Ci ho pensato su per mesi, poi ho scritto a Fassino.
Caro Piero,
Negli ultimi anni ho vissuto una posizione particolarissima: quella di un uomo impegnato contemporaneamente in un’assai gratificante posizione professionale e nella propria passione politica, pur senza militare in un partito: il mio riferimento è sempre rimasto il centrosinistra, il popolo delle primarie. Da questa posizione ho guardato l’Italia attraverso le parole delle decine di migliaia di persone che visitano il mio blog e attraverso gli occhi di quelli che hanno partecipato agli incontri che ho tenuto in giro per il paese. Ho incontrato e dialogato con molti, moltissimi di quelli che si misero, pazienti, in fila per votare in quella bellissima domenica di ottobre di due anni fa e che si sentono autori e compartecipi dei destini del centrosinistra.
Così mi sono convinto del fatto che la realtà italiana può essere guardata da due prospettive diverse, e che la prospettiva che scegliamo dipende soltanto da noi, dalle scelte che facciamo. Possiamo vedere la fuga dei nostri migliori cervelli come il problema che ci affligge o come una grande occasione davanti a noi: una enorme quantità di talenti italiani nel mondo, che rappresentano ogni giorno l’orgoglio del nostro paese, e che sono pronti a tornare a mettere a disposizione le loro capacità in patria, qualora se ne creino le condizioni vere. Possiamo temere le nuove e molteplici modalità di essere famiglia, o farci invece carico di interpretare la società che cambia; possiamo essere preoccupati dalle nostre scuole elementari sempre più fatte di bambini di mille colori, culture e religioni; possiamo paralizzarci in anacronistiche e sterili polemiche, o invece capire assai più semplicemente che le diversità, tutte le diversità, sono la nostra ricchezza, ciò che ci consente di interpretare la realtà e di far fronte al cambiamento in modo assai più rapido, più efficace e più flessibile.
Appare allora un’Italia in bilico, dove serve uno slancio, uno scatto, un getto di creatività che faccia pendere la sorte dal lato positivo. Questo vale tanto per il paese che per la politica. Il nostro sistema politico – non certo da oggi – è frammentato, bada molto più a durare che a decidere, è spesso paralizzato da prese di posizione strumentali, che nulla hanno di nobile e molto di opportunistico. Vale anche per il governo, che da un lato origina una politica estera ambiziosa e coraggiosi tentativi di apertura di un mercato asfittico e corporativo e dall’altro vara misure fiacche, di compromesso, non all’altezza delle aspettative di cambiamento presenti nel paese.
In questo gioco di prospettive anche l’idea di far nascere il Partito Democratico può essere uno storico momento di slancio oppure, come avviene in altri ambiti della vita del paese, può essere vista come uno stanco tentativo, da snobbare con aria da salotto. Cosa farà la differenza? Io credo prima di tutto la volontà individuale di impegnarsi personalmente e di partecipare. Cambiare l’Italia partendo dalla politica – che forse è la sua debolezza più antica – è un compito che non si assolve da solo: l’impegno delle persone è il punto di partenza ed io sono disposto anche questa volta a fare la mia parte. Anche oggi la mia scelta è una scelta di partecipazione. Ho la presunzione di credere che ci sia il bisogno che persone con la mia esperienza e le mie competenze e, se mi è consentito, con la mia passione politica, scelgano di mettersi a disposizione di tutti. Ed è per questo che desidero sottoporti formalmente la mia richiesta di iscrizione ai Democratici di Sinistra con l’esplicito obiettivo di partecipare alla costituzione ed alla fondazione del Partito Democratico.
