere il giornalista denunciato e condannato per diffamazione, di assistere alla sussiegosa reazione sdegnata di D’Alema e alla sofferta e pensosa solidarietà di Fassino, proviamo ad andare indietro nel tempo (per i più giovani può aiutare il film Novecento di Bertolucci). Ripercorriamo la storia di lagrime e sangue dei braccianti contro i padroni, la formazione delle Leghe, la resistenza di tutto un popolo contro il fascismo nascente nelle camere del lavoro, le formazioni partigiane durante l’occupazione nazi-fascista, insomma la bassa padana di “L’Agnese va a morire” e il suo tributo di coraggio e sangue per costruire quel mondo migliore di cui tutti abbiamo beneficiato dal dopoguerra e, non dimentichiamolo, quella base di massa a cui il PCI prima e i DS poi hanno attinto a piene mani. Vilipesi dall’apparentamento in voga fra assassini fascisti e partigiani e poi depredati da quelle persone a cui avevano delegato la costruzione di un futuro migliore. Mentre discutiamo sui programmi, sarebbe forse il caso di decidere a chi tali elucubrazioni sono rivolte ovvero da che parte stare. Una volta deciso questo, la lettura dei fatti non è neutra. Per cominciare, io venderei la barca….
Francesco Giammanco