20 Aprile 2006

L'onorevole Beppe

Diario

Io le primarie le ho fatte, e posso dire che in quelle settimane e mesi c’è stata una persona che ha lavorato come un dannato per dare alle primarie una visibilità che la Rai e Mediaset non avevano alcun desiderio di amplificare, che ha spiegato con certosina pazienza ai giornalisti come quell’incredibile esercizio di democrazia fatta in casa avrebbe funzionato, e che di quelle primarie è stato la faccia autorevole e imparziale. Quella persona è Beppe Giulietti.
Chiunque si sarebbe aspettato che uno così, dopo un lavoro così, dopo un successo così, sarebbe rientrato in Parlamento dalla porta principale. E invece no. In Parlamento c’é spazio per un sacco di gente i cui meriti si riducono spesso ad aver sposato il marito giusto, ma per Beppe Giulietti parrebbe di no. Beppe è appeso alla decisione di Paolo Gentiloni, un rutelliano di ferro, che potrebbe – optando per il collegio dove Beppe era stato candidato, pensate un po’, al numero 8! – lasciare a casa il responsabile della comunicazione di un evento che ha portato fuori di casa, a votare, 4 milioni e mezzo di persone.
Quando mi chiedono cosa penso del nostro centro-sinistra dico che sono preoccupato. Per l’esile maggioranza di voti e di seggi al Senato, certo. Ma anche per questo tipo di situazioni che, francamente, non capisco, non riconosco e che indicano chiaramente cosa ci manca per governare l’Italia come uno stato efficiente e moderno. Con quale credibilità, con situazioni come questa, il nuovo governo potrà parlare di meritocrazia in questo Paese?