Dati i commenti al mio post di ieri sulle contestazioni alla Moratti, e in particolare quello del mio amico Alberto Biraghi, torno subito sul punto. Sarò un illuso e un perduto idealista, ma mi piacerebbe vivere un giorno in un paese nel quale il 25 aprile, giorno dedicato alla liberazione di tutti, tutti, dalla tirannia e dall’orrore, anche la piazza adeguasse il suo linguaggio e le sue dinamiche alla situazione. Della Moratti, come di tutti i seguaci di Berlusconi, titolare incluso, penso tutto il peggio possibile ma non credo proprio fosse quella la circostanza e quelle le modalità per contestarla. Mai venuta alle celebrazioni del 25 aprile? Beh, cara Signora, niente fischi ma benvenuta, era ora che partecipasse e speriamo che torni il prossimo anno! Poi, al prossimo dibattito pubblico, lotta dura e senza sconti. Sui contenuti e senza urla, senza fischi, senza insulti. Se siamo forti sui contenuti, di fischi, insulti e urla non c’è alcun bisogno. E’ possibile costruire un’Italia così? E’ possibile costruire una civiltà della politica nel nostro Paese? E’ possibile ricordare i morti quando è il caso, riflettere sui comuni valori della democrazia e della libertà quando è il caso, e discutere sulle cose quando è il caso? Diciamo di essere un Paese europeo: ma avete mai assistito a simili celebrazioni negli altri paesi? C’è mai un deficiente che urla? Non avete mai visto come stanno tutti zitti? Possiamo cominciare, benedetto Iddio, a stare un pochino zitti pure noi?
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Ivan Scalfarotto
Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno nel Governo Draghi. Deputato di Italia Viva. Mi occupo di democrazia, di diritti e libertà, di enti locali, impresa e affari internazionali.
Ho fondato Parks - Liberi e Uguali.
11 risposte a “Silenzio, per favore”
In linea di principio concordo con questo ragionamento, ma c’è un però: quando la signora Moratti rinnegherà con un discorso pubblico l’alleanza con i nostalgici del Fascismo come Adriano Tilgher e Roberto Fiore, allora la signora potrà venire
alla celebrezione del 25 aprile senza contestazione.
Ci sono fatti storici sui quali bisogna prendere una posizione chiara, o pro o contro.
La signora Letizia Brichetto Arnaboldi, perchè è questo il suo nome all’anagrafe, sarebbe tempo che la smettesse di usare (usurpare) il cognome del marito, non può star seduta su due sedie.
Insomma bisgogna avere coerenza nella vita, io la signora Brichetto non l’avrei fischiata, ma semplicemente ignorata.
Cordialmente,
Moreno Puiatti
Bravo Ivan, c’hai raGGione! E’ giusto dire qualcosa di bello una volta ogni tanto, anche se sembra irrealizzabile.
Ciao
Sergio
(Quello de Roma)
Ivan,
penso fondalmente che l’Italia sia un paese diviso, da vari punti di vista.
Sempre un nonso ché, sempre una polemica. Certo gli idioti stanno ovunque. E ovunque vié qualche guasafeste.
Sta di fatto che in Francia, in simili manifestazioni, non si vedono mai fatti del genere. Il paese nonstante, le divisioni storiche (Vichy) e sociali (la cosidetta “frattura sociale”) in simili circostanze sa farsi trovare unita e solidale.
Ieri nel mio blog ricordavo la reazone della Franica, intesa come istituzioni e cittadinanza, durante il rapimento dei due giornalisti Malbrunot e Chesnot. Gli autori del sequestro volevano aprofittare dell’occassione per forzare il conflitto causato dalla famosa legge sulla laicità francese (quella del velo a scuola in sintesi). I francesi non ci sono caduti. Fu una reazione di incredibile unità nazionale. Incredibile davvero.
In Italia é tutto piu’ difficile.
Ed anche se talvolta il popolo ha saputo reagito in modo maturo e civile, persiste la tendenza alla divisione. Sopratutto (solo?) nelle circostanze tragiche.
