E’ stato scarcerato dopo più di 16 anni Yu Dongyue, ultimo esponente di spicco del movimento di piazza Tiananmen ancora detenuto. Il giornalista, oggi trentotenne, era stato condannato per aver imbrattato un ritratto di Mao Zedong durante le manifestazioni che il 4 giugno 1989 furono soffocate nel sangue dalle autorità cinesi. Del suo rilascio ha dato notizia il fratello minore, Yu Xiyue, secondo cui le condizioni dell’ex prigioniero politico sono penose: “Non mi riconosce”, ha riferito, “e non riusciamo a intenderci l’un l’altro”.
Yu Dongyue, che è tornato a casa dei genitori nella provincia meridionale dell’Hunan, era l’ultima figura di spicco ancora detenuta tra i promotori delle proteste in Piazza Tiananmen con cui le giovani generazioni, specie gli studenti, tentarono d’invocare l’introduzione della democrazia e di profonde riforme nel Paese, allora in fase di transizione dal maoismo puro a un ibrido tra autoritarismo comunista in politica e capitalismo estremo in economia.
“E’ stato l’ultimo esponente di primo piano di Tiananmen a tornare libero”, ha confermato Johjn Kamm, presidente di una fondazione umanitaria con sede a San Francisco che si batte per salvare i prigionieri politici cinesi.
“Ultimo esponente di spicco” non signfica però l’ultimo in assoluto: nelle carcerci della Repubblica Popolare ci sono ancora una settantina dei protagonisti delle dimostrazioni dell’89 che non hanno ancora finito di scontare le pesantissime pene inflitte loro.
Non è certo se tra i due eventi vi sia un qualche collegamento, ma è un fatto che il rilascio di Yu precede di poco più di un mese l’attesa visita ufficiale negli Stati Uniti del presidente cinese Hu Jintao. E a Pechino è consuetudine compiere gesti come la liberazione di importanti dissidenti alla vigilia di missioni internazionali cruciali, come gesto di buona volontà nei confronti degli interlocutori stranieri piuttosto che di clemenza a favore dei detenuti.
(Fonte: Repubblica.it, 22 febbraio 2006)