Prodi poteva anche risparmiarsi i commenti sui giovani, quantomeno in considerazione del precedente – freschissimo – della formazione del comitato dei 45 nonni. La sua provocazione però corre il rischio di non essere poi così lontana dalla realtà.
Gira tanto malcontento, certo. Le intelligenze brillantissime che massacrano con spietato cinismo il panorama politico esistente si sprecano. Ma le proposte concrete, quelle che – oltre che catturare l’attenzione – fanno dire a chi le ascolta: “questi sì che li voterei”, dove sono?
Intendiamoci il ricambio generazionale va bene, ma non corre il rischio di essere un cavallo di battaglia un po’ troppo demagogico se non viene accompagnato, per esempio, da una proposta concreta per quella riforma delle pensioni senza la quale i nati a partire dagli anni ’60, la pensione semplicemente non l’avranno mai, una proposta che dica chiaramente a chi ha 55/60 anni oggi quanto tempo deve ancora lavorare, secondo noi, e a far che cosa?
La meritocrazia è un concetto che va benissimo, ma farà ancora più presa quando qualcuno proverà a tradurlo in una proposta equilibrata che definisca i criteri, e magari anche i dettagli, di quello che deve succedere perché un dipendente pubblico che non faccia nulla tutto il giorno o un insegnante che produca danni tremendi nella sua scuola possano, o magari debbano, esser licenziati, e da chi.
Il riconoscimento delle coppie di fatto, ci mancherebbe altro, è una questione di civiltà: ma a proposito di famiglie, due parole sui provvedimenti da prendere a favore di tutti coloro che, sposati o meno, perseverano nella folle utopia di crescere dei figli (propri o altrui), quelle quando?
E poi, tanto per buttar lì qualche altro tema non proprio secondario, a quando qualche presa di posizione sulla politica energetica, sulla riforma elettorale, sul trionfo della burocrazia, sul collasso delle infrastrutture?
Il tutto, beninteso, in un contesto dove quelli che c’erano “prima” (i politici, certo, ma non solo loro) sono scappati con la cassa, lasciandosi alle spalle una montagna di debiti da pagare. Altrimenti, sarebbe troppo facile.
Mi si dirà: rileggiti con calma i post di questo e di altri blog e un’idea te la puoi fare.
Ma è proprio questo il punto. Un’idea su come la pensi questo o quell’altro blogger sui vari punti, forse uno può anche farsela (anche se sui blog la concretezza, spesso, è data per dispersa), sempre che non si venga inghiottiti prima dalle sabbie mobili degli sfoghi inconcludenti che si sovrappongono l’un l’altro.
Ma quando queste idee singole diventeranno un sentimento collettivo, qualcosa capace di trasmettere un senso di vera appartenenza, di aggregare lo spaventoso malcontento che monta convogliandolo nel sostegno ad un programma politico preciso? Quand’è che il cinismo sprezzante della rete diventerà qualcosa di capace di incidere sulla realtà più del mugugno di una vecchia zia brontolona? Soprattutto, quand’è che ci decideremo a mettere da parte i punti sui quali le sfumature dei rispettivi linguaggi (complici anche gli evidenti limiti del mezzo) ci fanno dubitare di una totale sintonia fra noi e cominceremo a valorizzare i molti punti sostanziali che abbiamo in comune?
Siamo in ritardo, tremendamente in ritardo.
Se vogliamo metterla sul piano storico, siamo in ritardo di almeno dieci anni. Ma siamo in ritardo anche sulla tempistica dell’oggi. In ritardo per un’eventuale partecipazione attiva alla costituente del PD, figuriamoci per qualsiasi altra cosa, se – per dirne una – il governo al Senato cadesse ancora.
Siamo in ritardo sul piano del dibattito, perché le singole idee non sono ancora diventate un qualcosa di condiviso, di organico e, soprattutto, di visibile all’esterno come tale.
E siamo in ritardo sul piano organizzativo, perché per incidere sulla realtà servono idee nuove, certo, ma anche idee condivise su argomenti che travalicano la competenza di ogni singolo individuo. E servono il tempo e i mezzi per farsi conoscere, anche oltre la sparuta minoranza dei frequentatori di blog. E queste sono tutte cose che non si possono improvvisare.
Oltre che lamentarsi di Prodi e delle sue esternazioni, forse varrebbe la pena di prenderlo alla lettera: lo spazio, bisogna andarselo a prendere. E sarebbe davvero ora.
Sempre che ne siamo capaci. Perché, in caso contrario, forse è meglio rassegnarsi ad invecchiare anche noi davanti ad un video (pc invece che tv, ma sempre video è), intanto che borbottiamo i nostri strali inaciditi contro il tempo ed il governo.
