Severgnini su iMille.
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Ivan Scalfarotto
Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno nel Governo Draghi. Deputato di Italia Viva. Mi occupo di democrazia, di diritti e libertà, di enti locali, impresa e affari internazionali.
Ho fondato Parks - Liberi e Uguali.
14 risposte a “Musate e medaglie”
Intanto, sull’Espresso online, articolo “Giro di Walter”, tabella “Dove portano le correnti…”, appari ufficialmente come il capocorrente della neobattezzata (dal giornalista) “Generazione X”, in compagnia di Luca Sofri e Mario Adinolfi (luogotenenti?). Al di là dell’opportunità o meno di utilizzare il termine “corrente” – ma perché no, poi? – quello dell’Espresso mi pare un riconoscimento che pesa. Mi sembra, cioè, un segnale e, allo stesso tempo, una buona notizia.
Si, ma come nome della corrente “pane e cicoria” è più allettante 🙂
Non capisco però se, per l’espresso, tutte queste “correnti” appoggiano poi veltroni. Leggo che Letta, Parisi, Bersani potrebbero presentarsi in un modo o nell’altro. Non so se l’espresso vaneggia, tanto per fare qualche bell’immagine o pure ha le giuste notizie.
Però ok il riconoscimento, ma bisognerebbe dire di chiamarli iMille !
Caro Ivan,
non mi piace per nulla che ti poni come rappresentante dei “giovani”. Hai tre anni più di me e una carriera, scusami, troppo da “fighetto” per rappresentare le istanze di sinistra o “democratiche” che dir si voglia.
Ho già visitato il tuo sito in occasione delle primarie e avevo già scartato di votare per te e per le idee che pretendevi di rappresentare. Tra l’altro anche il nome che avete scelto iMille – scopiazzatura del modaiolo iPod più che del patriota Garibaldi – sa troppo di marketing e nulla di cuore e passione per la gente di questo paese.
Il fatto che ne abbiamo le scatole piene dei nostri rappresentanti (dipendenti dice qualcuno) politici non giustifica che siamo disposti a sostenere dei carrieristi che come unica qualità vantano qualche, non significativo però, anno di meno dei brontosauri.
La gente che lavora e fatica a sbarcare il lunario, i laureati che stanno al call center, quelli che vorrebbero andare all’estero e quelli che non hanno i mezzi per pagarsi gli studi o pagarli ai propri figli non si fidano della combriccola di, mi scuso ancora, fighettini rappresentata da te, Sofri e compagnia bella.
Cavolo non vogliamo mica fare le “interviste barbariche” e berci una birrettina con la moglie del Sofri suddetto (anche lui tutt’altro che “giovane” poi). Vogliamo gente vera, che venga dal basso, possibilmente con un lavoro di merda e che prenda musate un giorno si e l’altro anche.
Io non sono poi così convinto che giovane sia meglio. Sono convinto che onesto ed etico sia meglio e che quelli che hanno sofferto rappresentino meglio, perché capiscono, quelli che soffrono. Non voglio marketing, non voglio birrette e party. Voglio gente vera, nuova, umile e al servizio dei cittadini.
Ciao
Luca
Volevo rispondere al commento di Luca.
Premetto che io sono favorevole al progetto de iMille.
Prima di tutto sul nome e sulle tue osservazioni: da quello che scrivi mi pare che tu sottintenda che il fatto di avere un nome accattivante sia un limite, e non capisco perché. Sarebbe come dare per scontato che dietro un bel marchio non c’è e non ci sarà nulla, e, francamente mi pare piuttosto ingiusto nei confronti nei promotori dell’iniziativa, persone secondo me meritevoli di fiducia.
Mi sembrano invece molto importanti le altre cose che scrivi, su cui una seria riflessione, è in effetti necessaria, soprattutto ora che l’entità iMille sta nascendo.
Perché le persone di cui tu parli (gente vera, nuova, umile) , dovrebbe sentirsi escluse a priori dal progetto? E soprattutto il fatto che Ivan Scalfarotto, ma tanti di quelli che hanno promosso l’iniziativa si propongano come delle persone che hanno successo nel lavoro li esclude a priori dal poter rappresentare “le istanze di sinistra e democratiche”(cito sempre), e soprattutto li vede contrapposti a quelle tante persone che non trovano sbocco nella nostra società gerontocratizzata, che vivono situazioni di grossa difficoltà e frustrazione? Io credo che il progetto debba essere aperto alla partecipazione attiva in primis di tutti costoro La loro esperienza è tanto importante, se non addirittura più importante della categoria “fighetti”. Starà ai promotori de iMille fare in maniera che nessuno si senta escluso , e, per ora hanno la mia fiducia. Storie diverse, certo tra chi c’ha il master e lavora al call center e Sclafarotto che fa l’executive a Mosca, ma non così tanto, e certamente non in contrapposizione.
