Incuriosito dal post di Luca Sofri sono andato a leggermi il discorso tenuto da David Cameron, Leader dei Conservatori britannici, classe 1966, alla Conferenza programmatica del suo partito il 4 ottobre scorso.
Certo, il passo sul matrimonio è forte e merita di essere riportato: “Pledging yourself to another means doing something brave and important. You are making a commitment. You are publicly saying: it’s not just about me, me me anymore. It is about we – together, the two of us, through thick and thin. That really matters. And by the way, it means something whether you’re a man and a woman, a woman and a woman or a man and another man.” E’ il discorso che fa un conservatore, ma laico. Uno che dice: credo nel matrimonio e francamente poco mi cale se a sposarsi sono un uomo e una donna, due uomini o due donne. E tutto il discorso, anche al di là del passo sul matrimonio, è così: Laico, pragmatico, contemporaneo. Tre aggettivi ignoti alla politica di casa nostra. Vi immaginate qualcuno anche a sinistra, chessò io nei DS, metti una Livia Turco o un Fassino, o un D’Alema, dire una cosa così laica, pragmatica, contemporanea?
Ma è tutto il discorso di Cameron che indica bene la differenza tra una politica moderna e la politica di casa nostra, tra un paese che guarda al futuro e la nostra Italia, le leve del cui comando risiedono dentro una triste macchina del tempo abitata da una generazione di dinosauri (tanto per restare a destra, confrontate la sanità di Cameron e quella di Formigoni, il multiculturalismo di Cameron e quello di Pera e sappiatemi dire…). Le frasi sono semplici e brevi, lo spazio per interpretazioni discordanti è ridotto all’osso, i punti programmatici e la presa di responsabilità sono diretti, il discorso è leggibile, e pure interessante. David Cameron ha parlato come un leader, un uomo del suo tempo, riconoscendo che tre legislature di Labour gli consegneranno, se succederà una Gran Bretagna completamente cambiata, e – lo dice nel suo discorso – cambiata in meglio: “Non tutto quello che il Labour ha fatto dal 1997 in qua è stato sbagliato. La gente non vuole che noi riportiamo indietro l’orologio, ma che noi si corregga le cose sbagliate, quello sì. Ma vogliono anche che noi si conservi le cose positive. Come l’indipendenza della nostra Banca Centrale. Come il salario minimo. Lo conserveremo e, non appena sarà possibile, l’aumenteremo. Dove il labour farà cose giuste, come la riforma della scuola, le supporteremo. Questa è la sostanza. Prendere una posizione per le cose in cui credi. Mettere il bene del paese davanti a tutto”. Laico. Pragmatico. E, soprattutto, un contemporaneo.
4 risposte a “La macchina del tempo”
poi dice che uno si butta a destra!
Mi vien da piangere.
I nostri progressisti si vedono superare da un conservatore inglese… questo fatto ci dice tutto e non ci fa presagire nulla di buono.
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