Inseriamo qui di seguito due documenti di cui possiamo discutere tra noi e nel forum: si tratta del sunto di programma elaborato dall’Unione e di una
lettera che alcuni autorevoli membri DS inviano a Fassino e D’Alema,
invitandoli a dialogare con la rosa nel pugno e ad accogliere le loro
istanze di laicità.
Dodici capitoli e 274 pagine. È la bozza del programma dell’Unione, inviata ai partiti il 29 dicembre scorso, per raccogliere gli ultimi sugggerimenti e le ultime limature prima del vertice finale dei segretari della coalizione, delle assemblee regionali del 4 febbraio e dell’assemblea nazionale dell’11 febbraio.
I dodici capitoli corrispondono ai dodici tavoli programmatici istituiti dalla coalizione: «Il valore delle istituzioni repubblicane»; «Una pubblica amministrazione di qualità»; «La giustizia per i cittadini»; «Un Paese più sicuro»; «Un Paese protagonista del futuro europeo»; «Noi e gli altri» sulla politica estera; «Reagire al declino: una nuova economia, nuova qualità ambientale e nuova società»; «Ristabilire la fiducia, governare la finanza pubblica»; «Conoscere è crescere»; «Migranti e nuovi italiani»; «Più informazione più libertà»; «La ricchezza della cultura».
UNIONI DI FATTO «Riconoscimento giuridico di una forma di relazione capace di assicurare prerogative e facoltà e di garantire reciprocità nei diritti e nei doveri»: è quanto prevede la bozza del programma dell’Unione. Punto di riferimento, per l’Unione, è il lavoro svolto nell’ambito dell’indagine conoscitiva dalla commissione Giustizia della Camera dei deputati: «Al fine di definire natura e qualità di tale forma di unione, non è dirimente il genere dei contraenti; va considerato, piuttosto, il sistema di relazioni (amicali, sentimentali, assistenziali, di mutualità e di reciprocità) – la sua stabilità e la sua intenzionalità quale criterio qualificante».
RITIRO DALL’IRAQ «Se vinceremo le elezioni, immediatamente proporremo al Parlamento italiano il rientro dei nostri soldati, definendone, anche in consultazione con le autorità irachene, al governo dopo le elezioni legislative del
dicembre 2005, le modalità affinchè le condizioni di sicurezza siano garantite».
LIBERTÀ DI STAMPA, RAI «Il Parlamento garantirà il rispetto della missione di servizio pubblico e dell’autonomia e nuovi criteri di nomina dei vertici assicureranno l’autonomia manageriale. Solo così la Rai potrà così diventare un grande gruppo multimediale la cui unitarietà dovrà essere preservata come condizione di forza industriale, editoriale e produttiva».
POLITICHE FISCALI «Le politiche finanziarie e fiscali devono puntare a correggere gli squilibri sociali e territoriali, a combattere l’impoverimento prodotto dalle dinamiche del mercato e dal centro destra».
SOSPENDERE IL PONTE SULLO STRETTO «Riguardo al ponte sullo Stretto di Messina proponiamo di sospendere l’iter procedurale in atto e di valutare in concreto le effettive priorità infrastrutturali nel Mezzogiorno: dal sistema autostradale e ferroviario alle reti idriche, dalla politica dei porti al piccolo cabotaggio».
GIUSTIZIA «Dobbiamo rimuovere tutti gli aspetti del nuovo ordinamento giudiziario in stridente contrasto con i principi costituzionali e, dove necessario, intervenire con provvedimenti di sospensione dell’efficacia di quelle norme della legge delega che potrebbero ledere il principio di unità, uguaglianza e parità di trattamento, e rendere impossibile successivamente un nuovo e diverso riordino della magistratura».
