1 Luglio 2007

Perpetui in camice bianco

Diario

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Nei miei giri, nei miei incontri e nelle mie conversazioni, cito sempre mia sorella Vanessa (classe 1972) come una di quelle persone che non avranno mai nella vita l’occasione di usufruire di tutte quelle cose che, a sentire i nostri sindacati, costituiscono il patrimonio irrinunziabile di ogni lavoratore: cose tipo l’articolo 18, la pensione a 57 anni e altri ammennicoli di cui mia sorella e i suoi coetanei non hanno o avranno mai il bene di godere. Ma tanto al sindacato, che gliene importa di mia sorella e dei giovani come lei?


Insomma, mia sorella si è laureata benissimo in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche. Si è arrabbattata tra sosituzioni di maternità, stage e contratti atipici di ogni genere in farmacie e industrie varie. Dopodiché ha cominciato a vagheggiare di aprire prima o poi una farmacia. Faceva il tifo per Bersani, lei. Diceva che la liberalizzazione avrebbe premiato i bravi e che lei a vendere i farmaci è brava, che nelle farmacie dov’è stata i clienti l’hanno sempre adorata, che avrebbe avuto voglia di mettersi in gioco.
Da bravo fratello grande gongolavo a sentire la sorella scienziata e abbastanza indifferente alla politica fare discorsi meritocratici e antimonopolistici. Poi da un po’ ha cominciato a dirmi che forse avrebbe aperto una parafarmacia, cosa fosse esattamente non sapevo, ma nella fretta delle nostre telefonate internazionali non avevo mai avuto il tempo di chiederle di spiegarmi bene. Poi, oggi, l’ho sentita parecchio incavolata (ma proprio parecchio) con la Turco, con Bersani, col governo, e allora le ho detto: “Vane, ma me lo scrivi un articolo su questa cosa? Ma cosa è successo esattamente? Mi spieghi meglio?…”

