20 Giugno 2007

iMille secondo Luca

Diario

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Tra i molti vari motivi per cui voglio bene a Luca Sofri è che dice le cose benissimo.
Guardate qua.


“Scrivo alcune cose sull’idea de iMille, e sulla sua potenza sovversiva, se mi consentite la roboanza. Sono cose che penso io, non un manifesto: ma credo siano piuttosto condivise.
iMille è il progetto di quelli che sul Partito Democratico hanno due opinioni in conflitto. La prima è che possa diventare un rivoluzionario meccanismo di cambiamento e rinnovamento della politica e della società italiane, avvilite da anni di pigrizie, egoismi e scarsa lungimiranza. La seconda è che rischi già di diventare invece ciò da cui si dovrebbe emancipare: la riproduzione di un sistema di autoconservazione di un establishment che ha avuto dei meriti e delle intelligenze, ma che ha smesso di trarne frutto da un pezzo.
iMille è per quelli che non si sono ancora rassegnati a far prevalere la seconda opinione.
È il progetto di quelli che hanno un’idea della sinistra, e questa idea è moderna, democratica, laica e di sinistra. Quattro modelli che le istituzioni della sinistra italiana hnno faticato a seguire, negli ultimi anni. Non sono state capaci di rinnovarsi né di capire che il mondo cambiava; non sono state capaci di aprirsi al contributo e alle idee di chi non ne fa parte; non sono state capaci di resistere all’assedio integralista delle religioni e di svincolarsi da complessi di inferiorità nei confronti delle chiese; non sono state capaci spesso di adattare i loro valori teorici alla politica e alle cose.
iMille contiene e conterrà molte idee, quelle di molte persone, che hanno per forza di cose opinioni diverse su molte questioni e materia di cui discutere su molti dettagli. Non è un partito, non è un movimento, non è una presunzione: si dedicherà alle elezioni della costituente del Partito Democratico. Con l’intenzione di portare dentro quella costituente e quel partito le piccole rivoluzioni citate qui sopra. E di contribuire a farne un partito moderno, democratico, laico, e di sinistra.
Credo sia anche importante essere d’accordo su una cosa: per capirsi meglio e garantirsi il successo. L’idea de iMille nasce svincolata e sottratta a personalità e individualità. La critica ai “personalismi” è spesso sciocca, in politica, perché il ruolo e l’importanza delle leadership e delle personalità capaci – soprattutto di questi tempi – non può essere ignorato. Ma a questo giro ci possiamo permettere di ignorarlo: perché stiamo parlando ancora di creare un partito nuovo e una costituente di ben 2500 persone. Non abbiamo bisogno di leader e non siamo ovviamente in grado di candidare qualcuno alla leadership del centrosinistra: non perché non conosciamo persone in grado di occuparla con efficienza pari o superiore di chi la occupa attualmente, con rispetto parlando; ma perché non vinceremmo. Abbiamo però la forza di rinnovare e cambiare il nucleo dirigenziale che sceglierà quella leadership.
Certo, non proporre nomi da prima linea è un limite di comunicazione: stampa e tv vogliono nomi e facce, per pigrizia, e questa fu la ragione prima della compilazione di una lista in calce alla Proposta. Ma ci faremo venire delle idee, e cederemo a qualche compromesso, alla bisogna. Illudersi di poter fare comunicazione solo dal basso sarebbe un po’ fesso.
Un altro rischio è quello di alienarsi il sostegno di coloro che – bravi, capaci, con una visione che ci corrisponde – abbiano già una qualche forza e visibilità nella politica attuale. Noi speriamo si convincano di poterne sacrificare momentaneamente una parte in favore di un progetto in cui si troveranno più forti e importanti domani.
Il sottrarsi a questioni di nomi e visibilità è però anche un grande vantaggio e rende tutto più facile. Per esempio, riduce i rischi dovuti alle piccole competizioni di vanità, alle ambizioni da poco, alle reciproche insofferenze, che purtroppo muovono molto delle nostre vite. Non che non ci sarà qualcuno che sgomiterà anche tra iMille, e magari anche con qualche capacità: ma questo suggerisce ancora di più che l’impresa degli altri sia umile, disciplinata e tollerante. Siamo già moltissimi, e capiterà che qualcuno dica una cosa che non vi convinca: abbozzate. Il risultato a portata di mano è una supertombola e anche l’ultima spiaggia, e se non sappiamo anteporlo a piccoli spazientimenti allora forse non siamo tagliati per questo genere di cose. iMille presenteranno liste per le primarie in cui nessuno sarà più importante di nessun altro.
In questo, la scelta delle liste bloccate – indiscutibilmente sciocca e antidemocratica – finisce per fare gioco alla piega che abbiamo preso. Nessuno farà campagna elettorale solo per sé, ma almeno per gli altri della sua lista.
Quanto al segretario del Partito Democratico da sostenere, ne parleremo. Le regole lo impongono, e quindi cercheremo di sceglierne uno che corrisponda sufficientemente al progetto senza sprecare le forze in donchisciottismi perdenti. Vedremo insieme, ma non è importante. A questo giro, il rinnovamento vero della sinistra non ce la farà a raggiungere addirittura la leadership, per quanto ci siano prospettive migliori e peggiori.
Insomma, ci sono dei momenti, nella vita, in cui tocca prendersi un po’ sul serio, con qualche imbarazzo e il giusto pudore. Vedete un po’ se questo vi pare uno di quelli.”

