Sono successe due cose nelle ultime 24 ore che mi hanno fatto pensare molto a lungo. Uno: scrivo un post sul PSI intitolandolo “Zombie” (tecnicamente: il ritorno dei morti viventi) e i lettori del mio blog, anche al di là di quei quattro ormai quasi amici di famiglia che non sono mai d’accordo su nulla, esprimono sentimenti molto contrastanti (contrastanti con me, intendo) sull’argomento. La seconda è la candidatura di Furio Colombo alla segreteria del PD e la reazione assolutamente positiva che questa provoca in moltissime persone tra quelle per le quali nutro la stima più profonda. Cosa hanno in comune questi due eventi?
Beh, il fatto che ancora una volta, davanti alla mania italica di risolvere i problemi guardando indietro anziché avanti, anche persone con le quali generalmente condivido moltissimi punti di vista non provano il benché minimo senso di rabbia o di indignazione.
Ma insomma. Siamo nel 2007. Il panorama politico è ridotto allo stato di una nebulosa e qual è la meravigliosa idea di innovazione che ci viene in mente? Unire la sinistra riformista e orientare in quella direzione il nascente Partito Democratico? Nooooo, figuriamoci: l’ideona è il Partito Socialista! Un partito fondato nel 1892, come se l’Italia di oggi fosse un romanzo di Dickens.
Uno dei miei lettori più affezionati mi scrive rimproverandomi che non dovrei dimenticare il nome di Giacomo Matteotti e altri padri della Patria che hanno gloriosamente militato nel PSI. A dire la verità non me ne sono scordato affatto, così come non mi sono scordato per esempio di Pietro Micca e dei Martiri del Belfiore. L’unica cosa è che non mi verrebbe mai in mente di candidarli alla Presidenza del Consiglio.
Gli inglesi non tirano fuori Oliver Cromwell e i francesi Napoleone Buonaparte quando sono in difficoltà. Noi invece andiamo avanti a “Bonomi, Bissolati, Turati, Labriola”. Poi ci stupiamo che Mike Bongiorno sia ancora in televisione. E dire che non avevo nemmeno fatto la minima osservazione su Craxi figlio, Giacomo Mancini nipote e De Michelis in persona (Perpetui e figli di Perpetui, come al solito). Ebbene, cari lettori, let’s agree to disagree. Per me il ricorso ad un partito estintosi da più di 10 anni per far fronte alle urgenze del nuovo millennio resta una cosa singolare e francamente incomprensibile.
Furio Colombo. L’avevo già scritto in precedenza. Massima stima, massimo rispetto, deferenza e ammirazione per la coerenza, per le posizioni coraggiose, per una direzione de L’Unità con la schiena diritta. Ma io un altro ottantenne (o quasi) candidato a salvatore della patria non me la sento di appoggiarlo.
La questione generazionale è diventata ormai un’emergenza vera in questo paese. Ma perché a Londra si può avere un Cameron o un Miliband e qui da noi si deve ricorrere a uno che fa sembrare Prodi un giovinetto? Ma non avrebbe più senso che Colombo si facesse consigliere e mentore di una persona che sia finalmente figlia di questo tempo?
A questo punto per me questa è diventata una pregiudiziale assoluta. Voglio essere governato da qualcuno che abbia dimestichezza con i linguaggi, con i problemi, con le specificità di questo secolo. Qualcuno che prenda decisioni concrete rappresentando quella parte di paese che, fossimo in un mondo normale, dovrebbe portare la responsabilità del presente e non il ricordo del passato. Qualcuno che si preoccupi del lavoro di oggi e non solo delle pensioni, di qualcuno che sia ancora in età biologica per riprodursi, di qualcuno che conosca i tempi e i ritmi, le complessità, le contraddizioni e la bellezza del tempo in cui viviamo. Qualcuno che governi per domani e per vedere con i propri occhi le conseguenze delle decisioni che prenderà.
Ribadisco: tutta la stima e l’ammirazione per Furio Colombo, ma superati i 65 anni non si governa un paese. Si va in pensione.
33 risposte a “Rerum Novarum”
Ivan,
d’accordissimo che non ci si candida a 76 anni alla guida di un partito, il cui leader dovrebbe guidarlo alle elezioni nel 2011 (quando Furio Colombo avrebbe 80 anni …). Io sono stato uno dei primi su OneMoreBlog (dove ho letto la notizia) a proporre di appoggiarlo (parlo nell’ambito de iMille), ovviamente ponendo il problema dell’età, che non è affatto indifferente. Il problema però resta aperto, chi vediamo di “giovane” all’orizzonte, ma con delle idee/posizioni/storia condivisibili?
Si parla tanto di Letta: a me sembra più vecchio di Colombo. Nonché da criticare per moltissimi aspetti sul suo modo di fare politica.
Si parla ultimamente di Capezzone: i suoi punti da liberismo lui sì esasperato (e anche esasperante che in Italia se ne sente parlare da 15 anni di quelle parole fumose e terribili allo stesso tempo, come flessibilità, privatizzazioni etc …) non li condivido e mi sembrano anche di una demagogia, populismo, pressappochismo e semplicismo da far venire l’urticaria.