“….spiegami meglio.
Così è finita la nostra telefonata. Una telefonata di sfogo e stanchezza per ciò che riguarda il mio futuro professionale.
Sono una farmacista. Prima di un anno fa non potevo neanche parlare di carriera. Già, la carriera per un farmacista: acquistare una farmacia o vincerla a concorso. Niente di più difficile in Italia.
Ti spiego. Nel nostro paese da moltissime generazioni, e non a caso parlo di generazioni, esiste la pianta organica che stabilisce il numero di farmacie in base al numero di abitanti. Con l’aumentare degli abitanti le farmacie di nuova istituzione vengono messe a concorso e/o assegnate al comune. Per vincere un concorso però bisogna superare i 20 anni di attività…. E così si ritorna ai perpetui!
Per comprarla, una farmacia, bisogna sperare che qualche farmacista non abbia eredi – perché si sa, tutti i figli di farmacisti fanno i farmacisti – e pertanto metta in vendita l’attività ai prezzi che si confanno ad un oligopolio.
L’estate scorsa noi “poveri” farmacisti abbiamo avuto un bagliore di speranza con la liberalizzazione dei farmaci OTC (Over The Counter: aspirine & company): nuovi posti di lavoro non più nella piccola farmacia di quartiere, ma nei grandi centri commerciali e forse possibilità di carriere, che ne so diventando, magari, capo del reparto farmacia del centro commerciale.
Ma anche in questo caso è stato un totale fallimento. Nei supermercati il tutto è stato preso in mano dalle stesse persone che organizzano i vari reparti e che di farmaci non capiscono un fico secco. Il farmacista DEVE essere li per LEGGE. Personalmente penso che nei centri commerciali ne farebbero volentieri a meno. Puff… il sogno è di nuovo finito!
Giugno 2007: una nuova speranza …. Bersani propone la liberalizzazione farmaci fascia C. La proposta passa alla Camera. Fascia C? Ti spiego cos’è. In Italia i farmaci si dividono in fascia A, sostenuti dal SSN come gli antibiotici; fascia C, la cui vendita è sottoposta alla presentazione di ricetta medica ed il cui costo è completamente a carico del paziente, come ad esempio il Tavor o il Lexotan; OTC e SOP, detti anche farmaci da banco, come appunto l’aspirina di cui si è tanto parlato l’estate scorsa.
Per noi “poveri” farmacisti si riapre una porta. Con gli OTC, SOP e con la Fascia C si può provare a fare il grande passo. Aprire una Parafarmacia! E invece no! La Turco si oppone e la proposta sembra che non verrà neanche discussa al Senato. Ma sbaglio o la Turco e Bersani sono dalla stessa parte?
Bersani dice di dover proteggere le tasche degli italiani. Giusto: aumenta la concorrenza diminuiscono i prezzi. La Turco dice di dover proteggere la salute degli italiani. Giusto, ma non capisco in cosa sono minacciati gli italiani. La vendita della fascia C sarà comunque sottoposta alla supervisione di un farmacista che, ricordo all’Onorevole Turco, ha le medesime competenze di un farmacista titolare di farmacia. Viene però ingustamente chiamato “parafarmacista” dequalificandolo solo perché non è proprietario da generazioni di una farmacia.
Ma qual è la verità? Cosa c’è sotto? Leggendo, studiando, navigando in internet si scopre che tutto questo è solo una classica farsa italiana. Ritorno all’estate scorsa. La commissione europea ha richiamato Italia, Spagna ed Austria sulla presenza della pianta organica che impedisce il libero mercato riguardo i farmaci nella comunità europea. La Spagna guidata da Zapatero non ha fatto una piega e ha fatto cadere l’oligopolio.
In Italia, invece, liberalizziamo prima una fascia poi forse un’altra ma la Federfarma (sindacato farmacisti titolari di farmacie: ma a cosa gli servirà un sindacato?) dice no quindi ci ripensiamo, dequalifichiamo con il suffisso “Para” i farmacisti che non sono figli di farmacisti etc.
Risultato: richiamo alla corte di giustizia europea con multa che noi italiani tutti dobbiamo pagare con le tanto amate tasse. In questo modo abbiamo garantito la casta dei farmacisti che possono continuare ad arricchirsi, ridotto le possibilità di concorrenza tra farmacie con conseguente riduzione dei prezzi. A questo punto domando all’Onorevole Turco se è proprio sicura di tutelare la salute degli italiani lasciando che l’Italia resti l’unico paese d’Europa con i prezzi dei farmaci così alti.
Faccio la mia proposta. Inseriamo l’obbligo del farmacista responsabile nei supermercati non solo per la vendita al singolo cliente, ma anche per la direzione di tutto il reparto farmacia come già avviene nelle farmacie comunali, che sono di proprietà di soggetti non esperti di farmaci, i comuni. Lasciamo che noi farmacisti non titolari o se si proprio si deve chiamarci così, parafarmacisti, possiamo aprire la nostra parafarmacia ed in tal modo lasciamo che gli italiani possano avere la possibilità di risparmiare, grazie ad un’aumentata concorrenza, anche su i farmaci che, purtroppo, sono davvero un bene primario.”

23 risposte a “Perpetui in camice bianco”

  1. silvio ha detto:

    ciao caro Ivan,
    sono un collega di tua sorella e sono anch’io tremendamento incavolato con la Turco. Bastava sfogliare le riviste che ogni mese arrivavano in farmacia per capire che il ministro era nelle loro mani. Copertine, interviste su interviste, inviti a congressi farsa, tavole rotonde ecc. Come sappiamo da Report di Rai 3, Federfarma finazia ogni anno con 400 mila euro politici e partiti. Credo proprio che quest’anno la cara on. Turco sarà la massima beneficiaria della somma.
    Io però non mi dò per vinto ed è per questo che il 14 ottobre mi presenterò con una lista di giovani per l’elezione dell’assemblea costituente del Pd nel collegio di Brescia.
    Non ho mai fatto poitica ma dopo tutto questo schifo voglio impegnarmi in prima persona per fornire un mio contributo alla causa di tutti i farmacisti non titolari.
    Un caro saluto e un abbraccio a Vanessa

  2. Upanisad ha detto:

    La morale è semplicissima: non ci sarà mai nessuna soluzione per i problemi dei giovani, finchè si spera che la soluzione arrivi dai vecchi. E’ matematico. Rassegnatevi o si crea un partito di giovani (e non un partito con giovani, che cmq non c’è nemmeno quello)

  3. alessandro ha detto:

    Avete solo sbagliato partito. Provate a guardare più a sinistra. Ciao!