14 risposte a “iMille secondo Luca”

  1. wile ha detto:

    Mi dispiacerebbe moltissimo vedere che iMille hanno (anzi, abbiamo) gia’ abdicato al “sano” realismo democristiano, con qualcuno che comincia da subito a predicare “abbozzate”, quasi un “state boni” della tradizione d’Aldo Fabrizi, Alle ultime elezioni questo ragionamento vagamente montanelliano (“turiamoci il naso”) ci ha regalato un governo di ignavi e dinosauri, paralizzato dal pressapochismo dei piu’ e dai ricatti di Mastella. Perfino attuare semplici punti del programma, come quello sulle unioni di fatto e’ diventato impossibile. No, grazie. Lasciamo a chi ci ha fatto il callo la logica del “bersaglio grosso”: i temi ci sono e vanno buttati sul tavolo, discussi, decisi prima. Poi non abbozza nessuno: si parla di quelli e chi viene eletto ne risponde a chi l’ha votato. Ambiente ed Energia, Ricerca, diritti Civili, Servizi, Pubblica Amministrazione… su tutto questo va trovata una posizione chiara ed un set pragmatico di azioni.
    E tolleranza, ecco, tolleranza zero: se c’e’ qualcuno che parte mirando alla poltrona, si iscriva all’Udeur. Se qualcuno inciucia con i notabili di turno, vada pure, quella e’ la porta. Non abbiamo bisogno di chiedere permessi a nessuno. O si rinnova con regole nuove, finanche idealiste, o si muore democristiani.
    Se vogliamo essere dirompenti, creare la discontinuita’, dobbiamo essere esattamente come Don Chisciotte, sembrare folli, sparare alla luna. Di realisti che volano basso ne abbiamo a decine in parlamento, nei sindacati e nelle redazioni dei giornali. E non sappiamo che farcene.