Ciao
Pier
signor luca f, ha tutta la mia comprensione soprattutto per la passione che è profusa dalle sue parole magari un pò ribelli ma dal senso chiaro. cosa vuole, qui non potrà che trovare risposte stile questo pier che magari fa parte della schiera di persone che costituiscon la famosa piattaforma di cui si empiono la bocca dal giorno in cui si son trovati imille, ma nessuno sa ancora cosa sia, immaginabile neanche loro lo sanno. sanno altro, lo sanno molto bene da parecchio tempo, per esempio quali strade tentare di percorrere per piazzarsi in qualche apparato. l’ha visto il pezzo che si chiama buon sangue? singolare per sintesi ed efficacia di pensiero. ha tutta la mia comprensione signor luca f, e anche la mia stima.
Vedo che lo sport nazionale, soprattutto a sinistra, continua ad essere quello di sparare a raffica su chiunque e qualunque cosa si muova.
Complimenti, Luca F, Maria Teresa ecc..
Così resterà tutto come è adesso, con tendenza al peggio.
Contenti?
Caro Luca F.,
che piacere leggerti, ma anche: attento, c’e’ un vile che assale chi osa anche timidamente dire che giovane puo’ non essere tutto…
Io invece Ivan l’ho appoggiato, ho dato una mano nella campagna qui a Londra, ho anche raccolto le firme al banchetto che si era installato a Piazza Argentina a Roma prima delle primarie (hanno firmato anche un sacco di vecchietti). L’ho votato perche’ ero d’accordo su quello che diceva e lo diceva in modo chiaro e semplice. La stima che ho per lui che conosco dai suoi tempi londinesi ha fatto il resto.
Su iMille ho anch’io molte perplessita’ soprattutto perche’ sembra partire da un presupposto sballato e cioe’ piu’ che fare discorsi seri sul futuro per ora sta soltanto raccogliendo il favore di aspiranti dirigenti di partito, tutto un correre a scrivere: “Io sono bravo, faccio il dirigente della tale compagnia e non ho ancora 40anni!”, “Sono bravo anch’io che per guadagnare di piu’ metto i figli nel cassetto quando vado a lavorare cosi’ mi posso permettere di comprargli l’ipod!!”, “E io, allora? Che faccio il giornalista da quando avevo 20anni perche’ anche mio padre lo faceva e pure mio nonno e mi sono sposato la figlia di un’altra giornalista che anche lei fa la giornalista perche’ siamo tutti bravi in famiglia e soprattutto gio-va-ni!!” Non vorrei dire una parola che potrebbe scatenare il putiferio ma, vedi, iMille si sentono l’avanguardia. Di chi? dirai tu. l’avanguardia e basta, se vuoi di’ pure all’avanguardia. Di quelli che stanno al call center, caro Luca F., non solo non gliene puo’ importare di meno ma addirittura ne hanno una bassissima opinione. Qui, caro Luca F. si parla di chi ha per nascita accesso a possibilita’ che i piu’ non possono avere, culturali e economiche. Anche se poi non sembrano tutti molto brillanti.
Vatti a leggere della riunione di tre di questi cervelli a Parigi (sul blog de iMille). Parla Veltroni a Torino e che cosa si scrive sul blog de iMIlle? Di questi tre cervelli in fuga (dal cranio che li conteneva, forse) che si riuniscono davanti al cimitero di Pere Lachaise a parlare di che? Di niente, o meglio, di se stessi che non hanno da dire assolutamente niente. Meglio loro che un intervento su Veltroni, no? Veltroni e’ vecchio!
Oppure vai all’invito alla riunione di Pisa, su questo blog. C’era quello che non andava senno’ avrebbe litigato con la sua fidanzata, quello che invece c’aveva il concerto, quell’altro che mannaggia, nessuno gli pagava il viaggio.
L’altra assoluta baggianata de iMille e’ che vorrebbe farci credere che la politica la dovra’ fare chi non ha studiato per fare il politico. Falso, niente di piu’ falso. Anche tra iMille, ma in incognita, ci stanno comunque i rampolli della vecchia politica, quelli che stanno facendo la gavetta esattamente come i loro padri, per ora portano le borse e magari scrivono qualche discorso e, a tempi maturi – oddio! si puo’ dire questa parola? – usciranno dal cappello e diventeranno i politici di domani.