C’è qualcun altro all’orizzonte? E poi perché la Sinistra seria, ovvero di fermi principi (“con la schiena diritta” come scrivi tu), non ha mai nessuno da portare in prima linea? Il vetusto Berlinguer per il Correntone prima, il parimenti canuto Colombo ora (a me sembra anche un’operazione “tattica”, ma proprio a voler essere maligno …). Tu hai detto di non pensare a candidarti, RIPENSACI! Io sono disposto a scorrazzare a destra e sinistra a raccogliere le firme (certo per Bindi, Veltroni, Capezzone e Letta non lo farei). Rischia e rischiamo, senza lamentarci che gli altri sono tristi, con le mani in pasta e vecchi. Oppure troviamo qualcuno che vuole rischiare con noi. Ma attiviamoci, non stiamo ad aspettare che la nave passi.
cordialmente
Riccardo
Per quel poco che vale, approvo in pieno.
Saluti
Marco
Il problema io credo stia nell’incapacità di un capovolgimento di prospettiva: l’aspettativa rimane sempre rivolta all’altro – lo Stato, il partito democratico, quello socialista, Furio Colombo, Dio – nella speranza che faccia qualcosa per noi, piuttosto che, invece, rivolgerla su di sé e chiedersi cosa ognuno di noi possa fare per lo Stato, il partito democratico, il partito socialista, Dio e Furio Colombo. E’ solo cambiando il punto di vista, mettendo il Sé al centro della propria iniziativa e del proprio coraggio – lavorare ad un cambiamento di sé piuttosto che aspettare che il mondo attorno cambi – che diventa molto più facile agire e anche orientarsi tra scelte diverse. Cosa può fare un ventenne o un trentenne per il partito socialista di demichelisintinizavattieribosellicraxi? Evidentemente nulla, perché un ventenne o un trentenne non sentiranno – per fortuna – come propria quella storia che, sepolta nel passato, riemerge senza nemmeno chiedergli nulla, senza nemmeno coinvolgerli, senza nemmeno fare finta di renderli protagonisti. E che può dire Furio Colombo ai giovani? Evidentemente nulla, se non continuare a rimestare nell’odio antiberlusconiano e a dipingere la sinistra come la riserva antropologica di una razza superiore, titillando il narcisismo e il complesso di superiorità che molti progressisti si-fa-per-dire coltivano con smisurato amore nei loro cervelli indubbiamente più evoluti . L’Italia è un paese in declino non perché i vecchi o i gerontocrati occupano le posizioni di potere, ma perché, paradossalmente, i giovani sono più vecchi e più attaccati al passato dei loro padri e dei loro nonni. Perché quei non molti giovani che ancora pensano, e che non si sono bruciati l’ultimo neurone a forza di pippate, cercando di evitare, con molta pietà verso sé stessi, lo spettacolo dei vari berlusprodi, continuano a pensare alla destra e alla sinistra come categorie immobili ed eterne. Sono contento che il post sugli zombie abbia creato un po’ di rumore perché, credo, ha posto un problema sostanziale: come il pensiero femminista, nel corso degli anni, ha affrontato la questione delle donne comprendendo presto che il nemico non era fuori – gli uomini – ma dentro – la cultura, l’educazione e il disagio esistenziale delle stesse donne – allo stesso modo credo che vada affrontato il problema delle nuove generazioni. Non è colpendo i vecchi che si risolve il problema – purtroppo – ma è, piuttosto, inducendo i giovani a riflettere sulle loro incapacità, sul loro appiattimento, soprattutto psicologico, sulla loro continua ricerca di un’autorizzazione “storica”, sul loro culto del passato, che non è tanto segno di civiltà quanto piuttosto amore per l’immobilità. Spesso faccio un paragone che mi attira sguardi sdegnati e severi rimproveri, ma penso che una città nella quale non si riesce a costruire una rete decente di metropolitane perché ogni volta che si smuove il terreno spunta un capitello, e il capitello non si tocca – guai! – non è la città di un paese che guarda al futuro, ma è, letteralmente, la città degli zombie, prigioniera del proprio passato. Ma è evidente che una “rivoluzione psicologica”, una rivoluzione del Sé, direi un nuovo movimento “futurista” – questo dovrebbe piacere, perché ha più di un secolo, eh, garanzia di qualità!- è molto più faticosa, frustrante e impegnativa di un’adesione fideistica e speranzosa alla minestra riscaldata delle generazioni precedenti.
Totalmente d’accordo. Al momento abbiamo un funzionario di partito “dal volto umano”, un rispettabilissimo signore nato quando Mussolini, Stalin e Hitler (sorry, c’era ancora la Repubblica di Weimar…) erano al potere, e una baciapile (ma di centro-sinistra…). Alla faccia del Muppets Show…
Ivan, se vuoi fare la differenza e’ forse il momento di prendere il coraggio a piene mani e candidarsi (se non lo sei gia’). Almeno gli elettori avranno un chiaro metro di giudizio e non credo che questa volta si tureranno tutti il naso per votare Veltroni. La realpolitick che abbiamo visto nelle precedenti primarie non sara’ lo spirito prevalente, continuo a sperare che non tutti gli Italiani – specialmente quelli vicino al futuro PD – siano popolo bue… E non parlo di una candidatura di “testimonianza”, parlo di correre per vincere
Take care
Ivan,
sembro ‘na macchietta con ‘sta storia di Turati.
