Nonostante io viva all’estero, a due fusi orari di distanza, leggo un sacco di stampa italiana via internet e non mi ero davvero accorto di nulla. Poi stamattina, una sonnacchiosa domenica in una estate moscovita per nulla estiva – sembra di essere a fine ottobre da queste parti – mi alzo e trovo nel mio inbox questa circolare contenente una dichiarazione di Marco Pannella che suona più o meno così:
Enrico Boselli ha ieri pubblicamente affermato che, se i parlamentari radicali confermassero la loro decisione di non recarsi a votare per Roberto Villetti, mercoledì prossimo, nel “seggio elettorale” all’uopo convocato, il Gruppo parlamentare dovrà considerarsi sciolto, e di conseguenza, anche la Rnp.
Capperi. Voglio dire subito che io, dopo molte incertezze, non ho votato per la rosa nel pugno: l’operazione non mi convinceva fino in fondo (lo ammetto: sui socialisti ho vecchi sospetti da girotondino… resistere, resistere, resistere…) e i tentativi di apertura alla società civile del nuovo partito mi sembravano timidi e impacciati. Eppure… eppure se perdessimo la rosa sarebbe un vero disastro.
In questi mesi la rosa è stata l’unica parte nel centro-sinistra da cui ho sentito dire cose forti e sensate, qualche volta anche coraggiosamente controcorrente, come nel caso della Bonino sulla guerra in medio-oriente. In questo momento si tratta dell’unica speranza di avere una sinistra liberale in Italia e mi pare un patrimonio che davvero non possiamo permetterci di disperdere.
La laicità dello stato; i diritti dei cittadini, delle donne, degli omosessuali, di tutte le minoranze; uno stato meno invasivo e un mercato più genuinamente libero; la liberazione dai clientelismi di ogni genere, il ricambio generazionale e l’affermazione del merito e del talento sono stati i temi portanti della mia campagna durante le primarie e questi temi – secondo me le nostre vere, autentiche emergenze – li ho sentiti ripresi soltanto da gente come Daniele Capezzone, non per nulla l’unico politico italiano di rilievo nato addirittura dopo di me – che si sa, sono “giovane” (ach!).
Bisogna fare qualcosa. Voglio fare un appello a Boselli e a Pannella, a Daniele e a Emma Bonino, a Villetti e a Intini – sì, pure ad Intini – perché la Rosa nel pugno (un nome belissimo, tra l’altro) sia salvata, perché non muoia per uno stupido esercizio di potere legato a questa o a quella cadrega, seggiola o poltrona. Sono disposto a tutto, pure ad iscrivermi al partito, a chiedere ai miei lettori – e lo faccio qui – di sottoscrivere questa specie di appello per evitare di privare l’Italia di questa voce di laicità, di buon senso, di libertà e di diritto senza la quale saremmo perduti tra una Binetti e un De Gregorio, un Di Pietro e un Mastella, un Craxi (oh yes) e un Fisichella.
Compagni della rosa, fateci questa cortesia e tornate in voi prima che si sia tutti colpiti dalla prossima enciclica contundente: se potete, per favore, non fateci morire vaticani.
11 risposte a “Una rosa è una rosa”
purtroppo Ivan anche io pensavo che appartenessero ad un altra categoria rispetto ai personaggi che tu hai menzionato, ma lo spettacolo di questo giorni li riconsegnati alla statura media del politico di sinistra italiano (statura piú alta di quella media di destra, ma ancora davvero troppo bassa per i miei gusti).
Anche io ero tentato dal votarli… ma avevo come il sentore che sarebbe successo. Forse memore di quando detti il mio voto al girasole salvo vedere socialisti e verdi ridere dell’ipotesi di stare insieme (prima delle elezioni 2006 ho incontrato il buon vecchio Cento -ora sottosegretario all’economia. gli ho detto che im avevano deluso nel 2001 quando avevo votato girasole e loro non ci avevano creduto. Lui mi ha risposto che forse io ero stato l’unico pira ad averci creduto. Questo per dire il livello dei nostri sottosegretari)
Ed eccoci qua di nuovo comunque…. ancora una volta intenti a dividere l’atomo, spaccare il capello e scendere a percentuali da prefissi telefonici. Con buona pace del PD.
La tentazione di voto RnP aveva albergato anche in me, poi mi sono reso man mano conto che nei dibattiti televisivi giocavano per conto loro e non venivano nemmeno percepiti come avversari politici dagli esponenti del centrodestra.
La ritardata firma al programma dell’Unione è stata un’ulteriore ferita alla coalizione, tanto che sapere il Senato condizionato dall’Udeur ma almeno non dalla RnP è stato un piccolo sollievo.
La RnP era parsa, e forse sta per mostrarsi, come un ibrido nato solo per tentare di superare le soglie (2% e 3%) previste dalla legge elettorale.
Mi auguro che il futuro Partito Democratico sappia attrarre Bonino e Capezzone e, nel contempo, che questi siano disposti a giocare a 11.
