Mi è arrivata una mail con questo testo che ho trovato assolutamente irresistibile.
Costruire il PD in 10 facili mosse.
In questo momento storico molti Paesi si affacciano per la prima volta sulla scena della democrazia. E’ giusto che queste nazioni dalle istituzioni ancora fragili possano mettere a frutto le esperienze di Paesi come il nostro per costruire un futuro migliore. A questo scopo vogliamo fornire loro un semplice decalogo su come costruire un Partito progressista, moderno, laico e unitario: il Partito Democratico.
1. Preparare accortamente l’elettorato alla nascita del nuovo partito. Adottare una limpida strategia politica per cui ci si presenta uniti alle elezioni politiche e divisi alle amministrative, uniti ad Asti e divisi ad Alessandria, uniti alla Camera e divisi al Senato. Comunicare con chiarezza l’idea che il partito unico è l’ultima cosa al mondo che vorreste fare, ma visto che gli elettori inspiegabilmente si ostinano a preferire un solo partito a 12, ob torto collo cercherete di provvedere.
2. Avviare la fase costituente del partito con una serie di litigi e polemiche, preferibilmente su questioni di nessuna rilevanza presso i cittadini: a quale gruppo aderire al Parlamento Europeo, se sia meglio la legge elettorale tedesca o spagnola etc.
3. Una volta esauriti gli argomenti di litigio di attualità, dedicarsi al passato aprendo un proficuo dibattito sul Pantheon del partito, con astiose recriminazioni sulle figure storiche di Craxi, Berlinguer, Gramsci, Giolitti e Federico II di Prussia
4. Incaricare un gruppo di 12 signori detti i Saggi (in alternativa: i Vegliardi, gli Illuminati) di redigere il Manifesto del partito, in cui vengano stabiliti con chiarezza dei principi quali la presenza delle donne ed il ricambio delle classi dirigenti. Fare in modo che almeno uno dei Saggi chiarisca che non aderirà al partito democratico, onde sottolineare la granitica volontà dei gruppi dirigenti.
5. Formare un Comitato promotore del partito senza rispettare i principi stabiliti al punto precedente. Fare in modo che vi siedano poche donne, nessun giovane, nessun immigrato, che tutti siano politici a tempo pieno. Assegnare al Comitato dei compiti fumosi ed incomprensibili.
6. Dividere i posti nel Comitato su base rigorosamente partitica e correntizia. Cinque a te, sei a me, tre a lui. Fare in modo che le quote della spartizione finiscano dettagliatamente sui giornali, onde i militanti possano apprezzare il clima di generosità e reciproca fiducia che anima il progetto.
7. Nel frattempo, non organizzare alcuna iniziativa comune tra i militanti dei diversi partiti. Non una festa, non un incontro, non una manifestazione. Tenerli separati fino all’ultimo momento come sposi in un matrimonio indiano. Se vi sono manifestazioni concomitanti, spedirne alcuni da una parte ed altri dall’altra.
8. Organizzare le elezioni primarie. Dividersi e litigare sulla data, sul ruolo e la natura degli organismi da eleggere, sulle regole per eleggerli. Fare in modo di eleggere un organismo agile, di non meno di 1800 componenti, con una scheda elettorale grande come un lenzuolo che possa essere messa alla berlina sui giornali della destra.
9. Scatenare una sorda lotta per la leadership, con colpi bassi e manovre di corridoio, ma senza dichiarare che ci si candida e con quali progetti. Evitare in tutti i modi una competizione chiara, comprensibile, trasparente e in cui a decidere siano gli elettori
10. Straparlare, farsi intervistare, litigare, lanciare degli ultimatum. Privilegiare l’interesse personale, di corrente, di partito su quello generale. Fare insomma di tutto perché i milioni di persone che credono sinceramente in questo progetto e vorrebbero farne parte e trasformarlo in un evento storico finiscano per esserne profondamente e definitivamente disgustate.
47 risposte a “10 facili mosse”
Veramente spiazzante, lascia senza parole.
Ma un posticino per te tra i saggi non potevano trovarlo? tieni duro che ce la faremo a cambiare le cose, e saranno proprio quelli come te a dare il contributo decisivo.
Ecco, la regola no. 10 sarebbe da marchiare a fuoco sulle teste assai dure di tutta la banda del PD…
Ma non capirebbero ugualmente..
Baci, Ivan
Aggiungerei: una volta formato il Comitato di 45 (diconsi 45) persone, fare in modo che poi le regole per la costituente (cioè il motivo di esistenza del Comitato) vengano scritte da sole tre persone … rigorosamente esterne al comitato.
Perchè in realtà è questo che sta succedendo.
Il Pena Rossa che è uscito fuori accanto al mia nick non era voluto.
Però che dire: lapsus freudiano o … triste realtà?