  4. riccardo S ha detto:

    Caro silvio,
    perché anziché aprire una lista tua nel collegio di Brescia per le primarie del PD non ti unisci alla folle impresa de iMille? Anche perché probabilmente le liste dovranno essere a livello nazionale …. puoi trovare informazioni sul sito http://www.imille.org e iniziare ad aprire una “cellula bresciana” dal vero con i tuoi amici. Se lo abbiamo iniziato a fare noi dalla lontana Parigi (http://riccardoparis.blogspot.com) da Brescia non può che essere più facile.
    Spero di vedere presto anche te e i tuoi amici nella spedizione de iMille contro le nomenklature DS-Margheriti !
    cordialmente
    riccardo

  5. ciriolina ha detto:

    i sindacati italiani chi rappresentano oggi ? Almeno i due terzi degli iscritti sono pensionati e versano la quota di iscrizione senza saperlo. Chi è al corrente di queste ruberie spicciole ? Tolgono pochi euro al mese ai pensionati sociali per alimentare l’elefante sindacato che alimenta se stesso. Personalmente sono rimasta fregata dalla prima riforma (il passaggio dal retributivo al contributivo) ora mi continuano a fregare perchè allungano sempre di più gli anni necessari (40) e l’età. Ma perchè non si aboliscono del tutto le pensioni di anzianità e si lasciano quelle di vecchiaia a 62 anni da subito? Si possono escludere solo i lavoratori in miniera, agli altiforni e pochi altri. Perchè i sindacati tutelano poche migliaia di persone per evitare uno scalone che è servito e serve per risparmiare oggi e per redistribuire domani a chi sarà anziano fra 30 anni ??? Che senso ha tutelare i nati fra il 1951 e i 1953 e penalizzare tutti i nati successivamente ??? Questa Ivan, è la sinistra italiana, cieca, sorda e urlante… Basta con questi sindacati, ma come ? Estendendo la possibilità di presentazione del modello 730 anche agli studi commerciali regolarmente censiti dal Ministero, estendendo la possibilità di assistenza ai pensionati (patronati) anche a soggetti privati e registrati presso l’Inps, diminuendo e accorpando le figure professionali (un impiegato amministrativo nel settore commercio, chimico, metalmeccanico o altro perchè deve avere una base di salario diversa?) Estendere i 14 stipendi annui a tutte le categorie, ecc ecc

  6. Lorenzo ha detto:

    questo tuo post rappresenta un esempio cristallino di cosa sarà il futuro Pd. Veramente, Ivan, vuoi entrare in quella fogna democristian-stalinista?
    Guarda che se c’è ancora qualche liberale rimasto in Italia, oggi milita ancora più a sinistra, naviga tra SD e RnP (paradossi d’Italia, un liberale visto come “estrema sinistra”). Il resto sono statalisti, assistenzialisti, e un signore che si è comprato in blocco uno dei due schieramenti con soldi presi chissà come (e da chi).

  7. silvio betti ha detto:

    ciao riccardo,
    se devo essere sincero non ho trovato nel sito http://www.imille.org un approfondimento di quello che il movimento fa o che vuole fare in merito alle primarie del 14 ottobre. Se hai materiale e informazioni aggiuntive ti sarei grato se me le inviassi. Come dipendente di una modesta farmacia di un paese di 10 mila abitanti, godo di una discreta visibilità e a tal proposito sono stato contattato dai circoli della margherita sia del paese in cui esercito la professione sia in quello in cui risiedo, per partecipare attivamente alle primarie. Non ho mai fatto politica e mai avuto tessere di partito e l’idea dei mille mi appassiona molto di più di un vecchio partito italiano. Tienimi informato.
    Il mio obiettivo è dare un calcione sul sedere alla Turco e a tutti i politici che remano contro i diritti e le libertà dei giovani.
    un abbraccio
    Silvio

  8. riccardo da parigi ha detto:

