I maggiori siti di notizie sono bloccati per lo sciopero, ma leggo da TgCom che Piergiorgio Welby è morto. Ci lascia una straordinaria eredità morale e un enorme tema che la sua scomparsa non risolve né cancella, come immagino molti stiano già sperando.
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Ivan Scalfarotto
Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno nel Governo Draghi. Deputato di Italia Viva. Mi occupo di democrazia, di diritti e libertà, di enti locali, impresa e affari internazionali.
Ho fondato Parks - Liberi e Uguali.
17 risposte a “E' morto Piegiorgio Welby”
Quegli occhi tristi, sofferenti, valevano più di mille opinioni di comitati scientifici, esperti, politici, e sarà difficile dimenticarli.
La battaglia di Welby ha coinvolto tutte le persone che ancora dubitano, si interrogano, non hanno sempre una risposta a tutto, non pensano di sapere sempre ciò che è bene e ciò che è male, ma credono che ognuno abbai diritto di vivere con dignità e di concludere il proprio viaggio su questa terra con dignità.
R.I.P.
Spero solo che ora da certe parti non arrivino commenti del tipo “bastava spettare, non c’era bisogno di urlare tutto ‘sto tempo questa inutile richiesta di morte”
o, peggio ancora, si sollevino dubbi sulle modalità del decesso
Piergiorgio Welby ha smesso di soffrire.
Per ricordare la sua tenacia, la sua determinazione e anche la sua sofferenza non usiamo parole o immagini, ma invitiamo tutti a compilare il testamento biologico che si può scaricare anche anche dal sito della Fondazione Veronesi e a inviarne simbolicamente una copia al Ministro Livia Turco, presso il Ministero della Salute – Lungotevere Ripa 1, 00153 Roma.
Marta Meo
Si è spento Welby. E pensare che il Cons. Superiore della Sanità aveva detto che non era in “imminente pericolo di vita”…
Ve lo ricordate il vecchio Odorama? consisteva nell’associare odori alle diverse scene di un film per aumentare il coinvolgimento dello spettataro. Pensate al povero Welby e a quanto l’odore di morte della sua stanza avrebbe fatto capire alla gente lo strazio di quell’uomo.
Nessuno di noi lo ha mai sentito quell’odore, ma lo possiamo ben immaginare…
Ho appena letto che è stato il Dr. Mario Riccio,anestesista all’Ospedale Maggiore di Cremona e medico della Consulta di Bioetica di Milano, ad avere staccato la spina.
A me – non credente – sembra l’atto di pietà e misericordia cristiana più sublime che si possa compiere in una situazione simile.
Ciao Piergiorgio.
Massimo
Ho appena letto che è stato il Dr. Mario Riccio,anestesista all’Ospedale Maggiore di Cremona e medico della Consulta di Bioetica di Milano, ad avere staccato la spina.
A me – non credente – sembra l’atto di pietà e misericordia cristiana più sublime che si possa compiere in una situazione simile.
Ciao Piergiorgio.
Massimo
Ho appena letto che è stato il Dr. Mario Riccio,anestesista all’Ospedale Maggiore di Cremona e medico della Consulta di Bioetica di Milano, ad avere staccato la spina.
A me – non credente – sembra l’atto di pietà e misericordia cristiana più sublime che si possa compiere in una situazione simile.
Ciao Piergiorgio.
Massimo
Ho appena letto che è stato il Dr. Mario Riccio,anestesista all’Ospedale Maggiore di Cremona e medico della Consulta di Bioetica di Milano, ad avere staccato la spina.
A me – non credente – sembra l’atto di pietà e misericordia cristiana più sublime che si possa compiere in una situazione simile.
Ciao Piergiorgio.
Massimo
E adesso il via a tutte le polemiche… e nessun rispetto per il dolore di chi ha perso una persona cara.
Ecco, ditelo a quelli che devono decidere dove comincia l’accanimento terapeutico che Welby è evaso, scappato dalla prigione del suo corpo. Che ce lo facciano sapere presto dove inizia l’accanimento, per tutti gli Welby che ci sono in questo Paese.
Mi auguro che la chiesa cattolica dia prova di essere capace almeno di un rispettoso silenzio.Almeno quello…per ora!
Non fermiamo per la morte di Welby l’alto dibattito sulla libertà di disporre della propria vita che la sua vicenda ha avviato. Un grazie a Tommaso Riccio, l’anestesista di Cremona che si è preso la responsabilità di staccare la spina: in Italia c’è per fortuna ancora qualcuno che si prende la responsabilità di quello che fa
Prima un pensiero pieno di rispetto e solidarietà per una persona che ha tanto sofferta a causa di una terribile malattia che se l’è portato via. Poi un commento.
Eutanasia e accanimento terapeutico alla fine c’entrano poco, anzi nulla: Welby ha usufruito, grazie ad un medico dotato di coscienza civile oltre che di umanità, di un diritto di tutti noi che è sancito dal secondo comma dell’articolo 31 della nostra Costituzione.
“Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”
È sorprendente aver scoperto quanto sia difficile certe volte che ci vengano riconosciuti i nostri diritti fondamentali che sono stati già scritti nero su bianco dai padri fondatori della nostra Repubblica. Una pagina che se non era per quel medico sarebbe rimasta buia per la nostra democrazia.
Scusate la domanda e la mancanza di poesia, ma è legittimo valutare l’ipotesi si punire chi ha staccato la spina quando nelle disposizioni contro la tortura passate in Italia il 13 dicembre c’è scritto che è incriminato di tale reato chiunque “con violenza o minacce gravi, infligge ad una persona forti sofferenze fisiche o mentali”? La pena – prevede ancora il testo – è aumentata se il reato di tortura viene commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di pubblico servizio (e nella categoria suppongo rientrino medici, politici e magistrati). In effetti dice anche che la pena aumenta nel caso in cui la tortura porti alla morte, ma in questo caso non penso sarebbe ravvisabile, perchè la morte non deriverebbe dalla tortura, ma dalla cessazione della stessa. Forse sono io che ragiono in maniera semplicistica, ma alla fine l’imposizione dell’accanimento terapeutico fine a se stesso e la tortura non dovrebbero essere considerati nello stesso modo?
Saluti
Che moralmente a Welby sia stata inflitta una forma di tortura perché lui non voleva quella sofferenza personalmente penso che si possa anche dire. Che legalmente sia stata una tortura io penso di no, perché per riconoscere un reato deve esistere l’ogettività dell’azione, che non può dipendere dalla reazione soggettiva di chi subisce l’azione. Per esempio ci sono persone che nelle identiche condizioni di Welby desiderano continuare a vivere, anche se con sofferenza. Viceversa quando ero piccolo fui “costretto” a entrare in sala operatoria per quella che io vissi come una tortura, ma non lo era nonostante il mio punto di vista soggettivo.
Quello che legalmente io mi sento di dire è che quel giudice abbia sbagliato avendo deliberato in contrasto con la Costituzione, perché Welby aveva tutto il diritto di rifiutare la terapia e il giudice non avrebbe dovuto demandare la cosa al parlamento. Ma che qualcuno si sia maccchiato addirittura del reato di tortura, a parte le lecite considerazioni morali e soggettive, io non lo credo.
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