La realtà è molto più semplice: non si può fare un partito unico tra laici e cattolici integralisti, a meno che i laici rinuncino alla loro laicità. Le teorie sull’egemonia gramsciana sono evaporate con l’invenzione di una legge elettorale che priva gli elettori della preferenza. Le liste del PD avranno sempre un ex diessino e un ex margheritino, anche e soprattutto nelle zone rosse. Così la composizione parlamentare sarà al 50% (e tutti sopra i 50 anni, o quasi).
Stavo chiacchierando con una coppia di amici che sono entrambi liberi professionisti.
In realtà ero andato per vedere la loro splendida bambina che si chiama Sofia che sta imparando a comunicare con occhi di azzurro intenso presi dalla mamma ed urletti, al momento alquanto disarticolati.
Lei mi diceva che, nella speranza di trovare un movimento che proteggesse i suoi interessi, era andata all’incontro di un movimento che si sarebbe dovuto trasformare nella voce dei giovani liberi professionisti.
Come autoproclamati leader di questo movimento a favore dell’efficienza, della meritocrazia e della giovane imprenditorialità si è trovata di fronte due frizzanti giovani: Biondi e Dirella.
Intendo proprio quel Biondi Alfredo, classe 1928, esimio ex-ministro della Repubblica e Dirella (credo Elio) ex presidente dell’ordine degli avvocato genovesi che si era distinto nella guerra agli avvocati che infangavano la prassi consolidata facendosi pubblicità.
Inutile dire che ella, sconfortata, se ne è tornata a casa.
In fondo, però, noi che ci lamentiamo dell’assenza di giovani nei direttivi dell’attuale gerontocrazia siamo degli illusi e degli sciocchi.
Scusate ma la generazione prima della nostra ha vissuto un’era ricolma di possibilità basata su di un debito che stava venendo scaricato sulle nostre spalle, la gente che si è data una pensione che verrà pagata taglieggiando le nostre, occupa posizioni direttive per le quali non è qualificata occupandosi unicamente di evitare la concorrenza altrui (evitando qualsiasi progresso) e, soprattutto, coloro che vivono grazie alle rendite di posizione… bhe… costoro… per quale motivo dovrebbero confrontarsi con noi?
Può apparire paradossale ma è proprio la forza delle nostre ragioni che ci preclude ogni discussione almeno finché ci ostiniamo a chiedere gentilmente udienza.
Finché non formiamo un movimento o un partito abbastanza forte da fargli paura questi non inizieranno mai un confronto con il quale possono solamente perdere parte di ciò si sono ingiustamente accaparrati.
Dall’apertura del vaso di Pandora uscirono tutti i mali del mondo tranne uno: “la perdita della speranza”. La speranza è forza.
Ivan, io spero in te ed in coloro che scrivono su questo BLOG.
E quando sei stanco, magari, ti do una scrollata ma ciò non vuol dire che il mio rispetto e fiducia siano scemati… anzi.
Quando le battaglie sono dure, la stanchezza ci sta.
Pero ritengo che a Sofia dobbiamo tutti qualcosa.
Anche quei dinosauri sanno di doverle qualcosa solo che loro se ne fregano.
E’ un fregarsene che non costa nulla a chi, come loro, si è venduto l’anima già da tempo.
A noi invece deve fregare.
Noi siamo ancora vivi.
Guido
“Finché non formiamo un movimento o un partito abbastanza forte da fargli paura questi non inizieranno mai un confronto con il quale possono solamente perdere parte di ciò si sono ingiustamente accaparrati.”
E’ questo il punto. Creare qualcosa di nuovo, non aggregarsi al vecchio. Ivan, lascia perdere il PD che non porterà a niente, le premesse dicono tutto. Prendi Adinolfi e digli di convincere Capezzone. Fondate un bel partito di under 45 e da lì si inizia un’era veramente nuova.
Il resto è tempo perso. Ma te ne accorgerai da solo entro fine anno, col PD.
Appoggio in pieno la tesi di Upanisad…
Direi che le aspettative sul PD sono state AMPIAMENTE tradite ancora prima che il partito abbia preso visibilità, e mi sa che sia uno di quei casi dove riparare significherebbe mettere a posto un qualcosa che non funzionerà mai bene, perchè è il progetto di base che non funziona…
Ecco, anche l’intento di sfoltire la miriade di partitini del centrosinistra sia fallito. Muoiono i DS e la Margherita e nascono, ad oggi: Partito Democratico, Partito della sinistra laica, Partito under 40.
Si, si, mi sembra proprio giusta la direzione.