Con buona pace di quelli che mettono i figli nel cassetto per comprare l’ipod che tanto nella politica non c’entreranno mai. E si potrebbe dire: menomale…
Io qui, in questo universo di bloggers-politicanti (Scalfarotto, Adinolfi, iMille, et etc) vedo tanto egocentrismo, tanta voglia di protagonismo, molta autoreferenzialità, poca umiltà, poche idee “perforanti” e poco carisma.
Tra i problemi culturali della sinistra persa in discussioni sul PD e il populismo alla Grillo non c’é per il momento una terza via… e come ce ne sarebbe bisogno!
Se si potesse:
Italia:\> format /U
Un saluto
Claudio
PS: complimenti per la foto Ivan. Accattivante per un application form in qualche multinazionale o per un circolo di Forza Italia. Via, potevi fare di meglio!
🙂
Secondo me la critica di Luca era una critica seria e che portava argomenti su cui riflettere. Rispetto le opinioni di tutti gli altri, ma mi sanno più di attacchi alle persone, e non so quanto utili a rinnovare la sinistra e a modernizzare il nostro paese. Magari avete pure ragione: io non ho il piacere (o secondo tanti dispicere) di conoscere nessuno dei promotori de iMille, però sinceramente quello che è stato scritto mi pare veramente poco per bocciare il progetto.
Ciao a tutti.
Cara tina,
mi vedo costretto a risponderti, visto che mi chiami in causa (un po’ a sproposito).
Innanzitutto, noi a parigi ci siamo visti di lunedì, prima del “mirabolante” intervento di veltroni.
Secondo, noi non abbiamo nessun parente-conoscente-amico di cui continuiamo l’opera. Proprio per questo non viviamo in italia, perché abbiamo preferito la dignità al servilismo.
Terzo, se non ti interessano i nostri discorsi non sei certo obbligata a leggerli. E se non hai manco lo spirito di cogliere l’ironia allora mi dispiace per te. Noi abbiamo discusso di tante cose con leggerezza ma anche prendendo delle decisioni. Certo non roboanti come la “discesa in campo” di veltroni, ma delle piccole decisioni operative, anzi ancor meno abbiamo iniziato a conoscerci e a cercare le basi per allargarci, cercando di mobilitarci per cose molto concrete che ci toccano da vicino, come il diritto di voto per gli stranieri e l’armonizzazione europea dei sistemi previdenziali. Non avevamo dirette TV, né radio, né telegiornali che parlavano di noi, e giustamente voglio dire. Se ti da fastidio che delle persone si riuniscano e cerchino di mobilitarsi, beh devi avere tu qualche altro problema,
cordialmente,
riccardo
@ Riccardo.
Perché quelli che vivono in Italia hanno preferito il servilismo alla dignità?
Ma mi faccia il piacere…
a.
caro “a.”,
purtroppo in molti campi è così, esagerando un po’ tra servilismo e dignità. Ma pensare e attendere che, dopo anni passati a “servire” letteralmente uno “pseudo-potente”, allora si sono maturati i diritti per avere “concesso” un lavoro, non so come tu lo chiami …. sicuramente non è certo un bel vedere.
E i campi in cui funziona così sono parecchi in italia. E funziona così anche perché tutti glielo lasciano fare. Magari combattere eroicamente sul posto sarebbe la scelta più nobile (ma dalla pancia vuota a meno di non avere e accettare sussistenze familiari), molti invece se ne sono andati sbattendo la porta.
cordialmente
riccardo
signor riccardo, mi permetta, ma lei non considera la prima variabile che ad un cittadino italiano vivente in italia vien da pensare quando legge di qualche italiano che vive all’estero ed ha un motu proprio, che oggi va tanto in voga, verso l’italia: non sarà per caso che in questo modo si sente un pò più vicino alla sua terra natìa? beninteso, non vuole essere una critica, solo una constatazione. a leggerla viene da pensarla così, lo sa? ma la prego, non confonda questo suo onesto sentimento con volontà di partecipare ai cambiamenti politici o chissacche, scadrebbe davvero la qualità del suo nobile spirito. insomma, anche se non le parla, dia un pò più retta al suo inconscio. per concludere, non tutti quelli che leggono e scrivono sui siti internet lo fanno per condividere incondizionatamente iol contenuto; molte persone, tra cui me, lo fanno per informarsi e quando possibile rispondere in modo anche contrastante con lo spirito del sito stesso. lo apprezzi, buon sabato parisienne
Maria Teresa,
non so se questo mio commento giungerà a destinazione, perché è già passato qualche giorno dall’ultimo commento. Mi sento in dovere di rispondere dopo aver letto quel “motu proprio, che oggi va tanto in voga, verso l’Italia”. Non conosco Riccardo ma rispondo per me, dato che questa frase rivela un grave fraintendimento di fondo sulle motivazioni e i sentimenti di chi sta all’estero. Mi spingo fino ad ipotizzare che lei, Maria Teresa, non conosca approfonditamente di persona nessuno che stia all’estero da tanti anni, altrimenti non avrebbe fatto questa gaffe.
