La scuola italiana è migliore, la qualità del nostro lavoro è migliore, per non parlare dello stile, del calcio eccetera. Ma se siamo i primi della classe, come mai ci scopriamo poi fanalino di coda in tutte o quasi le classifiche socio-economiche mondiali? Quando sento fare certi discorsi dagli italiani non posso che pensare a Montezuma.
Vi ricordate gli Aztechi all’arrivo dei Conquistadores spagnoli? Dicevano: e chi siete voi? Venite dal nulla, non siete che ombre, noi invece siamo i figli del Sole. Tutti poi sappiamo che fine fecero gli Aztechi. L’Italia si culla in questo complesso di superiorità e si sottrae al confronto, alla competizione e all’innovazione. Se da una parte la globalizzazione incalza come fattore ineluttabile, in tutto quel che può l’Italia si isola perché aprirsi significherebbe dover dichiarare, di lì a poco, che il re è nudo. Prendiamo la litania sull’italica creatività, l’innato senso della fantasia, doti che l’italiano medio probabilmente possiede in quanto individuo e che si esprimono spesso nella poco lusinghiera caccia alle scorciatoie. Vediamo questo skill che sarebbe impresso nei nostri DNA valorizzato nelle scuole, negli uffici e aziende italiane? L’arte dell’improvvisazione ha mai prodotto un reddito se non accompagnata da una organizzazione? Eppure mi è capitato di vedere uomini di marketing stracciare a parole i colleghi anglosassoni per la loro rigidità e ossessione per le procedure. Tutto spesso vero, per carità. Ma l’immagine che noi diamo nel mondo è quella di un sistema di ritardatari, estemporanei, gente che non è in grado di garantire la consegna di un servizio o di un prodotto nei tempi stabiliti, di mantenere la parola data e di rispettare una deontologia.
Prendiamo il mercato del lavoro. In Italia gli immigrati lavano i vetri ai semafori. A Londra spesso incontro conducenti di autobus e commessi che in Italia, mi raccontano, facevano i “vu cumprà” sulla spiaggia. Per non parlare degli immigrati di lusso. L’Italia attrae calciatori e poco più. L’Inghilterra reclama – ed è pronta a pagare – bancari, medici, ricercatori, docenti, ecc. In Italia i professionisti stranieri sono mosche bianche e infatti il sistema fatalmente si provincializza.
Gli italiani che trovi all’estero possono essere, generalizzando un po’, divisi in due categorie. Ci sono quelli che si trovano male per una negativa esperienza personale, per scarsa capacità di adattamento, perché diamine non siamo tutti uguali e tutti questi alimentano le schiere dei soldati di Montezuma. Ma dietro ai loro discorsi c’è un solo sentimento, legittimo ma certo non vettore di imparzialità, la nostalgia. Poi ci sono quelli che si trovano bene, principalmente perché in un sistema meritrocratico hanno ricevuto finalmente per quel che valgono, senza doversi necessariamente mettere in coda, o peggio a far da reggicoda. Quelli difficilmente torneranno indietro, specie se l’Italia non cambia radicalmente. Peccato si allarghi così la fossa fra un’Italia sempre più chiusa, sempre più “Piccolo Mondo Antico” e i suoi figli all’estero, i più allenati alla competizione globale, che potrebbero invece contribuire a sfatare il complesso di Montezuma, aprire e attrezzare l’Italia alle sfide che, volente o nolente, già la vedono affannosamente in ritardo.
3 risposte a “Il complesso di Montezuma – Gianluca Zucchelli”
Gianluca
Purtroppo hai perfettamente ragione. Troopo innamorati di se stessi gli Italiani (ed sono uno di loro)
non si sono accorti che siamo agli ultimi posti in tutto in europa e nel mondo.
Italia- Inghilterra
due paesi davvero lontani:
l’Italia, l’eterno bambino divertente e irresponsabile, l’ Inghilterra il genitore con le regole spesso troppo rigide e difficili da interiorizzare.
Gli uni emotivamente diarroici, gli altri emotivamente stitici. Eppure la cultura pragmatica sopraffa il tanto elogiato umanesimo. L’italia, paese di geronti e gerontocrati avvilisce la tanto apprezzata cultura e impedisce lo sviluppo e l’affermazione di coloro che stanchi sono costretti a fugare in terre piu’ fertili; ma …”what about” quelli che restano?
l’Inghilterra educa meno e forse cinicamente o furbescamente utilizza chi e’ gia’ educato anche se straniero . E’ l’Italia??? Educa, svalorizza, corrompe ed e’ stratosfericamente corrotta, mantiene il potere e non lo cede mai. Qualcuno dice “Italia tanto passato,poco presente, nessun futuro.” Con dolore, da emigrato penso a volte che sia vero. Altri paesi hanno dimostrato di saper crescere anche partendo da posizioni di svantaggio ( vedi Irlanda, Spagna) e l’Italia ha dimostrato solo di saper regredire. Dall’unita’ di Italia abbiamo praticamente quasi dimostrato di essere forse non sviluppabili. I soldi elargiti chissaddove chissaccome!, la nostra educazione…alle ortiche!! Non se ne sbatte davvero nessuno nel bel paese a cui non rimane altro che rifugiarsi nei tarallucci e vino mangiati con il vestito della festa!!
è vero, molti italiani imbecilli pensano che siamo i migliori, io vi dimostro che non è cosi, nel calcio siamo forti per carità, siamo secondi al mondo per quanto riguarda i mondiali, pero se poi guariamo negli europei facciamo schifo e ne abbiamo soltanto uno, la cucina italiana è buona ma non è considerata la migliore, in italia cè poco lavoro con degli stipendi miseri, di sicurezza ce ne poca, le città italiane nn sono brutte ma sono le piu sporche d’europa, certo abbiamo un bel mare specialmente al sud, ma le spiaggie sono tenute male, il governo italiano è la causa peggiore di tutto, siamo molto disorganizzati, omicidi a volontà, infine le donne italiane sono ritenute le piu belle dagli italiani, ma questa è una grossa cazzata, anche perchè quando l’italiano va all’estero cambierà subito idea, quindi spiegatemi come con tutti sti problemi si fa ad essere i migliori, facciamo pena a dir poco, credo che sia proprio il caso di preuccuparsi, l’italia sarà pur bella come paesaggio ma son tutte le cose che accadono nel suo interno che fanno cagare, ogni nazione ha i suoi piccoli problemi, ma come l’italia non penso che ne siano !!