Sciltian Gastaldi, voce della laicità di questo blog, chiede qualche riflessione sul bagno di sangue del centro-sinistra alle elezioni amministrative. Io vorrei focalizzarmi sul palese rifiuto del nord verso la politica attuale. Non credo sia un rifiuto limitato al governo Prodi ma sia un segnale più generale. Credo che il nord sia stufo dell’attuale nobilità politica che guarda i problemi dall’alto, tace e non interviene.
Renato Soru, presidente della Regione Sardegna, già nell’ultima puntata di Ballarò anticipò le ragioni di questa disaffezione: “Meritocrazia, la necessità di premiare chi merita di più, in base alle capacità. Le capacità di oggi sono la conoscenza, l’istruzione, la qualità del sapere che ognuno si porta addosso.
Tutte le brutte situazioni che vediamo nascondo dalla ricerca di un lavoro. E che risposte diamo oggi alle necessità del lavoro, sui nuovi lavori, sulla qualità del lavoro? Forse non ci ricordiamo abbastanza che i dati sull’istruzione oggi sono molto cattivi, e anche più cattivi al sud. Noi oggi ci confrontiamo con i paesi della nuova Europa. Nella Repubblica Ceca il 90% delle persone ha un diploma di scuola media superiore, mentre il 40% ha una laurea. Nel nostro sud, invece, i diplomati sono solo il 40% e i laureati il 7%. Dobbiamo alzare le nostre statistiche di un fattore 5 o 6, altrimenti continueremo a parlare di declino, di antipolitica, di corruzione. Continueremo a parlare di tutto ma non avremo gli strumenti per risolvere nulla.”
Come ha ricordato anche Ivan nella sua recente chiaccherata con Stephen Brown della Reuters , di 18.651 insegnati universitari solo 9 sono under 35. Se vogliamo tagliare il traguardo indicato da Soru e dare la certezza di un lavoro dignitoso a tanti italiani stufi di stage e co.co.pro, è necessaria una radicale riforma universitaria e del lavoro. Il nord vuole risposte, non ciambellani. Senza risposte concrete la diaspora dalla partecipazione politica – e quella dei cervelli in fuga cer- continuerà nonostante possibili cambi di direzione del vento parlamentare.
8 risposte a “Il bagno di sangue – Filippo Zuliani”
Finalmente, anche in questo blog, si comincia a parlare della “questione settentrionale”; per chi si ponga l’obiettivo di rinnovare la politica italiana credo sia un argomento ineludibile e sul quale finora, qui dentro, ho visto poco, davvero troppo poco.
Leggere i commenti post elettorali di qualche autorevole esponente di sinistra, che pensa di ricondurre la disaffezione dell’elettorato di centrosinistra del nord alle problematiche non affrontate del precariato ecc., mi fa pensare che chi ragiona così non sa proprio di cosa sta parlando.
In provincie dove non si trova un laureato in economia e commercio interessato ad avviare un praticantato RETRIBUITO in un grosso studio professionale nemmeno mettendo un’inserzione su internet (esperienza di vita vissuta), non mi si venga a dire che il problema centrale è il precariato. Non voglio certo dire che questo problema al nord non esista, ci mancherebbe. Sto solo dicendo che al nord, statisticamente, questo non è il cuore del problema.
Proviamo allora a cominciare parlare dei problemi “veri” del nord.
Parliamo di quelle realtà, in genere fortemente dinamiche ed innovative, dove non esite un euro di nero, si pagano imposte su livelli impositivi scandinavi e si scopre poi di “non essere congrui” secondo quella perla di idiozia che sono gli studi di settore.
Parliamo di quelle realtà dove esistono dinamiche del lavoro (in termini di relazioni interne, retribuzioni ecc.) che sono distanti anni luce (in avanti) dai contratti collettivi di lavoro, ed in cui i lavoratori quando sentono parlare un sindacalista gli chiedono se ha la febbre o se vive su Marte.
O di quelle realtà dove non si fa una piega nel pagare centinaia di migliaia (o milioni) di euro all’anno di imposte ma a cui nessuno è in grado di spiegare (per il semplice fatto che la spiegazione, semplicemente, non esiste) perchè si debbano spendere anche solo mille euro per “mettersi in regola” in materia di privacy anche se non sei una struttura sanitaria, in materia di antiriciclaggio anche se non sei una banca, o in materia di responsabilità in caso di illeciti commessi dai propri dipendenti se non sei un’associazione mafiosa o un’agenzia viaggi che si occupi di turismo sessuale.
Parliamo di tutte le persone che ogni anno versano fra il 30 e il 45% del proprio reddito in imposte e se devono prendere il treno tutti i giorni per andare a Milano devono salire su convogli sui quali fa letteralmente schifo sedersi, se imboccano l’autostrada devono mettere in conto di viaggiare a 20 all’ora di media e l’elicottero non se lo possono comunque permettere.
