Approfitto del viaggio per tornare su un tema che mi ero perso a malincuore durante la pausa tecnica del blog. Come forse ricorderete, mesi fa avevo previsto che l’Aeroflot si sarebbe allegramente pappata l’Alitalia. Effettivamente a questo punto l’offerta Aeroflot-Unicredit è una delle tre rimaste in piedi e credo sia un’offerta assai solida sia sul piano finanziario che su quello industriale: l’Aeroflot ne guadagna un blasone magari decaduto, ma sempre meglio del suo, le rotte non si sovrappongono più di tanto, in questo modo l’Aeroflot non dovrà pagare i pesantissimi dazi presenti sugli aerei occidentali (che potranno essere introdotti nel paese come assets della controllata italiana) e la stremata Alitalia troverà un marito pimpante e molto, molto facoltoso.
Per una volta questa mattina sto facendo la mia tratta per Milano su un aereo russo. I voli delle due compagnie sono in code sharing, l’Aeroflot è partner di Sky Team da un po’ di tempo (si dice proprio in vista dell’acquisizione della sgangheratissima compagnia italiana), ma per qualche motivo forse legato agli orari mi capita sempre di volare su aerei e con equipaggio Alitalia.
In queste due prime ore di volo ho già rilevato una serie di segnali che dimostrano in modo fattuale e non equivocabile (si tratta dei soldi che appunto solo una delle due parti ha visibilmente a disposizione) per il quale Aeroflot sta per comprarsi Alitalia e non viceversa:
• L’Airbus A321 sul quale voliamo è nuovo di pacca.
• Le poltrone dell’aereo sono (sia in business class che in classe turistica) di una bella similpelle blu e non di liso tessuto verde optical.
• Le costosissime poltrone di business (esame visuale) sono larghe e quattro per fila, non sei come sull’Alitalia. Qui chi paga tanto, sta tanto comodo, sull’Alitalia chi paga tanto sta solo seduto davanti. Con chi volerò la prossima volta che viaggio per business?, viene da chiedersi. Peccato che i veri margini le compagnie aeree li facciano proprio su questi carissimi biglietti di business e che quel tipo di viaggiatore veda l’Alitalia, la sua scandalosa (ai limiti dell’anti-igienico) lounge-bivacco alla Malpensa e le sue striminzite poltroncine come il fumo negli occhi.
• Le poltrone di economy (prova pratica: sono felicemente seduto sopra una di esse) sono comode e imbottite, non rigide, convesse e cartonate. Lo schienale delle medesime non crolla dalla posizione 1 alla posizione 4, ma si regola in modo conveniente.
• Su questo volo mattutino, in classe economy ci è stato servito: prima un giro di succhi di frutta; poi una colazione calda (scelta tra pancakes caldi o omelette di verdure con contorno di funghi); poi ancora caffè e the. Non ho preso il caffè, ma il the che ho bevuto in una bella tazza termica gialla con marchio Aeroflot aveva sapore di the e, su richiesta, è stato possibile avere un’aggiunta di latte liquido di vera mucca, invece dell’inquietante emulsionante-macchiacaffè chimico Alitalia di cui pure vi ho parlato in un mio post precedente.
• Cibo e bevande sono state distribuite da uno steward ed una hostess, piatti e bicchieri sporchi sono invece stati ritirati da un altro membro dell’equipaggio vestito con un lungo grembiule blu tipo quello che hanno i camerieri nei ristoranti di lusso a Parigi.
Se – come temo – le proporzioni tra i budget di sicurezza e collaudi delle due compagnie sono le stesse del budget del latte, come viaggiatore abituale incoraggio caldamente i ministri Padoa-Schioppa e Bianchi a risolvere la trattativa senza indugi e a farci felici regalandoci presto l’Aliflot.
2 risposte a “L'Aliflot – parte seconda”
Ottima descrizione, buon per Aeroflot, che tra parentesi da chi è posseduta?
Ivan, l’aeroflot non è la manna piovuta dal cielo. Il parco aeromobili (88 in totale) è prevalentemente composto da vecchi Iluscin 96 e 86 e da Tupolev 154 e 134. Gli Airbus sono una minoranza. Per non parlare poi degli incidenti o mancati incidenti che quasi ogni mese accadono in Russia.