Ho appena ricevuto da Nir Lagziel, uno dei miei amici più cari, la segnalazione di un articolo dal Corriere di oggi sull’esercito di Israele, il suo paese, nel quale esiste un’unità scelta dell’esercito dove sono arruolati moltissimi soldati gay – cosa perfettamente legale e legittima da quelle parti.
E’ una storia interessante per molti motivi: innanzi tutto perché dimostra che l’inclusione è una scelta vincente. Ognuno, con le sue caratteristiche e le sue specificità può contribuire al successo di un gruppo, sia esso l’esercito, il parlamento o la bocciofila non importa.
Inoltre perché dimostra che anche nell’essere ammessi a servire il proprio paese senza discriminazioni si ci si sente uguali ed inclusi. Chi cerca la pienezza del suo stato di cittadino lo fa non soltanto pretendendo diritti ma anche vivendo l’orgoglio di adempiere ai propri doveri. E lo farà con lo stesso senso di soddisfazione e di conquista di colui il quale ha conquistato un diritto o una facoltà che gli era ingiustamente preclusa.
In ultimo mi pare molto rilevante quello che dice uno dei soldati intervistati dal quotidiano Maariv: «I giovani sanno di non dover nascondere nulla, anche tra gli ufficiali ci sono molti gay. Il lavoro di intelligence richiede apertura mentale. Così provano a essere arruolati qui». E’ anche un po’ la tesi del famoso libro di Richard Florida, “L’ascesa della nuova classe creativa”, dove lo studioso americano teorizza un “gay index”, l’indicatore di tolleranza verso i gay che funzionerebbe come una specie di magnete nei confronti anche di chi pur, non essendo gay, comunque necessita di un’atmosfera aperta e tollerante per poter pensare, produrre, creare.
In una società in cui è incluso anche chi non è perfettamente allineato al modello culturale dominante c’è da guadagnare per tutti: come avrebbe detto il buon Max Catalano qualche anno fa (ricordate?) è molto meglio vivere felici in un posto amichevole e tra gente cordiale che essere tristi e un po’ incazzati in un posto di gente musona, bigotta e coi paraocchi.
11 risposte a “Mettete dei fiori nei vostri cannoni”
Sabato leggevo l’Internazionale ed ho trovato questo articolo: “Jin Xing. La via della perfezione. È una delle ballerine più famose del mondo. Ma fino a undici anni fa era un uomo: un colonnello dell’esercito cinese”
Ecco il volto inedito della nuova Cina: Jin Xing, ballerina e coreografa acclamata nelle maggiori ribalte internazionali, ex-colonnello dell’Esercito cinese e prima transessuale ufficialmente riconosciuta dal regime cinese”….
Dopo nemmeno cinque minuti ho acceso la TV (devo smetterla di farlo) e ho sentito Ratzinger, la Binetti – e chi più ne ha più ne metta – che sproloquiavano di PACS, di aborto, di amore debole…ho sentito la Santanchè che parlava della Juventus…
Poi ho pensato ai miei amici che ancora adesso hanno problemi a dichiarare la loro omosessualità nelle aziende per cui lavorano.
Simultaneamente mi sono ricordata che nel corso di un colloquio di lavoro hanno chiesto ad un mio carissimo amico se la sua “donna/moglie” fosse disposta a trasferirsi…senza nemmeno pensare che LEI potesse essere un LUI.
Mi è venuto il mal di stomaco…sono certa che non erano le cozze che avevo mangiato a pranzo.
Mi chiedo se mai leggeremo sulla stampa, estera o italiana che sia, che qui in Italia abbiamo fatto “un passo avanti” e ci siamo più o meno adeguati al resto del mondo….che corre e ci sta lasciando indietro….sfranti e sfiniti.
Ma esistono le tariffe low cost per la Cina?
è particolarmente strano e triste che questo diventi una notizia. ma che si può fare, da noi farebbe scandalo anche un presidente di meno di 75 anni… (senza nulla togliere a Napolitano, il cui discorso ho apprezzato moltissimo)
Un’unità scelta di gay? Scusa ma mi sembra più che penalizzante, una specie di ghettizzazione.
Un’unità scelta di gay? Scusa ma mi sembra più che penalizzante, una specie di ghettizzazione.
Un’unità scelta di gay? Scusa ma mi sembra più che penalizzante, una specie di ghettizzazione.
Un’unità scelta di gay? Scusa ma mi sembra più che penalizzante, una specie di ghettizzazione.
Un’unità scelta di gay? Scusa ma mi sembra più che penalizzante, una specie di ghettizzazione.
Un’unità scelta di gay? Scusa ma mi sembra più che penalizzante, una specie di ghettizzazione.
Un’unità scelta di gay? Scusa ma mi sembra più che penalizzante, una specie di ghettizzazione.
Pesce: no, un’unità con un’alta percentuale di gay. Ci sono anche etero in quell’unità, come anche gay in altre. La tolleranza in materia di genere di Israele è veramente un esempio di civiltà.
io sono per il gay index. se vedo solo un altro bigottone m’incazzo per non parlare di quelli che non sono né sessisti né niente, ma “solo” acidoni che non hanno vita sessuale. del che mi fotte poco, però cavolo, non sul lavoro e non come dirigenti, bigottoni e asessuati (frustrati)! le cose che capitano a me?
“se finisci tardi come fai a tornare a casa?”.
“cazzi miei”.
“come cazzi tuoi?”.
“se vuoi sapere che uso i mezzi pubblici e non ho l’auto, uso i mezzi pubblici e non ho l’auto”.
“no, non voglio sapere se hai l’auto. voglio sapere bene come fai, se puoi rientrare con sicurezza,
[!!! facili prede!!! su rieducational channel!!!],
se hai un fidanzato [… e ‘sti cazzi e poi?]
o come fai”.
e come cazzo faccio a dirgli come faccio se si parla di un’ipotesi!!!
e scorticarmi viva non interessa loro? e se piglio un taxi che gliene fotte? vogliono che presti loro la macchina del mio compagno così finalmente se ne vanno a rimorchiare? ma kaz quanta gente cretina che c’è! Scusate lo sfogo, comunque: W il gay index, se aiuta!!!
Carolina