Come tutti sapete uno dei miei mantra è che per capire bene le cose italiane non c’è miglior ricetta che guardare al Bel Paese dall’estero. Leggete cosa scrive oggi Hugo Dixon di breakingviews.com su Repubblica e sappiatemi dire.
“Se si immerge una rana in una pentola di acqua bollente, questa cerca di lasciare il contenitore all’impazzata. Se la si pone in una pentola di acqua fredda che viene riscaldata lentamente, l’animale si lascia cuocere fino alla morte senza reagire. C’è da sperare che le dimissioni di Prodi sfocino in una catarsi del pasticcio politico ed economico che ha zavorrato l’Italia per molti, troppi anni, evitando così che il Paese finisca in pentola. I nove mesi di Prodi sono stati senza infamia e senza lode, caratterizzati da poche idee radicali di riforma economica e da una turbolenta coalizione di centro-sinistra che, anche quando riusciva a trovare un accordo, poteva contare su una striminzita maggioranza al Senato. A Prodi non si rimprovera soltanto l’incapacità di aver dato vita a riforme di rilievo, ma anche l’ingerenza del suo governo nella politica industriale. Senza contare l’assenza di progressi da registrare in termini di miglioramento delle deboli finanze del governo: con un debito al 107% del Pil l’Italia è il peggiore tra tutti i paesi europei, se si esclude la Grecia. Per non parlare poi del settore privato, che sembra essersi incagliato nuovamente nei malandati meccanismi di un tempo, come confermano le lotte di potere di matrice bizantina in casa Capitalia. Questo non significa che il predecessore di Prodi, Silvio Berlusconi, abbia fatto meglio. Anzi, per molti versi ha fatto peggio, facendo leva sul suo potere di magnate mediatico per sostenere i propri interessi politici e viceversa. In assenza di chiari percorsi all’orizzonte, ci sarebbe da augurarsi una crisi che producesse una versione italiana del ripulisti stile thatcheriano. Ma per quanto l’Italia sia un paese in difficoltà, la gente tendenzialmente vive bene, di qui lo scarso anelare a leader politici forti in grado di imporre riforme dolorose su spesa pubblica, pensioni e politica industriale.
Per il Belpaese il tempo di bollitura sembra ormai prossimo.”
3 risposte a “Rane bollite”
“Per il Belpaese il tempo di bollitura sembra ormai prossimo.”
Sono perfettamente d’accordo, il problema è che ho solo 17 anni (a mesi 18) e nel triste futuro che si prospetta per l’Italia io ci sono dentro pienamente. Tra economia, ambiente e integrazione sono davvero preoccupato. Il fatto di conoscere bene come pensano i giovani non mi rassicura di certo! Se questi giovani attueranno quello che adesso dicono di pensare torneremo indietro di 50 anni! Il mio primo voto sarà sicuramente per te, Ivan!
Caro Ivan, anche io “Sono perfettamente d’accordo” e anche il mio, di “problema” è che ho solo non 17 ma 22 anni (a mesi 23) “e nel triste futuro che si prospetta per l’Italia io ci sono dentro pienamente”.
Le somiglianze non finiscono qua..anche x me il mio non-primo voto sarebbe per te! Saresti la voce di molti, credimi.
Un saluto.
Ivan, creiamo un gruppo politico nuovo, pieno di idee nuove per questa rana bollita…