L’Italia di oggi é un po’ come l’Italia rinascimemntale che era divisa in 30 staterelli, ognuno dei quali invece di preoccuparsi del nemico alle porte, preferiva continuare a guereggiare con il suo minuscolo vicino. Piace perdersi in inutili discussione. E so’ che é un peccato.
Caro Ivan, è da ieri che mi sto chiedendo esattamente le cose che ti stai chiedendo tu.
E’ possibile che il 25 aprile continui a essere festa, celebrazione, di una parte del paese contro un’altra? Non crediamo che i valori che ricordiamo con il 25 aprile siano valori che devono essere fatti propri da tutti tra cui, in primis, dalle Istituzioni e dalle alte cariche dello Stato?
Ciò che è scandaloso è sapere che Berlusconi da Presidente del Consiglio non abbia mai voluto partecipare alle celebrazioni per la Liberazione, non vedere Letizia Moratti spingere il padre in carrozzella.
E’ triste constatare che la sinistra continui a pensare questa giornata come solo sua e non di tutti e, in parte, a strumentalizzarla (con contestazioni fuori luogo e offensive per i protagonisti di questo pezzo di storia) per parlare di fatti politici presenti e contingenti. Quello che dobbiamo fare è avere un pensiero di immensa gratitudine per chi si è battuto per la nostra libertà e ascoltare le persone che ci possono raccontare questa storia in prima persona, sapendo che da queste abbiamo ancora moltissimo da imparare.
Caro Ivan,
mi pare un discorso sensato. però non vorrei nemmeno che il 25 aprile fosse confuso con la pubblicità del ciao crem… 🙂
Con affetto,
Carolina
Se fossi stato lì l’avrei contestata.
Sei libera di allearti con i fascisti d’oggi, ma non puoi farmi credere di essere contraria ai fascisti di ieri.
Farsi prendere per il culo va bene, ma c’è un limite.
Ho la sensazione che ci sia un po’ di confusione sul significato del 25 aprile. La sinistra superstite – ovviamente e comprensibilmente – ne fa un momento di memoria delle sue radici. Ma nel celebrare quella data, la sinistra è accompagnata da tutta l’Italia che si riconosce nella Costituzione repubblicana, di cui il 25 aprile va letto come il momento del concepimento.
Qui non si tratta di Italia divisa, ma di rispetto della realtà storica. Tranne De Felice, tutta la storia seria è concorde nel *non* definire “guerra civile” quella della resistenza contro la RSI. Perché la RSI agì contro gli ordini del re d’Italia, quindi contro l’Italia. Questo si chiama tradimento del proprio paese e chi ancora celebra quel tradimento non può – per logica – essere ammesso al 25 aprile. In fondo non è gran cosa no? Se a me, laico, chiedono di evitare di andare a messa, che mi importa?
La sceneggiata di Letizia Moratti (perché di sceneggiata, perfettamente architettata, si è trattato, io c’ero, ho ascoltato dalla prima all’ultima parola e visto ogni gesto di letizia, vegliardo, digos e staff) equivale a un mio andare a messa. Letizia si accompagna con una pattuglia di nostalgici da far venire i brividi. Che c’entra con il 25 aprile?
PS Mi piacerebbe che qualcuno parlasse anche della marea di persone che dopo l’ultimo intervento non abbandonava la piazza per sentire Romano Prodi. Non ne ha parlato nessuno, solo Radio Popolare stamattina.
non so, ivan, mi sembri troppo candido, anch’io in linea di principio la penso come te, ma poi guarda i fatti e le dichiarazioni, purtroppo mi devo allineare al famigerato puiatti, il padre deportato a dachau ammette candidamente che è la prima volta che partecipa alla celebrazione del 25 aprile, la figlia se ne va subito dopo i fischi, tutti loro moratti-brichetti minimizzano quasi non volessero sollevare nessun polverone ma poi, guarda caso tutti i giornali di oggi riportano il fatto in prima pagina e “loro” lo sapevano e “magari” la candidata sindaco ci ha scommesso qualche migliaio di voti sull’indignazione contro i liberticidi, certo ad essere furbi si sarebbe solo dovuto ignorare la signora come dice il puiatti, ma la furbizia è una virtù? sempre? in questo caso mi sembra solo che si è caduti nel tranello, con tanto di cappello per il grande comunicatore che continua a cercare di spostare voti, questa volta anche con il nostro aiuto
so long
carlo
Caro Ivan,
intervengo per la prima volta sul tuo blog e prendo l’occasione dalla polemica sui fischi alla Moratti, che vedo trova opinioni discordanti negli interventi che mi hanno preceduto.
