Le undici regole d’oro per battere Berlusconi. Se l’avesse scritto in Italia, George Lakoff forse avrebbe scelto questo titolo, per il suo pamphlet sugli errori dei progressisti nella battaglia elettorale. Invece l’ha pubblicato negli Stati Uniti – dove è rapidamente diventato un best seller – e l’ha chiamato “Non pensare all’elefante!”, alludendo al simbolo dei repubblicani. Adesso che è uscita l’edizione italiana (Ed. Fusi Orari, 12 euro) si scopre però che i comandamenti politici dettati dal celebre linguista di Berkeley potrebbero essere fatti propri – con qualche adattamento – anche dal nostro centrosinistra, per rimediare ai suoi errori cronici ed evitare di farsi beffare ancora una volta dall’abilità comunicativa di Berlusconi. Vediamoli.
1) “Riconoscere che i conservatori sono stati bravi e i progressisti hanno perso il treno. Dobbiamo ammettere il loro successo e il nostro fallimento”. Naturalmente parliamo del modo di comunicare, non dell’arte di governare. Perché sono stati bravi? Perché loro sono capaci di usare due parole per esporre un punto del loro programma (nel nostro caso cinque: “Abbattimento delle liste d’attesa”, per esempio), mentre i progressisti “per illustrare il loro punto di vista su quello stesso argomento si lanciano in un lungo discorso”. L’errore è quello di credere che sia solo una questione di mezzi. “Pensano che a loro manchi solo la possibilità di accedere ai mezzi di informazione”. Non è così. La cosa più importante, certo, sono le idee: il linguaggio ne è solo portatore, serve a evocarle. Ma se non sai usare il linguaggio giusto, se non sai comunicarle, perdi.
2) Non usare il linguaggio dell’avversario. I conservatori usano, magari senza saperlo, il modello culturale del “padre severo” (che conduce al capitalismo di libero mercato) i progressisti quello del “genitore premuroso” (la tessera-base dello Stato sociale). “Se accettate il loro linguaggio e vi limitate a controbattere sarete sempre perdenti, perché rafforzerete il loro punto di vista”.
3) Ricordarsi che la verità, da sola, non basta. I progressisti, spiega Lakoff, sono vittime di un mito illuminista, secondo il quale “la verità ci renderà liberi: se raccontiamo alla gente i fatti, poiché le persone sono fondamentalmente razionali, arriveranno alle conclusioni giuste”. Peccato, commenta, che la gente non ragioni così. “Dire la verità non basta. Bisogna presentare la verità in modo incisivo dal proprio punto di vista”. In questo modo si riesce a parlare anche agli elettori delusi dall’avversario. Traduzione per il caso italiano: un conto è dire che Berlusconi non ha mantenuto le sue promesse, un altro è fare un manifesto che metta a confronto l’aumento del reddito medio negli ultimi cinque anni con il raddoppio, nello stesso arco di tempo, del patrimonio personale del presidente del Consiglio.
4) Parlare sempre della propria prospettiva morale. “Le politiche progressiste dipendono da valori progressisti. Cercate di chiarire quali sono i vostri valori e usate il linguaggio dei valori. Abbandonate il linguaggio dei politicanti”.
5) Capire da dove vengono i conservatori. Per poter vincere, è fondamentale sapere contro che cosa si sta combattendo. Essere in grado di spiegare perché credono in quello in cui credono, e cercare di prevedere quello che diranno. Se pensate che loro siano solo degli stupidi con delle idee sbagliate, vinceranno loro.
6) Ragionare in modo strategico e trasversale sui problemi. Pensare in termini di grandi obiettivi morali, non di programmi fini a se stessi.
7) Ricordare che gli elettori votano per la loro identità e per i loro valori, non necessariamente per i propri interessi. Tutti hanno a cuore i propri interessi, ma solo se identità e interessi coincidono l’elettore voterà per il partito che li rappresenta.
8) Pensare alle conseguenze delle proposte. L’obiettivo dev’essere quello di mettere in moto dei processi virtuosi.
9) Unirsi e collaborare. Lakoff distingue sei diversi tipi di progressisti. I progressisti socio-economici (come i socialisti e i comunisti), gli identitari (“quelli che sostengono che il loro gruppo è oppresso), gli ambientalisti (i Verdi), i difensori delle libertà civili (i radicali), gli spiritualisti (gli ex democristiani), gli anti-autoritari (i no global). Consiglio ai candidati: “Cercate di mettervi al di sopra della vostra modalità di pensiero e di esprimere i valori condivisi da tutti i progressisti”.
10) Parlare agli elettori in modo tale da attivare il modello del “genitore premuroso” negli indecisi. Non spostarsi a destra. “Lo spostamento a destra – sostiene Lakoff – è pericoloso per due motivi: allontana la base progressista e aiuta i conservatori attivando il modello del “padre severo” negli indecisi. I conservatori non si spostano mai a sinistra, eppure vincono”.
11) Essere attivi, non reattivi. Per vincere bisogna “giocare all’attacco, non in difesa”. Quando si va in tv non bisogna limitarsi a rispondere alle domande, ma avere ben chiari sin dall’inizio i quattro o cinque messaggi-chiave da lanciare all’elettore. E poi: “Non lamentatevi. Non comportatevi come vittime. Evitate di dare segni di debolezza, per esempio alzando la voce. Se riescono a farvi urlare, hanno vinto loro”.
(Fonte: Repubblica.it, 27 febbraio 2006)
Una risposta a “Dagli USA le regole d'oro per battere la Destra”
[…] buona base di partenza per tornare a vincere. Lo sa benissimo anche Silvio, ce lo ha spiegato George Lakoff nelle sue 11 regole per vincere dove la regola 9 […]