I francesi tirano fuori spesso Jaurès. Che era dell’epoca di Turati piu’ o meno.
E non solo i francesi di sinistra. E ne vanno fieri. E nessuno considera vecchio qualcuno
per citare Jaurès che oltretutto della difesa dei piu’ deboli ne ha fatto una causa personale.
Riferirsi a persone ed ideali del passato non ha nulla di male.
Ricordarsi del passato per trarne lezioni é importantissimo. No?
In un paese “normale” dovrebbe essere possibile parlare di Turati
e guardare al futuro senza che ti trattino da vecchio, matusa.
Posso parlare di Parri o di Turati senza volerli risuscitare. Ci mancherebbe.
Le due cose sono conciliabili oltre che necessarie
(se non guardi gli errori del passato rischi di ricommeterli: ricordare questo é fon-da-men-tale).
Posso pensare al futuro senza dimenticare le strade percorse nel passato.
In altri paesi europei i “socialisti” di nome ancora esistono,
e che se un partito voglia chiamarsi cosi non vedo nulla di male.
Non ci perdiamo pero’ in queste cose, l’importante sono le idee.
E bisogna capire che uno che si rifersice a Turati and CO come lo fa.
Quanto ai socialsiti, ho studiato storia, ed é normale che volessi
fare un breve riassunto della storia di un partito di cui si ricorda solo
l’ultima fase. (A mio avviso la peggiore, ma sono pronto ad essere smentito…. )
Succede anche che a volte alcuni passagi di discorsi di gente morta e sepolta suonano
tragicamente attuali. Questo Ivan non vorrà dire qualcosa?
Che nessuno ha saputo ascoltare.
Battere lo status quo é anche questo.
Sintetizare la ricerca di un futuro migliore con le lezioni che abbaimo parreso dal passato.
Questa é la sfida.
Ivan,
sembro ‘na macchietta con ‘sta storia di Turati.
I francesi tirano fuori spesso Jaurès. Che era dell’epoca di Turati piu’ o meno.
E non solo i francesi di sinistra. E ne vanno fieri. E nessuno considera vecchio qualcuno
per citare Jaurès che oltretutto della difesa dei piu’ deboli ne ha fatto una causa personale.
Riferirsi a persone ed ideali del passato non ha nulla di male.
Ricordarsi del passato per trarne lezioni é importantissimo. No?
In un paese “normale” dovrebbe essere possibile parlare di Turati
e guardare al futuro senza che ti trattino da vecchio, matusa.
Posso parlare di Parri o di Turati senza volerli risuscitare. Ci mancherebbe.
Le due cose sono conciliabili oltre che necessarie
(se non guardi gli errori del passato rischi di ricommeterli: ricordare questo é fon-da-men-tale).
Posso pensare al futuro senza dimenticare le strade percorse nel passato.
In altri paesi europei i “socialisti” di nome ancora esistono,
e che se un partito voglia chiamarsi cosi non vedo nulla di male.
Non ci perdiamo pero’ in queste cose, l’importante sono le idee.
E bisogna capire che uno che si rifersice a Turati and CO come lo fa.
Quanto ai socialsiti, ho studiato storia, ed é normale che volessi
fare un breve riassunto della storia di un partito di cui si ricorda solo
l’ultima fase. (A mio avviso la peggiore, ma sono pronto ad essere smentito…. )
Succede anche che a volte alcuni passagi di discorsi di gente morta e sepolta suonano
tragicamente attuali. Questo Ivan non vorrà dire qualcosa?
Che nessuno ha saputo ascoltare.
Battere lo status quo é anche questo.
Sintetizare la ricerca di un futuro migliore con le lezioni che abbaimo parreso dal passato.
Questa é la sfida.
Ivan,
sembro ‘na macchietta con ‘sta storia di Turati.
I francesi tirano fuori spesso Jaurès. Che era dell’epoca di Turati piu’ o meno.
E non solo i francesi di sinistra. E ne vanno fieri. E nessuno considera vecchio qualcuno
per citare Jaurès che oltretutto della difesa dei piu’ deboli ne ha fatto una causa personale.
Riferirsi a persone ed ideali del passato non ha nulla di male.
Ricordarsi del passato per trarne lezioni é importantissimo. No?
In un paese “normale” dovrebbe essere possibile parlare di Turati
e guardare al futuro senza che ti trattino da vecchio, matusa.
Posso parlare di Parri o di Turati senza volerli risuscitare. Ci mancherebbe.
Le due cose sono conciliabili oltre che necessarie
(se non guardi gli errori del passato rischi di ricommeterli: ricordare questo é fon-da-men-tale).
Posso pensare al futuro senza dimenticare le strade percorse nel passato.
In altri paesi europei i “socialisti” di nome ancora esistono,
e che se un partito voglia chiamarsi cosi non vedo nulla di male.
Non ci perdiamo pero’ in queste cose, l’importante sono le idee.