Io aderirei senza dubbi. C’è un appello già sottoscrivibile on-line a http://www.rosanelpugno.it/rosanelpugno/node/10062, per la convocazione immediata della Direzione Nazionale della RnP, perché si occupi della situazione senza lasciarla nelle mani dei due partiti SDI e Radicali Italiani.
Quanto meno Di Pietro si è battuto contro una legge vergognosa, che non mi risulta fosse nel programma dell’Unione, che consente l’indulto anche a reati quali: falso in bilancio, corruzione, reati fiscali e finanziari anche nei confronti della Pubblica Amministrazione; che verrà applicata anche a reati commessi fino al 2 maggio 2006 (chiunque sarà processato nei prossimi tre anni sa già che non finirà in carcere). Una legge che puzza d’inciucio, a drial tutta… Finora, caro Ivan, direi che Di Pietro e l’Italia dei Valori si sono dimostrati la parte più sana di questo centrosinistra.
Caro Ivan,
ti seguo dalle primarie… Ora, ma perchè hai votato i verdi? Il tuo programma x le primarie è al 90% identico a quello della RnP. La crisi della RnP è fobdamentalmente dovuta alla sua mancanza di successo, che è a sua volta dovuta alla paura pre-elettorale di una crisi simile… che in questo modo si è verificata.
Ha poco senso, poi firmare appelli. Tu, se fossi stato coraggioso, avresti potuto essere dentro e contare qualcosa. Nonostante tu mi abbia deluso per una serie di motivi che non staró a riscrivere una tua presenza all’interno della RnP avrebbe convinto almeno uno 0,6% in piú, con cui si sarebbero ottenuti dei senatori…
Forse sei ancora in tempo a portare un soffio d’aria nuova… ma questa volta dovresti crederci davvero… e non avere paura di finire in minoranza,
Buona giornata,
Fra
Caro Fra,
ho votato per i verdi per i motivi che spiegavo a suo tempo nel blog e che se hai pazienza puoi andare a rileggerti.
Quanto al tuo invito ad essere “coraggioso” e a “non aver paura di finire in minoranza”, beh, che dire, farò del mio meglio… (ti deludo ancora se me la ridacchio un po’ sotto i baffi, però?)
Ciao,
Ivan
Caro Ivan,
I motivi me li ricordo. Ma li credi ancora validi?
Sul coraggio no, non mi delude il ridacchiare sotto i baffi. Tuttavia nella tua battaglia contro i perpetui potresti ricordare che questi simpatici vecchietti sono ancora qui, perchè ogni volta che finiscono in minoranza fondano un nuovo partito pur di contare qualcosa. Questa sindrome bonsai per cui non importa quanto grande sia la casa, l’importante è che la gestisca io è uno dei problemi piú importanti della società italiana. Affligge non solo la politica, ma anche l’economia, la ricerca universitaria…
Non ho vista un esempio particolarmente encomiabile da parte tua, su questo punto… ma spero sempre di potermi ricredere…
Ma caro Fra, cosa diamine dici? Che Ivan secondo te non ha avuto abbastanza coraggio nel lasciare il proprio posto di dirigente a Londra per tentare di salvare l’Italia nel 2005? Ma da quale comodo divano hai scritto il tuo commento/strale? C’e’ qualche momento della tua vita cosi “encomiabile”? Abbi almeno il “coraggio” di farcelo sapere…
Nonostante la mia giovane età seguo molto la politica.Quando ho sentito la notizia della spaccatura interna nella rosa nel pugno mi sono cascate veramente le braccia!!! Ma come il partito, il movimento che prometteva di essere nuovo, all’avanguardia, che aveva un programma concreto(pacs, abolizine sostegni pubblici a scuole private, superamento del concordato,ecc.)che si blocca in logiche politiche correntistiche? Trovo molto triste tutto ciò pensando anche al valore di molti esponenti della rosa come Emma Bonino….non fate appassire la rosa!!!
Comunque volevo chiedere a ivan cosa pensa del futuro partito democratico,e se esso nascesse se ne entrerà a fare parte.Grazie.L’indirizzo giusto del mio blog è quello qui sopra.
Caro Ivan,
ero al mare e dal giornale mi è arrivata l’eco della (stucchevole) querelle estiva della RnP.
Ho avuto anch’io la tentazione di votarla; alla fine, nonostante i contenuti promettenti, non mi sono fidato.
Figurati che nella mia circoscrizione avrei dovuto votare Ugo Intini e Marco Pannella, non so se mi spiego …
E poi il vecchio partito radicale, mi ha già fregato una volta; infatti, sono uno dei fessi che un po’ di anni fa si è tesserato per garantirne la sopravvivenza. Per poi trovarseli, a distanza di pochi mesi, alleati a Berlusconi in campagna elettorale!
Quella volta, ho preso carta e penna e gli ho restituito la loro tessera, con tanto di diffida a considerarmi dei loro.
Stavolta, semplicmente non li ho votati e non sono arrivato nemmeno alla fine degli articoli del giornale che parlavano delle loro beghe.
Tutto questo per dire che cosa?
Per esempio che le idee, per quanto belle, sono un requisito indispensabile, ma non sufficiente.
Alla fine, come al solito, contano soprattutto le persone e quelle valide, sono merce rara, dappertutto ….