Oltre alla partecipazione esiste tuttavia la necessità che il percorso di fondazione del nuovo partito sia un percorso profondamente trasparente e realmente aperto. Come ho spesso sottolineato ho un profondo rispetto per chi ha una storia diversa dalla mia, ma lo stesso rispetto richiedo. Chi voglia impegnarsi in questa impresa, entrare in un partito nuovo per costruirlo, deve potere avere la serenità di partecipare ad un processo aperto ed autenticamente democratico. La strada non sarà facile, la costruzione laboriosa. Dovrà svilupparsi una naturale competizione tra idee, approcci, interessi, in cerca di nuove sintesi. In questo processo non ho dubbi sul fatto che l’esperienza conterà – come in tutte le attività. Rimane cruciale, tuttavia, che chi abbia capacità e voglia, possa farle valere grazie ad un sistema di regole democratiche e trasparenti. Esiste dunque una condizione alla mia richiesta, scusa la franchezza: che il processo non sia truccato, che si fondi su regole trasparenti, come le magnifiche primarie di due anni fa.
Nonostante io abbia sempre affermato orgogliosamente la mia appartenenza al soggetto unitario della coalizione, sono certo che le reazioni a questa mia iniziativa saranno oggi ancora più stupite di quando decisi di correre per diventare il nostro candidato alla Presidenza del Consiglio. E’ per questo che da domani prenderò a spiegare ancora meglio in ogni sede le ragioni accennate in questa lettera, e quindi suggerire a tutti i democratici e le democratiche italiane di fare lo stesso, di scegliere di partecipare e di contare, sapendo che la politica è una attività alta ma impegnativa, che la si faccia da volontari o che ci si voglia dedicare a tempo pieno.
Esiste un pezzo di Italia che fa fatica a sentirsi rappresentata. Ma ci sono anche donne e uomini pronti a farsi politica, ad essere il cambiamento che vogliono vedere. Il nuovo partito riuscirà ad assolvere ad un compito storico se riuscirà ad includere interessi, gruppi, strati sociali e nuove generazioni che al momento sono escluse dalla vita pubblica del paese. La democrazia può essere, secondo me, il veicolo stesso dell’inclusione. Per questo il nome del Partito Democratico contiene in sé un vero e proprio programma di governo. Con la fiducia che, mettendo in campo regole chiare e trasparenza la politica sia capace di dispiegare le sue ali, stupendoci ancora una volta.
Ivan Scalfarotto
41 risposte a “Caro Piero ti scrivo”
Bello che sei, sempre di più.
Che dirti? Buon viaggio. Sara’ divertente sapere come ti troverai nello stesso partito di Binetti, Baio Dossi, Bobba, Bindi e l’Opus Dei. Qui le nostre strade politiche si dividono, caro Ivan. Naturalmente, resta la stima, la lettura di questo blog e, manco a dirlo, l’amicizia.
ripensaci
In bocca al lupo Iavn!
Sciltian dimmi, ma perché, sarebbe allora meglio che Ivan se ne stesse a casa e al posto suo nel PD confluissero molti altri aspiranti Binetti, Dossi e Bobba? E io che pensavo che la politica e i partiti li facessero le persone che ci stanno dentro. Ma capisco, se poi le cose migliorassero dal di dentro contro chi coltiveremmo l’hobby della protesta stazionante? Certo capisco, a volte è più facile lasciare che il mestiere politico continuino a farlo i peggiori dei peggiori, così noi cittadini continuiamo a soffrire le pene dell’inferno ma almeno sappiamo con chi prendercela, che prospettiva esaltante, “italiani” fino alla morte.
Secondo questa logica dovremmo cambiare tutti immediatamente cittadinanza, per non essere associati a tanta gente cui non fa onore essere associati.
Bravo Ivan, “sporcarsi” le mani con la politica e i suoi compromessi non è facile e come già si vede non rende sempre onore, ma è sempre meglio che questo lo facciano i migliori piuttosto che i peggiori.
Ma no, Ivan, ma no!!
E le cose che ci eravamo detti non meno di qualche mese fa?
Bisogna innovare e non lo si può fare con i sepolcri imbiancati che da troppo tempo non riescono a defibrillare il paese! Tu eri convinto come noi che la spinta dovesse arrivare dal basso, una spinta nuova!
Queste che hai scritto sopra sono le sabbie mobili. I congressi di sezione hanno avuto un’età media di settant’anni, non c’è novità nei Ds (e meno che mai nella Margherita…).
Ti prego ripensaci!
La notizia, chiaramente, non può che farci piacere convinti che la battaglia per un Partito (veramente) Democratico si può combattere da “dentro”.
