La prima firma, su “Science”, è quella di Massimiliano Cavallini. Ha quasi 36 anni e un contratto da ricercatore precario che scadrà fra una settimana.
Poi, forse, verrà rinnovato per tre mesi. Eppure il suo nome, e quello di altri cinque fra ricercatori e docenti, appare in queste ore sui giornali
e nelle tv di mezzo mondo: ha inventato, assieme agli altri, quello che viene presentato come lo strumento che renderà obsoleti i Dvd di ultima generazione.
«È un nuovo meccanismo di registrazione dell’informazione a densità ultraelevata:
ben 5 volte superiore a quella della più avanzata tecnologia Dvd e confrontabile con quella dei più potenti hard disk dei computer». Fabio Biscarini, 40
anni, è il ricercatore che coordina il gruppo del Cnr bolognese. «Il nostro metodo, spiega, si basa su una trasformazione localizzata, che avviene su un
film sottilissimo di molecole intelligenti, chiamate rotassani. E’ come una carezza che provoca un filare di molecole simili a un numero definito di palline,
tutte della stessa dimensione e a distanza regolare. Penso che questo sistema di scrittura dell’informazione possa essere di grande interesse tecnologico».
La scoperta è stata fatta un anno e mezzo fa. «Dopo abbiamo ripetuto l’esperimento e abbiamo visto che le palline si muovono e si collocano nel modo da noi
desiderato ». Il ricercatore e coordinatore del gruppo ha uno stipendio di 1.800 euro al mese. «Ho ottenuto il dottorato in chimica nell’Oregon. Uno
che faccia il mio lavoro là ha uno stipendio di 8-10.000 euro. Le nostre ricerche sono state finanziate da fondi europei, ma vorrei precisare una cosa. Noi oggi vediamo una potenziale applicazione di questa scoperta, ma i fondi non erano finalizzati a questo obiettivo concreto. Servivano, anzi, a permettere la mobilità dei giovani ricercatori. E questo dimostra che
la ricerca di base è importante e spesso porta anche a risultati concreti». Francesco Zerbetto, 44 anni (firma l’articolo su “Science” assieme a Salvador
Leon, studente catalano; Giovanni Bottari, studente italiano a Edimburgo, e David Leig docente in quella stessa università) è invece professore nell’università di Bologna. «Anch’io ho lavorato all’estero, in Canada, per 4 anni. Per spiegare la nostra scoperta potrei dire così: abbiamo fatto venire la pelle d’oca a questa superficie, e abbiamo visto che i puntini che
emergono sono ordinati come in un pallottoliere. Ci permette, questa scoperta, di superare la tecnica del Dvd. Non ci saranno soltanto un sì o un no, un
bianco e un nero, ma sarà possibile organizzare tutte le informazioni nel modo da noi deciso». Per l’Istituto dei materiali nanostrutturati del Cnr il successo
è arrivato dopo anni di lavoro, con stipendi spesso precari e borse di studio attese per mesi. «Ora abbiamo il problema del brevetto. Ne abbiamo giàattivato
uno, a livello nazionale, per un anno. Ma per il brevetto internazionale servono decine di migliaia di euro. Forse dovremo trovare uno sponsor».
(Fonte: Repubblica, 24 gennaio 2006)
Leggevo qualche settimana fa che un sondaggio aveva
rilevato
che il personaggio nel quale gli italiani si identificano maggiormente è Leonardo Da
Vinci.
Un altro sondaggio su Repubblica.it ha nominato Leonardo Da vinci simbolo dell’Italia
(vedi Repubblica.it del 10/01/2006) e questo gruppo di ricercatori del Cnr di Bologna sembra confermare che gli Italiani hanno ancora carte da giocare
per mantenere la tradizione del grande Leonardo.
Fa pensare però che mentre Leonardo sviluppò le proprie capacità e approfondì i propri studi finanziato dai signori dell’epoca, i Medici a Firenze gli Sforza
a Milano, questi ricercatori del XXI secolo sono a malapena tollerati dal sistema moderno della ricerca scientifica: intorno ai 40 anni con contratti
precari da 1800 euro al mese. Mi chiedo se il giovane Leonardo messo nelle stesse condizioni di precarietà sarebbe riuscito a sviluppare il suo genio tanto da farne uno dei simboli mondiali della scienza e dell’ingegno umano!
Alessandro Campioni