Ho ricevuto questa mattina un’email da un socio o simpatizzante di “Io Partecipo”, l’associazione nata sulle ceneri della mia partecipazione alle Primarie. Non so esattamente di chi si tratti, si firma solo con un nome di battesimo, ma mi rivolge in modo accorato ed addirittura affettuoso alcuni pesanti rimproveri ed interrogativi. Mi dice che ho ucciso una speranza, che l’associazione è di fatto morta, mi chiede conto di quanti contatti abbia il mio blog (saranno pochissimi, sospetta), mi chiede anche cosa io voglia fare da grande e mi annuncia che alcuni dei soci dell’associazione stanno cercando di “salvare il salvabile”, cioè – credo – stanno creando una nuova associazione.
Ho abbozzato una risposta che stavo mandando personalmente al mio interlocutore, poi mi sono detto che forse le sue domande non erano isolate e potevano rapprentare il pensiero di alcune altre persone. Così pubblico la mia risposta sul forum dell’associazione (per l’eventuale dibattito) e pure sul blog, scusandomi – come si cominciò a dire negli anni 80 dopo che la Bonaccorti annunciò la sua gravidanza in diretta televisiva – per l’uso privato del mezzo pubblico.
Insomma, ecco qua.
Caro G.,
non ho assolutamente nulla in contrario e anzi sono molto felice se chi mi ha seguito durante le primarie e con l’associazione riuscirà a costruire qualcosa, qualsiasi cosa sia. Sono molto felice che molte persone abbiano utilizzato la mia esperienza per incominciare a partecipare alla vita pubblica (almeno 5 o 6 persone sono candidate in vari comuni) e auguro a voi che volete “salvare il salvabile”, ogni fortuna e bene.
Dal canto mio, creare ora un ulteriore piccolo partitino non mi sembra per niente una buona idea. Penso che le energie debbano sempre essere commisurate alle necessità e in questo preciso momento penso che l’associazione debba tenere un atteggiamento di tipo per così dire carsico perché in cuor mio sono convinto che lo spazio, proprio data la probematica situazione italiana, emergerà presto. Ma mettermi a “fare ammuina” tentando di ottenere uno spazio che in questa situazione non otterremmo mai – quello necessario a produrre un vero cambiamento in Italia – beh, non credo sia la cosa giusta da fare. Francamente creare anche una cosa “di successo” come l’Italia dei Valori, con i suoi venti o trenta parlamentari, non è mai stato un mio obiettivo. Il successo del mio messaggio non si misura in consiglieri e assessorati. Anzi, questa è proprio la politica che vorrei cambiare.
Sia chiaro: il giorno in cui qualcun altro creerà un’entità politica di rivoluzionario successo nata sulle ceneri della mia esperienza (e che non mi contempli personalmente) non ne sarò offeso ma onorato. Come sai non sto cercando un lavoro, non voglio emergere io personalmente, vorrei solo vivere in un paese più moderno e più civile. Se voi riuscirete a crearlo (il cambiamento, non il partito) sarò il vostro principale sostenitore e – grazie alla legge Tremaglia – potrò anche votare per voi da Mosca o da chissà dove.
Voglio rassicurarti: i contatti sul blog vanno splendidamente (ieri 3045) e il blog è continuamente rilanciato da gente come Luca Sofri e Mario Adinolfi e da molti altri blogger. Il libro va anche molto molto bene, stasera lo presento al salone del libro a Torino. Sono contento per questo. E per quanto possa sembrare incomprensibile ai “salvatori del salvabile”, sono contento solo perché penso che il blog e il libro siano un modo per continuare a fare politica che significa per me esclusivamente discutere di certe cose che mi sembrano fondamentali per l’Italia.
Questo voglio fare da grande. E se non ne vengono fuori poltrone, per me o per altri, ti assicuro la cosa non mi preoccupa punto.
Un saluto molto caro anche a te.
Ivan
2 risposte a “Cosa voglio fare da grande”
Bella risposta, giustissima! Non so quali fossero le domande, ma le intuisco. Io partecipo è/era fatta di gente idealista e sognatrice (forse anche un po’ troppo) che è riuscita a darsi davvero da fare in vista delle primarie, mettendocela tutta. scaduto quest’appuntamento, e perse un po’ di speranze, è stata dura ed è andata così, ma va bene. Bravo!
Sono contenta della sopravvivenza del movimento
per le novità di cui è portatore: legalità, civiltà…
ma soprattutto condivido la spinta a svecchiare i partiti che sono ormai solo autoreferenzali e meta politici, ciè parlano di forme e di se stessi.
Cosa pensate dei mille dibattiti sull’elezione del Quirinale?
In quei giorni ero malata e quindi ho seguito quasi tutto; quante riflessioni inutili e parole buttate via, perdite ditempo rispetto ai problemi del paese.
Speriamo che da oggi si faccia presto