Ivan con la sua storia, con la sua tenacia, con la sua coerenza, può essere un punto di riferimento per molti e può solo arricchire il progetto, oltre ad essere il necessario antidoto alle derive sottolineate da Sciltian.
Confido che tutti gli amici di Ivan sapranno giudicarlo per quello che farà in un prossimo futuro, non solo per la casacca indossata nella sua discesa in campo.
Buon weekend a tutti. V.
Mah! Secondo me il PD è un partito che nasce morto (se nasce). Buona fortuna, cmq!
Di certo io, se ci trovo dentro la Binetti e teo-dem vari, non lo voterò. Non basterà la tua presenza a farmi cambiare idea e me ne rammarico.
Ciao Ivan, proprio stamattina discutevo con un amico che il mio attaccamento al nascente partito democratico era inesorabilmente passato da un sincero entusiasmo a una vera e propria delusione..delusione e sconforto in merito alle previsioni dei contenuti del nuovo pd.. Soprattutto perchè, a quanto si capisce, si riscontra come ancora una volta la bandiera della laicità non sventolerà sopra l’insegna del pd. E questo non è più sopportabile, specialmente nella situazione italiana odierna..ma hai notato come le voci che si sono levate da sinistra contro le oscenità dette oggi stesso dal mons. Bagnasco siano state poche, timide e quasi timorose!?..Io sono indignato e francamente schifato da questa situazione tipicamente italiota della politica italiana la quale calpesta ogni giorno i residui di una laicità in realtà mai esistita.
Ti faccio un grossissimo in bocca al lupo x le battaglie che spero combatterai all’interno del pd. Ti sono vicino e insieme a me ce ne sono tantissimi altri.
Se tutti gli Ivan Scalfarotto d’Italia si mettessero insieme e invece di criticare si impegnassero nella nascita e gestasione del nuovo Partito Democratico e mettessero le varie Binetti e ‘sti teo-dem in minoranza?
Bravo, Ivan.
Sono felice della tua scelta, anche perchè credo possa rappresentare un ottimo esempio di partecipazione democratica: nella sinistra italiana da qualche anno esiste una preoccupante e qualunquista vena di anti-politica che travolge tutto e tutti: ben vengano quindi decisioni come questa tua. In questo mondo, per cambiare le cose bisogna sporcarsi le mani.
Inoltre, il Pd è un partito che nasce per dare rappresentanza ad almeno un terzo dell’elettorato, ed è impensabile che dentro a un partito di questo genere esista un ‘pensiero unico’. Come in ogni partito di massa e a vocazione maggioritaria, la dialettica e il confronto hanno luogo all’interno dei partiti, ed è lì che servono e serviranno persone come Ivan a farsi portatrici delle istanze laiche e riformatrici di questo paese. Voltarsi dall’altra parte (specie considerato quel che c’è, dall’altra parte) mi sembra molto velleitario; dire “se c’è la Binetti io non vengo” mi sembra immaturo (venite anche voi, piuttosto!); sentire persone organiche ai partiti del centrosinistra sostenere che la battaglia vada fatta fuori dai partiti fa sorridere.
Vai avanti, Ivan, qui c’è grande fiducia nel futuro della tua esperienza politica 🙂
ma come? perchè?io ho iniziato un’avventura politica tra le altre cose anche presa dall’entusiasmo della tua esperienza con le primarie, del tuo no ai perpetui ed in concomitanza con il mio venire a contatto con generazione u decisi di non iscrivermi ai ds, partito per il quale ho sempre votato e nel quale avevo tutto sommato delle buone prospettive. ed ora? ma ti rendi conto che i ds, anche loro, stanno chinando il capo di fronte all’egemonia di bagnasco, quello che nel post precedente critichi e che secondo me dovrebbe essere riportato su binari di rispetto e civiltà congrui ad un uomo di fede? me lo pubblicherai sto commento?
mi deludi…ti tolgo tra i miei bookmarks
Deluso, molto delluso e perplesso dalla tua scelta. Inspegabile, la definirei. Iscriversi ad un partito alle soglie del suo scioglimento. E a farlo è uno che dell’essere diverso dai partiti ha fatto la sua bandiera. Uno che ha scritto un libro sulla questione generazionale. Uno che fa delle primarie il suo faro, può iscriversi ad un partito che ancora non ha cambiato la legge elettorale che ha permesso hai partiti di nominare i parlamentari. Stai per tradire chi ti ha seguito fino ad oggi la tua battaglia con simpatia. Sei un trofeo nelle loro mani. Stai per buttare al mare la credibilità guadagnata in questi due anni..