Ecco la mia storia: sono fuori dall’Italia da sette anni. Nei primi due tre anni ho capito più cose dell’Italia che in ventisei anni. Non che non sapessi che le cose non andassero bene, ma non capivo cosa non andava (le cause prime), e ho trovato qualcosa di molto più pervasivo nella vita di tutti di quanto immaginassi.
Trascorso un primo periodo in cui ho vissuto l’avventura, non ho più trascorso un solo secondo senza avere una grande voglia di tornare in Italia. Lo penso ogni giorno, ieri, oggi, probabilmente lo penserò domani. Non mi sono sentito mai per un attimo meno italiano e meno attaccato al mio paese di quando sono partito. Anzi forse di più. Ho incontrato persone che, disilluse, si sentono molto più lontane e con meno voglia di tornare. Io no (come tantissimi altri), e non è una questione di moda, un motu proprio, una cosa fighetta. È come sono, e siamo tanti così. I mali del nostro paese li viviamo male due volte: la prima perché ci fa male perché è il paese che amiamo, la seconda perché ogni giorno di più, inesorabilmente, si complicano le cose per un possibile ritorno.
Sorvolo su quello che vuole dire starsene sette anni fuori, a livello personale, con questi sentimenti, e riguardo alle persone care. Ma posso dire che se qualcuno mi dicesse un domani che il mio slancio patrio è un motu proprio che va di moda penserei che questa persona è probabilmente infantile, o almeno superficiale. Cosa c’entra la moda? Il desiderio di partecipazione uno ce l’ha o non ce l’ha, e cercare di insinuare delle motivazioni dietrologiche non è altro che un colpo basso, non giustificato e non dimostrabile, ed anche un assunto di comodo per dare ragione artificiosamente alle proprie ragioni (mai sentito parlare di attacchi ad hominem? Andare sul personale per tentare di sminuire l’argomento dell’altro?).
Vogliamo fare al gioco di denigrare la spontaneità e la sincerità dei sentimenti di chi sta fuori dall’Italia, o di chiunque altro abbia semplicemente fatto una qualche scelta che non è la propria? Interessante, sarei curioso di sapere dove andremo a finire. Io non ho bisogno di prendere in giro nessuno, qualunque sacrificio o scelta di vita abbia fatto, restando o partendo, perché la cosa più vera è che siamo alla fine tutti sulla stessa barca, una cosa che tanti fanno fatica a capire.
Io non posso fare altre che constatare una volta di più quale è uno dei malanni della sinistra, tanto della base quanto del vertice: l’importante per tanti è impegnarsi, se poi le energie le si sono spese per demotivare chi prende altre iniziative tanto di guadagnato. Questo è la sinistra, anche la base della sinistra: mettere in campo tante forze con lo scopo di annullarsi le une con le altre, per poi alla fine non ottenere un bel nulla, o qualche piccolo trofeo insignificante qua e là.
Io per dire la mia sostengo e sosterrò Ivan come iMille come chiunque prenda iniziative con obiettivi che io condivido. Non mi interessa se c’è chi è dissoccupato, chi è dirigente, chi è ricco, chi è povero, chi risponde ai call center, chi è espatriato, chi sta a casa con mamma e papà. Allo stesso identico modo sosterrei Luca F o Tina, o di chi per loro, da qualunque parte provenngano, se ne condivido gli obiettivi delle loro iniziative. Invece c’è acora gente che è convinta che per dare lustro alla propria iniziativa deve prima affossare l’iniziativa “antagonista”: che poi gli obiettivi siano gli stessi non conta, prima c’è da conquistare il fazzoletto di territorio.
A me, sinceramente, sembra ridicolo. Come se il fatto che io sostenga iMille implichi che io non possa sostenere tutte le altre inizative come proposte da Luca F, allo stesso tempo e allo stesso modo, con la stessa forza. A cosa serve? E a cosa serve, cara Maria Teresa, dare addosso o fare allusioni nei confronti di Riccardo? Quale colpa ha avuto, prendere un’iniziativa? Essere espatriato? Quale è l’aspetto del suo profilo che vi turba? Che non abbia chiesto permesso? Mah! Prima di parlare cercare di capire come vivono le persone l cose sulla propria pelle non sarebbe male.