E bisogna capire che uno che si rifersice a Turati and CO come lo fa.
Quanto ai socialsiti, ho studiato storia, ed é normale che volessi
fare un breve riassunto della storia di un partito di cui si ricorda solo
l’ultima fase. (A mio avviso la peggiore, ma sono pronto ad essere smentito…. )
Succede anche che a volte alcuni passagi di discorsi di gente morta e sepolta suonano
tragicamente attuali. Questo Ivan non vorrà dire qualcosa?
Che nessuno ha saputo ascoltare.
Battere lo status quo é anche questo.
Sintetizare la ricerca di un futuro migliore con le lezioni che abbaimo parreso dal passato.
Questa é la sfida.
Ivan,
sembro ‘na macchietta con ‘sta storia di Turati.
I francesi tirano fuori spesso Jaurès. Che era dell’epoca di Turati piu’ o meno.
E non solo i francesi di sinistra. E ne vanno fieri. E nessuno considera vecchio qualcuno
per citare Jaurès che oltretutto della difesa dei piu’ deboli ne ha fatto una causa personale.
Riferirsi a persone ed ideali del passato non ha nulla di male.
Ricordarsi del passato per trarne lezioni é importantissimo. No?
In un paese “normale” dovrebbe essere possibile parlare di Turati
e guardare al futuro senza che ti trattino da vecchio, matusa.
Posso parlare di Parri o di Turati senza volerli risuscitare. Ci mancherebbe.
Le due cose sono conciliabili oltre che necessarie
(se non guardi gli errori del passato rischi di ricommeterli: ricordare questo é fon-da-men-tale).
Posso pensare al futuro senza dimenticare le strade percorse nel passato.
In altri paesi europei i “socialisti” di nome ancora esistono,
e che se un partito voglia chiamarsi cosi non vedo nulla di male.
Non ci perdiamo pero’ in queste cose, l’importante sono le idee.
E bisogna capire che uno che si rifersice a Turati and CO come lo fa.
Quanto ai socialsiti, ho studiato storia, ed é normale che volessi
fare un breve riassunto della storia di un partito di cui si ricorda solo
l’ultima fase. (A mio avviso la peggiore, ma sono pronto ad essere smentito…. )
Succede anche che a volte alcuni passagi di discorsi di gente morta e sepolta suonano
tragicamente attuali. Questo Ivan non vorrà dire qualcosa?
Che nessuno ha saputo ascoltare.
Battere lo status quo é anche questo.
Sintetizare la ricerca di un futuro migliore con le lezioni che abbaimo parreso dal passato.
Questa é la sfida.
Premesso che io non so affatto se andrò a votare e se lo farò (dall’estero) per il Psi, devo dirti che è molto grave e bislacco, per chi voglia fare politica prendendo voti a sinistra, trattare nel modo in cui fai tu il socialismo riformista e democratico.
Dici: siamo nel 2007. Ma perché scusa, nel resto d’Europa quando sono le sinistre a governare non governano forse partiti socialisti e socialdemocratici?
Tu sembri confondere l’etichetta del Psi di Craxi, che era un partito di centrodestra e affarista, esperienza che è possibile liquidare senza grandi problemi (pur riconoscendo che qualcosa di buono fece) con l’ideologia socialista-riformista, che è quanto di più avanzato esista nel mondo di oggi. E bada: non solo in Europa, ma anche in Canada (con l’NDP) e perfino negli Usa, dove pur non essendoci una storia sindacale, esiste un Socialist Party che esprime il suo candidato all’interno delle primarie del Democratic Party (Mike Gravel).
Vedi Ivan, se tutto questo ti annoia, prova a metterla sul piano del marketing: tu hai un pubblico di potenziali clienti che si riconoscono nel socialismo riformista di governo. Alcuni lo chiamano “comunismo italiano”, altri “socialismo”, altri ancora “democratici di sinistra”. Ma è tutta la stessa roba, alla fine, dal momento che nessuno di questi vuole fare la rivoluzione passando per una breve fase di dittatura del proletariato, ma tutti vogliono determinare delle politiche di governo.
Se hai intenzione di ottenere i voti di questi potenziali clienti, non è che puoi deridere ciò in cui loro credono o hanno votato, a meno che tu non sia un masochista. Devi convincerli che sei la persona migliore per portare avanti quegli ideali. Naturalmente, se pensi che quegli ideali, quei valori, siano anche i tuoi.
Se invece sei un uomo di destra, che pensa che il socialismo-riformista sia una puttanata, una cosa “vecchia”, superata, dovresti dire chiaramente in cosa credi tu (le ricette economiche, i valori di riferimento, gli uomini del passato, i programmi per il futuro) e dovresti candidarti per un partito più moderato del PD. Tipo AN.
Eccerto, i valori, i valori!
sono sicuro che, messi nella stessa stanza,e interpellati a riguardo, i signori Ivan Scalfarotto, Sciltian Gastaldi, Furio Colombo e Walter Veltroni e molti di noi sarebbero d’accordo quasi su tutto. E forse troveremmo anche un accordo piu’ che decente con Rosy Bindi e Fabio Mussi
Pero’, potremmo anche giocare a darcele di santa ragione.