In bocca al lupo Ivan!
Son diffidente al partito democratico. Molto diffidente. Ma condivido appieno la tua scelta. Far nascere un partito democratico, vicino al Pse, a una parte di Blair e Zapatero sarebbe importante. Per noi tutti. Per l’Italia. Con te potrebbe essere possibile. Con tutti i vari componenti attuali sarebbe difficile. Se non impossibile.
Un abbraccio
Sono contenta, ora so che nel partito democratico ci sarà una persona che mi piace, una bella testa, uno che la pensa come me, che dice le cose che piacciono a me e come piace a me che si dicano… ed è un sollievo, davvero.
Bravo Ivanuzzo, avanti così, io mi fido di te.
Paulo, la politica è questione di scelte, questo sempre, ma non è che Ivan si sporca le mani entrando nel Pd e chi non ci entra invece fa il fighetto. Andando a votare e soprattutto facendo politica attiva, tutti ci sporchiamo le mani, perché occorre stringerne molte per fare politica. Alcune mani però siamo liberi di non stringerle. Quelle dell’Opus Dei, per dire. Anche non stringere alcune mani potenti è una scelta molto nobile, caro Paulo.
Ivan decide di stare dentro a un partito che presenta una piattaforma di partenza, un manifesto, un dna, un progetto e delle facce che sono semplicemente inconciliabili con le idee politiche e con i valori personali di chi è un laico di sinistra.
Si candida a fare la minoranza laica, moderna e intelligente di un partito che nasce abortito. Un partito che prenderà il suo circa 30% e nella migliore delle ipotesi non saprà produrre un documento unitario su temi come i diritti civili, la laicità dello stato, la ricerca scientifica e l’appartenenza al Pse. Nella peggiore, produrrà documenti che Binetti e Opus Dei potranno tranquillamente controfirmare, magari perché avranno contribuito a scriverli.
Io penso che il Pd avrà vita corta, perché l’impossibilità di fare politica al suo interno verrà fuori in poco tempo.
Ciò non toglie che la mia stima e il mio rispetto per Ivan (e immagino per Marco Simoni) rimangono del tutto inalterate e non si riducono nemmeno di un grammo. Unica cosa, voteremo per partiti diversi, ma probabilmente all’interno della stessa coalizione.
Ribadisco i miei auguri di buon viaggio e termino con una battuta autoironica: se “Io partecipo” era un movimento politico, siamo davvero riusciti nella scissione dell’elettrone. 🙂 Ma tanto, prima o poi, ci ritroveremo tutti (anche al Roxy Bar, perché no).
Sciltian, ti dico cosa mi aveva colpito del tuo commento. Il modo in cui mi suonava era, più o meno: fino ad oggi ho condiviso le tue idee, da domani non le condivido più. Forse non eri d’accordo con le idee di Ivan già da prima, senza accorgertene o senza ammetterlo. Ma se non è così, allora non condivido la posizione secondo cui dall’oggi al domani, all’improvviso, non sei più d’accordo con Scalfarotto. In politica cosa vuoi che ci si proponga di portare: le proprie idee no? Mica quelle di un altro.
E a dirla tutta, se il principio è che dobbiamo identificarci non con le idee, non con le persone che fanno la politica o che vi entrano, ma ci identifichiamo invece sempre e sistematicamente coi partiti nel loro insieme, allora siamo noi stessi col nostro comportamento a ratificare il partitismo italiano. Mi sembra che tu lo dica chiaramente, o no? E allora ci sta bene che ci abbiano tolto le preferenze.
