Visti gli innumerevoli tentatvi di dare dell’Italia l’immagine di un Paese spaccato in due ho letto con sollievo su www.lavoce.info l’articolo di Sara Colombini e Stefano Toso “Cosa pensano gli italiani delle tasse” (davvero, mi verrrebbe da aggiungere). Nell’indagine campionaria della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane, relativa ai redditi del 2004 e pubblicata nel gennaio del 2006 pare proprio che gli Italiani non siano così allergici alle tasse come hanno cercato di dipingerli. Sono dati molto interessanti perchè descrivono i contribuenti come consapevoli del ruolo e dell’importanza svolta dal prelievo fiscale, una consapevolezza importante da sottolineare per riequilibrare una lettura forse troppo “tasse-centrica” data alla campagna elettorale del centrosinistra ed al voto del centrodestra.
Nell’articolo si legge:
“Il 39,8 per cento ritiene infatti che “la funzione dello Stato è quella di fornire a tutti i cittadini il maggior numero di servizi pubblici (scuola, sanità, pensioni, ecc.), anche se il livello della tassazione che ne deriva è molto elevato”… “e il 33,1 per cento si riconosce nella frase secondo cui “Vi sono spese necessarie per il benessere sociale che lo Stato deve sostenere, quindi bisogna fare in modo che le tasse e le imposte coprano queste spese aumentandole ogni qualvolta sia necessario”….”
Pare proprio che non tutti gli Italiani considerino il prelievo fiscale un frugare nelle tasche dei cittadini da parte dello Stato, un’espressione profondamente volgare e indegna delle coscienze di uno Stato democratico.
Emanuela Marchiafava