Allora. Leggo dal sito di Repubblica la seguente notizia: “Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni si è pronunciato sul caso del direttore generale della Rai Alfredo Meocci, che è stato dichiarato incompatibile con la carica che ricopre in viale Mazzini in quanto per sette anni aveva fatto parte proprio dell’organismo preposto alla vigilanza sul settore. L’Autorità ha anche comminato alla Rai una multa da 14.379.307 milioni di euro (14 milioni!!!) e allo stesso Meocci di 373.923 euro, come era stato proposto dagli uffici incaricati dell’istruttoria“. La decisione è basata sulla “legge 481 del 1995, che vieta per un periodo di quattro anni immediatamente successivo alla cessazione del ruolo di componente dell’Agcom di intrattenere, direttamente o indirettamente, rapporti di collaborazione o di impiego con le imprese operanti nei settori che sono di competenza del Garante. E la Rai rientra in questo ambito. Meocci ha ricoperto il ruolo di componente dell’Autorità dal 1998 al 2005“.
Ero a Londra quando Meocci è stato nominato Direttore Generale della RAI ed era, credo, il 4 agosto dell’anno scorso, giorno in cui ho deciso di fare le primarie (doveva esserci uno strano passaggio di pianeti, quel giorno lì) quindi non ero particolarmente attento e – forse per questo – leggendo la notizia questa sera mi sono venute poche e semplici domande:
1. La legge non mi sembra lasci molto spazio all’interpretazione, com’è stato possibile violarla in modo così plateale senza che nessuno facesse un plissè?
2. I partiti fanno le leggi in Parlamento e poi le fanno violare dai loro rappresentanti nel CdA della RAI. Non lo trovate molto pittoresco (Come avrebbe detto la romantica donna inglese di Montesano)?
3. Quattro consiglieri su 9 dell’Authority hanno votato contro la delibera. Ma insomma, se la legge dice che ci vogliono almeno quattro anni di stop tra un lavoro e l’altro e Meocci era stato nell’Agcom fino al 2005 (su, bambini, ripetiamo le sottrazioni: 2005 meno 2005 fa 0, non 4) su quale base questi signori hanno votato contro?
4. Per nominare Meocci Direttore Generale il CdA si è esposto a 15 milioni di euro di multa. Caspiterina: sto Meocci dev’essere veramente uno coi baffi! Sarà mica che mi sbaglio e si tratta di Meucci, l’inventore del telefono? Capperi, ma è ancora vivo? Lo faranno certamente Presidente del Senato!
5. E chi ha dato mandato all’esimio CdA della RAI, per tradizione sempre così prudente (ricordiamo il precedente Guzzanti, censurata per il timore di un risarcimento danni a Mediaset più o meno pari alla multa Meocci) di mettere a rischio tutti sti soldi del contribuente per una nomina illegale anche agli occhi di un bebè?
6. E tanto per sapere: ora che abbiamo pagato 30 miliardi, ci siamo almeno liberati di Meocci o ci resta pure sul groppone e al danno si aggiungerà la beffa?
2 risposte a “Oltre al danno, la beffa?”
Caro Ivan, mentre stasera ascoltavo la notizia al TG mi sono detta: sono io che non capisco bene, o è il solito teatro dell’assurdo che ormai si ‘perpetua’ per ogni dove ? Sono d’accordissimo con te, ovviamente: si nomina un tizio che non aveva le carte in regola fin dall’inizio, poi, oopsss, ci si accorge dell’errore.. e lo si rimanda a casa. E noi… paghiamo!..per dirla alla Totò.. Ciao ! Barbara
Vedrei la cosa in modo diverso, da buon dietrologo, è un’interpretazione forse sbagliata, a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, diceva Andreotti.
1) Meocci è colui che ha sostenuto Rock-Politik.
Ve lo ricordate il suo duetto su Rock e Lento dal pubblico con Celentano? Quindi uno che in prima serata su RAI 1 osa criticare Berlusconi nel 2005 dopo 3 anni di blindatura di ogni critica dopo le epurazioni bulgare.
2) La multa che la RAI paga va a finire all’Erario, chi paga la multa è un Ente pubblico e chi incassa la multa pure.
Quindi lo Stato paga e lo Stato incassa la multa, si tratta di una “PARTITA DI GIRO”.
Nessuna spesa per il contribuente, “io pago” è retorica.
3) L’unico che ci rimette è Meocci con 373.923 euro.
Magari anche a Sinistra nella canzoncina “Zapatero-Zapatera” di Crozza non è piaciuta la frase: “Come è triste sta canzon, sognavo Che Guevara e invece c’è Bordon”?
Uno che fa quello che ha fatto Meocci, cioè dare spazio alla critica verrà sempre considerato PERICOLOSO, meglio farlo fuori prima che possa fare danno a qualunque governo prossimo.
Impariamo ad usare la testa e a scandalizzarci per i veri problemi, io ho questi sospetti.
Le leggi sono spesso interpretabili e, anche se scritte chiaramente, chi ha il tempo per leggerle tutte ;-)?
Tutto quello che ho scritto è opinabile, come tutte le opinioni.