Splendido
complimenti all’autore
Aggiungerei un punto riferito a Fassino e D’Alema ed alle recenti rivelazioni:
-Invischiarsi con banchieri e finanzieri truffaldini per entrare nei salotti buoni (si fa per dire) dell’economica italiana.
alcuni di questi 12 motivi mi hanno spinto ad abbandonare i ds, per aderire a sinistra democratica…
Secondo me un partito degli under-40 non sarebbe una buona idea in quanto sarebbe, già in partenza, un partito senza futuro.
Giusto per fare un esempio interessato, io potrei starci per soli quattro anni e non avrei il tempo di veder portare a termine quelle azioni alle quali vorrei contribuire.
Quello che ci serve è invece un partito di coloro che, guardando il futuro, abbiano voglia, nelle sue politiche, di guardare ai prossimi 25-30 anni ed agire con coraggio.
Penso che ne verrebbe fuori un partito che si oppone a tutti quei meccanismi che sono stati concepiti per impedire ai giovani ed alle donne di competere ad armi pari con chi li precede.
Un partito che usi sistemi estremamente trasparenti per scegliere i suoi rappresentanti e per far circolare le informazioni.
Un partito che scelga i suoi leader e poi li segua con coraggio fino al momento stabilito per la successiva verifica. A quel punto, metta a disposizione di tutti coloro che li vogliano sfidare i mezzi per una competizione sana e corretta.
Un partito di forti competenze politiche (perché la politica è l’arte che permette a molti uomini di stare assieme senza tagliarsi la gola), supportate da forti competenze tecniche (perché se il politico decide il cosa, il tecnico gli dice come), e basate su una base onesta, informata ed artefice di un partecipe controllo sulle attività dei leader.
Un partito senza nessuno che dica “tanto peggio tanto meglio”.
Un partito che utilizzi le nuove tecnologie perché ad esse può accedere chiunque e chiunque le può utilizzare dare il proprio contributo alla fucina delle idee comuni.
Un partito che, a parità di qualità, tra il vecchio ed il nuovo, sappia scegliere il nuovo.
Un partito fatto così non potrebbe non scardinare l’attuale sistema che si basa sullo sfruttamento dei lavoratori qualificati fino a causarne la fuga all’estero o la morte celebrale.
Un partito così imporrebbe che i contratti di formazione siano “formanti”.
Metterebbe il “succession planning” alla base di ogni politica produttiva in quanto le grandi cose non si fanno in 5 anni.
Imporrebbe una vera politica demografica e di protezione della famiglia in quanto essa è la fabbrica che produce cittadini fisicamente e psicologicamente sani. E sarebbe consapevole che essa non è favorita dalla rimozione dei diritti agli omosessuali ma è basata sull’assegnazione di diritti sacrosanti alle madri ed ai bambini stessi.
Farebbe saltare il taglieggio infame (basato su affitti di 1500 € o, come alternativa, su mutui trentennali di 1000€) che nega a “giovani” lavoratori trentenni, pienamente produttivi e preparati, il diritto ad una abitazione o che lo trasforma in una catena strette ai loro polsi.
Riformerebbe la pubblica istruzione restituendo dignità ai diplomati (la cui mancanza si sente pesantemente nel tessuto produttivo), abbatterebbe il concetto di “produzione di laureati” (manco fossero chiodi o orinali di terracotta) e garantirebbe un bilanciamento tra studi effettuati e compensi percepiti una volta al lavoro.
So che sembrano sogni ma, in realtà, queste non sono altro che banali considerazioni ognuna delle quali potrebbe essere facilmente giustificata mostrando come, in caso contrario, questo paese correrebbe verso un baratro di povertà, infelicità ed ingiustizia.
Quindi, a noi, non serve gente necessariamente al di sotto di una certa età quanto gente che non dica “tanto non ce lo lasceranno mai fare” e che invece sia convinta che, anche in condizioni di inferiorità, bisogna combattere comunque per un futuro migliore per tutti.
Perché, quando la paura bussa, se il coraggio va ad aprire, nove volte su dieci scopre che non era nessuno.
Perché gli uomini integri ed onesti possono essere battuti ma non sconfitti in quanto, chi non bara, può sempre pretendere la rivincita mentre a chi bara e perde non gli rimane nemmeno la dignità.
Perché è solo quando vincono i buoni che il film finisce veramente.
E perché l’alternativa sarebbe peggio della sconfitta.
In altre parole ci serve gente che sia giovane… anche se ottantenne.
Secondo me un partito degli under-40 non sarebbe una buona idea in quanto sarebbe, già in partenza, un partito senza futuro.
Giusto per fare un esempio interessato, io potrei starci per soli quattro anni e non avrei il tempo di veder portare a termine quelle azioni alle quali vorrei contribuire.
Quello che ci serve è invece un partito di coloro che, guardando il futuro, abbiano voglia, nelle sue politiche, di guardare ai prossimi 25-30 anni ed agire con coraggio.