SUPERAMENTO DELLA LEGGE TRENTA «Siamo contrari ai contenuti della legge Maroni e dei suoi decreti attuativi». Così la Bozza del Programma dell’Unione annuncia «il superamento», ma non l’abrogazione, della legge n.30 del 2003, che la Cdl ha ribattezzato legge Biagi. Le forze che compongono la coalizione si impegnano a considerare «il lavoro a tempo indeterminato come la forma normale di occupazione».
CONCORRENZA BANCARIA ALL’ANTITRUST Affidare «la stabilità di tutti gli intermediari finanziari (e non solo delle banche) alla vigilanza della Banca d’Italia; la vigilanza sulla trasparenza e la tutela dei risparmiatori in tutte le sezioni del mercato finanziario ad una Consob rafforzata; la garanzia della concorrenza (anche per il mercato bancario) all’Antitrust».
SÌ A ELECTION DAY Secondo l’Unione la Costituzione «si cambia assieme», a sottolineare che non verranno riproposte riforme «a colpi di maggioranza». L’Unione propone la razionalizzazione delle scadenze elettorali «con l’accorpamento delle elezioni politiche e amministrative ravvicinate». La bozza prevede anche l’attribuzione al premier del potere di proporre al Capo dello Stato la nomina e la revoca di ministri e sottosegretari, una migliore regolamentazione della questione di fiducia, prevedendo limiti specifici al suo esercizio e l’introduzione della cosiddetta sfiducia costruttiva, con l’esplicita indicazione di un successore.
RIDURRE IL QUORUM PER INDULTO E AMNISTIA Il quorum dei due terzi per approvare indulto è amnistia per il centrosinistra è troppo alto. E così, proprio mentre si discute alla Camera della possibilità di concedere o meno i provvedimenti di clemenza, nel programma dell’Unione si prevede di modificare l’articolo 79 della Costituzione per ridurlo.
INCOMPATIBILITÀ E BLIND TRUST Per risolvere il conflitto di interessi, l’Unione propone, nella bozza di programma, una soluzione triangolare: la revisione del regime delle incompatibilità; l’istituzione di un apposita autorità garante; l’obbligo di conferire le attività patrimoniali a un blind trust.
RIDURRE I COSTI DELLA POLITICA Le prime soluzioni individuate per tagliare i costi sono la riduzione del 50% dell’organico degli uffici di diretta collaborazione delle amministrazioni centrali, la riduzione dei «benefici impropri e dei privilegi» per le posizioni dirigenziali di vertice e l’affermazione piena del principio di trasparenza, anche attraverso la pubblicazione on line degli stipendi dei dirigenti pubblici superiori a 200.000 euro l’anno o degli incarichi extra e delle consulenze.
ANCHE QUOTA ESTRAZIONI SETTIMANALI LOTTO PER RISANARE BILANCIO CULTURA «Riteniamo necessario destinare una quota dell’otto per mille e una quota degli introiti provenienti dalle estrazioni infrasettimanali del lotto alla cultura, attribuendole al bilancio del Ministero per i beni e le attività culturali».
UNA GRANDE STAGIONE DI ALFABETIZZAZIONE; PIÙ SOLDI A INSEGNANTI Per rilanciare la scuola l’Unione intende «sfruttare la sua forza principale: l’autonomia», investire «sui giovani migranti, sulle loro intelligenze e su un incontro di culture che parte dai giovani». «Vogliamo rendere l’insegnamento una scelta appetibile per i migliori talenti, uomini e donne, così che la qualità della scuola possa beneficiare della loro formazione e qualificazione». L’obiettivo è quello di «portare tutti i ragazzi al conseguimento di un titolo di studio superiore» e «attuare una decisa lotta contro la dispersione scolastica e formativa, con l’obiettivo di rientrare nella media del 10%». Inoltre «incrementare fortemente l’utenza dei nidi entro la fine della legislatura»; mantenere l’articolazione in scuola elementare e media, di durata di otto anni; elevare l’obbligo di istruzione gratuita fino a 16 anni (primo biennio della scuola superiore); innalzare l’età minima per l’accesso al lavoro dai 15 ai 16 anni. Bisogna riconquistare la fiducia degli insegnanti, sottolinea il programma. E per farlo vengono indicati tre piani: valorizzazione del loro ruolo, rendendoli protagonisti del nuovo progetto culturale e portando le retribuzioni di tutto il personale al livello dei Paesi europei, lotta ad ogni forma di precarietà e rilancio della formazione.