Nel frattempo, i Borboni…
I agree!
Ivan,
la butto la’ come idea: Colombo piace a molti ma per te e’ troppo vecchio. Auspichi che, invece di candidarsi, possa fare da mentore a un giovane candidato. Suggerisco che iMille prendano contatto con Colombo proponendogli proprio quello che dici tu. Se Colombo dovesse dichiarsi contrario o rendersi irraggiungibile, avremmo subito capito di che pasta e’ fatto e se e’ solo l’ennesimo riformista di se stesso. Se invece dovesse condividere le idee di rinnovamento dei iMille, potrebbe aderire entusiasticamente alla faccenda.
Ma bisogna contattarlo, dici che Maro Simoni possa farlo?
Sono in pieno con Filippo. Il problema è che giovani che possano guidare il PD (ovvero che abbiano un bacino di voti necessario e sufficiente) non ce ne sono, perché i giovani sono stati fuori dalla politica che conta (con qualche eccezione) fino ad adesso. Dopo le primarie non so se sei stato contattato, ma un centro sinistra lungimirante avrebbe provato a “farti crescere” politicamente e come visibiltà al suo interno. Come Pannella ha fatto con Capezzone. Solo che poi Pannella si aspettava che Capezzone fosse il suo galoppino, ma questa è un’altra storia. I giovani non sono conosciuti, e per guidare il PD ci vogliono almeno 500.000 voti. E’ un conto che va fatto.
Concordo ovviamente con Filippo. Sarebbe la situazione “ideale”, troppo … Colombo che appoggia Scalfarotto. Anche se non si vince pero’ ci si puo’ andar vicino e fare forse un po’ paura alla nomenklatura.
contattiamolo tramite Marco magari come Ivan e iMille ….
Anellidifumo, a me pare che hai travisato il senso del post di Ivan.
Personalmente non mi pare che Ivan sia contro l’idea del socialismo riformista (tutt’altro), quanto contro l’idea di riesumare un nome morto e sepolto da dieci anni con una macchia forse indelebile sulla coscienza -il craxismo fiancheggiatore di molti mostri d’italia-, con annessi figli-di e ruderi vari, allo scopo di parlare di riformismo.
Visto che fai paralleli col marketing, dammi un parere a riguardo: che ne pensi di un nuovo partito di centro che chiameremo NuovaDC e annoveri tra le sue file Giulianino Andreotti e un redivivo Forlani? Non so te, ma -da peone italiano qualunque che si interessa di politica solo normalmente- l’idea di dar il voto a una ipotetica nuovaDC mi va venire il voltastomaco. E il NuovoPSI?
Ma la smettiamo di buttare tutto nel giovanilismo?
Furio Colombo, proprio perchè ho 26 anni non lo conosco troppo, ma ció che nella mia ignoranza mi sembra avere di vecchio non è l’età (anche quella comunque a dire la verità), ma le idee.
E’ questo il vero problema. A me non frega niente se uno ha 90 anni o 28, voglio sapere se le sue idee siano innovative. Certo anch’io preferirei un capo di governo sessualmente attivo, capace di considerare il futuro del paese come il Suo futuro e di quello dei suoi figli (o simili)! Certo mi piacerebbe sapesse usare un computer e che parlasse almeno 2 lingue e che avesse vissuto all’estero per un periodo in modo da uscire dal provincialismo italiano. Ma questi sono strumenti, in grado di portare una persona ad avere idee innovative. Ma se per caso ha delle idee innovative anche senza questo genere di percorso… ben venga!
A me ad esempio sembra che Umberto Veronesi, nonostante i suoi ottanta anni, abbia idee molto piú innovative di Letta. In verità non è che siano poi cosí innovative… Ma l’Italia si è inabbissata in un tale medioevo che le idee innovative di 20 anni fa restano innovative ancora oggi (in un paese moderno non succederebbe… ma tant’è).
Ivan, perfavore, finiscila con questa storia che sembri la caricatura del supergiovane di Elio e le Storie Tese.
E sul partito socialista, nuovo, rinato, refuso o replicato, il problema non è tanto la qualità delle idee o dei nomi che stanno scritti solo sulla carta, ma quella degli eletti e degli elettori. Cero l’Italia ha bisogno di un partito laico, liberale e solidale (o almeno ne ho bisogno io per sentirmi rappresentato come cittadino), ma insomma se non c’è di meglio potrei persino votarlo, ma le facce che presenta, il tesseramento dello SDI col faccione di Pertini nel 2006, i rifiuti che ricicla, il 4,5% preso in calabria da vecchie clientele (non ho nulla contro i calabresi, ma non fatemi credere che quel 4,5% arriva da liberali), Pannella che si mangia Capezzone (che non mi sembrava un boccone cosí prezioso da dover venir divorato)… fanno pensare piú ad un’operazione nostalgica che ad un rilancio Zapateriano.
Poi ciascuno è libero di sperare, ma senza neanche le preferenze (che potrebbero separare la pula dal grano) al momento il refuso psi mi sembra difficilmente votabile.