Penso che ne verrebbe fuori un partito che si oppone a tutti quei meccanismi che sono stati concepiti per impedire ai giovani ed alle donne di competere ad armi pari con chi li precede.
Un partito che usi sistemi estremamente trasparenti per scegliere i suoi rappresentanti e per far circolare le informazioni.
Un partito che scelga i suoi leader e poi li segua con coraggio fino al momento stabilito per la successiva verifica. A quel punto, metta a disposizione di tutti coloro che li vogliano sfidare i mezzi per una competizione sana e corretta.
Un partito di forti competenze politiche (perché la politica è l’arte che permette a molti uomini di stare assieme senza tagliarsi la gola), supportate da forti competenze tecniche (perché se il politico decide il cosa, il tecnico gli dice come), e basate su una base onesta, informata ed artefice di un partecipe controllo sulle attività dei leader.
Un partito senza nessuno che dica “tanto peggio tanto meglio”.
Un partito che utilizzi le nuove tecnologie perché ad esse può accedere chiunque e chiunque le può utilizzare dare il proprio contributo alla fucina delle idee comuni.
Un partito che, a parità di qualità, tra il vecchio ed il nuovo, sappia scegliere il nuovo.
Un partito fatto così non potrebbe non scardinare l’attuale sistema che si basa sullo sfruttamento dei lavoratori qualificati fino a causarne la fuga all’estero o la morte celebrale.
Un partito così imporrebbe che i contratti di formazione siano “formanti”.
Metterebbe il “succession planning” alla base di ogni politica produttiva in quanto le grandi cose non si fanno in 5 anni.
Imporrebbe una vera politica demografica e di protezione della famiglia in quanto essa è la fabbrica che produce cittadini fisicamente e psicologicamente sani. E sarebbe consapevole che essa non è favorita dalla rimozione dei diritti agli omosessuali ma è basata sull’assegnazione di diritti sacrosanti alle madri ed ai bambini stessi.
Farebbe saltare il taglieggio infame (basato su affitti di 1500 € o, come alternativa, su mutui trentennali di 1000€) che nega a “giovani” lavoratori trentenni, pienamente produttivi e preparati, il diritto ad una abitazione o che lo trasforma in una catena strette ai loro polsi.
Riformerebbe la pubblica istruzione restituendo dignità ai diplomati (la cui mancanza si sente pesantemente nel tessuto produttivo), abbatterebbe il concetto di “produzione di laureati” (manco fossero chiodi o orinali di terracotta) e garantirebbe un bilanciamento tra studi effettuati e compensi percepiti una volta al lavoro.
So che sembrano sogni ma, in realtà, queste non sono altro che banali considerazioni ognuna delle quali potrebbe essere facilmente giustificata mostrando come, in caso contrario, questo paese correrebbe verso un baratro di povertà, infelicità ed ingiustizia.
Quindi, a noi, non serve gente necessariamente al di sotto di una certa età quanto gente che non dica “tanto non ce lo lasceranno mai fare” e che invece sia convinta che, anche in condizioni di inferiorità, bisogna combattere comunque per un futuro migliore per tutti.
Perché, quando la paura bussa, se il coraggio va ad aprire, nove volte su dieci scopre che non era nessuno.
Perché gli uomini integri ed onesti possono essere battuti ma non sconfitti in quanto, chi non bara, può sempre pretendere la rivincita mentre a chi bara e perde non gli rimane nemmeno la dignità.
Perché è solo quando vincono i buoni che il film finisce veramente.
E perché l’alternativa sarebbe peggio della sconfitta.
In altre parole ci serve gente che sia giovane… anche se ottantenne.
Dopo la pubblicazione delle intercettazioni sulle scalate ad Antonveneta e Bnl, il punto 10 del decalogo dovrebbe essere aggiornato.
Ma con Ricucci nooooooooooooo! Capisco il rapporto sinergico Unipol-Ds e non me ne scandalizzo per nulla (bisogna difendersi anche sul piano finanziario) e non considero Consorte un bandito, ma anzi uno che ha avuto per l’Italia l’idea innovativa di creare un polo bancario-assicurativo che poi è stato ripreso da altri importanti gruppi bancari (poi forse s’è fatto prendere la mano….) ma Ricucci lo sapevano tutti chi era e va bene che il fine giustifica i mezzi ma c’è un limite; e mi torna alla mente il vecchio detto dimmi con chi vai e tirò chi sei…………
Ivan, ho fatto caso che quando ci sono brutte notizie che riguardano la nomenklatura dei Ds (dai risultati delle elezioni ai Ricucci-affaires) tu fai l’indiano. Per quale motivo non commenti nemmeno con due righe per dire: “che schifo”?
Se ti serve ispirazione, leggi il mio blog… pensa che ho interrotto la mia astinenza da commenti politici per l’occasione!
