Mosca, in questo momento siamo a otto gradi sopra lo zero. Una mia collega, avrà 35 anni, mi ha detto stamattina di non riuscire a ricordare un solo giorno di gennaio senza la neve in tutta la sua vita.
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Ivan Scalfarotto
Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno nel Governo Draghi. Deputato di Italia Viva. Mi occupo di democrazia, di diritti e libertà, di enti locali, impresa e affari internazionali.
Ho fondato Parks - Liberi e Uguali.
13 risposte a “C'è qualcosa che non va”
Mi trovo in una città americana di norma molto fredda, dove il mese di novembre, nonostante una settimana sia stata molto fredda, la media del mese è stata di quasi cinque gradi centigradi al giorno al di sopra la media. Per ora gennaio addirittura è stato in media nove gradi al giorno più caldo che la media, e se non era per questi ultimi tre giorni lo era ancora di più. Non c’è neve, e da domani torneranno temperature a malapena autunnali.
Qui in America la comunità scientifica non ha alcun dubbio da tempo, non esistono (nonostante molti tentino di farlo credere) voci di esperti fuori dal coro: nessuno studioso nega i dati raccolti, e quasi nessuno nega che siano dovuti all’uomo. Nella comunità scientifica c’è enorme preoccupazione quasi unanime, sia tra esperti che tra studiosi di altre discipline che si tengono informati coi colleghi. Gli unici punti di disaccordo sono sull’entità del cambiamento e sulle previsioni future, e in piccola parte sulle cause, ma non su quello che si sta osservando in modo molto chiaro (come i ghiacci della Groenlandia e dell’Antartide che si stanno sciogliendo, oltre a tanti ghiacciai montani).
E’ colpa del calore italiano che porti con te!
Toronto: pochi giorni fa +13°C ed è il primo gennaio privo di neve. Oggi per fortuna la temperatura è nella norma: -3°C, ma sempre senza neve.
Dici che di questo passo i politici italiani comprenderanno che la priorità è l’ambiente?
Penso di no, io.
Forse è un commento fuori luogo ma
“Film Tv” una grande rivista di critica giovane e controcorrente rischia di chiudere.
Sul mio blog c’è un appello che vi invito a leggere.
Cerchiamo di aiutare la redazione. La rivista costa solo un euro e cinquanta.
E li vale tutti.
Grazie.
Davide
Io a Pisa ho dovuto abbassare il riscaldamento a 17°C, perchè in questo momento in ufficio sono solo con la T-shirt, senza canottiera.
è troppo caldo, si annuncia la fine del mondo!!!
ciao Ivan,
spero possa permettermi di darti del tu…
bella scoperta il tou blog.
non ho votato per le primarie dell’unione ma il mio candidato preferito sei stato tu…
sarebbe stato interessante che continuassi a occupoarti di politica, sempre interessanti i tuoi interventi, sai affrontare le tematica con semplicità e concretezza senza troppi schemi ideologici…
a presto… bè
p.s. se ti và fai un salto nel mio blog
l’indirizzo è
http://www.bema.tk
Sono lacerata dall’incertezza: a me sembra una mezza catastrofe, però il sole tiepido di roma è taaanto bello e perdipiù autorevoli personaggi (ricercatori di geotermia e cose così) mi dicono che è una bufala, che è ciclico…
Bisognerebbe avere uno occhio proiettato al futuro, si pensa solo all’economia (ed in modo sbagliato pure) senza considerare la salvaguardia dell’ambiente e dell’acqua!
E vi lamentate pure di questo adesso???? scusate se interrompo la vosta lagna perenne, ma che c’è di più bello del caldo e di non finire sotto 4 metri di neve.
Il clima è sempre cambiato e ci sono sempre stati anni caldi e anni freddi, due anni fa qui a Madrid c’è stato il febbraio più freddo da 150 e tutti a dire che gli effetti devastanti della mano dell’uomo stavano portando alla glaciazione. Quest’anno uguale allarmismo ma in direzione opposta.
E se proprio dobbiamo sprofondare negli abissi almeno facciamolo in camicia e non con 3 piumini addosso.
w il caldo
Filippo, le variazioni climatiche ci sono sempre state è vero. Non è quindi questo il problema. Quello che fa pensare sono i tempi in cui ormai queste variazioni si verificano. Tempi che si sono accorciati in maniera tale da non poter più verificare il naturale equilibrio di alternanza tra caldo e freddo, ad es.
Con tutto quello che ne consegue in termini della nostra vivibilità in un ambiente sempre più ostile.
Credo che l’alternativa ai 3 piumini non sia la camicia ma lo starsene nudi 🙂
Ad Henrietta sull’incertezza per il sole tiepido di Roma tanto bello: se ti mettono in un pentolone di acqua fredda, e sotto accendono il gas, quando sarai arrivata sui trenta-quaranta gradi ti sembrerà di stare in paradiso, ma il problema poi diventa quando starai cuocendo alla temperatura di ebollizione.
Per quel che riguarda i tuoi amici geotermisti, chiederei loro di fare qualche predizione scientifica sui prossimi decenni: visto che affermano che è ciclico, evidentemente (e mi entusiasma) loro hanno un modello che con esattezza descrive e predice questa ciclicità naturale in maniera dettagliata e incontrovertibile. Allora fatti anche dire in quale anno il riscaldamento raggiungerà il suo picco e la Terra, da sola e senza che noi cambieremo niente, comincerà a raffreddarsi. Così almeno sapremo come investire per noi, i nostri figli e nipoti, in palafitte, in indumenti e condizionatori d’aria, e non ovviamente in energia ecologica (più costoso e meno utile, stante la loro teoria).
Filippo, il mio esempio del pentolone vale anche per te.
Per quel che riguarda il “tutti a dire che” è ovvio che dobbiamo distinguere quando quel “tutti” sono le dicerie della gente comune che parla per sentito dire, e quando sono gli scientiziati.
Ma a parte questo, non c’è alcuna contraddizione nell’affermare che il riscaldamento globale può portare in alcuni frangenti e in alcuni luoghi temperature da glaciazione. Per esempio un aumento generalizzato della temperatura può sciogliere i ghiacci della Groenlandia e riversarli nel nord dell’Atlantico, al che l’Europa rischierebbe di venire investita da un’era glaciale fino allo sciogliemento di quei ghiacci. Nel frattempo l’aria si è continuata a riscaldare globalmente, se guardiamo appunto al “Globo” nella sua interezza.
Sono solo esempi: lo stravolgimento del clima, se reale, può portare ad effetti solo in parte prevedibili, e quando catastrofici certamente non tali per tutti ma di sicuro almeno una parte di noi.
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