9 risposte a “Avanti, c'è posto – Mario Berlanda”
Mario, tutto giusto, ma io mi domando: una volta che ho/abbiamo partorito un’idea bella, capace di ridare entusiasmo a chi vuole ascoltare -ma non dimentichiamo che a molti altri va tutto bene cosi’ com’e’ tanto la pensione ce l’han sicura-, a chi la proponiamo? come facciamo a costruire un “ponte” tra le nostre isole di merito e la terreferma per far si’ che le nostre proposte vengano per lo meno discusse da chi di dovere? Servono tempo e mezzi per formulare proposte alternative, tempo e mezzi che non vengono concessi e bisogna metter mano al proprio bancomat (come fece Ivan alle ultime primarie).
a suo tempo, sul blog di B. Grillo, venne partorito un buon piano energetico per l’italia col contributo di tutti, anche ad alto livello (M. Pallante ad es.). Ci han discusso sopra un mese e l’hanno proposto sul blog. Chi vuole essere votato lo approvi, era il richiamo per i segretari di partito. Un contributo partortio con sforzo da molti che hanno il loro normale lavoro da portat avanti e poco tempo per proporre (gratis) alternative a ministri pagati proprio per questo.
Risultato? il piano venne approvato solo da Pecoraro Scanio (il cui bacino elettorale giace nell’inquinatissimo campania). da Di Pietro e da Bertinotti (probabilmente a caccia di voti). Dopo le elezioni chi ha mai sentito parlare di fonti alternative che sia il costosissimo solare -definitivamente non la scelta migliore- o ottimizzazione energetica delle case? Tutte quelle idee giacciono dimenticate, mentre le emergenze rifiuti si susseguono e le bollette enel/gas aumentano sempre piu’.
Continuate tutti a commettere lo stesso errore. Aspettarsi qualcosa dagli attuali politici e partiti. Fare iniziative che come scopo hanno quello di approdare ad un tramite del potere che, bontà sua, forse prenderà in considerazione i suggerimenti della plebe, sempre se gliene cale. Mi sembrate tutti sotto l’effetto di una droga rincoglionente.
Non è qualunquismo dire che sono tutti, dal primo all’ultimo, una manica di delinquenti. E’ la triste realtà Realizzatelo!
Bisogna semplicemente fondare un nuovo partito. Stop. Altre soluzioni non portano a niente. Rendetevente conto e svegliatevi dal letargo a cui la Casta vi ha abituati!
Trovo profondamente preoccupante leggere di tanta gente che continua a sperare di intercettare le grazie dei lor signori parlamentari. Vuol dire che non c’è veramente nessuna speranza. Hanno vinto: vi hanno fatto il lavaggio del cevcello!
@upanisad: i soldi per fondare un nuovo partito ce li metti tu? perdona il giudizio, ma il tuo commento mi pare un po’ ingenuo. Come giustamente scritto sopra, alle primarie Ivan partecipo’ con la forza del suo bancomat e null’altro. Chiediamo a Ivan i soldi per un nuovo partito? o facciamo una colletta a cui nessuno contribuira’?
Collettone, ovviamente. Secondo me sottovalutate tutti la potenzialità del mezzo Internet e delle raccolte fondi online.
Poi servono meno fondi di quanti possano sembrare, se il target è limitato. In altre parole, fare un partito “dei giovani per i giovani” ha un costo inferiore, perchè il target giovane è più facilmente raggiungibile con mezzi meno costosi. Paradossalmente i soldi aumentano con l’aumentare dell’età del target. La vecchia nonnina non la raggiungi col banner su Internet, ci vuole la TV. Basta togliere i vecchi dal target!
L’importante è avere testimoni credibili per dare il là. Poi le cose girano da sè. Peccato siano tutti rincoglioniti dietro alla sirena del PD, che come tradizione li porterà al naufragio del nulla di fatto.
Se qualcuno dei credibili si fa avanti, io sono pronto a contribuire nel mio piccolo, anche monetariamente!
E cmq rimane il punto fondamentale. Dai partiti e dei parlamentari attuali non ricaverete niente.
Se questa è l’unica possibilità, non è una possibilità. Andate al mare, invece di perdere tempo a impegnarvi, a quel punto. E’ molto più razionale.
Continuare a darsele sugli zebedei alla Tafazzi e poi venirsi continuamente a lamentare perchè ci si è fatti male, è materiale da psichiatria!
