Sarà che sono di nuovo all’estero, ma i minuetti della politica italiana mi paiono molto meno interessanti dell’elezione delle prime due donne elette presidenti in Sud America (Michelle Bachelet in Cile) e Africa (Ellen Johnson-Sirleaf in Liberia) e delle voci che annunciano molte nominations dopo i Golden Globes anche per l’Oscar a Brokeback Mountain, il film – come qualche spirito allegro lo ha definito in America – di cowboys senza le cows. Non è solo la bella boccata di gender e sexual orientation diversity, è anche consolarsi pensando per esempio che in altri paesi del mondo non basta avere a che fare col Milan (come Weah) per fare il capo del governo.
Sul film, poi, ho sentito una storia che se non è vera è senz’altro molto divertente. Allora, pare che a Venezia il Ministro della Cultura Rocco Buttiglione (no, scusate, non c’è niente da ridere adesso, Buttiglione è davvero il Ministro dei Beni Culturali) abbia fatto pressioni fortissime sui giurati affinché un premio andasse all’Italia, così la giuria presieduta dallo scenografo premio Oscar Dante Ferretti ha per amor di pace assegnato la Coppa Volpi per la migliore attrice alla brava Giovanna Mezzogiorno.
Poi però, in omaggio alle illuminate posizioni politiche del Ministro, e suppongo anche in ricordo della sua magistrale interpretazione in quel di Strasburgo, la giuria ha deciso di assegnare il premio più ambito – il Leone d’Oro al miglior film – alla storia dei due manzacchioni che si amano intensamente nel vecchio west in barba a mogli e bambini. Pare che il povero Roccorduck si sia mangiato la bombetta.