11 Maggio 2007

Italia, stato di diritto – Filippo Zuliani

Cervelli in fuga

Nell’UE c’è chi sta cominciando a chiedersi se l’Italia sia ancora uno stato di diritto. La durata media di un processo è oramai arrivata a 10 anni, e parlare di certezza della pena suona quantomeno bizzarro. Da buon ex-pat osservo l’Italia dal di fuori, e ritengo esagerati i dubbi dell’UE. A parer mio, nonostante le sue inefficienze, l’Italia resta saldamente al riparo da derive autoritarie o sfiducia totale nelle istituzioni. Però…


Anziché risolvere direttamente il problema dei ritardi forensi, in Italia si è preferito delegare la stampa come supplente del burosauro legale. Visto che i tribunali non riescono a condannare i farabutti in tempi decenti, ci pensi la stampa con la gogna mediatica. Gli italiani forse non avranno giustizia, ma almeno si illudono di avere qualcosa che le si avvicina. In questo scenario si inserisce la recente legge Mastella, approvata di recente alla Camera. Tale legge, già rinominata legge “bavaglio” da alcuni giornalisti, impedirebbe la pubblicazione delle intercettazioni e di altri segretucci.
In controtendenza, sarei quasi contento se la legge Mastella passasse anche al Senato. In mancanza della stampa come surrogato della giustizia, gli italiani sarebbero infatti costretti a prendere coscienza di uno dei mali fondamentali del nostro paese: un sistema legale fatto per mantenere i 180.000 avvocati nostrani (contro i 40.000 francesi) e non per tutelare il cittadino. Un sistema legale ormai talmente al soldo di chi può “pagarsi la prescrizione” da far perfino dubitare l’UE che l’Italia sia ancora uno stato di diritto.