30 Marzo 2007

Laici e ben visibili

Diario

“Siamo tutti divorziati (e aspettiamo la comunione), siamo tutti conviventi, siamo tutti gay, siamo tutti credenti e tutti laici. Ma vogliamo che lo stato sia laico. Contro lo scontro di civiltà. Contro la campagna vaticana martellante, pesante e volgare, giorno dopo giorno che iddio mette in terra. A questa volontà scientifica di provocazione, laici e credenti (uniti nella lotta) rispondono in maniera pacifica, brillante, simpatica, e non violenta.
Mettiamo uno straccetto rosa alle nostre borse, alle auto, agli scooter, alle finestre, uno straccetto per dichiarare pubblicamente la nostra voglia di laicità e la nostra contrarietà alle pesanti e quotidiane ingerenze del Vaticano nella vita politica italiana.”

La brillante idea del Cassero per guadagnarci uno straccio di laicità. Aderire, aderire tutti!
PS per i dirigenti del Cassero: Ragazzi, ma proprio scegliere il rosa? Bel casino… mi toccherà far finta di sbagliare candeggio e fare a pezzi una t-shirt!

4 risposte a “Laici e ben visibili”

  1. Nandina ha detto:

    infatti, proprio rosa? dove lo trovo uno straccetto rosa adesso?

  2. sam ha detto:

    il colore rosa/fuxia è stato deciso dagli ascoltatori di controradio a cui va il merito di aver ideato la campagna: a noi del Cassero l’idea è piaciuta assai e abbiamo deciso di farla nostra.

  3. out of habit ha detto:

    bellissima l’idea, un po’ come gli straccetti bianchi lanciati dalla campagna di Gino Strada contro la guerra in Iraq nel 2002, vedrò di provvedere al più presto!

  4. Francesco Gambino ha detto:

    Penso che l’unico atteggiamento che Arcigay possa adottare con un minimo di dignità sia quello del silenzio.

    In tutta la questione del riconoscimento delle unioni gay hanno condotto una battaglia disastrosa su tutti i fronti.

    Hanno accettato di includere la questione nel problema del “riconoscimento dei diritti delle unioni di fatto” (o, peggio ancora del “riconoscimento dei diritti delle persone che costituiscono unioni di fatto”) sapendo perfettamente che la specificità dei diritti dei gay si sarebbe inevitabilmente confusa con altre questioni e con tutti i problemi giuridici ed etici che ne sarebbero derivati.

    Sapevano da subito di giocare al ribasso, perché avrebbero inevitabilmente dovuto accettare un compromesso con quelle componenti della società che, in buona o cattiva fede, non vogliono sentir parlare di riconoscere situazioni diverse dal matrimonio.

    Sapevano che avrebbero trovato sulla loro strada un’opposizione ferma e intransigente da parte della Chiesa, che vede minacciata un’istituzione ritenuta sacra e intoccabile e che avrebbe messo in campo tutte le forze a sua disposizione per contrastare il progetto. Non è certo la prima volta che accade.

    Tutto questo, quelli dell’Arcigay lo sapevano benissimo.
    Con un gesto di miopia politica che ha dell’incredibile hanno rinunciato a porre la questione come un doveroso riconoscimento della uguale dignità di tutti i cittadini davanti alla legge.
    E così facendo hanno offerto su un piatto d’argento ai loro avversari l’opportunità di tirar fuori argomentazioni di enorme presa sull’opinione pubblica.
    In particolare alle gerarchie cattoliche hanno regalato la possibilità di un pronunciamento che resterà nella storia come uno dei più convincenti e meglio formulati (leggete l’originale e non le sintesi giornalistiche), capace di instillare il dubbio anche in chi non è cattolico o comunque si pone in posizione critica verso tutte le parti in causa.
    Tutto ampiamente già visto e tutto perfettamente prevedibile.

    E adesso che fanno?
    Si rifugiano in un vittimismo patetico. Per non riconoscere i loro errori si inventano la storia degli straccetti rosa per difendere la laicità dello stato. Naturalmente nessuno di loro è minimamente sfiorato dal dubbio di aver sbagliato qualcosa e per scongiurare una drastica perdita di consenso provano a incanalare la rabbia e le energie contro il “nemico”. Davvero un bell’esempio di laicità!

    Ma in fondo perché sorprendersi?Accade sempre così: per non ammettere la propria incapacità e i propri fallimenti, si individua il nemico e ci si lancia all’attacco nel tentativo disperato di tenere insieme le truppe.

    Troppo facile, signori dell’Arcigay! Siete voi quelli che se ne devono andare. Voi e i vostri straccetti rosa.