Da “Contro i perpetui”, Il Saggiatore, 2006
“Ho passato una mattinata con Romano Prodi, in un caffè di piazza Maggiore a Bologna, durante la campagna elettorale delle primarie; ma ci eravamo già incontrati nel 1996. Scrissi una lettera a Repubblica indirizzata all’Ulivo: Governate da sei mesi e non ci siamo accorti di nulla, il senso pressappoco era questo. Non basta che siate mediamente più onesti, più competenti. Non basta. Dove state andando? Fateci sognare, il nostro elettorato ha bisogno di questo. Nacquero i «Delusi dall’Ulivo» e mi ritrovai a Palazzo Chigi, credo grazie a Veltroni, che, secondo me, è l’unico esponente del centrosinistra in cui scorgo un tentativo di «visione». Qualcuno vorrebbe ridicolizzarlo, gli danno del buonista, ma in questo momento credo sia l’unico vero leader che abbiamo in Italia. L’incapacità di stanarlo dal Campidoglio perché guidasse il prossimo governo è una delle vere sconfitte di questa coalizione prima delle elezioni 2006. Si fosse candidato Veltroni, non mi sarei mai candidato alle primarie. La coalizione dei leader mancati, sembra un romanzo di Garcia Marquez: qualcuno sa spiegare una volta per tutte a me – e a qualche svariato milione di elettori di centrosinistra – perché Cofferati è finito a fare il sindaco di Bologna?”
7 risposte a “A proposito di Walter”
La candidatura di Veltroni è però un lama a doppio taglio, se da un lato permette di utilizzare una risorsa comunicativa ed elettorale enorme nell’appannato pantheon del centrosinistra dall’altro il rischio plebiscitario della sua elezione rischia di svuotare ancora di più questa costituente che sembra essere sempre di più un vuoto rito senza reale potere decisionale. Con la candidatura Veltroni DS e DL faranno passare per libero, aperto e partecipato un progetto che, stando alle regole attuale non è affatto così.
Un’altra considerazione va fatta riguardo alla storia politica di Veltroni dal 2001 ad oggi. l’attuale sindaco di Roma riuscì a trasformare una epocale sconfitta da segretario dei DS dopo la disastrosa elezione del 2001 in una occasione di rinascita politica con la candidatura al comune a cui è seguita una seconda rielezione trionfale. Cosa ha fatto quindi di un segretario perdente un uomo della provvidenza? Al di là della creazione di un “modello romano” che ha fatto da laboratorio politico per il PD io credo la capacità di fare politica applicata ai problemi di una città con la popolazione di un piccolo stato sudamericano e inoltre quello di essersi sottoposto per due volte con straordinario successo al voto popolare. Il politico italiano è infatti meraviglioso nella sua specificità di scansare, tranne nobili eccezioni, il pesarsi in elezioni democratiche da lì la sostanziale comune accetazione bipartisan delle liste bloccate senza preferenze.
Ecco perchè l’assenza di una gara vera, senza almeno tre , quattro reali concorrenti alla costituente rischiano di fare un danno enorme allo stesso Veltroni che perderebbe quindi l’aurea di politico che non ha paura di pesarsi.
In ogni caso i suoi tempi comunicativi finora sono stati ben calibrati, rimaniamo in attesa di cosa dirà mercoledì a Torino
ciao
“Educare la democrazia, rianimarne, se è possibile, le fede, purificarne i costumi, regolarne i movimenti, sostituire a poco a poco la scienza degli affari all’inesperienza, la conoscenza dei suoi veri interessi agli istinti ciechi; adattarne il governo ai tempi e ai luoghi; modificarlo secondo le circostanze e gli uomini: questo è il primo dei doveri che si impone oggi ai governanti.
A un mondo completamente nuovo occorre una nuova scienza politica.
Ma a questo noi non pensiamo affatto: siamo nel mezzo di un fiume vorticoso e fissiamo ostinatamente gli occhi su qualche rottame che ancora scorgiamo sulla riva, mentre la corrente ci trascina e ci spinge all’indietro, verso l’abisso.”
Cofferati aveva una collocazione politica che non rispondeva, secondo me, agli inciuci politici bilaterali dei due schieramenti.
Tutto sommato tra centro sinistra e centro destra, a parte la volgarità dei modi che appartiene ai secondi, non vedo differenze sostanziali.
Veltroni francamente non mi sembra questa grande novità, ma possibile che si giri sempre intorno agli stessi nomi o persone?
Mi sono convinta che continuare a tapparsi il naso pur di vincere non mi interessa più, io voglio una classe politica nuova, giovane e anche rappresentata dalle donne.
Tutti gli altri possono anche cercare di convincermi attraversando l’oceano a nuoto ma non funziona più.
ciao
ecco qua, con la candidatura di Veltroni i focosi mille sono praticamente già sciolti.
CANDIDATI ANCHE TU!!!
Questo post è stato citato su MenteCritica. Grazie
Non mi dispiace che sia Veltroni il nuovo che avanza dentro il PD. Non mi dispiace perché si è fatto da parte quando gli è stato detto di farsi da parte, è stato ed è sindaco di Roma, e fare il sindaco di una città come Roma è un’esperienza che fa bene, ti costringe a prendere contatto con la gente o i cittadini se preferite; sicuramente ha una sua visione politica, un poco idealistica e visionaria, ma francamente possiamo accontentarci visto quello che offre il convento.
Quello che temo, in questa fase, non è la mancanza di altre personalità da mettere sullo stesso piano e da candidare al ruolo di leader del PD, non ce ne sono in giro….quanto la mancanza figure giovani, qualcuno sotto i cinquanta, anche sotto i quaranta; un segno profondo di rinnovamento, in cui noi giovani, neo-aldulti quararantenni possiamo identificarci.