La cosa ancora piu’ triste che questi della deontologia e della morale proprio non sanno che farsene dato che hanno commentato “nulla di penalmente rilevante”.
Nemmeno a farlo apposta, pare che Capezzone mi abbia “ascoltato”:
http://www.rosanelpugno.it/rosanelpugno/node/16614
Io aderisco preventivamente al nuovo movimento! Ivan, molla il PD e senti Daniele!
Guido: beh, mi spiace per chi è troppo in là con gli anni, ma io sostengo la strenua necessità di un partito under 45. Massimo under 50. Scusa per la franchezza, ma non mi fido più di chi è over! Gli over 50 già ce li abbiamo ed hanno dato pessimo esempio di sè.
Inoltre un movimento realmente giovane creerebbe una differenza sostanziale, inoppugnabile e palese a tutti. Sarebbe, infine, un ottimo elemento di marketing. Un partito delle buone intenzioni non avrebbe nessun elemento distintivo. Tutti i partiti hanno buone intenzioni, a parole.
Un partito di over 50 non potrebbe (come non possono quelli attuali) parlare crdibilemente all’elettorato giovane. Finirebbe per far concorrenza ai partiti attuali, come target ed inevitabilmente come linguaggio e pratica quotidiana.
Caro Sciltian,
ti rimando al mio post “Batto un colpo” di qualche giorno fa che devi esserti chiaramente perso (o sono le magie della memoria selettiva?).
Per la cronaca nel caso specifico sono a Parigi, in aeroporto, tentando disperatamente di rientrare a casa. Dato che ho perso il volo di ritorno adesso mi tocca andare un attimo a Praga e da li` a Mosca dove arrivero` all`una del mattino di domani. Altro che indiano.
Stammi bene.
Il partito democratico doveva diminuire (almeno questo) la frammentazione del sistema politico italiano a sinistra.
Per ora sta diminuendo la concentrazione di buonsenso.
Ci ritroveremo con senza DS e Margherita e PD, Sinistra democratica, Capezzoniani e il partito dei giovani?
Al nome di Capezzone mi si sono rizzati i peli delle braccia. Poi pero’ ho riconosciuto il mio errore: Capezzone va anche bene, a patto che i giovani comincino a mettere insieme idee, programmi e competenze. Con Capezzone solo per il nome e per i seguaci proprio no. Si comincino a proporre programmi, candidati e relativi curriculum in maniera trasparente. Competenze e proposte chiare -niente programmoni di 248 pagine pliz- altrimenti il “nuovo” corre il rischio di essere solo un’accozzaglia di nomi e capetti proprio come il “vecchio”.
Ivan, l’avevo letto quel post. Però mi sembra che hai tempo per parlare di cose leggere e divertenti, spesso anche gustose da leggere, ma mai per dire “che schifo” riguardo ai Fassino & co. Se poi potessi leggere un “che schifo” perfino articolato, ne sarei davvero lieto. Tutto sommato sono i tempi che impongono la cosa, mica io.
In effetti, un partito che si imponesse di candidare solo under 45 sia ad ogni elezione che ad ognuna delle cariche interne importanti darebbe un messaggio semplice e chiaro che verrebbe capito dalla gente.
Ed il Berlusca ha mostrato ampiamente l’efficacia dei contratti semplici fatti con i propri elettori.
io è una vita che sto dicendo queste cose, che affronto con enorme spirito questo partito democratico, nel merito delle sue nefandezze, e non di natura ideologica, e spero che gli italiani si rendano conto, e chi crede ancora inq uesto pd faccia opposizione a questo regime e riesca a migliorare le cose, perchè così davvero non va.
una piccola notizia che considero positiva …. nel lugubre scenario delle recenti elezioni amministrative, nel Comune di Cernusco sul Naviglio (nord est milanese) un candidato del centrosinistra di 34 anni, Eugenio Comincini, a capo di una coalizione che raggruppava dalla Margherita (di cui è Consigliere Provinciale) a Rifondazione, ha sconfitto in maniera più che autorevole il candidato Sindaco uscente Daniele Cassamagnaghi (53 anni), sostenuto dal centro destra (da Forza Italia ad Alleanza Nazionale). Una volta tanto diamo visibilità anche ai cambiamenti generazionali che avvengono …… La cosa di per se potrebbe non avere particolare rilevanza se non per il fatto che a Cernusco tradizionalmente si sono succeduti al governo dell’amministrazione locale: la DC in esclusiva per i primi 50 anni dal dopoguerra, la Lega Nord per un paio di legislature e poi il Sindaco uscente di cui sopra. Per la pigra, opulenta e viziata Cernusco garantisco che è una bella svolta …. il difficile comincia ora. Da parte mia complimenti a Comincini e in bocca al lupo …
vado controcorrente: io non credo in un partito dei giovani. O per lo meno non ci credo ora in italia.
