24 Febbraio 2006

L'Italia taglia i fondi alle organizzazioni umanitarie

Attualità

Da quest’anno il governo italiano non elargirà più alle organizzazioni internazionali i cosiddetti “fondi volontari” che da oltre trent’anni consegna puntualmente. Il taglio, improvviso e passato quasi sotto silenzio, sarà di circa 52 milioni di euro. La decisione è chiara nella delibera del 16 febbraio scorso approvata dal ministero degli Esteri che, oltre a decurtare della metà il tradizionale bilancio dei cosiddetti contributi volontari alle organizzazioni internazionali, ha deciso che a Acnur, Unicef, Fao, Undp, Unesco e Oms non saranno più destinati fondi. Anche se, si fa comunque osservare da ambienti diplomatici, “i tagli sono temporanei e dovuti alla ridotta disponibilità di fondi”. La denuncia è partita da “il Manifesto”. Gli enti, preoccupati, confermano anche se, per ora, evitano di fare polemica.
Oltre ai tagli, ha fatto sapere il quotidiano, c’è anche una sorta di “redistribuzione”: a beneficiare del contributo tra le grandi agenzie, quest’anno, saranno soltanto il Programma alimentare mondiale (Pam), l’ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (Unodc) diretto dall’italiano Costa, l’ufficio internazionale del Lavoro (Ilo) che ha sede a Roma e tutti quegli uffici (come anche l’Undesa, l’Unido, Ipgri, Unccd, Unssc) della “filiera italiana”, cioé diretti da italiani.
I fondi in questione danno sostanza alle relazioni “unilaterali” tra i Paesi membri e le organizzazioni internazionali e sono da sempre volontari. Non vanno confusi, invece, con un’altra quota, quelli “multilaterali”, che è obbligatoria e definita in base alla ricchezza del paese. Resta il fatto che rappresentano una parte significativa delle loro entrate cui non è facile rinunciare.
I tagli, dunque, ammonterebbero a circa 52 milioni di euro. La “stranezza” dell’operazione è data poi dal fatto che la decisione è stata presa improvvisamente (di solito, infatti, i cambiamenti avvengono gradualmente) e che, a quanto sembra, non è stata per ora notificata alle diverse Agenzie.
In particolare per quanto riguarda, ad esempio, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i fondi sarebbero andati a coprire i progetti di emergenza (per i quali l’Italia è sempre stata, da trent’anni a questa parte, molto generosa). Anche per questo l’immagine del nostro Paese in campo internazionale esce piuttosto offuscata da questa vicenda. A quanto si apprende, i nostri diplomatici e funzionari che lavorano nei palazzi di Ginevra sarebbero alquanto imbarazzati. Soprattutto perché l’Italia, tra i Paesi “contribuenti” è sempre stata puntuale e, quindi, vista con estrema simpatia.
Conseguenze di questa decisione? Oltre ai mancati incassi per gli organismi internazionali interessati, ce n’è un’altra: di norma i donatori acquisiscono una certa influenza nelle linee programmatiche di questi soggetti internazionali, e con questo taglio l’Italia rischia di perdere quasi tutto il suo peso su scelte internazionali di politica sociale, sanitaria e culturale.
Unicef. L’Unicef, una delle organizzazioni internazionali che più verranno colpite, esprime preoccupazione. L’agenzia dell’Onu che si occupa dell’infanzia ricorda che due terzi dei suoi fondi derivano da contributi “volontari” governativi e un terzo da privati. Se tutti i Paesi si comportassero come l’Italia, per l’Unicef sarebbe praticamente la fine. Con la decisione della Farnesina, il suo budget perderebbe circa 11 milioni di dollari. Resterebbero (ma non si sa in quale proporzione) 18 milioni che vengono assegnati su progetti specifici e, quindi, non possono essere utilizzati per la vita dell’agenzia. “Il problema di fondo – spiegano in una nota ufficiale – non riguarda i soldi, ma gli effetti di eventuali tagli sul lavoro che l’Unicef svolge per i bambini di oltre 155 paesi, molti dei quali rischiano di rimanere scoperti, non essendo una priorità per nessun governo”.
Unhcr. Grande preoccupazione è stata espressa anche da Laura Boldrini, portavoce dell’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati. “Siamo preoccupati e stupiti – spiega – perché il taglio dei fondi ci ha colpiti di sorpresa. In passato questi potevano anche arrivare in ritardo rispetto allo stanziamento, ma non era mai accaduto che fossero azzerati. Il buco italiano è destinato a incidere negativamente sull’aiuto ai rifugiati nelle regioni di provenienza”.
Oms. La direzione generale dell’Oms, (fanno sapere sia dalla rappresentanza italiana che dalla sede centrale di Ginevra), non può ancora prendere una posizione su questa decisione. Motivo: la notizia non è ancora stata comunicata ufficialmente. A Ginevra la sanno tutti, ma solo perché ne hanno letto sui giornali o sentito da voci di “corridoio”.
Fao. Anche al Fondo alimentare mondiale, che ha sede a Roma, c’è un po’ di sconcerto e preoccupazione, ma soprattutto “a livello di singoli”. L’Agenzia, infatti, non avendo ancora ricevuto comunicazioni dal governo, rimane cauta.
Le reazioni all’Onu. Intanto, come scrive anche “Il Manifesto”, la filiera Onu “ha cominciato a fibrillare”, soprattutto per la carenza assoluta d’informazioni ufficiali. E, secondo quanto si apprende, lo stesso Kofi Annan starebbe preparando una lettera indirizzata al governo Berlusconi per chiedere almeno chiarimenti sulla vicenda.
Le reazioni in Italia. “Indignati ma non stupiti”. A sintetizzare il sentimento generale dell’Unione è il socialista Ugo Intini, che parla di governo provinciale che “in politica estera cerca un rapporto privilegiato con gli Usa, che non c’è, e di conseguenza spiazza e delude i Paesi in via di sviluppo”. A stupirsi è anche il senatore Francesco Martone (Gruppo Misto-Rc): “È la classica ciliegina sulla torta: dopo aver ridotto in ginocchio la politica estera italiana in materia di cooperazione e dopo aver dimezzato il capitolo di spesa – dice – si ignorano organismi come Arcur, Unicef, Fao, Undp e Oms, ai quali non viene destinato un centesimo, e si premiano organizzazioni vicine a chi ha varato il provvedimento”.
La risposta della Farnesina. Secondo quanto trapela da ambienti diplomatici, la delibera (che verrà resa pubblica nei prossimi giorni) prevede un temporaneo annullamento dei fondi destinati alle organizzazioni internazionali a causa di una situazione di scarsa disponibilità finanziaria definita “momentanea”. “Questo – spiegano – è il risultato di dolorosi tagli finanziari decisi dal Parlamento per la necessità di collimare con i parametri di Maastricht e le direttrici dell’Unione Europea. Una situazione contingente dalla quale speriamo di uscire al più presto: appena ci troveremo in una situazione mgliore prenderemo le decisioni necessarie per avvicinarci considerevolmente agli stanziamenti dello scorso anno”. La decisione, fanno inoltre sapere, verrà ridiscussa all’interno delle prossime riunioni del Comitato Direzionale del ministero.
(Fonte: Repubblica.it, 23 febbraio 2006)