  2. Nicola ha detto:

    Carissimo Ivan,
    perdonami, ma io ho trovato abbastanza deprimente l’intervento di Sofri.
    Sono stanco di votare contro. Ieri contro Berlusconi, oggi contro l’oligarchia del PD. Voglio votare per sostenere principi, idee, una visione forte del futuro, progetti realizzabili, voglio spendermi per qualcosa di molto più concreto di un’ “idea moderna, democratica, laica e di sinistra”, definizione che vuol dire tutto e niente, perfetta in un discorso di Fassino, ma sconsolatamente vuota per chi denuncia inadeguatezza e ambiguità degli attuali dirigenti, candidandosi a sostituirli.
    “iMille contiene e conterrà molte idee, quelle di molte persone, che hanno per forza di cose opinioni diverse su molte questioni e materia di cui discutere su molti dettagli.” Sarà dunque, chiedo io malevolmente, la riproposizione in sedicesimo delle mille anime che paralizzano l’Unione, accomunate dal lodevole intento di spazzare via D’Alema & Co. – così come l’Unione si unì per liberarsi di Berlusconi – ma incapaci di esprimere e realizzare un progetto di governo?
    Spero di no, e attendo con ansia di essere smentito dai fatti.
    Nel frattempo, segnalo la lettera di Nicola Rossi, deputato DS ‘in uscita’, pubblicata questa mattina sul Corriere.
    http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/06_Giugno/20/stavolta%20_lUlivo_%20non_conti_sul_mio_voto.shtml
    Rossi scrive al Corriere della Sera spiegando perchè non voterà la legge sulle intercettazioni attualmente in discussione al Senato. Nei passaggi essenziali della lettera si commentano le ultime vicende di cronaca giudiziaria che hanno coinvolto i DS, ‘svelando’ alcuni retroscena.
    Breve estratto:
    “[…] Nulla di penalmente rilevante, non c’è dubbio (almeno per quel che è dato capire a un profano). Molto di politicamente rilevante, però. Perché da quelle intercettazioni emerge un’idea della politica a dir poco avvilente e un’idea del ruolo dei politici francamente umiliante. Una classe politica di questa modestia è—essa sì!—il vero, grande alfiere dell’antipolitica. Un vero e proprio monumento all’antipolitica (opera peraltro— che ironia!—di professionisti della politica). […]”
    ” […] perchè ho ancora perfettamente presenti-e non credo di essere il solo-le riunioni del gruppo parlamentare diessino alla Camera di 2-3 anni fa-nel pieno della discussione della legge sul risparmio – in cui spiccava l’assoluta fermezza e la tetragona determinazione con cui un viceministro dell’attuale governo si opponeva a ogni incisivo intervento nei confronti della Banca d’Italia inteso a porre le condizioni per un avvicendamento al vertice dell’Istituto. Perchè ho ancora negli occhi le perplessità e le esitazioni, le titubanze e i distinguo, le incertezze e le remore che caratterizzavano gli interventi, in quelle stesse riunioni, di un ministro di spicco dell’attuale governo. […]”
    Nicola

  3. scrooge ha detto:

    sofri esprome bene lo spirito che devono seguire iMille

  4. antonello ha detto:

    ciao ivan, dopo mosca e roma verrai anche a londra per il gay pride??? fammelo sapere, mi piacerebbe incontrare te e federico.

  5. wile ha detto:

    Quello di Nicola Rossi e’ davvero un intervento degno di nota. Mi chiedo se non sia il caso di chiedere a persone come lui, come Ichino, come il Prof Carlo Ponti del Sole24Ore di dare una mano a iMille. E’ lo spirito che stiamo cercando.

