11 Maggio 2007

Perché Rosy Bindi non è idonea come ministro della Repubblica – Sciltian Gastaldi

Cervelli in fuga, Laicità

Gentile Rosamunda Bindi,
come ormai noto lei ha organizzato un convegno sulla Famiglia italiana dalla quale ha voluto escludere i rappresentanti delle associazioni omo e bisessuali italiane. Sarebbe un po’ come organizzare una conferenza di pace tra arabi e israeliani invitando solo gli arabi. In qualunque altro Paese occidentale, un ministro che scegliesse di discriminare in modo così aperto, chiaro e ufficiale i rappresentanti di una minoranza, all’interno di una discussione nazionale che vertisse sui diritti che toccano anche quella minoranza otterrebbe alcuni risultati immediati:
– il biasimo e le risate della stampa tutta, da destra a sinistra, con la conseguente richiesta di dimissioni;
– la richiesta di dimissioni da parte del proprio Presidente del Consiglio;
– la richiesta di dimissioni da parte dei propri alleati di governo, del proprio partito e dell’opposizione;
– la richiesta di dimissioni da parte degli intellettuali di ogni orientamento sessuale;
– la richiesta di dimissioni da parte degli esponenti della comunità Glbt e delle altre minoranze che, un domani, potrebbero venire da lei escluse all’interno di discussioni che le toccassero.


In Italia, abbiamo come Presidente del Consiglio un uomo che si definisce “cattolico adulto”, ma che sui temi dei diritti civili fondamentali non ha niente da invidiare a un Casini o un Fini, che sono leader di Centro e di Destra. Quindi lui non le chiederà le dimissioni. Non le chiederanno le dimissioni di certo i suoi compagni di partito (con l’eccezione della piccola componente di GayLeft, – prossimo il cambio di nome? – che si avvia ad avere il peso che hanno i Gay nel Partito Repubblicano americano, ossia zero), e forse nemmeno i suoi colleghi di coalizione, sebbene il ministro della Solidarietà sociale, il comunista Ferrero, le abbia annunciato il proprio ritiro dalla conferenza e stia cercando di insegnarle una cosa appresa dalla lettura della Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo e dalla lettura degli articoli 2 e 3 della Costituzione italiana. Sa com’è, Ferrero è ministro della Repubblica italiana tutta, non soltanto di quella che piace a Ratzinger. Lei, chiaramente, non lo è.
Lei, imperterrita, continua a sostenere che il problema non esiste: per lei la famiglia è “solo quella dell’art. 29” dove come saprà non si parla di uomo e donna, bensì di coniugi, come in Spagna e in Canada. Eppure che la questione del riconoscimento di pari diritti a una fetta della popolazione italiana che pari diritti non ha, è evidente. La sola cosa che le consente di tenere gli occhi serrati è la sua concezione fideistico-religiosa del diritto civile. Una concezione che fa a cazzotti con i principi del diritto moderno e che la rendono del tutto inadeguata a ricoprire un qualunque incarico politico o amministrativo.
Signora Bindi, lei in Occidente sarebbe lo zimbello dell’intera società. In Francia Sarkozy si guarderebbe bene dal nominarla a proprio ministro della Famiglia, ritenendola inadeguata. Taccio di ciò che direbbero di lei in Canada, Spagna, Scandinavia, Regno Unito, Germania. O negli stati costieri degli Usa e in Sud America. Ma in Iran, invece, sarebbe considerato un ottimo ministro. Anzi no: dimenticavo che lei è donna. In Iran devono ancora arrivare a consentire al suo gruppo sociale le pari opportunità. Proprio come in Italia verso le persone non eterosessuali. Allora sa dove potrebbe fare il ministro della Famiglia lei? In Kentucky. Lì, nella “Bible Belt” americana, dove i cristiani fondamentalisti creazionisti governano, lei sarebbe vista di buon occhio. Vede? Mi sbaglio ancora. Lei non è sposata e non ha figli. Nemmeno nel Kentucky avrebbe un futuro politico. Le resta proprio solo l’Italia.
E allora si dimetta, lo faccia per lei e per il suo Paese, che è anche il mio, purtroppo.

5 risposte a “Perché Rosy Bindi non è idonea come ministro della Repubblica – Sciltian Gastaldi”

  1. Sciltian ha detto:

    Aggiunta: anche il ministro Bonino ha declinato l’invito, come Ferrero, e per le stesse motivazioni.

  2. Lucia B. ha detto:

    Dibattito trasmesso dalla radio, qui in UK, questa sera, sull’eredità di Blair. Erano rappresentati laburisti, liberal democrats e conservatori. Tutti e tre hanno detto (ed il pubblico ha applaudito) che tra le cose decisamente positive dell’eredità di Blair ci sono la spinta in avanti per le pari opportunità e le civil partnerships.
    Tutti e tre lo hanno detto. Ed il pubblico ha applaudito.
    (In Italia solo il 30% è favorevole al riconoscimento dei diritti civili a coppie omosessuali, secondo il sondaggio pubblicato oggi su Repubblica)

  3. Sciltian Gastaldi ha detto:

    Sarebbe un punto di chiarezza avere una riforma segregazionista della Costituzione italiana, da parte di questi signori del Family Day.

  4. Anonimo ha detto:

    Gentile Sciltian,
    mi dispiace non dover essere, per una volta, d’accordo con te; il ministro Bindi è uno dei migliori ministri del govero Prodi II, secondo il mio modesto parere.
    Rivendica la propria fede,mantenendo pero’ il giusto distacco tra fede e Stato seguendo le orme di ben altri politici come De Gasperi.
    Una delle poche o dei pochi oramai a difendere i DICO, che ha portato avanti le proprie idee anche con enormi difficoltà.
    Mi dispiace, al convegno della Famiglia non poteva invitare le associazioni gay non era proprio possibile;gli omosessuali devono avere pari diritti e pari dignità rispetto agli etero, la loro condizione deve essere considerata normale come le altre e tutelata dalla legge quando sfocia in un’ unione di fatto ma ad oddi e forse nemmeno domani puo’ considerarsi famiglia almeno fino a quando non si cambia la costituzione.
    cordiali saluti
    manuel monti

  5. argo ha detto:

    Il problema della famiglia. Mi chiedo quanti giovani etero riescano oggi a formarsi realmente una famiglia e a portarla
    avanti tra tanti problemi. Il fatto che la Bindi non abbia invitato una minoranza forse non è importante per la maggioranza.
    Ma la maggioranza delle persone forse dovrebbe chiedersi se realmente si voglia affrontare il problema.
    L’iniziativa della Bindi mi sembra manchi proprio di questa volontà. Perchè altrimenti e giocoforza si sarebbe dovuto
    allargare il dibattito. Pensare alla famiglia come a quella che avevano i nostri genitori temo purtroppo non funzioni molto.
    Anche la Bindi dovrebbe rendersi conto di questo. Onestamente penso che per lei deve essere difficile confrontarsi seriamente su questo tema. Un po’ per la cultura da cui proviene un po’ anche per convenienza politica.
    Perchè detto tra di noi alla Bindi invitare le associazioni gay costerebbe un po’ di consenso.
    Allargare i diritti conveniene a tutti. Quando si cominciano a chiudere le porte una volta tocca a uno ma la prossima tocca all’altro.