1 Febbraio 2006

Parliamo di economia…

Attualità

Un articolo recensito e commentato da Paolo Briziobello
Oltre cento: a tanto ammontano le modifiche di cui è stato oggetto il testo unico delle imposte sui redditi (Tuir) nel 2005. Un restyling generato da sei diversi provvedimenti approvati durante lo scorso anno: 1) il vero e proprio correttivo del Tuir (Dlgs 247/05); 2) la riforma del sistema pensionistico complementare (Dlgs 252/05); 3) il decreto Ias (Dlgs 38/05); 4) il decreto competitività (Dl 35/05, convertito nella legge 80/05); 5) il collegato alla Finanziaria 2006 (Dl 203/05, convertito nella legge 248/05); 6) la Finanziaria 2006 (legge 266/05). Molte norme del correttivo si limitano a precisare precedenti formulazioni con alcuni elementi di ambiguità, o inseriscono nel Tuir le disposizioni attuative che erano state a suo tempo formalizzate nel Dpr 42/88. tra queste, la norma sull’attribuzione all’affittuario d’azienda dell’ammortamento sui beni d’impresa è tuttora in attesa di precisazioni su quanto delineato dall’Assonime nella storica circolare n. 34 del 10 maggio 2000. L’autorevole associazione segnalava la propria adesione alla migliore dottrina civilistica, secondo cui i beni concessi in affitto d’azienda andrebbero iscritti nel patrimonio dell’impresa dell’affittuario, data l’assunzione della posizione di gestore dell’azienda e nell’assunzione di analogo dominio sui singoli cespiti per mantenere l’efficienza produttiva della azienda stessa, considerata nella sua universitas.

(Fonte: Raffaele Rizzardi, Cento varianti al Testo unico, in Il Sole 24 Ore, 1/02/2006)

Questo articolo, apparentemente di natura tecnica, credo sia sintomatico dello sfacelo dello stato dell’economia.
Fin dalla sua radice.
La fonte non ha bisogno di presentazioni e l’autore risulta essere un esperto della materia.
Apprezzabile, davvero molto, il “taglio” privo di fronzoli e contenente esclusivamente fatti, veri e non ipotesi.
Proviamo ora a “tradurre” dal linguaggio tecnico a quello pratico alcuni aspetti di ciò che il Prof. Rizzardi scrive.
La legge fondamentale che regola il sistema tributario in Italia (il cosidetto Tuir, che sta per Testo Unico delle Imposte sui Rediiti) ha subìto (notare l’accento sulla ì, please…) più di cento varianti nell’anno 2005.
VARIANTI.
Le varianti null’altro sono che correzioni a fatti esistenti, in questo caso norme di legge.
Cioè il Governo di centrodestra, nell’anno 2005 non ha fatto altro che MO-DI-FI-CA-RE- una serie di norme già esistenti, spacciandole per RIFORME.
Adesso diamo un’occhiata (niente più di un’occhiata, sennò vi getto nello sconforto…) ad alcuni risultati di queste “varianti”:
1) aumento delle marche da bollo, da euro 11 a euro 14,62 ovvero AUMENTO DEL 32,90%;
2) aumento delle marche da bollo sulle ricevute da euro 1,29 a euro 1,81 ovvero AUMENTO DEL 40,32%;
3) possibilità per le Regioni ed i Comuni di procedere all’aumento delle ADDIZIONALI COMUNALI E REGIONALI IRPEF (e la dichiarazione dei redditi scade tra maggio e giugno, guarda caso DOPO le politiche…).
Volutamente mi fermo qui, avendo citato solo 3 “varianti”, che però ci riguardano tutti, ma proprio tutti visto che, in vita nostra, un certificato ad uso amministrativo l’abbiamo fatto tutti, una spesa medica, con annessa marca da bollo, l’abbiamo sostenuta tutti e, ovviamente, sui nostri redditi le “tasse” (in gergo si dice così, ma in realta sono IMPOSTE, queste) le paghiamo tutti, sugli stipendi, sulle pensioni, sugli affitti o sui redditi da lavoro autonomo o di impresa.
Il nostro Capo del Governo, quando va in televisione (a proposito, stasera dove lo vedremo? In un pacco di Pupo? Dietro la maschera del Gabibbo? Materializzato nel pomello dei canali radio?) ovviamente fa azione di marketing e chiama TASSE quelle che sono IMPOSTE, RISPARMI quelli che sono REDDITI, CASE quelli che sono IMMOBILI.
Secondo un’antica teoria, lunga cinque anni: usare un linguaggio che piace alla gente, intontirla col sorriso e se per caso si risveglia dallo stordimento e obbietta qualcosa, che fa? Dice che è stato frainteso! Intanto chi lo ha ascoltato ha già buttato giù tutto!
Leggendo un pò “IL SOLE 24 ORE” scopriremo che anche chi fino a un pò di tempo fa pareva propendere, almeno sulla carta, per una certa parte politica, ora con molta eleganza invita a riflettere senza troppi tentennamenti.
Anche questo è un segno di voglia di civiltà.
Da ritrovare.
Paolo Briziobello