Mi si dira’ che gli under40 sono tanti e che basterebbe unirli per creare una forza politica nuova e capace di pesare nelle decisioni che contano. Gia’, basterebbe unirli, dici niente. Per unire i giovani bisogna che i giovani stessi siano disposti a rinunciare a qualcuno dei loro imprescindibili desideri in nome della coesione di gruppo. Eppure, i molteplici esempi che si sono susseguiti fin d’ora mostrano esattamente il contrario. Ultimo esempio in ordine di tempo: la famosa lista Sofri dei 15 giovani saggi. Tutto un battibeccare perche’ ognuno voleva la sua lista. E Sofri no, e Diaco no, e io si’ e lui no, e io me ne vado a votar Mussi e io resto con Fassino. Tutti vogliono la lista dei giovani, ma a me pare che per molti e’ un altro modo di dire se non mi accontentate me ne vado.
In questa atmosfera da gazzarra continua dei sottilissimi distinguo -tutta interna alla casa dei giovani ovviamente-, credo che la decisione di Ivan di unirsi al novello PD sia oggi tutt’altro che sbagliata. Almeno finche’ i “giovani” non dimosteranno di essere diventati abbastanza adulti e responsabili per farsela coi “grandi” guardandoli dritti negli occhi.
Cronache di ordinaria lottizzazione:
a Roma, di fronte alla “resistenza passiva” – nove mesi di sedute a vuoto – del Consiglio Comunale ad eleggere “liberamente” come Difensore Civico l’ultraottantenne uscente Marotta (ispiratore delle Liste Veltroni del 2001), il Presidente del Consiglio Comunale stesso, Coratti, facendo riferimento alla L. 444/94 che vieta surrettizie quanto infinite prorogatio degli Organi Amministrativi – ma il Difensore Civico non è un organo amministrativo – esautora di fatto il Consiglio e procede autonomamente alla nomina, cioè – guarda un po’ – alla riconferma dell’uscente Marotta, al quale affianca un Vice, rigorosamente di centrodestra. Alla faccia del potere di garanzia. Il tutto avviene in modo talmente smaccato che persino Gian Antonio Stella, sul Corriere di ieri, pensa bene di scriverci un pezzo.
Nel frattempo, Livia Turco, non paga delle sciocchezze delle ultime tre o quattro settimane, pensa bene di mettere su un Tavolo Ministeriale sull’Autismo. Bella idea. E chi chiama a coordinarlo? Ma ovviamente il fratello del Ministro degli Esteri, il dott. Marco D’Alema, noto (?) psichiatra. Sapete come è, in giro non ce n’erano proprio altri…
Sembra proprio che le fette di torta siano infinite.
Per Filippo,
forse sono miope ma di “Grandi”, nella gerontocrazia al potere ed all’opposizione, al momento non ne vedo.
Non è che puoi farmi qualche esempio?
Guido
“grandi” era virgolettato per indicare le persone che gia’ tengono i cadreghini e decidono per tutti noi. Il punto del mio commento era l’elevata litigiosita’ che annuso costantemente. Tutti vogliono comandare -come da imprinting dei tento disprezzati “vecchi”- ma vedo ben pochi disposti a delagare, assumere un ruolo e tenere quello, fare squadra e via discorrendo. Che poi era il senso del mio precedente intervento, a scanso di sottilissimi distinguo sui virgolettati.
per Guido, scusa l’anonimo precedente ero io, ho fatto caso col nome
Filippo: forse hai ragione. Forse, più semplicemente, i giovani non si sentono rappresentati dai partiti attuali. La smania di personalismo magari deriva, semplicemente, dal fatto che non avendo sbocchi reali e consoni, si accapigliano per gli strapuntini che la gerontocrazia sembra mollargli (facendo finta e basta, per altro).
Secondo me anche Ivan è caduto nel tranello. Vedremo…
Io penso che la politica dovrebbe essere una robina seria. Le liste politiche che non si basano su una discrimine politica, ma d’altro tipo (anagrafica, di genere, di religione) non mi piacciono a priori, in quanto spurie. In condizioni normali sono anche contrarissimo a una Lista Gay, sebbene penso che nell’Italia del proporzionale di oggi una Lista Diritti Civili avrebbe un suo perché. Ma ormai siamo agli ultimi giorni di Pompei, in Italia, per cui anything goes.
La lista degli Under 45 non andrebbe bene, a meno che non fosse una lista di Under 45 laici e di sinistra. Allora sì, ma in tal caso prenderebbe lo zero virgola, contribuendo solo alla frammentazione della sinistra. Diverso è mettere su un Movimento, come aveva fatto Ivan. Peccato che poi “Io Partecipo”, esattamente come la indimenticabile “Lista Sofri-Diaco” non abbia tenuto in alcuna considerazione il primo concetto imperativo e fondamentale: la democrazia interna.