BASTA CON I CONDONI EDILIZI «Basta con i condoni edilizi». «Ci impegniamo – sottolinea il documento – a non varare nuovi condoni e a potenziare attività e misure di prevenzione, di controllo e dissuasione, nonchè piani di recupero del territorio che passino anche attraverso l’abbattimento delle opere abusive, a partire da quelle realizzate nelle aree vincolate».
PENSIONI, SARÀ ELIMINATO GRADINO CHE INNALZA BRUSCAMENTE SOGLIA «Con la tendenza all’aumento della vita media, l’allungamento graduale della carriera lavorativa dovrebbe diventare un fatto fisiologico». La bozza di programma dell’Unione affronta la questione ‘spinosà della disciplina pensionistica. Tuttavia, va eliminato l’inaccettabile gradino che innalza bruscamente e in modo del tutto iniquo l’età pensionabile, come prevede per il 2008 la legge approvata dalla maggioranza di governo».
RIPRISTINARE IL FALSO IN BILANCIO «Ritornare al falso in bilancio come reato di pericolo, abrogando la disciplina introdotta nel 2002 dalla riforma del diritto societario del governo Berlusconi»: è quanto prevede la bozza di programma dell’Unione. Inoltre il documento punta ad «incidere sulle forme di “chiusura proprietaria” come gruppi piramidali, accordi e patti di sindacato».
TASSE PIÙ ALTE PER RENDITE FINANZIARIE; RESTITUZIONE FISCAL DRAG Ripristinare la tassa di successione per i grandi patrimoni. È uno dei punti di politica fiscale che prevede anche tasse più alte per le rendite finanziarie e precisamente: «La uniformità del sistema di tassazione delle rendite finanziarie a un livello intermedio tra l’attuale tassazione degli interessi sui depositi bancari e quella sulle altre attività finanziarie, con l’esclusione dei redditi di piccoli patrimoni, in coordinamento con l’imposizione societaria e la tassazione di dividendi e plusvalenze azionarie». Il programma dell’Unione punta inoltre al sostegno alle responsabilità familiari attraverso la riforma degli assegni al nucleo familiare con una correlata revisione dell’Irpef. «Al posto degli attuali assegni e delle attuali deduzioni sarà organizzato un unico trasferimento condizionato dalla situazione economica familiare». Si prevede «la restituzione del fiscal drag» e la riforma del catasto «in modo da rendere coerenti i valori e le rendite con i valori di mercato dei cespiti immobiliari e la contestuale revisione delle aliquote al fine di non inasprire il prelievo complessivo, soprattutto sulla prima casa».
(Fonte: l’ Unità on-line 11 gennaio 2006)
Al segretario dei Ds , Piero Fassino
Al Presidente dei Ds , Massimo D’Alema
Cari compagni,
sappiamo che già molti temi importanti sono all’ordine del giorno della Direzione Nazionale dell’11 gennaio. Oltre al regolamento elettorale, relativo alle definizioni delle nostre candidature alle prossime elezioni politiche, sarà inevitabile discutere della vicenda delle OPA bancarie e dei riflessi molto negativi che esse stanno determinando sul nostro Partito.
Tuttavia sentiamo il dovere di richiamare l’attenzione della Direzione anche su un altro argomento, su cui avvertiamo l’esigenza di una svolta urgente nostra e di tutta l’Unione. Ci riferiamo al rapporto con il nuovo soggetto politico della «Rosa nel pugno». Nei confronti di questo soggetto politico c’è un’insofferenza che traspare dagli atteggiamenti e soprattutto dai silenzi di tutti i membri dell’Unione e del suo leader Romano Prodi.