Parliamo di come è stato possibile arrivare al fatto che il 50 % circa degli insegnanti, che dovrebbero formare i nostri figli (!?), sia composto da persone che, nella migliore delle ipotesi, hanno poca voglia di lavorare, ma fra cui vi sono anche presenze non sporadiche di psicopatici veri e propri, maniaci sessuali e altre amenità varie. E parliamo, soprattutto, di come sia possibile che nessuno, ma proprio nessuno, sembra avere la possibilità (oltre che la volontà) di licenziarli in tronco. Al massimo li trasferiscono, esattamente come ha fatto la Chiesa cattolica con i preti pedofili.
Quando saremo in grado di dire qualcosa su questi e su molti altri temi, allora forse potremo capire perchè al nord la sinistra proprio non tira. E perchè lì tiri invece aria brutta, molto più brutta del semplice risultato elettorale a favore della CDL.
Caro Mario, nel mio post, quando accennavo a risposte del mercato del lavoro,io parlavo di mercato del lavoro in generale. L’esempio del precariato era, appunto, solo un esempio (che ho vissuto sulla mia pelle).
Il nord vuole produrre, il nord e’ stufo di fare il “ciuco saltafossi” che produce e mantiene il resto d’italia. Il nord vuole un mercato del lavoro a misura di lavoro e non di commercialista/avvocato/asl. Si e’ stufato di governanti incapaci. E’ pero’ indubbio che al nord serve anche nuova conoscenza. I tempi sono cambiati Mario. Oggi la buona volonta’ individuale, le nottate spese coi calzini di lana ad ingrandire il capannone aiutano ma non bastano piu’. L’Italia intera, anche l’operoso nord, ha un tessuto economico basato sul piccolo, e cio’ non giova in un’epoca di grandi meccanismi globali. Il mercato del lavoro va aggiornato ai tempi che corrono, altrimenti continueremo ad aprile migliaia di piccole aziendine che crolleranno come castelli di sabbia al primo assalto dell’impero straniero.
da Oliviero D. per gli amici:
“Che valutazione dà della questione “Polo Nord”? Cos’è successo, a sinistra, in quelle città?
E’ semplicistico dire che non ci ha votato il “popolo delle partite iva”, perché quelli già non ci hanno votato nel 2006. Sono mancati i voti dei pensionati e dei lavoratori salariati, cioè di quelle persone che si aspettavano, una volta vinte le elezioni politiche, di vedere migliorata la loro condizione di vita. E questo non è avvenuto.”
Filippo, grazie per l’attenzione, me ne accorgo solo ora.
Buffo, alcune ore ho postato la quasi intera intervista di Oliviero Diliberto sul mio blog. Quella da cui Lillà ha ripreso la risposta qui su.
Soru e Diliberto dicono, in buona sostanza, la stessa identica cosa.
Un governo di centrosinistra deve dare una risposta ai precari, agli stagisti, a chi cerca di entrare o di rientrare nel mondo del lavoro. Deve far sì che i professori di ogni ordine di scuola secondaria o primaria guadagnino ALMENO 1.600 euro al mese come salario d’ingresso e possano avere degli scatti legati all’anzianità e alla produzione di ricerca e di nuovi metodi di insegnamento. Deve riconoscere un bonus da scalare per le tasse universitarie per ogni esame passato con un minimo di 27 agli studenti universitari, e da 25 ai meno abbienti. Deve rendere l’insegnamento un lavoro da gente ambiziosa e prestigiosa, perché è nella scuola che si forma il cittadino italiano di domani, non altrove.
Un governo di centrosinistra deve varare una riforma delle pensioni che tenga conto che si vive molto di più e qualcuno vorrà/dovrà lavorare più tempo, ma non tutti possono né vogliono farlo, e penso ai lavori usuranti. Deve dare opportunità per gli artisti (e includo nella categoria perfino i giornalisti, che aspettano il rinnovo del contratto da 2 o 3 anni, ma occorre ridare impulso con legge intelligenti all’industria del cinema e al teatro, perché sono il biglietto da visita del Paese all’estero, e incidono sulla nostra industria maggiore, il turismo). Deve rendere le nostre città più pulite, perché se smettono di arrivare 15 milioni di turisti all’anno nello Stivale, chiudiamo bottega e andiamo in bancarotta.
Un governo di centrosinistra deve garantire una Giustizia più rapida. Si possono ridurre a due i gradi di giudizio e piantarla con i condoni e le amnistie. Se a me il mio editore non mi paga i diritti d’autore, quando gli faccio causa nel giro di un anno o due al massimo io devo avere i miei soldi tramite azione giudiziaria.