Come non si può aderire al PD decidendo di testa propria, a meno di considerarsi individui singoli e non capi politici (vero, Ivan?), non si può nemmeno buttare giù una lista di nomi scriteriati (nel senso di: privi di criterio). Quando si vuol far politica, la democrazia potrà essere una gran noia, ma è l’unica cosa che ti consenta di andare avanti con un tuo seguito popolare. Altrimenti vai avanti, ma da solo.
Sciltian, Generazione U di adinolfi sostiene le tue stesse cose da oramai quattro anni. Trasparenza, democrazia dal basso, partecipazione del popolo. Vedi masse di under40 che accorrono a sostenere GenerazioneU? io no. Invece sento i soliti e Adinolfi no, e non mi dice niente, e quell’idea la’ e’ una cazzata e non la voto. C’e’ una ragione per la dispersione dei giovani in migliaia di blog, e non e’ solo un problema di rappresentanza politica. Anche i milioni di giovani precari e finte partite iva fan la stessa cosa: e io voglio questo e io quello e codesto no e quant’altro non mi interessa. E intanto gli anni passano nel tirare a campare.
Immagino la soddisfazione dei “grandi anziani” nell’osservare dall’altro tutto questo proliferare di capi e capetti, altrettanti battibecchi e ben poca coesione. Sempre ammesso che ci prestino una minima attenzione beninteso.
scusa Sciltian, l’anonimo di prima sono io (sta cazzo di tastiera tedesca)
Non si propone di fare tanto una discrimina politica quanto una scelta che rappresenti un segnale forte, che dia una scrollata alla sinistra e che costringa i partiti storici ad adeguarsi o a crollare per senescenza.
La proposta è di creare un movimento che abbia una serie di concetti di base comuni tipo:
– non si riconosce nessuna forma di Darwinismo mè umano nè politico (ovvero i cittadini devono vivere assieme e non sterminarsi a vicenda nella speranza di selezionare l’uomo perfetto per eliminazione degli “imperfetti”),
– non esistono cittadini di serie A da quelli di serie B,
– il miglioramento della società è dell’ambiente è dovere sia dello stato che di ogni suo cittadino,
– centralita del continuo miglioramento, del succession planning, e dell’innovazione;
– lo scopo dello Stato è tanto arricchire i cittadini quanto di supportarli nella loro crescita umana e favorirne la felicità.
In virtù di questi concetti, quello di limitare a, che so, a 45 anni, l’età dei candidati alle cariche esecutive e direttive interne ed esterne, non è una limitazione bensì una ragionevole dimostrazione della conoscenza dell’animo umano e della consapevolezza di quanto sia difficile innovare quando si supera una certa età.
Le persone più anziane potranno concorrere alle mansioni che più gli sono proprie ovvero quelle consultive, giudicanti, di controllo e, soprattutto, di formazione di nuove leve a cui si darà una reale possibilità di contribuire al progresso della cosa comune.
Scusate ma un “movimento” con una serie di concetti base comuni ed una struttura interna definita credo che, in italiano, non si chiama forse “partito”?
mancano dei Comandamenti fondamentali nella lista:
11) brigare per assoggettare una banca, non riuscirci e fare una figura da cioccolatai;
12) non avere nemmeno mezza idea sulla TAV, ma sostenere che e’ fondamentale e la paga l’UE… non e’ affatto vero (ci mettono 500 milioni sui 13 miliardi necessari) ma la cosa importante sono gli appalti, no?
13) lasciare che la Chiesa Cattolica insinui che i gay sono parte di un complotto edonista o relativista mentre i preti pedofili sono pecorelle da confessare (in Vaticano, a luci spente)
14) guardarsi bene dal proporre una nuova legge elettorale, poiche’ la mancanza di preferenze nell’attuale permette di mantenere allenati i vecchietti sulla lunga distanza
… ce ne sono altre eh… ma, dico, ancora a parlare del PD? E se invece si facesse una semplice proposta di legge di iniziativa popolare che mettesse un tetto ai mandati parlamentari (2 o 3). Piazza pulita. Facile facile.
Ivan…
… ci sei?
Sei con noi?
Hai mica deciso che è meglio “fanculizzarci” tutti quanti e trasferirti a Cuba?
What about “battere un colpo”?
