4 Novembre 2006

Italia e nuvole

Diario

E vabbè che io vivo lontano e tante cose non le so, ma ogni volta che torno a Milano mi imbatto in fenomeni che mi lasciano francamente piuttosto perplesso e anche un pochino incuriosito. Dunque, stamattina aprendo il sito di Repubblica (provare per credere) appare un pop up dell’Esselunga, vi dirò, piuttosto inquietante nella sua vaghezza. Il marchio della nota catena di supermercati si staglia bellissimo nella sua rossitudine su uno sfondo di nuvolette bianche e cieli azzurri e, più sotto, un’altra enorme scritta rossa recita “Concorrenza e Libertà”. Oh porca vacca: e che vorrà mai dire? Non dicono “Concorrenza è Libertà”, che potrebbe essere forse lo slogan dell’Autorità Antitrust e comunque non si capisce cosa avrebbe a che vedere con l’Esselunga, dicono proprio “Concorrenza e Libertà”. Quello che mi ha lasciato inizialmente interdetto è che fino alla mia ultima visita qui a Milano (in fondo solo un paio di settimane fa) quelli dell’Esselunga mi promettevano fino alla nausea cose tipo “freschezza e convenienza” o “qualità e risparmio” e mi sono dunque abbastanza preoccupato per l’incombente spesa del sabato sera (rituale a cui dovrò sottopormi tra qualche ora) e mi sono chiesto cosa avrei trovato, in quale forma di packaging mi sarebbero state offerte la libertà e la concorrenza promesse dallo slogan. Sarà che tendo naturalmente a diffidare d’istinto di tutti i messaggi che mi giungano su sfondo di soffici nuvolette e cieli azzurri (forse è un’allucinazione ma l’accoppiata celeste fa subito partire anche la percezione come subliminale delle prime note di un noto inno politico) e in particolare l’uso della parola “libertà” su tale sfondo solleva in me reazioni di tipo allergico, ma insomma ho pensato che dovevo saperne di più.
Ed ecco che mi accorgo che, sempre sul sito di Repubblica, in alto, si riproduce un banner con la medesima scritta, che poi rimanda ad una pagina web. Insomma: di che si tratta? Si tratta della Coop che non ha nessuna voglia che Esselunga venga venduta a Tesco, straordinariamente prestigiosa e profittevole catena di supermercati inglesi. Che si tratti di banche, di supermercati, linee aeree o di chissà che il problema è sempre lo stesso. Invece di diventare più efficienti e più bravi a fare le cose, invece di migliorare i nostri investimenti nella ricerca, invece di premiare i meritevoli e di sviluppare una cultura della meritocrazia e della responsabilità (accountability in inglese: chi fa bene è premiato, chi sbaglia paga), ci illudiamo di poter fermare quelli che sono più bravi di noi con barriere protezionistiche inaccettabili – oltre che dal punto di vista del buon senso – dal punto di vista della legislazionee comunitaria. Così invece di accettare il fatto incontrovertibile che Tesco ha i soldi e le strategie per papparsi l’Esselunga e le capacità – una volta sbarcati in Italia – per far vedere i sorci verdi alle Coop, la Coop (faccio peccato ma aggiungo la frase “sospetto con l’aiuto dei suoi sponsor politici”) starebbe in qualche modo cercando di bloccare in Italia l’arrivo di Tesco. L’Esselunga dal canto suo non ha voglia di perdere la montagna di soldi che arriverà d’oltremanica e comunque la verità è che né l’Esselunga né la Coop si sono messe in condizione di crescere al punto di poter espandersi all’estero.
Insomma, la solita storia: l’Italia è vecchia e non crea più nulla. Non attraiamo talenti e non produciamo idee. I nostri prodotti non vincono più sui mercati: la Spagna, un tempo i nostri cugini poveri, ci corre davanti e anche noi italiani vestiamo sempre più Zara e sempre meno Benetton e calziamo sempre più Camper e sempre meno Lotto. La logica che ci guida è quella dell’Alitalia: nessuno che abbia il coraggio e, di più, la res-pon-sa-bi-li-tà, di dire le cose come stanno e prendere decisioni impopolari, forse, ma adulte e coerenti. Andiamo avanti a pannicelli caldi in una logica che andava bene forse negli anni ‘50 ma che ci condanna a un futuro da paese di serie B. E poi qualcuno mi scrive che i giornali esteri forse ce l’hanno su con noi. Ma via.