Torniamo quindi al PD. Io credo che ben rappresenti, in scala ridotta, le tre anime della sinistra italiana. C’è quella liberale laica che si è venata di affarismo durante gli anni di Craxi… ma resta secondo me la migliore. Una piccola aggiunta, mentre a sx si fanno federazioini di partiti, Berlusconi, Sarkozy,Blair e Schrodere rubano gli elettori ai loro partiti originari conquistandoli a colpi di idee. Questo è il modo giusto. Che non è che si fa il trifoglio, l’alleanza democratica, il girasole o la rosa nel pugno si cava qualcosa. Prima le idee, gli elettori annuseranno il profumo.
Tornando alle anime… C’è poi l’anima catocomunista ben rappresentata dalla Cisl, sulla quale non ho nulla da aggiungere… A volte ci sono persone rispettabili (come prodi) a volte no (vedi mastella), sempre comunque lontani da posizioni laiche (vedi Rosy Bindi che ha osato dire che si candida per portare laicità nel PD).
C’è poi l’anima pauperista giustizialista primitivista (purtoppo non socialista legalitaria ecologista come vorrebbe autodescriversi) che al di là di poche battaglie comuni sulla laicità e la capacità onirica che tutto questo infantilismo trasmette non ha molto da proporre. Furio Colombo se ho capito bene intende rappresentare quest’anima. Non fa dunque per me.
In ogni caso queste primarie le vincerà Veltroni, poche storie, proprio perchè rappresenta (o almeno riesce a far credere di rappresentare) la sintesi tra queste tre forze.
Rimane da determinare quanta influenza avrà ciascuna sulla “sintesi” di Veltroni. Questa è l’unica cosa che si puó ottenere da queste primarie. E non credo che sia cosí importante da farti prendere un’altra vacanza dalla banca. Tanto D’alemaMarini&co troveranno il modo di ignorare qualsiasi indicazione data dagli elettori.
Per questo ingrato compito anche gli ottantenni vanno bene, quindi spero tanto che si candidi Veronesi,
Buona giornata,
Fra
@Fra. un appunto: tu scrivi “Berlusconi, Sarkozy,Blair e Schroder”. Che ci fa Blair in questa lista?
Filippo, se la tua interpretazione del post di Ivan “Zombie” fosse corretta (e io me lo chiedo: non lo so, secondo me no, ma abbiamo qui Ivan da vivo, potrebbe addirittura intervenire e spiegarsi meglio, come usano fare i blogger che hanno un qualche rispetto delle opinioni dei commentatori), avresti ragione tu.
Aggiungo: la questione generazionale esiste ed è importante, ma se la traduciamo con “tutti quelli sopra i 50 anni sono out” è un errore grossolano. Ci sono dei giovani anagrafici, come Enrico Letta, che mi paiono più vecchi di certi vecchi come Furio Colombo.
Giodi, la politica è di certo merda e sangue e compromessi, ma ogni tanto la gente si appassiona anche a ideali e valori. Non so, la laicità, un welfare state equo, uno Stato mite e solidale, le pari opportunità. Se passa uno e dice che questa è roba del passato, permetti che io abbia una reazione, oppure sono accusato di lesa maestà interna?
Eccerto Sciltian!
Sui valori repubblicani, la laicità, un welfare state equo, uno Stato mite e solidale, le pari opportunità, ma anche ambiente, i diritti umani, lo sviluppo sostenibile, la legalitá, la libertá (anche quella di scrivere), la pace, e sopratutto su una idea di politica fatta nell’interesse collettivo e nel piu’ totale disinteresse personale, su un’etica collettiva forte, mi sa che siamo d’accordo tutti.
E secondo me pure sulle cose “pratiche” da fare c’é molta piu’ unitá che divergenze.
Nonnostante questo in 5 facciamo 4 partiti diversi e 3 correnti. E che due palle! Sinceramente, non capisco proprio.
Nel frattempo i borboni, i mafiosi, i potenti feudatari che bloccano da destra a sinistra l’italia tutta, quelli che ce magnano insomma, non possono fare altro che gongolare felici e continuare a farsi i loro comodi a spese nostre…
Ottima strategia, compagni.
L’esempio di Letta è illuminante: si può essere vecchi a vent’anni. Purtroppo, però, non si può essere del tutto giovani a ottanta, anche se Furio Colombo è una persona splendida. Uno, per capirsi, che potrebbe persino farmi considerare l’ipotesi di aderire al Pd, cosa che un democristiano trasformista e cerchiobottista come Veltroni non potrebbe certo indurmi a fare.
Per questo l’idea di Ivan, di creare un movimento intorno a Furio Colombo per un’alternativa di sinistra, non intesa in senso ottocentesco come folle di operai e mondine che cantano “Sciùr parùn da li beli braghi bianchi”, ma come un movimento liberale, alla Blair o alla Sarkozy (che in Italia sarebbe un candidato di sinistra). Giovani, decisionisti, con idee nuove di minimo liberalismo e dunque con un credo intransigente: liberiamo il paese dalle pastoie burocratiche, dalle rendite di posizione, dai vecchi al potere.