  6. Guido ha detto:

    Leggevo il blog di Luca Sofri http://www.wittgenstein.it/post/20070620_57563.html e trovai questa affermazione:
    “iMille è il progetto di quelli che sul Partito Democratico hanno due opinioni in conflitto. La prima è che possa diventare un rivoluzionario meccanismo di cambiamento e rinnovamento della politica e della società italiane, avvilite da anni di pigrizie, egoismi e scarsa lungimiranza. La seconda è che rischi già di diventare invece ciò da cui si dovrebbe emancipare: la riproduzione di un sistema di autoconservazione di un establishment che ha avuto dei meriti e delle intelligenze, ma che ha smesso di trarne frutto da un pezzo.
    iMille è per quelli che non si sono ancora rassegnati a far prevalere la seconda opinione.”
    E fin qui sono stato pienamente d’accordo.
    “È il progetto di quelli che hanno un’idea della sinistra, e questa idea è moderna, democratica, laica e di sinistra.”
    E con questa cornice abbiamo un’idea generale dell’ambito in cui ci vogliamo muovere (purché “moderna” voglia dire dotata di un forte baricentro volto al futuro).
    “iMille contiene e conterrà molte idee, quelle di molte persone, che hanno per forza di cose opinioni diverse su molte questioni e materia di cui discutere su molti dettagli. Non è un partito, non è un movimento, non è una presunzione: si dedicherà alle elezioni della costituente del Partito Democratico.”
    Aia!
    Eccolo lì il nocciolo della questione!
    Negli ultimi anni, in Italia, c’erano due movimenti politici. (Non parlo di partiti perché i partiti sono una cosa seria.)
    Il primo era quello di Berlusconi cioè un movimento fatto di nulla che si raccoglieva attorno ad un leader.
    Il secondo partito era quello contro di Berlusconi cioè un movimento fatto di nulla che si raccoglieva attorno all’assenza di un leader.
    Berlusconi, ovvero l’unica cosa esistente in questo desolato panorama politico, desiderava creare un movimento di destra e cercava l’appoggio della Chiesa. Il Vaticano, sapendo che la destra aveva comunque bisogno di lui, si è invece concentrato sull’infiltrazione nell’altro movimento con il chiaro intento di creare sostanzialmente due Democrazie Cattoliche (non dico Democrazie Cristiane perché, nel bene e nel male, anche la Democrazia Cristiana è stata una cosa seria).
    Come contorno al peperoncino, abbiamo i partiti del massimalismo cronico. Per non fare nomi i Verdi (vari), i neo-comunisti (chic), ed i movimenti del No-tutto che, novelli gattopardi, chiedono tutto (dalla dichiarazione di guerra dell’Italia contro Stati Uniti e Cina (il ruggito del topo), alla creazione di stipendi garantiti senza alcuna produzione (si chiama magia)) per non ottenere nulla.
    Per prima cosa la gente vuole:
    1) mangiare;
    2) non schiattare se si ammala;
    3) non essere violentata, sgozzata aggredita quando esce di casa;
    4) abitare;
    5) farsi una famiglia;
    6) lavorare con dignità;
    7) aria respirabile anche per le generazioni future.
    E questo non vuol dire essere gretti bensì vuol dire essere adulti e maturi.
    Oltre a questo, chi è di sinistra, è convinto che l’accesso a questi diritti non può essere di pochi ma, bensì di tutti, crede che lo stato debba impegnarsi anche fuori dei suoi confini perché, prima o poi, “tutti” vorrà dire “veramente tutti”, ed è convinta che, garantito questo, c’è altro (crescita morale, religiosa, artistica, spirituale, ricerca della felicità, la ricerca dell’Uomo).
    Questo altro è ”il sole dell’avvenire”. A questo altro bisogna tendere una volta garantito che, nel mentre, si riesca a sopravvivere.
    La gente è più adulta dei sedicenti partiti i quali vivono una novella infanzia basata sul vortice del rincoglionimento senile.
    Quello che la gente vuole è un qualcosa che:
    – esista;
    – sia serio;
    – sia laico;
    – sia di sinistra (non massimalista);
    – (soprattutto) sia mirato al futuro
    – FACCIA COSE! Magari sbagliate ma almeno un po’ coerenti con un pensiero di sinistra ed almeno… ci provi.
    Se non gli diamo questo non gli possiamo dare nemmeno il resto.
    Se non gli diamo il resto non conta nulla quanti sono i candidati, come sono eletti, chi è il leader. Non conta nemmeno quanti eletti abbiamo né quanti voti.
    iMille deve voler essere un Partito (con la P maiuscola).
    Se riuscirà ad innestarsi in un discorso che in uno, due o 5 anni lo porterà ad essere il Partito Democratico, bene!
    Se no deve essere pronto a staccarsene e diventare un partito diverso con gli obiettivi che il PD dovrebbe avere.
    Perché, mentre si discute di cazzate (Dico compresi) la forchetta tra spese e stipendi si sta talmente allargando che la gente non si può più permettere di aspettare l’effetto “lentamente virtuoso” che porterà ad un progressivo ricambio della politica.
    Qui, o si fa l’Italia o si muore. O meglio moriranno tutti quelli che per me contano (i lavoratori, le famiglie, la gente per bene, i miei concittadini, i miei fratelli insomma)… moriranno di fame.

  7. henrietta ha detto:

    “Abbozzare” non è automaticmente “stare boni”. Può essere anche focalizzarsi sulle questioni principali e tralasciare le beghe che possono nascere dai dettagli. Ma il sito? E il gruppo? Bisogna cominciare a mettersi in contatto, a vedersi, a fare. Altrimenti saremo sommersi dalle nostre stesse parole.
    Serena

  8. Marco ha detto:

    Luca è sempre Luca…

  9. Barbara ha detto:

    Appunto, Wile, secondo me il succo del lucidissimo post di Luca é semplicemente: bando ai protagonismi (anche minimi), rimbocchiamoci le maniche, e… pedalare !
    Senza spintonarci, ecco…chè la strada è lunga e soprattutto in salita.