Se Ivan ha un suo seguito, per le sue idee, le sue battaglie, e viene abbandonato se entra in questo o quel partito (perché tanto che vada da una parte o dall’altra qualcuno scontento ci sarà sempre), allora tutto è stato fatto per niente: perché se lui poi se ne va in un partito e il suo seguito lo abbandonasse, chi finirebbe per sostenerlo? Gli elettori di quel partito, e non le persone che si identificano con le sue idee. E questo io lo chiamo partitismo, dalla parte dell’elettore.
Ed aggiungo che sei libero di votare un altro partito, ma di continuare a sostenere Ivan e le sue battaglie politiche nel partito dove lui desiderasse proporsi. Nessuno te lo impedisce. Nessuno ti obbliga ad abbandonarlo solo perché poi nelle urne preferisci votare un altro partito, non sono nemmeno sicuro che lui pretenda necessariamente altro.
E se tutti i laici se ne stanno fuori dal PD, stiamo sicuri che quel partito laico non lo sarà mai.
Mi aggiungo ai perplessi.
E’ del tutto comprensibile che tu voglia partecipare alla nascita del Pd (anche se, francamente, allo stato non sembra possibile che nasca il Pd che molti volevano e – se qualcosa nascrà – sembra di più una specie compromesso storico). Ma perchè farlo, OGGI, da dentro i Ds?
Da parte dei Ds (e forse anche dei margheritini, ma ne conosco meno) c’è una specie di pressione su gruppi e persone libere e “sciolte”, perchè smettano le diffidenze e facciano la “terza gamba” del futuro Pd, evitando (così) la cosiddetta fusione a freddo.
Di questi inviti alcuni (e mi includo) diffidano.
Perchè nel processo che si vede non sembra possibile che ci siano – e contino davvero davvero – gli “altri” (laici, libertari, meno attenti ai privilegi da ceto politico, etc.).
Allora mi sembrerebbe più utile che una persona come te contribuisse al tentativo da persona “libera” (ammesso e non concesso che il tentativo di fare un “vero” pd sia possibile).
Perchè farlo dall’interno dei Ds?
Peraltro non sei il primo “altro” che prova a “crederci”, e fin qui nessuno ci è mai riuscito.
Può darsi che ci voglia un po’ di ottimismo della volontà – capisco – ma come fare con (il pessimismo del)la ragione?
Auguri, comunque. E rassicuraci: almeno te ne andrai all’istante se … non è cosa! Ti dai un tempo?
(sempre scusa per la lunghezza)
“Stai per tradire chi ti ha seguito fino ad oggi la tua battaglia con simpatia. Sei un trofeo nelle loro mani.”
ma parliamo dello stesso marco esposito che va a braccetto con adinolfi iscritto alla margherita? no perchè, sai com’è..
Per tutti,
I perplessi e gli entusiasti, quelli che son delusi e quelli che approvano.
1) Ivan si candida alle primarie, sottoscrivendo l’idea del partito unitario e coinvolgendo molti di noi, portandoci all’azione.
2) Non raccoglie un consenso dirompente, ed il numero di militanti che lo appoggiano attivamente va a scemare.
3) Pubblica “contro i perpetui”, prendendo una posizione antagonista rispetto la classe politica attuale.
4) Dopo le elezioni, dal suo blog non fa (quasi) altro che bacchettare il governo Prodi, per lo scarso coraggio e la poca incisività.
5) Entra nel principale partito di maggiornaza chiarendo dal primo minuto che lo fa con spirito costruttivo e battagliero (entrambe le cose, sì, si può).
Perciò, noi che lo seguiamo da tempo, sappiamo che non si piegerà alle forze che ha combattuto dal giorno zero. Se lo facesse sparirebbe, perdendo la sua unicità: non lo farebbe neppure se fosse a caccia di una poltrona. Ne consegue che c’è una sola risposta coerente di chi ha condiviso le sue battaglie politiche. Seguirlo e dargli il peso politico di cui ha bisogno. Sono molto sorpreso che nessuno abbia ancora detto “fantastico, corro ad iscrivermi anche io”.