9 risposte a “Italia e nuvole”

  1. Gaetano da Genova ha detto:

    E’ quello che penso tutti i giorni. Perchè ad ogni costo non vogliono che cambino le cose!
    Se l’Alitalia è un pozzo senza fondo è l’ora di mollarla. E’ l’ora di finirla con stipendi da favola a persone che affossano industrie e servizi. Basta sovvenzioni pubbliche a giornali, industrie, servizi privatizzati e quant’altro.
    Stiamo mantenendo dei cancri che ci porteranno prima o poi alla morte sociale. Bisogna responsabilizzare e mandare a casa quelli che non raggiungono gli obbiettivi (altro che dargli la buona uscita). Soprattutto è indispensabile che venga risolto il conflitto di interessi. Un avvocato non può contemporaneamente essere parlamentare e esercitare la professione; un parlamentare non deve far parte di consigli di amministrazione (neanche, mogli e figli) di ditte private (magari anche sovvenzionate dallo stato); un parlamentare non deve possedere TV,BANCHE,ASSICURAZIONI,SUPERMERCATI. Un parlamentare dovrebbe avere la data di scadenza come le mozzarelle (non più di due mandati).
    Basta! Scusate lo sfogo

  2. Davide ha detto:

    Il punto focale è che sono tutti liberali…con le cose altrui (vedi il caso Enel/Gas France), mentre invece non vogliamo che il libero mercato incida nel nostro…

  3. emilio ha detto:

    Ivan che ci vuoi fare, è la solita vecchissima Italia. Ferma al Risorgimento o poco più in là. Un abbraccio.

  4. valter ha detto:

    …ed a proposito della classe politica che non sta mai bene a nessuno (chi e di destra condanna quelli di sinistra e v.v.,mettendoli nello stesso pentolone di corrotti e parassiti) dovremmo forse formare politici di proffessione, che non abbiano altre attivita, che vivano solo di servizio alle dipendenze della comunita e per il bene dello stato?
    penso che non sarebbe una soluzione saggia, perche non ci sara mai fine ai sospetti che i politici siano collusi con interessi di parte ,classisti, di categoria ed altro…

  5. Lina ha detto:

    Finiamola di farci del male difendendo i vari dx o sx, tanto loro sguazzano nell’oro, non si meritano nessuna difesa da chi li ha votati. Siamo TROPPI gli italiani che non riescono ad arrivare a fine mese e questo non da ora, ma da molto, troppo tempo. Basterebbero poche ma decisive cambiamenti di rotta nel sistema politico italiano e molte cose andrebbero sicuramente meglio. Invece i vari Prodi e Berlusconi, fanno finta di cambiare le cose ma alla fine non cambia mai nulla xchè a loro va benissimo così. Perchè agli italiani viene sempre chiesto di fare sacrifici e loro non ne fanno? Quando dico ‘LORO’ mi riferisco a tutti i parlamentari, consulenti esterni, funzionari… Se facessero a meno di tutti i privilegi di cui godono (come se con lo stipendio che prendono non se li potessero permettere certe cose tipo affitto in centro, voli, viaggi, ristoranti e altre oscenità) se ci fosse il divieto di cumulo delle cariche, se equiparassero gli stipendi dei europarlamentari alla media europea, sapete quanto soldini resterebbero nelle casse dello Stato, cioè NELLE NOSTRE CASSE? E poi perchè parlano sempre delle pensioni degli altri e mai della loro. Sappiamo tutti che con una sola legislatura prendono pensioni d’oro che nemmeno ci immaginiamo. A quanto ammonterebbe il risparmio per lo Stato se per poter aver la pensione ‘parlamentare’ dovrebbero aver maturato almeno 20 anni in parlamento, in fondo sarebbe la cosa più onesta visto che i cittadini devono aver contributi per 30 anni! E’ su queste cose gravissime che dovremmo scendere in piazza, fare casino, pretendere che siano LORO I PRIMI A FARE SACRIFICI, invece di scannarci tra poveri. Dobbiamo avere il coraggio dire quetse cose IN FACCIA A TUTTI I NOSTRI PARLAMENTARI, di destra e di sinistra. Io credo che sia venuto il tempo di dire basta! D’altronde siamo ridotti così e loro si sono ‘ridotti’ così perchè NOI lo abbiamo permesso. Ma tutto ha un limite. Inoltre, se si togliessero tutti i privilegi assurdi (che male ci sarebbe? Li hanno tolti pure alla Regina d’Inghilterra!)Sarebbe un atto dovuto agli italiani che li hanno votati. e non dimentichiamo che percepndo stipendi dignitosi e non vergognosi, farebbero politica solo i più motivati eliminando l’unica motivazione che hanno adesso: arricchirsi. che ne pensi, Ivan? Buona domenica a tutti 🙂