Un abbraccio
Guido
Filipo, ma infatti GenerazioneU fa bene a fare la sua battaglia su questi temi; chi dice il contrario? Se poi mi chiedi perché non aderisco, è presto detto: non basta mica solo questo per votare un partito o per farne parte. Io con Adinolfi non ho quasi nulla da spartire, non condivido la sua impostazione politica generale, penso che manchi di deontologia quando fa il suo mestiere di giornalista e lo trovo, sul piano personale, una persona sgradevole. Ma d’altro canto lui da ragazzino era (coerentemente) un giovane diccì, mentre io ero nei Radicali. Potevamo essere più lontani? Oggi, da trentenni, lui è nel PD e io non voto più e se lo faccio sarà per Sinistra Unita o per il Psi.
appunto Sciltian. ti sei risposto da solo come mai il partito dei giovani parte anche peggio del PD. Anche ammettendo di far della democrazia dal basso con trasparenza assoluta (alla GenerazioneU), devi comunque scendere sul concreto delle idee. E a quel punto assisteresti -uguale uguale per GenerazioneU- alla lunga fila dei questo non mi piace, questo non lo voto, come si fa a lasciar fuori quello. Oggi invece servirebbe il contrario, cioe’ far massa critica tutti assieme e spazzar via i ruderi, ricominciando cosi’ da capo ma con volti freschi. Invece vedo che tutti vorrebbero la botte piena e la moglie ubriaca, volti freschi ma ognuno per se’. Comandare fa gola a tutti, purtroppo. Giusto per farti un esempio pratico, tu, Adinolfi e ivan. Ecco tre persone e gia’ tre frammenti diversi. Se foste a capo del 33% nostrano di under40, direi che siete gia’ all’11% a testa. Allenze? e chi lo va a dire all’elettorato rissaiolo dei e Diaco no e Pincopalla chi e’?
Filippo, scusa il mio francese, ma non dire stronzate. Anzitutto, non ho mai sostenuto l’idea balzana di fare un partito per gli under 45. Queste sono scemenze che lascio ad altri commentatori di questo blog.
Secondo, se fossi in politica come lo sono Ivan e Adinolfi io naturalmente mi allerei con Ivan, non appena gli fosse passata la malattia per il PD della Binetti. Anzi, farei di più: resterei fuori dall’agone e voterei per lui, come del resto ho già fatto in passato. Poi, se Ivan si dimostra persona testarda oltre il buon senso, perde perfino il mio di voto, non c’è dubbio. Ma non temere: non mi candido a risollevare le sorti dell’Italia da solo, io. Preferisco impegnarmi in progetti a più corto raggio, che possano però essere portati a termine con successo.
maro’ Sciltian, direi che dovresti darti una calmata.
La violenza verbale che hai usato per rispondere non solo qui a me ma anche sugli altri post di Ivan e’ palpabile. Io vorrei discutere in maniera calma e pacata (nei limiti del possibile quando si parla di politica). Di norma non degno nemmeno di risposta chi mi accusa di “stronzate” e attacca con violenza cieca, con te faccio un’eccezione perche’ ho stima di te e sono sicuro che hai una valida ragione per tanta malcelata aggressivita’.
Insomma !!! Scusate se mi intrometto. ;-)))))
Sciltian è inutile continuare a discutere (faccio per dire la politica è meglio del calcio) tanto lo abbiamo capito tutti
,anche noi in Italia (il che è incredibile), che il PD è una fregatura per la sinistra. Filippo è un esponente dell’ala pensiamo positivo (onestamente per fortuna che c’è ancora qualcuno). Ma che altro ci resta da fare. Bertinotti ??? Ho già sentito questo nome. Aspetta che ci penso un po’…..Ci vuole proprio un apertura di re. Il problema è chi farà i pedoni.
Per non parlare della donna…
grazie argo per il pensiamo positivo. Ti diro’ di piu’: di carattere io tenderei ad essere proprio l’opposto: pessimismo cronico e tutto va di merda. Ma ora piu’ che mai l’Italia ha bisogno della mano aperta della fiducia, non del pugno chiuso di predicatori del disastro annunciato (equivalente scuolato dei 56milioni di CT della nazionale, con tanti saluti da Spagna1982 e Germania2006 – e speriamo anche da iMille) che ci spiegano con grafici e derivate quanto sia preferibile un’onorevole resa anziche’ buttare il cuore oltre l’ostacolo.
Prego. A onor del vero Filippo su basi simili ci siamo scontrati anche noi. Io facevo la parte di Sciltian.
Credo che comunque il tuo spirito sia utile e appartenga a una grande fascia di persone di sinistra.
Il problema è che questa politica tende a distruggere proprio voi. Il Pd non potrà rispondere alle esigenze di
modernità ed equità sociale che chiedete. Ci sono delle grandi spinte reazionarie in questo momento in vari
settori della società. Ci si trova sempre a dover fare due passi avanti e uno e mezzo indietro, mentre il mondo
corre. A un convegno elettorale Bertinotti ha risposto a chi chiedeva se era convinto degli attuali compagni di
viaggio: che alternativa c’e’. Preferivano Silvio ??
Il nodo è questo. Non ci sono reali alternative. Per ora.