Siamo già alla terza sigla, dopo i PACS e i DiCo adesso pare che abbiamo i CUS, ma di leggi nemmeno l’ombra. Non abbiamo mai potuto pacsarci, nessuno si dicò mai e adesso – sia ben chiaro – nessuno si fa alcuna illusione di poter un giorno cussarsi.
Gli antichi dicevano che nomina sunt consequentia rerum. Nell’Italia del 2007 non vale nemmeno il contrario. Abbiamo un sacco di nomi, di sigle, di etichette, ma di diritti nemmeno l’ombra.
Verrebbe voglia di andare un attimo a Madrid, semplicemente sposarsi (come fanno gli umani) e farla finita lì.
18 risposte a “Io quasi quasi mi sposo”
l’avevo appena letto anche io sul corriere…
e mi chiedevo: perché perdere tempo, e per quanto io sia favorevole è indubbio che con questa maggioranza parlarne ancora è una perdita di tempo, su questo invece di spendere risorse su altro?
e proprio dalla commissione giustizia, oggi che il governo è andato sotto su un provvedimento legato alla riforma della giustizia.
non fanno NULLA di concreto.. giocano litigano si divertono, ma cosa si ottiene? NULLA. è desolante.
giusto signor andrea, ma quello che è più desolante è che sul sito di una persona che dichiara di far politica si continua a parlare del nulla.
Effettivamente signora maria teresa posso – anche se solo in modo limitato – darle ragione. l’impressione che si parli del nulla è giunta a ciel sereno una volta letto il suo messaggio. Perche’ non ci ritroviamo come sempre sulla chat di nonsolouncinetto.net e ci facciamo la nostra quotidiana chiaccherata?
maria teresa a cuccia
Sono d’accordo con te Ivan. E’ davvero un’indecenza fare finta di decidere e non decidere mai niente.
Senza offesa, ma io sono molto contraria a questi PACS, DICO e CUS. La sostanza e’ sempre la stessa e si tratta di un insulto all’essere umano.
— Firmare un contratto dal notaio o giudice di pace? E perche’ un sindaco non puo’ sporcarsi?
— Dopo 9 (nove!) anni di convivenza? Cioe’ uno nel frattempo puo’ essere crepato 3 volte prima di vedersi riconosciuti certi diritti..
— E poi… che diritti !!!
Bah…per me quelli che propongono queste cose sono razzisti. Lo stesso tipo di razzismo contro i neri degli USA di 50 anni fa. Ne’ piu’ e ne’ meno.
cara signora cesira, che bel nome, anche lei mi ricorda un personaggio dei fumetti. i giovani usano la parola lobotomizzato (mi sembra che si scrive così). non si dedichi troppo all’uncinetto rischiando di far finire il cervello in quel modo, io preferisco tenermi in forma usandola la mente, lo faccia anche lei. e poi è troppo gentile lei, io non ho il merito di dire che si parla del nulla, il merito va tutto a chi crede di far politica parlando del nulla. io ascolto poi leggo poi commento. buona serata
Per principio, sono d’accordo con Sandra: si tratta di diritti! Il matrimonio civile risolverebbe tutto e si finirebbe di doversi abituare al suono cacofonico di altre nuove sigle… ma stiamo parlando dell’Italia. Il governo sembra essere caduto proprio sui DICO pochi mesi fa. Non capisco perche’ tirino in ballo questi CUS ora.
So che si viene presi per estremisti se ci si batte per il matrimonio civile oggi, ma non vuol dire che domani sia la stessa cosa: stiamo parlando di diritti e di cittadini, prima di tutto, esseri umani. Realisticamente, penso che sia quasi impossibile attuare a breve termine qualcosa di tale portata nella nostra cara patria (vista la classe politica che ci ritroviamo), ma non si deve e non si puo’ negoziare a priori sui diritti (vedi i DICO). Si’ per i toni pacati, il dialogo, il rispetto reciproco (sempre e comunque), ma no ai compromessi a priori. Se si parte con i compromessi, si sono gia’ visti i risultati.
Caro Ivan,
la settimana scorsa sono andato a celebrare matrimoni, una volta ogni due mesi rientra nei miei compiti.
Rispetto alle volte scorse è successa una cosa strana: la maggior parte delle coppie era over 60.
Come mi hanno detto più o meno tutti, in realtà avrebbero preferito ricorrere ai DICO ma, visto che non sono stati approvati e iniziano a sentirsi anziani, per tutelare il partner hanno deciso di sposarsi.
In quel momento ho avuto chiaro il senso di impotenza che si ha quando la politica non dà risposte.Siamo riusciti a far pedere a quelle coppie, così come a tante altre, che stanno insieme da decenni, la speranza di una soluzione legislativa adatta alle loro scelte di vita.