Chi dice “bravo vai avanti” serve a poco; chi si indigna, lascia il campo libero all’Opus Dei; chi è perplesso fa bene a pensarci (ma non in eterno), ma solo chi si iscrive, gli potrà dare una mano davvero.
Altrimenti restiamo i soliti pecoroni, fermi ad aspettare che qualcun’altro risolva i nostri problemi.
Sergio
E così, finché stiamo alla finestra a criticare va tutto bene e appena ci sporchiamo le mani con la realtà per com’è non va più bene?
Secondo me bisogna molta attenzione a non vivere una vita da grilli parlanti che s’incantano a guardare il proprio ombelico.
Che scrivono bei libri, e post e commenti, si danno ragione e pensano di saperla più lunga di tutti senza cambiare una virgola di quel che gli sta intorno.
Quel che sta accadendo è che, per consunzione, la politica italiana è arrivata al capolinea che, a questo punto suo malgrado, è costretta a cambiare. Il cambiamento sta per avviarsi.
Per capire bene cosa sta succedendo bisogna esserci essendoci potremmo anche provare a migliorare qualcosa. Tutto qui.
Dire, e in qualche modo sperare, che il PD sia nato morto è una costatazione di quel che si vede e null’altro. E se invece provassimo a farlo nascere vivo?
Se non ci riuscisse, se non altro, potremo raccontare che ci eravamo rimboccati le maniche, che ci avevamo provato.
Non sarebbe una gran consolazione ma almeno ci assolverebbe con le nostre inquiete coscienze.
Una constatazione esemplare la ricavo da quel che scrive Daniela :”Nessuno prima c’è mai riuscito”.
Se ragionassimo così per tutte le cose della vita non saremmo dei sognatori e se non fossimo dei sognatori creativi, volenterosi, fattivi, concreti cosa staremmo a fare qui a riempire con letterine nere gli spazi di una discussione che, visto che si sviluppa, vuol dire che ci appassiona e ci interessa.
Un’ottima scelta Ivan che ci servirà a provare di far contare le idee di una parte buona del paese che in questo momento non ha cittadinanza né rappresentanza.
Se non dovessimo riuscire,ma io conto molto su di te, comunque faremo il tifo per il prossimo che vorrà provarci.
ti ringrazio almeno ci rappresenterà qualcuno in questa grande famiglia
@Sciltian
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🙂 Ma tanto, prima o poi, ci ritroveremo tutti (anche al Roxy Bar,
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ho tanta paura che sara’ piu’ il “Rosy” bar.
un triste LOL 🙁
C’e’ gente “di sinistra” che e’ da anni nei DS che ha dichiarato che se ne andra’ se si fara’ il PD, perche’ smettera’ di essere di sinistra…
E tu che fai ?? Ci entri.
Mah…
C’e’ gente che se ne e’ andata dai DS perche’ non hanno saputo rispondere in modo chiaro all’ingerenza clericale (per non parlare degli insulti veri e propri) e tu che fai ?
Entri in un partito che ha avra’ oltre il 50% di clericali veri (donne, uomini, mica tutti dai DL tra l’altro).
Non c’e’ solo la Binetti che rappresenta un modo di ragionare abominevole, come lei ce ne sono decine di gia’ eletti che mica si sposteranno per far posto a quel “simpatico giovane un po’ cosi’… che vuole adotttare un bimbo… anche se lui e’ un po’ cosi’, mah!!…”.
Tu sai Ivan che nel futuro PD c’e’ gia un signore (un po’ fallito a dir la verita’) che e’ riuscito ad adottare dei bimbi nonostante abbia avuto “copiose” esperienza omosessuali in “giovine” Eta’ ? 🙂
Ebbene basta inginocchiarsi e dire “si io obbedisco” (piu’ che “io partecipo”) che magicamente poi anche quello che 5 min. prima era impossibile diventa normale, basta chiedere, insomma… ma l’obbedienza prima di tutto e seguire i consigli sul look da parte del minculpop (ti vedremo te e Federico insieme a qualche evento speciale del PD, mano nella mano ?).