Filippo,
una delle frasi più azzeccate di Andreotti, che sarà tutto quello che si vuole ma certamente non è uno stupido, è quella che dice che “il potere logora chi non ce l’ha”. In altri termini, se aspettiamo che qualcuno metta a disposizione il tempo e i mezzi, stiamo freschi.
Il tempo è quello che riusciremo a sottrarre alle nostre vite di tutti giorni. I mezzi, pure. Nessuna illusione in proposito.
Se qualcuno, strada facendo, facesse proprie le idee che riusciremo (se riusciremo) a diffondere e ad affermare, ben venga. A me interessa il risultato, non chi lo realizza. Ma vedrai che non succederà, perchè per proporre credibilmente idee nuove, servono persone nuove, altrimenti non funziona.
E sul fatto che quelli che hanno la loro pensione (magari baby) bella sicura siano sordi a proposte sensate, non ci giurerei; hanno anche loro figli e nipoti a cui pensare e la famiglia, in Italia, si sa, è il bene supremo …
x Mario: ti riporto qui il mio pensiero sul perche’ no a un partito dei giovani. Per lo meno non oggi in Italia. Ivi contenuta, in mia opinione, come mai siamo in ritardo su aggregazione e discussione. Credo che, a furia di anni di malapolitica, sia stata assorbita la sua componente peggiore: a sx come dx, la politica serve a comandare. Non e’ piu’ il mezzo per fare la felicita’ del paese, ma il fine ultimo per ottenere il potere.
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vado controcorrente: io non credo in un partito dei giovani. O per lo meno non ci credo ora in italia.
Mi si dira’ che gli under40 sono tanti e che basterebbe unirli per creare una forza politica nuova e capace di pesare nelle decisioni che contano. Gia’, basterebbe unirli, dici niente. Per unire i giovani bisogna che i giovani stessi siano disposti a rinunciare a qualcuno dei loro imprescindibili desideri in nome della coesione di gruppo. Eppure, i molteplici esempi che si sono susseguiti fin d’ora mostrano esattamente il contrario. Ultimo esempio in ordine di tempo: la famosa lista Sofri dei 15 giovani saggi. Tutto un battibeccare perche’ ognuno voleva la sua lista. E Sofri no, e Diaco no, e io si’ e lui no, e io me ne vado a votar Mussi e io resto con Fassino. Tutti vogliono la lista dei giovani, ma a me pare che per molti sia un altro modo di dire se non mi accontentate me ne vado.
In questa atmosfera da gazzarra continua dei sottilissimi distinguo -tutta interna alla casa dei giovani ovviamente-, credo che la decisione di Ivan di unirsi al novello PD sia oggi tutt’altro che sbagliata. Almeno finche’ i “giovani” non dimosteranno di essere diventati abbastanza adulti e responsabili per farsela coi “grandi” guardandoli dritti negli occhi.
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Filippo, sottoscrivo in pieno il tuo commento sul partito under 40.
E non solo perchè ne sarei tagliato fuori a priori per ragioni anagrafiche, ma per le stesse ragioni che anche tu evidenzi, prima fra tutte quell’inguaribile propensione a distinguere e cavillare, perdendo di vista l’essenziale.
Adesso non è tempo di distruggere. A quello, ci hanno già pensato quelli che ci sono adesso, riducendoci ad essere “l’uomo inserito, che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana e dall’altra il gabbiano, senza più neanche l’intenzione del volo, perché ormai il sogno si è rattrappito” di quella splendida e famosa canzone di Giorgio Gaber.
Adesso è tempo di costruire.
ma qual’è il problema? se provate a rifletterci vi renderete conto che non è ne un idea ne un partito (in particolar modo non uno specifico). e nemmeno una politica vecchia o logora…non è questione di giovani o meno giovani…ne di chi finanzia cosa e come lo fa…
se le cose vanno male con i partiti che ci sono c’è bisogno di farne uno in più? sembra piuttosto il solito progettino di arrivo: non c’è la volonta di cambiare lo status quo. caso mai ci si vuole prendere il proprio pezzettino della torta (che sarà buona quanto vuoi ma ti “caria” la coscienza!!).
si potrebbe obiettare che dall’interno c’è la possibilità di cambiare le cose…ma come? il problema è ancora il precedente…esempio stupido: nei casi si tumore al seno, di solito cosa si fa??? si elimina il tumore o si costruisce un terzo seno in mezzo agli altri 2???? (a me fa un pò schifo, non so voi…) si elimina…si taglia…
per fermare l’espandersi del danno…si taglia!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
se il sistema partitico è malato, non è necessario fare nuovi partiti..è necessario eliminare….