15 Maggio 2006

Poltrone

Diario

Le discussioni sulle poltrone, diciamolo pure, non avremmo voluto più vederle. Io ho sempre creduto che questo fosse il principale messaggio dello straordinario successo delle primarie: indicare una leadership forte che fosse responsabile di sintetizzare le anime dell’Unione e decidere alla fine sul da farsi, con ciò assumendosi una responsabilità politica forte, come accade ai capi di Governo in tutto il mondo occidentale.
Sarebbe un segnale di straordinaria lungimiranza ed intelligenza politica se i vari partiti della coalizione facessero un passo indietro nella serena consapevolezza che Romano Prodi, nell’arco dei 5 anni, darà certamente presenza e spazio a tutte le componenti della variegata cultura unionista. E lasciassero decidere a lui, come quattro milioni e mezzo di persone chiesero a viva voce in una lontana domenica d’autunno, solo qualche mese fa.

4 risposte a “Poltrone”

  1. Moreno Puiatti ha detto:

    In qualunque partito, sindacato, movimento, etc. si va alla conta dei voti e chi ne ha di più si prende le poltrone.
    Se decidesse tutto Prodi dall’alto, sarebbe quasi un novello Berlusconi che decide ogni tre giorni di cambiare ministri e coordinatori a seconda di chi è il favorito del momento.
    Questa visione personalistica è sbagliata e porta a derive del culto della personalità.
    Bisogna tornare a decidere insieme e le trattative sono il sale della democrazia.
    L’Italia ha firmato già troppe deleghe in bianco a Berlusconi, non è tempo di uomini della Provvidenza.
    Anche il sistema dell’elezione diretta dei Sindaci sta mostrando le sue crepe: alla prima legislatura fanno i populisti per essere rieletti, alla seconda poi “accontentano gli amici” e la spesa è fuori controllo.
    Non confondiamo la giusta suddivisione degli incarichi in una coalizione con il mercato delle vacche.

  2. Mario ha detto:

    Parole sante le tue, Ivan.
    Non c’è nulla di più deprimente dello spettacolo sulle “poltrone”, anche perchè la linea di demarcazione fra una “giusta suddivisione degli incarichi” e il “mercato delle vacche”, ammesso che esista realmente nelle intenzioni dei protagonisti (e siamo tutti sufficientemente disincantati per dubitarne), è del tutto impercettibile per la globalità dei cittadini, e questo chiude la discussione, perchè una politica che non sa parlare ai cittadini è morta prima ancora di vedere se è giusta o sbagliata.
    Questo vuol dire comportarsi come Berlusconi? Non credo, ma anche se fosse, al massimo vorrebbe dire che nel berlusconismo non era tutto da buttare via, non che diventi giusta una pratica stucchevole e della quale faremmo volentieri a meno.
    Queste trattative sul filo di lana sono solo il sintomo di un potere di interdizione delle varie anime della coalizione che non lascia presagire nulla, ma proprio nulla di buono. Purtroppo.

  3. Riccardo ha detto:

    Ivan,

    francamente sono sorpreso del fatto che tu sia sorpreso. La potenziale squadra di ministri prevederebbe la presenza di Amato, Mastella (gosh!), D Alema, Letta (double gosh!), Rutelli etc. Queste persone non sono esattamente “carne fresca” e hanno una solida cultura politica che non cambieranno certo da un giorno all altro. E, come ben sai, le “facce nuove” che verranno presentate nella “nuova” squadra di governo saranno i classici funzionari di partito allevati e cresciuti con la stessa cultura politica.
    Oddio, forse sono un po troppo cinico, spero onestamente che le cose andranno diversamente, ma mi rimane questo piccolo dubbio…

  4. Moreno Puiatti ha detto:

    Io preferisco il voto come modalità di scelta di chi mi deve amministrare, se introducessimo nuovamente la scelta elettorale sulla persona e mettessimo nei vari ministeri chi prende più voti di preferenza, sono certo che otterremmo un governo di persone più capaci.

    Forse è utopistico, ma nei partiti vedo spesso le imposizioni dall’alto dei ras e vedere applicato lo stesso metodo anche ai massimi livelli non mi piace.

    Le beghe sulle poltrone nascono proprio quando si delega qualcuno a decidere per gli altri.
    Anche perchè spesso il delegato delude chi lo delega.
    I voti essendo quantificati in numeri sono un principio che mette tutti d’accordo.
    Chi contesta la politica del bilancino è proprio perchè i numeri non li ha (leggasi cespugli).

    Prodi è stato la scelta migliore proprio per la sua funzione di mediazione. Rappresenta tutta la coalizione proprio perchè non rappresenta nessuno dei partiti.

    Su Berlusconi penso che averlo attaccato per i suoi affari e malaffari è stato un errore, perchè chi è senza peccato scagli la prima pietra.

    Esistono persone disoneste ed approfittatrici anche nei Verdi, in Rifondazione e nella Rosa nel Pugno, odio gli assiomi del tipo “radicale = onesto”, “moderato = ladro”.

    Il problema del berlusconismo è stato invece il culto personalistico della politica.
    La politica incentrata sui leader è la politica delle clientele, dei galoppini e dei leccaculo (il carrierismo all’italiana insomma).

    E poi diciamocela tutta: a Sinistra non siamo mai contenti.