Immagino che tu non sia cosi’ schifosamente opportunista da aver fatto tutta ‘sta trafila per passare in 18 mesi dall’essere nessuno al ricevere una lettera di benvenuto sull’Unita’ da parte del potente del caso e quindi entrare dalla porta principale nelle stanze dei butun, magari senza squilli di trombe eh, ma certamente con una poltroncina piccina piccio’ gia’ pronta (insomma un manager di Citibank non si butta via, questo lo sa’ anche l’ultimo dei Fassini, non bisogna essere uno statista).
Immagino al contrario (sinceramente) che tu sia veramente voglioso di dire la tua con il massimo delle possibilita’ che ti verrebbero offerte da quello che hai fatto, e che non avresti altrimenti (triste ma vero).
Pero’… pero’… non riesco a farmi tornare i conti, di quante volte tu abbia citato la Binetti, Bobba, o anche solo la Serafini (!!!), di quante volte tu abbia criticato anche Grillini per non aver forzato la mano di piu’
non so’… non riesco a capire. 🙁
cito (ma solo uno e neanche uno di quelli piu’ clamorosi dei post che smentisci):
http://www.ivanscalfarotto.info/b2evolution/blogs/index.php?blog=2&m=20070316
(l’ambiziosissimo orizzonte del proprio ombelico… e tu entri nel PD 🙂 …dai!!)
Ma pensi veramente che nel PD ci sara’ spazio per chi anche solo boffonchiera’ contro Avvenire ???
Boh!
Immagino spiegherai.
@ anna. Ma tu lo segui Ivan?
Senza polemica, giuro, sono curiosa. E però io aspetto. Non sono proprio giovane (anche se non ancora sono perpetua), e il mondo in cui Ivan entra un po’ lo conosco. Per esperienza diretta e vecchie militanze. Non mi fido, non ci credo (più), ha bruciato troppi.
Poi questo non vuol dire essere disimpegnati. Come dice Sciltian sul suo blog, c’è varia roba che (forse) si muove. Vediamo.
O improvvisamente qui è “impegnato” e si sporca le mani solo chi si mette a costruire il pd, e per giunta dall’interno delle due principali vecchie case?
>Perciò, noi che lo seguiamo da
>tempo, sappiamo che non si piegerà
>alle forze che ha combattuto dal
>giorno zero. Se lo facesse
>sparirebbe, perdendo la sua >unicità:
Dove ? In Italia, la terra del trasformismo ?
No guarda…
Al di la’ delle scelte di Ivan (che e’ giusto faccia in autonomia) e’ bene chiarire che in Italia il metodo Stanislavski per aver successo politico (ma non solo) e’ Voltagabbannare di continuo.
http://www.emmabonino.it/news/3503
Ivan dimmi che è solo un pesce d’aprile!!!!
Bravo Ivan. questa é la leadership che mi aspettavo da te. Mentre tutti sembrano scappare da una impresa che soffre un momento di stanca, tu decidi di investirci e giocarti in prima persona. Domani vado anche io alla sede DS vicino a casa…
Ivan non condivido la tua scelta, in bocca al lupo e spero di non vederti trasformare in un perpetuo.
Regolare.
Una volta i comunisti – e anche gli altri – si iscrivevano alle sezioni. Roba da leninisti.
Oggi ci si può iscrivere alle direzioni. Scrivendo al segretario generale.
Democratico, no?
Avevo perso ogni speranza nel partito democratico, ma dopo questo post posso pensare che forse non tutto è perduto.
Tanti auguri, Ivan!
Cambiare da dentro! ma è più possibile in questa società? Mi spiego meglio con qualche esempio: ha ancora un senso stare nella Nato pensando di poter influire sulla politica estera Usa, oppure fare il Ministro dell’Economia di un paese europeo credendo di modificare le direttive della Comunità Europea, o diventare A.D. di una Società quotata in Borsa ed ritenere di modificare le logiche di mercato, e quindi andare al Governo e fare ciò che dall’opposizione ci parrebbe giusto. Forse sono pessimista ma credo che da dentro non si cambia ma si viene cambiati, oggi più di prima. Saluti
@Pimpa:
>Dove ? In Italia, la terra del trasformismo ?
>No guarda…
[…]
>Italia il metodo Stanislavski per aver
>successo politico (ma non solo) e’
>Voltagabbannare di continuo.