Invece di salutare il progetto nato dall’incontro fra SDI e Radicali come un positivo allargamento della coalizione del centro-sinistra, con la netta collocazione dei radicali nella nostra area, si avverte più l’eco di una antica e mai superata diffidenza verso i Radicali.
Quella diffidenza fu giustificata nella primavera scorsa, di fronte alla richiesta radicale di “ospitalità” nelle liste per le regionali, dal fatto che essi non si vincolavano a una scelta di campo. Ma ora, di fronte alla inequivocabile collocazione dei Radicali, tramite il nuovo soggetto politico, dentro all’area del centro-sinistra, tale diffidenza o malcelata ostilità non hanno più alcuna giustificazione. Si devono invece creare le condizioni perchè la Rosa nel pugno possa favorire un effettivo arricchimento della cultura politica e del programma del centro-sinistra, attraverso l’incontro e la reciproca contaminazione di valori e proposte socialisti, liberali, laici e libertari. Si tratta di un progetto che dovrebbe interessare soprattutto noi Democratici di Sinistra, che non vogliamo chiuderci in una visione organizzativistica e tattica del futuro Partito Democratico, per la quale ogni nuova sollecitazione possa essere interpretata come un disturbo per il manovratore.
Vediamo bene come nell’insofferenza verso i radicali di parte significativa della Margherita e dell’Udeur si esprime anche il riflesso del recente scontro referendario, delle sue cause e del suo risultato. Ma noi Ds eravamo sull’altra sponda in occasione di quel referendum e, pur nelle diversità delle posizioni politiche sulla prospettiva del Partito Democratico, dovremmo essere consapevoli che senza una adeguata assunzione dei temi della laicità dello Stato, un partito politico davvero nuovo non nascerà mai.
Perché l’elusione di questi temi può allontanare frizioni e confronti nell’immediato, ma apre voragini su cui è difficile far passare il ponte verso il futuro. Nella elaborazione del programma dell’Unione, in tema di coppie di fatto e di testamento biologico, si sono fatti significativi passi avanti, che noi apprezziamo. Ma i nodi più importanti non sono stati sciolti. E già si intravedono nuove forzature: è proprio di questi giorni una iniziativa legislativa di una vasta area della Margherita che porterebbe a vietare nel nostro paese anche la ricerca sulle cellule staminali embrionali importate dall’estero. Mentre permane il rischio che la «Rosa nel pugno», lasciata a se stessa, scivoli verso posizioni di mera testimonianza di un laicismo estremo. Noi pensiamo che i Ds debbano essere i più attivi nello sciogliere il ghiaccio che si è creato nei rapporti tra l’Unione e la Rosa nel pugno, nell’aprire un dialogo ravvicinato con Boselli e Pannella per facilitare la loro piena ed effettiva partecipazione alle decisioni dell’Unione. Noi pensiamo che i Ds dovrebbero essere interessati a costruire con questo movimento – non diciamo un asse preferenziale, già definito con la Margherita – ma almeno un comune terreno di ricerca sui valori del liberalsocialismo e della laicità che sono sicuramente parte del bagaglio ideale che entrambi ci portiamo appresso e dal quale pensiamo di poter ancora attingere per il futuro.
Per l’insieme di queste ragioni vi chiediamo, cari compagni, di volere, con noi, proporre nel dibattito della prossima Direzione anche il tema dei rapporti con la «Rosa nel pugno» e l’impegno che noi intendiamo assumere per rapidi progressi nell’integrazione di questo soggetto politico nell’Unione del centro-sinistra.
Lanfranco Turci
Franca Chiaromonte
Luigi Manconi
Enrico Morando
Fabio Mussi
Magda Negri
Stefano Passigli
Cesare Salvi
Lalla Trupia
Katia Canotti
(Fonte: l’Unità on-line 10-1-06)