Con un cambio politico netto, gli Stati Uniti hanno sostenuto lunedì scorso una iniziativa dell’Iran per negare lo status consultivo presso le Nazioni Unite alle organizzazioni che lavorano per proteggere i diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender. In una lettera indirizzata al Segretario di Stato Condoleeza Rice, una coalizione di 40 organizzazioni guidata dalla Human Rights Campaign, Human Rights Watch, la International Gay and Lesbian Human Rights Commission, e la National Gay and Lesbian Task Force, ha chiesto una spiegazione sul voto che ha affiancato gli USA ai governi che da tempo reprimono i diritti delle minoranze sessuali.
“Il voto è una aggressione del governo USA ai diritti delle minoranze sessuali ad essere ascoltate – ha detto Scott Long, direttore del programma per i diritti GLBT della Human Rights Watch – E’ stupefacente che la amministrazione Bush voglia allinearsi con il Sudan, la Cina, l’Irane lo Zimbabwe in una coalizione dell’omofobia”.
Nel maggio 2005, la International Lesbian and Gay Association (ILGA) con base a Bruxelles, e il gruppo gay danese Landsforeningen for Bøsser og Lesbiske (LBL) hanno presentato richiesta per lo status consultivo presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite. Lo status consultivo è l’unico modo con cui le organizzazioni non governative (ONG) possono influenzare e partecipare alla discussione tra gli stati membri. Quasi 3000 gruppi godono di questo status.
Gli Stati Uniti si sono inizialmente astenuti in una votazione che avrebbe permesso che il dibattito proseguisse e che i due gruppi fossero ascoltati. Poi hanno votato per respingere le richieste.
(Fonte: Gay.it, 26 gennaio 2006)