Diamo forza agli ideali, basiamoci pure sulla bandiera rossa, non è la bandiera che è importante, ma quello che rappresenta: vogliamo forse confrontare Blair, Jospin, Persson e Zapatero, che pure sotto queste stesse bandiere si ritrovano??? Non lasciamo quella bandiera ai vecchi apparacniki della CGIL, dei vari PCI e post-PCI, ormai rincoglioniti e persi nei loro deliri.
Cari saluti e in bocca al lupo
Lorenzo
nel post precedente manca un verbo: “APPOGGIO l’idea di Ivan”… 🙂 scusate!!!
Giodi, la realtà è che sussitono delle differenze di fondo tutt’altro che piccole. Prendi Ivan e me, per esempio. Sulla carta, dovremmo poter andare d’amore e d’accordo, ma in realtà nella pratica di tutti i giorni lo vedi che abbiamo opinioni e impostazioni differenti di strategia e tattica politica e probabilmente anche di valori ideali. E’ il bello di chi pensa con la propria testa: lo fa Ivan e lo faccio anche io.
Per me (e non solo) il PD è la chiave di volta che riporterà le destre al potere (e grazie al referendum elettorale, se passa, anche con i due terzi dei seggi), avendo annacquato e spezzato l’ex partito maggiore della sinistra italiana. Per Ivan (e non solo) invece è l’opportunità del secolo.
Ti pare che ci sia uno scarto piccino, tra queste due impostazioni? Io non potrei sentirmi più lontano! Fassino parla di alleanze con l’Udc di Cuffaro, non so se mi spiego, e Ivan non dice parola… e hai letto le regole delle primarie? Chi le ha lette lo sa che non si può nemmeno incidere dentro al PD, ormai.
la cosa incredibile è che uno che è finito nei DS ora si metta a pontificare su chi è zombie e chi no. Vai dai tuoi compagni di partito a dirgli che vuoi togliere i quadri di Togliatti dalle pareti. Vedrai quanti calci….
concordo con Ivan
Craxiano, dovresti entrarci, ogni tanto, in una sezione dei Ds. Almeno in questo secolo. Non troverai più quadri di Togliatti da mooooooooooolti anni. Se poi dovessi renderti conto di ciò che ha fatto Bettino Craxi, nel bene e nel male, a questo Paese, al socialismo italiano e al suo partito, magari arriveresti anche a evitare di definirti “craxiano”.
ci risiamo.
ecco il solito ex comunista che attacca Bettino. Per voi Berlinguer è sempre un mito e non invece, come era, un leader politico che credeva in un sistema fallito senza scorgerne i segni del crollo.
Fino a che non vi libererete delle incrostazioni della storia non sarà mai vero PD; e allora meglio la costituente socialista.
craxiano, guarda che Anellidifumo e’ proprio per la costituente socialista, il PD lui non lo sostiene 🙂
dissento dalle affermazioni dis calfarotto. cercare i giovani e la novità non può diventare una fede! anche perchè ricordo la novità politica del 94, quella che ci ha condannata…berlusconi!
il psi? probabilmente è un ritorno al passato, forse no. ci sono vari babucchid ella prima repubblica…ma perchè nel pd futuro non ci sono? abbiamo anche il monarchico fisichella e l’appoggio di ciarrapico…er fascistone! aggiungo altro? il pd manca di laicità, manca di sinistra, non si sa cosa sia. ora cerca l’udc e i democristiani.
furio colombo? il suo unico limite è l’età. se permetti me ne infischio, visto che è l’unica salvezza del pd.
preferisco un vecchio colombo ad ungiovane£mais tato comunista” veltroni(di nuovo centro) o un giovane democristiano
beh certo, anche le divisioni fra sindacalisti anarchici, socialisti e comunisti avevano solide ragioni ideologiche nel periodo tra la fine della I guerra mondiale e la guerra civile spagnola.
Credo che ognuno pensasse che la strategia dell’altro favorisse le destre…
Socrate era una ragazzino quando bevve sorridente la cicuta. Indro Montanelli si divertiva come un ventenne quando progettava La Voce. In compenso a Milano – e immagino ovunque – stiamo vedendo spuntare finti giovani politici che ragionano come i loro sponsor di mezza età. Certo, il ricambio generazionale è un valore per cui battersi, ma non a prescindere. Soprattutto, non deve essere un ostacolo. Bisogna andare oltre l’anagrafe, cercare la gioventù nelle idee e nell’essere aperti, diversi e puliti.
Il PD sta nascendo non male, ma malisssimo, con la temuta sommatoria (luogocomunismo) di DS e Margherita. I cosiddetti giovani (o quasi) milanesi Majorino, Maran, Martina, giù giù giù fino a Mirabelli parteciperanno attivamente – con un’anagrafe in regola – alla costruzione della nuova cittadella della Casta. Saranno benedetti dal Nostro Sindaco, Walter, genio della comunicazione, eccellente amministratore, ma principe dello status quo e più vecchio di Andreotti per radicamento politico.
Furio Colombo non si candida alla presidenza del consiglio, ma alla segreteria del PD. Molto diverso. Sono passionale, ma non ingenuo, sono certo che c’è del calcolo politico in questa sua candidatura, è chiaro che lui può portare al voto (cioè a nutrire la “grande festa di democrazia”, altro luogocomunismo) tanti come me che non voterebbero mai una lista a sostegno dello status quo. Ma se lo conosco, immagino che la sua squadra includerà facce anagraficamente e/o politicamente giovani. Cioè aperte, incontaminate, diverse, di valore.