>http://www.emmabonino.it/news/3503
Argh! Mi hai mandato a leggere una roba che mi ha ricordato l’esistenza di Rutelli e la posizione della Bonino sull’Irak, caspita, mi vuoi proprio male!
Pazienza: io ho fatto il bravo e mi sono letto l’articolino, in cambio rispondi un po’, se ti pare.
1) C’è, nel panorama politico italiano qualcuno che ha più da perdere a voltagabbanare di Ivan, al momento? Escludi tutti i perpetui, perchè quelli se lo fanno lo fanno sapendo di guadagnarci.
2) Secondo te, senza prenderci dei rischi, come lo cambiamo questo simpatico costume italiota? Io propendo per appoggiare Ivan finchè rappresenta molte delle mie idee, e se smette, smetto anche io.
Saluti!
Sergio
Antonio
Cito: “Una volta i comunisti – e anche gli altri – si iscrivevano alle sezioni”
Infatti con questo metodo si è visto che classe dirigente da favola la sinistra è stata in grado di tirare fuori. Come se in quelle sezioni contasse il valore delle persone e delle idee…
Evviva! Un nuovo compagno valido ed intelligente per entrare nel PD da sinistra!
Caro Paulo, hai ragione. Non mi riferivo a questa classe dirigente (dei DS, e degli altri partitelli). Ho scritto una volta: quando il PCI arrivava a prendere il 30-35% dei voti, pur chiamandosi comunista.
Ivan Scalfarotto ha preso 27000 voti alle primarie – su più di 4 milioni, lo 0,6% – nonostante Repubblica e le TV. Ha fondato un’associazione che ha avuto forse 100 soci per tre mesi (e non esiste più, mi sembra). Ha scritto un libro, e tiene un blog: questa è la politica?
Un leader è uno che la gente gli va dietro, agratis, e senza spinte.
Se invece basta essere brillanti e un po’ telegenici, preferisco la Littizzetto. Vuoi mettere?
Ciao Ivan,
ti scrivo da buon ultimo, per dirti che il tuo gesto, la richiesta di iscrizione ai Democratici di Sinistra, mi conforta, mi entusiasma. La mia esperienza, per certi versi virtualmente prossima alla tua (professionalmente), mi testimonia che c’è bisogno di scuotere il sistema, la morale, l’etica di questo cazzo di paese gerontocratico e familista. Che manca di competizione e quindi di competitività. Che non sa premiare il merito e non sa coniugare il merito con la necessità di offrire pari opportunità a tutti. Ci sono tante questioni e tanti problemi da sviscerare e da risolvere. Fra questi, nella nostra comunità, bisogna affrontare prioritariamente il nodo del lavoro, della sicurezza del lavoro e del precariato del lavoro. 23 anni fa mio papà aveva la mia stessa età. I miei genitori avevano già tre figli. Mio papà era già un dirigente di una grossa impresa, mentre mia mamma era un’insegnante di ruolo. A 23 anni di distanza, con due lauree in ingegneria (civile ed ambientale), sto ancora cercando una dimensione di lavoro stabile, mentre la mia compagna (che sta studiando per una seconda laurea) vorrebbe insegnare, ma sarà di ruolo fra dieci anni, se tutto va bene. Il tuo ingresso nei DS mi fa sperare in un rinnovamento del Partito e della società. Sono felice. Grazie.
13 giorni
Mancano 13 giorni al congresso nazionale dei Democratici di Sinistra e mancano 13 giorni al compleanno di questo blog. Mi sembra che sul Partito Democratico si stia aggiustando il tiro. Mi sembra. Non ho frequantato molto il blog ultimamente. Dovevo st…
ma fassino c’ha le lettere fotocopia? dice sempre le stesse cose. sembra una di quelle lettere che arrivano per posta a dirti che hai vinto la lotteria, se solo compri le pentole…, cambia solo il nome dell’intestazione nella lettera, ma la solfa è sempre quella. Fumo, ben scritto, ma poco arrosto .
comunque ivan, questa decisione un po’ mi turba. ci penserò.
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