  10. wile ha detto:

    Barbara, non sono un fan di Luca Sofri, non lo trovo particolarmente intelligente ne’ illuminante, non vedo quasi mai spunti memorabili in quello che dice. Eppure mi sembra che la tua sia una riduzione ulteriore di qualcosa di orrendamente banale e granchiesco: se c’e’ passione e tensione per un ideale, se c’e’ desiderio di cominciare una marcia di rinnovamento profondo, se c’e’ sangue che ribolle e che genera idee… ecco, tutto questo sparisce nelle parole banali e polverose che ho letto nel pezzo di Sofri.
    Mi aspetto gli spintoni, invece, mi aspetto voglia di parlare, di dialogare, tanta gente che alza la testa, tanti contributi. Non ci credo in un manipolo di compatti e silenti che annuiscono dietro a Veltroni o, peggio, a Sofri. E’ una rivoluzione o no? Beh, verranno fuori tante idee, anche inattese, tante contraddizioni, anche inattese. Ma non raffreddiamo la lava, senno’ non arriveremo mai.
    L’intervento di Sofri mi sembra quello di uno che sgongia le ruote della bici prima della tappa della montagna.

  11. Rino ha detto:

    non sono abbastanza ricco e figlio della sinistra bene per aderire al vostro comitato Isnob.
    ma tutto serve e vi faccio i migliori auguri

  12. Barbara ha detto:

    @Wile
    Il discorso è un pò lungo, Wile, e l’ho sintetizzato.
    Insisto nel dire che il senso principale delle parole di Luca è, o a me è sembrato, quello di rimboccarsi le manich, il che non esclude affatto le discussioni, il sangue che ribolle e l’appassionarsi. Ci mancherebbe !
    Anzi, ne è fondamento principale.
    E non credo che nessuno abbia intenzione di raffreddare nulla….:o)
    Però, dato il convergere di persone ed idee diverse in questo progetto – punto di forza, ma anche critico di questa avventura, e del PD in generale – il richiamo di Luca a lavorare, diciamo così, a testa bassa, senza voler alzare sempre la manina per farsi notare, mi sembra legittimo.
    Questo è anche uno degli insegnamenti principali che ho tratto da precedente esperienza.

  13. Barbara ha detto:

    @Wile
    Il discorso è un pò lungo, Wile, e l’ho sintetizzato.
    Insisto nel dire che il senso principale delle parole di Luca è, o a me è sembrato, quello di rimboccarsi le maniche, il che non esclude affatto le discussioni, il sangue che ribolle e l’appassionarsi. Ci mancherebbe !
    Anzi, ne è fondamento principale.
    E non credo che nessuno abbia intenzione di raffreddare nulla….:o)
    Però, dato il convergere di persone ed idee diverse in questo progetto – punto di forza, ma anche critico di questa avventura, e del PD in generale – il richiamo di Luca a lavorare, diciamo così, a testa bassa, senza voler alzare sempre la manina per farsi notare, mi sembra legittimo.
    Questo è anche uno degli insegnamenti principali che ho tratto da una precedente esperienza.

  14. wile ha detto:

    Beh diciamo che, purtroppo, anche l’esperienza dei peones nell’attuale sistema politico insegna qualcosa sulla tattica del fare quadrato.
    Nessun problema a pensare a lavorare invece che a chiacchierare… ma mi sembra chiaro che non stiamo facendo questa cosa semplicemente per mettere nuovi dinosauri al posto dei vecchi. Per quanto giovani possano apparire.
    Detto questo, intendo solo sperare che sia prioritario dire qualcosa di piu’ visionario sull’iniziativa rispetto alle righe lette sopra. I richiami alla moderazione mi appaiono fuori luogo dal momento che ancora non s’e’ nemmeno capito quali sono le idee che dovremmo proporre. Spero che in pochi giorni tutto sara’ piu’ chiaro e basato su proposte. Allora si’, testa bassa e lavorare