    Caro silvio,
    iMille sono un gruppo ancora in fieri, ma che a grandi linee (e Ivan te ne puo’ parlare meglio di me) riprende alcuni spunti della campagna di Ivan per le primarie dell’unione aggiungendovi altri contributi. Noi che viviamo all’estero ovviamente ci occupiamo meno di queste questioni tutte italiane, ma piuttosto delle questioni europee (sarebbe pero’ interessante sapere come fa l’italia a resistere alle norme europee che in genere incentivano questo tipo di liberalizzazioni).
    Per il momento sul sito de iMille esiste una sezione idee in cui qualcosa inizia ad essere presentato, ma la cosa migliore potrebbe essere quella proprio di dare un contributo!
    Quello che ti posso dire è che molto probabilmente iMille presenteranno una lista per le primarie (per i modi ancora tutto è nebuloso, anche perché le regole delle primarie non mi risulta siano totalmente chiare) e che il tema del rinnovamento della classe politica, dell’abbattimento delle corporazioni e della laicità, tra gli altri, sono molto sentiti.
    Per esempio puoi leggere il dibattito sull’università animato dall’intervento di Filippo sempre nella sezione idee. Non è esattamente il tema delle liberalizzazioni delle professioni però può essere esemplificativo.
    Poi ti invito anche ad aprire un gruppo “reale” nel tuo paese, come abbiamo iniziato a fare (pensa!) nella lontana Parigi! E ci stiamo anche divertendo: niente fumose riunioni triste, ma in genere allegramente nei simpatici “café” parigini,
    a presto
    riccardo

  9. Guido ha detto:

    A seguito di discussioni fatte in questi giorni mi sono convinto che, affianco ad una campagna politica di alto profilo mirata ad accedere al potere dell’alto come potrebbe essere quella dei iMille, bisogni fare un’attività dal basso per ricreare la base del partito democratico, per convincere la gente a muoversi assieme ed, in questo senso, fare una politica che comprende, ma non è limitata a, il solo voto.
    I temi su cui vogliamo agire sono il lavoro (per prima cosa), poi la casa, l’ambiente in cui viviamo, l’educazione e la crescita dei figli.
    Quello su cui ci concentreremo sono imprese semplici, fatte dai cittadini, a cui i cittadini possono accedere e di cui i cittadini possano fruire.
    Ciò che ci contraddistingue è il desiderio di agire assieme e costruire il futuro a partire dal concreto. Per le strategie di alto respiro ci appoggeremo ai partiti politici.
    Allo stesso tempo vogliamo agire come padri e madri di famiglia che vogliono costruire un futuro degno per i loro figli agendo in maniera ragionevole ma decisa.
    L’unica cosa che si richiede è il credere che in uno stato etico nessuno (né giovane né vecchio, né bianco né nero, né ignorante né dotto) può essere abbandonato ed, allo stesso tempo, essere convinti che in uno stato in crisi conta chi, nel suo piccolo, prova a contribuire alla cosa pubblica.
    Se Silvio e Vanessa volessero affiancarsi a me, io ne sarei onorato.
    Ivan, stando in Russia, non potrebbe (perché noi vogliamo molto peso all’attività in situ ed alla presenza fisica) ma lui potrebbe aiutarci con idee e poi ci serve nei iMille dove si attacca lo stesso problema da una diversa direzione.
    Un abbraccio grande e che Dio la mandi buona a tutti noi
    Guido

  10. riccardo da parigi ha detto:

    Caro Guido,
    noi anche se nella lontana e fresca Parigi, abbiamo già iniziato ad “Uscire dal Blog” e a fare quella che tu chiami attività “in situ”. Presenza fisica, problemi concreti (in primis diritto di voto degli stranieri) e prime azioni, come il Pic-Nic Democratico e Repubblicano che stiamo organizzando per il 14 Luglio.
    a presto,
    riccardo

  11. pippo (intellettualmente disonesto) ha detto:

    che dire allora caro Scalfarotto? Dovresti dire, penso, che allora il tuo compagno di partito, Sergio Cofferati, fece male a scendere in piazza contro l’abolizione dell’articolo 18. dillo: ma allora dovremmo concludere che aveva ragione Berlusconi? e perché mai dovremmo votare per un simile partito che ormai da’ ragione a Berlusconi?

  12. andre del bene ha detto:

    Ciao Ivan.
    Anch’io ho un fratello (maggiore però) scienziato e gongolo ad averlo. Si è laureato nel luglio del 2000 con il massimo dei voti in biotecnologie, amato e rispettato da tutti i docenti, il preside di facoltà gli ha proposto di fare il phd a Bologna con lui…e lui il primo ottobre dello stesso anno prende l’aereo e va in Germania!
    Non è ancora tornato in italia. Il nostro paese gli ha dato tanto, formandolo come scienziato e come studente ma ancora non ha ricevuto nulla in cambio, ma non certo per colpa di mio fratello!
    E a volte lo invidio un pò e vorrei anch’io andarmene a lavorare altrove.

