13 Marzo 2007

Il patto generazionale

Diario


Tra esattamente una settimana, il 20 marzo, ci sarà la presentazione del Patto Generazionale che ho sottoscritto e di cui ho parlato sul blog ormai qualche tempo fa.
L’appuntamento è alle 10,45 nell’Auditorium dell’Ara Pacis in Via di Ripetta a Roma. Essendo tornato a Mosca soltanto ieri sfortunatamente non potrò esserci di persona, ma ho registrato un piccolissimo contributo in video per assicurare comunque in qualche modo la mia presenza.
Se siete a Roma, il consiglio è di esserci.

3 risposte a “Il patto generazionale”

  1. Filippo ha detto:

    gia’, se non altro per rendersi conto del fatto che in italia non esiste piu’ alcun patto generazionale ma solo un costante clima di tutti contro tutti (ad es. giovani contro vecchi, tra le tante).

  2. Lunar ha detto:

    non ho ancora capito perchè sostieni questo patto che puzza tanto di prima repubblica. Come dire: mi metti alla guida di Alitalia (che tanto di aeroplani non ci capisco un cazzo) ma ti prometto che a 60 anni tolgo il disturbo. Ma che razza di discorso è mai questo? Non sarebbe meglio fare un patto basato esclusivamente sulla meritocrazia. Persone competenti nei posti chiave. PUNTO. Che c’azzecca l’età con la vera piaga di questo paese: il nepotismo con tutte le sue sfaccettature politico/mafiose/familiari.

  3. claudia ha detto:

    Non credo sia una cazzata, la verità è che è dal tempo del boom degli anni 50 che il problema di fondoè l’incapacità di governare il cambiamento ovvero di stare al passo dell’evoluzione del costume con un corpus legis che lo interpreti mentre lo argina e lo determina.
    Non penso che Napolitano, Andreotti osclafaro siano in grado di disporre di chiavi di lettura attuali delle tendenze del costume degli intaliani e nemmeno che il migliore ottuagenuario possa in un sistema meritocraticofarsiinterprete del futuro. Ralph Danhendorf sostiene che il ruolo di queste persone sarebbe quello consultivo , nell’ambito di una sorte di camera dei pari all’italiana ma che il dinamismo dei giovani e labase sulla quale basare una meritocrazia volta al futuro.
    Quando l’interpretazione giuridica dello spirito di un popolo stona con il common sense, i conti non tornano.