  6. corrada cardini ha detto:

    pensi davvero che il mercato esista?, quel buon,utile mercato conla M maiuscola che occupava il mondo dei sogni dei primi liberisti? Pensi davvero che dietro ai supermercati che si spandono al di là dei confini nazionali ci sia quaità e utile logica della concorrenza? Non voglio farti la lezioncina: ti chiedo di guardare con più attenzione al ondo della economia reale. Chi tira i fili sono le multinazionali …ce ne sono anche troppe…e stanno soffocando quel poco che resta di un’ economia articolata, sana, fatta di diversità, di entità a misura d’uomo, di concorrenza reale…non credere che l’aggressività comerciale fatta di scalate finanziarie,di operazioni “brillanti” in cui i +grandi mangiano i + piccoli siano il segno dellavitalità dell’economia.Non in questi tempi…che vedono solo concentrazione,concentrazione, concentrazione …a mio avviso sbagli la prospettiva e perdi di vista l’obiettivo.

  7. valter ha detto:

    …ma la Esselunga perche’ non prova a sfondare, p.es.: in Inghilterra, Russia o altrove?…
    e come dice Gaetano, un politico NON deve avere conflitti d’interesse alcuno, e quando si dice “alcuno” intendo niente di niente che possa prefigurare un qualsiasi parteggiare per se’ e per i suoi amici…
    quindi: APRIRE SCUOLE DI FORMAZIONE DI UNA NUOVA CLASSE DI POLITICI IDEOLOGICAMENTE NEUTRI CON INDIRIZZO MENEGERIALE LAICO E SCIENTIFICO PER LA CORRETTA AMMINISTRAZIONE DELLA RES-PUBBLICA
    altrimenti non si finira’ MAI con i sospetti che si facciano favori alla propria categoria di appartenenza e che si varino leggi decreti ed opzioni amministrative AD PERSONAM…
    buona domenica

  8. andrea ha detto:

    E bravo Ivan! Questa volta hai eguagliato anche il mitico Beppe Grillo. Leggi il suo ultimo post, sembra copiato dal tuo…

    Ti saluto e ti voglio sempre più bene!

  9. lara ha detto:

    Nella grande distribuzione l’Italia è l’ultima in Europa, praticamente ci sono solo coop ed esselunga che hanno una parte di mercato piccolissima rispetto a quello che è di francesi e tedeschi (carrefour, despar, iper ecc..). Questa mancata presenza nella grande distribuzione è dovuta all’eccessiva protezione da parte dei governi passati dei piccoli commercianti: ciò ha impedito lo sviluppo di centri commerciali negli anni 70 e 80 e ancora ora è di ostacolo alla grande distribuzione (diversamente dalla francia o germania).
    Per quanto riguarda coop, il prezzo del latte per bambini e dei prodotti per celiaci è diminuito di un quarto da quando hanno incominciato a venderlo anche alla coop, al supermercato. Cari saluti, Lara