  13. silvio ha detto:

    ciao Guido, gran belle parole. Complimenti per come scrivi. Io sarei disposto a seguirti. Fammi sapere cosa hai in mente e io ti prometto la mia collaborazione.
    A presto per dettagli

  14. Upanisad ha detto:

    Ad Alessandro
    “Avete solo sbagliato partito. Provate a guardare più a sinistra. Ciao!”
    A me pare che la sinistra radicale sia la prima a fregarsene totalmente dei giovani e a puntare il tutto per tutto sui vecchi. Basta vedere la storia delle pensioni. Stan facendo di tutto per fregarci, altrochè!

  15. Alessandro De Luca ha detto:

    Ragazzi,
    vorrei aiutarvi ad avere un ricordo comune:
    l’anno scorso quando Bersani cercò di liberalizzare i farmaci da banco e le farmacie rimasero chiuse per sciopera la Turco cercò una mediazione, che risolse la situazione.
    Nessuno tranne le parti conosce i termini di tale accordo, salvo adesso, ad un anno di distanza scoprire una posizione della ministra assolutamente incomprensibile (sic!).
    Facciamoci un regalo, su iMille creiamo una raccolta di articoli di giornale a futura memoria: alle volte serve a fare matte risate, ma spesso a sbugiardare chi costruisce carriere politiche sulla memoria corta del “popolo sovrano”
    Alessandro – Torino.
    (membro orgoglioso de iMille)

  16. Fabio ha detto:

    Ce lo ricordiamo Alessandro, ce lo ricordiamo… E non sarebbe poi male trattenere – se ancora c’è – la traccia mnestica di quanto accadde in merito ai taxi, senza tralasciare chi si occupò di mediare, in che modo “compose il conflitto” e “concertò” le misure da adottare, e come andò poi a finire (per l’ultimo punto non c’è bisogno di ricordare, basta attendere il prossimo sciopero della categoria, con blocco totale della circolazione su tutta Roma, con annessi proclami arroganti e qualche cazzotto dato a caso, tanto per gradire, a qualche passante).

  17. stefano ha detto:

    forse sono un pò in ritardo per partecipare a questa discussione
    sono un collega di Vanessa, e anch’io non sono “figlio di titolare”
    ma ho da subito avversato la riforma Bersani
    se davvero voleva dare spazio ai giovani perchè mandare i farmaci nei supermercati, dove era perfettamente immaginabile sarebbero finiti in mano agli esperti di marketing?
    avrebbe lasciato che ogni laureato abilitato alla professione (e se vogliamo fare i pignoli con un minimo di esperienza) potesse aprirsi 1 (ed 1 sola) farmacia, impedendo così a oligopoli e plutocrati di fagocitare il settore
    sospetto che Bersani dovesse onorare una riconoscenza verso qualcuno interessato ad ampliare il proprio ventaglio di offerte alla clientela più che essere interessato a beneficiare la categoria dei giovani farmacisti disoccupati e/o dei clienti-consumatori di farmaci
    occhio che ai perpetui non succedano i gattopardi

  18. fabila ha detto:

    Sentite, le chiacchiere stanno a zero…..Armiamoci ed apriamo questa benedetta parafarmacia……!!Faremo solo il solletico ai nostri colleghi titolari, ma per lo meno potremo sperare che prima o poi ci adegueremo all’Europa….Il mio sogno e’ di avere una farmacia non convensionata nel mio paese….NON credo di chiedere tanto no??

  19. davide ha detto:

    Non ho mai visto un fottuto farmacista titolare LAVORARE non sanno nemmeno la differenza fra aspirina ed efferalgan e la Turco ci parla di “supervisione” …… La supervisione sarà fatta anche nelle parafarmacie cara Turco siamo noi a farla DOTTORI FARMACISTI schiavizzati solo per non aver avuto un genitore titolare.
    Ed inoltre se proprio non approvare la fascia c almeno pensassero ad adeguare gli stipendi non si è mai visto un laureato guadagnare 1200-1300 euro al mese sottraendo enpaf ecc…. in farmacie che ne guadagnano 60.000 al mese
    APRIAMO LE PARAFARMACIE CARI COLLEGHI PRIMA O POI CE LA FAREMO :=)