Che dire? Forse solo che vedere tante energie fisiche ed intellettuali che nel 2006 si arrabattano a disquisire sul 25 aprile 1945 mette un po’ di tristezza.
Per l’ennesima constatazione di quanto possa essere settaria e miope tanta parte della sinistra.
Tutto vero, certo (o almeno molto probabile) che nell’atteggiamento della Moratti possa esserci stato del calcolo politico (e visto le elezioni comunali alle porte, ci sarebbe da stupirsi del contrario); e con questo? Quale sottile calcolo politico c’è dietro all’atteggiamento di chi cade come una pera matura nell’ipotetica “provocazione”? (senti l’odore stantio di muffa che emana questo termine?)
Giustamente conduci la tua battaglia contro i perpetui, intesi come perpetui anagrafici. Questi come li vogliamo definire, visto che hanno 20, 30 o 40 anni, “perpetui ideologici”?
E poi, che tristezza (e che preoccupazione) a pensare che qualcuno possa pensare di governare un paese di più di 50 milioni di persone con una maggioranza di 25.000 voti (e tutto quello che questo vuole dire, al di là dei premi di maggioranza o degli infortuni elettorali della CDL al senato) senza fare nemmeno il minimo sforzo per voltare pagina, trovare quello che unisce le persone (non gli inciuci fra i partiti), FARE BRECCIA nei quasi 19 milioni di elettori che ancora non si fidano della sinistra, proprio perchè ideologica, settaria, supponente, miope.
Sapessi quanti miei amici, hanno votato ancora la CDL, NONOSTANTE BERLUSCONI, per questi motivi …
C’è una bellissima canzone di Giorgio Gaber che mette alla berlina da par suo un certo modo di pensare di tanti intellettuali di sinistra, e a un certo punto dice:” la realtà è un uccello che non ha memoria, devi immaginare da che parte va”; poi, più avanti, termina la riflessione su tutti i più frusti luoghi comuni di un certo modo di intendere la politica simulando il suono del volo dell’uccello che scappa e dicendo (urlando): “paff. la realtà è più avanti ….”
Ma quand’è che si gira pagina davvero?
Mario
caro Ivan,
sono una che vota verdi come te.
Ho comprato il tuo libro dopo la conferenza stampa alla feltrinelli di firenze.L’ho letto in una serata: chiaro conciso efficace. A proposito delle contestazioni alla Moratti,mi viene in mente,l’educazione e il rispetto, come essere civili,che noi dobbiamo avere con il prossimo, siano bianchi neri rossi o verdi e a ciò che nelle scuole si continua a ripetere con l’isegnamento della “convivenza civile” voluta, nei programmi, dalla stessa Moratti. Ma a questo punto mi sorge un dubbio: convivenza civile significa….. anche stumentalizzare il proprio babbo in carrozzella per scopi politici ed elettorali? Vedi la sua candidatura a sindaco a Milano. In precedenza non mi è sembrato che il ministro e il suo governo avessero dato grande importanza a questa data anzi oserei dire che si tentasse di svuotarla di significato. Come insegnante mi viene ancora un altro dubbio: forse gli alunni, i giovani capiscono la inopportunità di certi atteggiamenti mistificatori? saluti ecologici
ciao Ivan, anche oggi polemiche a non finire, ed il solito tritacarne di tutti contro tutti.
Alla fine i perpetui, amico mio, perpetuano (è in onda uno stucchevole dibattito tra due tristoni politici nostrani) e i problemi seri non si affrontano.
giusto?
Un abbraccio e a presto
stefano