E questa per la politica è una sconfitta bruciante.
@ sandra
lo so, hai perfettamente ragione.
sono un contentino, la storia della stipula in momenti separati per i dico era vergognosa, i tempi sono assurdi, ma.. non è per fare qualunquismo -e qui spero che la signora maria teresa non si intrometta 🙂 – ma non siamo in svezia, e nemmeno in spagna.. da noi il cattolicesimo è bigotto, retrogrado e ottuso, e purtroppo la maggioranza degli italiani è questa, non possiamo spostarne 3 milioni in slovenia, 5 in tunisia, 7 in francia e 8 in austria.
è quello che passa il convento. e dirlo a 26 anni.. mi faccio un po’ tristezza da solo, ma così è.
sarebbe un primo passo almeno no?
ma ribadisco, i numeri non ci sono comunque, perché non si occupano di ferrovie, alitalia, investimenti, rifiuti, pensioni, etc etc etc ???????
Caro Andrea,
no e poi no a quello che passa il convento. Immagino gia’ che se questi CUS passano, la sinistra andra’ in giro vittoriosa dicendo: “Ora l’Italia e’ come la Spagna, la Germinia etc.. “.
Niente di piu’ falso. E’ solo una manovra politica.
Andrea, hai 26 anni, sei troppo giovane per piegarti ai compromessi. Non lo fare. L’Italia e’ il paese dei compromessi. E vedi dove siamo.
Sono trascorsi circa 15 mesi dall’inizio della uova legislatura e Parlamento e Governo hanno prodotto pochissimo.
Le buone intenzioni si sono, al solito, scontrate con i mille compromessi. Non un solo nodo delle premesse e promosse elettorali è stato sciolto: il conflitto d’interressi è ancora lì che gongola, i costi della politica sono rimasti gli stessi se non sono aumentati, le leggi ad personam nessuno si è preso la briga di toccarle, il Parlamento pulula di pregiudicati ed indagati e le coppie di fatto, con buona pace dei vari pacs-dico-cus, rimangono tali.
Non resta che sperare nella crescita dei movimenti laici di coscienza, come quello dei Mille che Ivan ha proposto, per poter vedere, finalmente un giorno, un paese con delle istituzioni decenti.
P.S.: ieri il nano-pelato, nel corso di uno dei suoi più classici discorsi populistici nella piazza di Napoli (Forza Napoli, compro Ronaldinho, le belle donne, la canzone napulitana ecc. ecc.) ha addirittura cavalcato un coro “Prodi Prodi vaffanculo” degno della peggiore delle curve calcistiche. Ma la vergogna, in questo benedetto paese, non ha proprio diritto di cittadinanza?
si, decisamente. Un volo per la spagna e il gioco è fatto. Che paese astruso il nostro! Ben felice cha da cotanta lontana parte sei ancora presente nel combattere un simil mostro chiamato Italia. mi si perdoni l’eccesso!
CUS…! Non riesco a capire perchè uno può decidere sulla donazione degli organi e il funerale ma non può eriditare direttamente come se fosse un coniuge! Che STROxxxTA!!! E’ chiaro che le coppie di fatto si considerano dal punto di vista economico… non pensano ai sentimenti di due persone! Il governo e tutti i parlamentari dovrebbero smetterla di pensare ad arricchirsi e di impoverire questa società! Due si vogliono bene? Ottimo! Perchè impedire queste unioni? Perchè rendergli la vita difficile? E poi sto governo che fa tanto l’alternativo sta a fa solo casino! Matrimonio in chiesa tra uomo e donna, unione civile tra chi vuole: questo è il futuro (pena l’estinzione!)…
@ Maria Teresa
I congiuntivi, la prego, i congiuntivi…
scusi signora anna per gli sbagli ma la mia scuola è stata la vita, magari sbaglio i congiuntivi ma spero che non la disturbi troppo, sa, sono abituata ai contenuti son quelli che mi interessano. grazie.
il motivo per cui hanno varato un nuovo acronimo è semplice: ci volevano far capire che ci stanno prendendo per il CUS (per chi ancora non l’avesse compreso!!!)
Beh coraggio ma ho appena letto questa buona notizia… Forse qualcosa si muove…
Illy regala al gay il viaggio di nozze
Il regalo più gradito è stato quello della Regione Friuli Venezia Giulia: il congedo matrimoniale, un anno dopo le nozze. Lo sposo è un italiano dipendente dell’ente, l’altro sposo è belga. L’unione gay è stata celebrata ad Anversa, dove i matrimoni tra omosessuali sono riconosciuti, così come i diritti civili connessi. La giunta regionale, di fronte alla domanda di congedo allora avanzata da Giul …(continua)
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