20 Luglio 2007

Lavorare stanca

Diario

In tutto il casotto di questi giorni (viaggi compresi, sono appena arrivato a Milano) non mi sono certo dimenticato di questa memorabilissima intervista di Luigi Angeletti, il segretario generale della UIL: uno, per intenderci, che influisce sulle scelte strategiche di questo nostro paese.
Un capolavoro di decadenza da basso impero.

15 risposte a “Lavorare stanca”

  1. Raoul ha detto:

    Consiglio anche la risposta di un docente universitario all’uscita gratuita di Angelini sui docenti universitari. visibile a
    http://www.corriere.it/solferino/severgnini/07-07-20/07.spm
    E’ mitica la parte …alle 23 finalmente riesco a rilassarmi, accendo la TV e chi vedo a Porta a Porta? Angelini…

  2. Raoul ha detto:

    pardon, copiando l’intervento sul Corriere ho scritto anch’io Angelini. lapsus freudiano

  3. riccardo da parigi ha detto:

    Raoul e Ivan,
    scusate ma anche se capisco che Angeletti possa risultare grottesco, pone un problema serio. Ha ragione quando dice che non si può considerare lavoro usurante solo l’operaio di una fabbrica dell’ottocento o un lavoratore dell’edilizia. Chiaramente questi lo sono, ma indubbiamente ce ne sono altri e bisogna trovare un modo di distinguere lavori che hanno un tipo di approccio diverso.
    Un primo modo, suggerito tra le righe, è quello degli orari, tanto per rispondere subito alla questione dell’università (che in realtà rappresenta un problema marginale in termine di numeri). Chi può gestire in modo indipendente i propri orari ha della condizioni lavorative indubbiamente migliori di chi non può e ancor più di chi è obbligato a fare dei turni di notte. Quindi ovviamente fare il pompiere o l’infermiere per 35 anni stanca di più. E ovviamente chi ricopre cariche decisionali ha un mestiere meno “faticoso” di chi no. Faccio un esempio: l’infermiere è usurante il medico no. Perché un lavoro di dirigenza, anche se faticoso, è normalmente più “creativo”, più “gratificante”, mentre pulire le lenzuola sporche di merda alle quattro del mattino per 35 anni non è un gran bel daffare.
    Forse, più logicamente, bisognerebbe definire una scala, ovvero non una semplice distinzione “usuranti” contro “non-usuranti”, ma differenti livelli, dove chiaramente in alto vedo i muratori e in basso i professori universitari e tutti coloro che non devono timbrare nessun cartellino. Poi se tra quest’ultimi ci sta chi lavora molto e chi meno, è proprio la prova che non sia “usurante”, ovvero chi lo fa lo fa per passione e non si consuma (e poi vorrei far notare come 200 euro per un muratore non sono una briciola ….)
    cordialmente,
    Riccardo

  4. Marco ha detto:

    Da tempo mi chiedo… a che cosa servono ancora i sindacati?
    Soprattutto i sindacati italiani ed i loro circensi segretari?
    Boh!

  5. andrea ha detto:

    Non conosco nessuna persona a cui piaccia il suo lavoro/a cui piaccia lavorare iscritta ad un sindacato.
    e non conosco solo liberi professionisti, parlo anche dei muratori caro riccardo da parigi.
    e la cosa più ridicola era l’inclusione da parte di angeletti degli operatori dei call center nei lavori usuranti… le politiche del sindacato in italia sono parte del problema che porta migliaia di giovani laureati a sopravvivere in un call center, e lui si permette pure di prenderli per il culo! che poi, come diavolo te la fai una pensione lavorando in un call center?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?
    e vogliamo parlare di alitalia? la compagnia va a rotoli anche per colpa dei privilegi assurdi dei suoi lavoratori (leggetevi le ore di uno steward o di un pilota di lufthansa e quelle dei dipendenti alitalia per capire), e il sindacato che fa? scioperi, scioperi scioperi, quando? in estate in un paese dove in teoria il turismo è un’attività importante.
    se gli stranieri vanno in spagna o croazia o grecia nonostante il nostro patrimonio culturale, ringraziamo anche i sindacati.
    bravo ivan, decadenza da basso impero.
    andrea da londra