E ora una provocazione per tutti i moderatissimi riformisti presenti: sogno nella costituente del PD una brigata di guastatori con Pancho, Ricca, Moretti e altri pazzi dei Girotondi, quelli che tutta la politica guarda con disprezzo. Credo che sarebbe uno scherzo fantastico. Uno scherzo maledettamente giovane, immagini che bel casino succederebbe?
Carissimo Ivan, mi dite da tanto tempo che volete fare la rivoluzione dei giovani e io vi credo e vi appoggio. Ma la rivoluzione non passa da un calcolo di pura opportunità numerica (vi ho sentiti dire la follia “sosteniamo Veltroni così mettiamo dentro qualcuno in più dei nostri”) che porta a poco o nulla. La rivoluzione non è questo, non è aggregarsi al carrozzone del vincitore per ottenere qualche briciola in più. Rivoluzione è battersi con coraggio, rischio, fantasia, distacco, burla, vitalità, sincerità, ironia. In questo senso il quasi ottantenne Furio ha dimostrato in questi anni di essere molto più giovane di tanti – come li chiami tu – “prevecchi” della nostra politica moribonda. Ma allora, perché non seguirlo per raccogliere il suo testimone di vecchio-giovane rivoluzionario?
Che piaccia o no a molte persone di sinistra, Berlusconi rappresentò, a suo tempo, una novità. Positiva o negativa che fosse questa novità, non pochi italiani gli diedero fiducia. Per quanto incredibile ciò possa sembrare, non mi sentirei di catalogare tutte queste persone come idioti o insufficienti mentali o ingenui. Quando i tempi saranno più sereni, ci sarà anche modo di valutare quanto di positivo, o comunque di innovativo, Berlusconi possa aver portato alla politica italiana. Stessa cosa dicasi di Craxi. Io non credo affatto, e non mi convicerò mai, che per battere l’avversario sia necessario demonizzarlo o dipingerlo come totalmente altro da sé. Anzi, credo che molti molti italiani, molti di noi, abbiano un piccolo Berlusconi dentro di sé: riconoscerlo, piuttosto che semplicemente esorcizzarlo, porterebbe il dibattito politico, anche e soprattutto a sinistra, su livelli più alti di quelli attuali. Detto ciò, Berlusconi, Craxi e compagnia rappresentano il passato, la storia, qualcosa che non esiste più, o perchè fisicamente morto, o perchè ragioni fisiologiche, oltre che storiche, hanno segnato la fine di determinate esperienze. Come è normale che sia. La novità del Partito Democratico non sta tanto nei contenuti o nelle modalità di gestione del potere che la vecchia classe dirigente ha disegnato nel dargli vita, quanto, piuttosto, nella speranza che offre – che possiamo ritagliarci dentro – di poter cambiare concretamente quei contenuti e quelle modalità di gestione del potere, ammesso pure che il potere possa essere gestito diversamente da come viene attualmente gestito in un paese come l’Italia: “il potere logora chi non ce l’ha” è sicuramente un detto veritiero, ma è altrettanto vero che il potere logora anche, e non poco, chi ce l’ha. La novità del Partito Democratico non sta nel progetto di chi l’ha ideato ma nella vicenda reale e concreta che si riuscirà, in molti, a fargli vivere. Da questo punto di vista, la figura di un Veltroni come traghettatore dal vecchio al nuovo mi pare la meno peggio possibile e, alla fine, la più credibile. Non sbaglia chi dice che Veltroni è una buona garanzia per i vecchi di continuare ad esserci, ma è anche vero che lo stesso Veltroni è l’unico, forse, all’interno delle nomenklature attuali che possa rischiare di investire su giovani che non siano legati a doppio filo ai potenti attuali. E in questo ruolo, francamente, non vedrei bene né l’osannato Furio Colombo – e vorrei veramente capire il perché di tanti osanna, soprattutto di fronte al discorso banale, retorico e – du palle – antiberlusconiano pronunciato dalle colonne de L’Unità – né la teodem-un-pochino-ma-non-molto Bindi.
Craxiano, mai stato comunista, io. E a differenza di Veltroni, se lo dico io nessuno mi ride appresso.
Le tue accuse e i tuoi insulti, caro craxiano, puzzano di stantio. Lo stantio di chi ha pochissime idee in testa, ma ben sbagliate. Non sei nemmeno in grado di riconoscere uno che forse voterà per il tuo stesso partito. Sei proprio rimasto a Bettino Craxi, ma per fortuna nel frattempo il Psi del XXI secolo lo guiderà un altro Enrico, ma Boselli 🙂
E di Bottino Craxi proprio non ci interessa un tubo. Noi si guarda al futuro, non al secolo scorso.
Piccola precisazione. Mi accorgo che la frase vi ho sentiti dire la follia “sosteniamo Veltroni così mettiamo dentro qualcuno in più dei nostri” non è chiarissima. Intendevo dire mettiamo nella costituente ecc ecc.