Un governo di centrosinistra deve distruggere clientele, nepotismi e raccomandazioni. La meritocrazia deve essere il principio cardine. Ti chiedo di fare questo perché tu hai le competenze per farlo e sai farlo meglio di altri.
Un governo di centrosinistra crede negli artt. 2 e 3 della Costituzione che recitano che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge e devono avere gli stessi diritti civili. Perché l’Italia ospita il Vaticano gentilmente, non ne è una colonia. Così come non dovremmo più essere una colonia degli Usa. Dobbiamo essere europeisti fino in fondo, anche prevedendo di spendere più soldi negli armamenti, se questo significa esercito europeo e fine delle servitù Nato.
Realizziamo questo programma e vedete come arrivano i voti…
Fabio, non ridimensionare il mio ragionamento ad una scontata litania a favore del “popolo delle partite IVA”.
Quando parlo di trasporti al collasso, sto parlando sopratttutto di pendolari lavoratori dipendenti.
Quando parlo di scuola, parlo di uno sfascio che riguarda tutti.
E in ogni caso, una sinistra che dia per scontato di non avere nulla da dire a tutti coloro che fanno impresa o che esercitano una professione in modo dinamico ed intelligente è una sinistra vecchia, perdente, superata dai fatti della storia.
Proprio perchè i tempi sono cambiati, perchè il mondo è cambiato.
O ci si accorge di questo, con i fatti, non a parole, oppure tanto vale lasciar fare ai vari Rutelli, D’Alema, Bertinotti & Co. che sono bravissimi nel loro percorso per ributtarci – tutti – in braccio al Cavaliere o a chi verrà dopo di lui ….
Filippo, non Fabio (scusa l’errore).
x Mario: guarda che il popolo della partite IVA lo ha nominato Lilla’ 🙂
x Sciltian: concordo con te. Ma non dimenticare un particolare tutto italiano: dietro ad ogni inefficienza c’e’ lavoro, privilegi e bonus. Per fare quello che dici tu bisogna sradicare mille sacche e feudi di inefficienze remunerative (per alcuni). E’ incredibile come in Italia si impieghino le energie per riempire le nicchie aperte dalla inefficienze invece di risolvere le inefficienze stesse. Esempio? il trasporti pubblici che fanno schifo non dispiacciono certo alle compagnie assicuratrici (carissime), alla FIAT (che vende auto), alle compagnie petrolifere (in Italia la benzina ha i costi piu’ alti d’euopa), allo stato (che incamera accise). Per rinnovare tutto questo marasma non basta una cricca di ciambellani.
Tema interessante. Vorrei dire tante cose ma una domanda mi blocca. Mi impietrisce. Perchè al centrosinistra si deve
chiedere di mettere a posto quello a cui nessuno ha mai voluto mettere mano ? Perchè questa spinta morale che la gente sembra non capire ? C’è qualcosa che non capisco scusate.
Allora devo tornare alla realtà che vivo ogni giorno. Io vivo in Friuli. Una piccola regione in cui però le cose succedono
prima che altrove. Qui il centrosinistra ha vinto grazie alla follia dei politici locali del centrodestra.
Una vittoria storica per noi. Una vittoria che avrebbe potuto essere non estemporanea ma avere una sua continuità nel tempo.
Ammettete potrei dire le stesse cose dell’Italia.
A questo punto non si è sentito più la spinta al cambiamento che era avvenuto senza peraltro un grande merito del centrosinistra. Gli accordi politici sottobanco erano tesi a premiare i potenti tecnocrati di ieri che volevano riciclarsi. Per non parlare delle divisioni tra le forze politiche. Non certo basate su argomenti veri e importanti per la gente.
Per non parlare della gestione degli argomenti spiccioli. E sì che di gente competente ce nè. Ma si sono scelti a vari
livelli e ruoli le solite mezzecalze ammanicate. Dalla Sanità ai trasporti del”immondizia alle Aziende del gas. Un panorama deludente tra piccoli litigi di ogni sorta.
Ammettete potrei dire le stesse cose dell’Italia.
Allora forse le cose da risolvere non sono così tante. Forse basterebbe coerenza e onestà intellettuale e forza per portarle avanti. Scusate l’irruenza. Non è una critica verso chi scrive in questo blog. Però è una critica verso i nostri politici. Ma ve lo immaginate voi un Berlinguer che se ne va a vedere due barche con un grosso industriale al seguito piuttosto che partecipare a un importante riunone di governo. Che poi come uno scolaretto si scusa dicendo di essere
stato giustificato dalla maestra ,nel caso specifico il capo del governo.
Queste cose pesano come macigni nell’immaginario delle gente.