  6. Lorenzo ha detto:

    Sconfortante questa intervista. In particolare, parlo pro dom mea: è vero che i prof universitari lavorano poco. E allora, fateci lavorare di più… noi ricercatori dipendiamo dal prof titolare della materia. Se lui non ci vuole dare in affidamento corsi (capita spesso, per esempio a me, per punizione per uno “sgarro”), non resta che girarci i pollici: qualche fotocopia, qualche ricevimento con gli studenti. E zero possibilità di migliorarsi, ovviamente.
    Il fatto che i prof universitari dovrebbero andare in pensione tardissimo mi sembra il più terribile: chiunque, come me, sia un “giovane” (per standard italiani) agogna il momento in cui il proprio barone di riferimento andrà in pensione, aprendo così una concreta opportunità di avanzamento di carriera!
    E, chiaramente, l’università italiana non si giova dell’avere questi dinosauri al potere, persone che a quaranta-cinquant’anni magari erano brillanti, ma che nel frattempo si sono un po’ usurati il cervello, perdendo intelligenza e mantenendo inalterata solo la spocchia, che certo non aiuta gli studenti.

  7. raoul ha detto:

    Lorenzo, ti sei iscritto a iMille? Spero di si’. Fai anche sapere di che ti occupi, competenze etc.

  8. Anonimo ha detto:

    Ma sì, togliamo di mezzo i sindacati, se a uno lavorare piace che bisogno ha di tutele sindacali? Il lavoro rende liberi! Poi facciamo decidere ai mille chi è fannullone e chi no e togliamoci dai piedi le zavorre. Mandiamo in pensione prima i baroni rincoglioniti e dopo i vigorosi muratori, avremo posti liberi per i ricercatori e case meno care. Sarà così che in una Italia dove la carriera la fai con il Cognome, dovrai avere un Cognome anche semplicemente per lavorare.
    Mi sembra che alcune affermazioni qui lette rappresentano persone che non ne hanno una idea dei soprusi e delle discriminazioni che avvengono in Italia sui posti di lavoro sia pubblici che privati, e non solo nei confronti degli omosessuali. Allora bisogna chiedersi se il merito viene usato per premiare chi ha una appartenenza, cosa diamo a chi invece merita veramente? E se non sappiamo più se è nata prima la frustrazione o prima il fannullone, cosa possiamo fare per spezzare questa catena di ingiustizia e di scorrettezze? E se in questa situazione togliamo dalla società anche la tutela del sindacato come pensiamo di arginare chi quotidianamente fa man bassa delle risorse comuni per il proprio tornaconto individuale?
    Non riesco a credere che certe affermazioni vengano fatte per ingenuità o almeno non riesco a credere che mille geni possano essere tutti ingenui.
    La situazione è complessa e delicata, le soluzioni meditate, articolate e progressive. I tagli secchi e le scorciatoie lasciamole a chi risolverebbe tutto con una marcia su Roma.
    Luigi Ruggeri

  9. andrea ha detto:

    la marcia su roma? addirittura!
    luigi chi ha parlato di togliere di mezzo i sindacati?
    e cosa c’entrano gli omosessuali ? perche devono sempre essere presi come esempio dei poverini discriminati?
    il sindacato in italia, spiegami che funzione ha:
    proteggere i lavoratori dagli infortuni? uhm mi pare proprio di no, o se ci sta provando da anni, è chiaro che può lasciar perdere e passare la palla ad altri.
    aiutare i giovani? sì, a pagare la differenza tra quanto ha versato e quanto prende chi la pensione ce l’ha già,
    ad aiutare l’occupazione? ma quando mai.
    non si parlava, mi limito a difendere il mio intervento, di abolire il sindacato.
    stavo semplicemente dicendo che QUESTO tipo di sindacato sarebbe molto meglio non averlo che averlo. tutto qui.
    ti faccio due esempi, come se le affermazioni di angeletti ed il comportamento miope, autolesionista, di parte, vergognoso, dei sindacati alitalia non bastasse.
    uno. lo sai che in una ditta di 15 persone un commerciante non può licenziare un dipendente incapace se ha più anzianità di un neoassunto? ti pare abbia senso? morale: la ditta deve tagliare per un ridimensionamento, e un mio amico, bravo e capace, è stato lasciato a casa perché uno con anzianità -ma che non fa nulla- ha messo in mezzo i tuoi valenti sindacati.
    (e non sono così scemo da non vedere che dietro alla norma c’è un barlume di principio, ma non si può certo applicare così allo sbaraglio)
    due. e per un’amica che lavora da un anno e più in una prestigiosissima azienda dopo una brillante laurea, ma è ancora formalmente una dipendente adecco, il sindacato cosa fa? nulla.
    ecco cosa fa il sindacato in italia: imbriglia, mantiene privilegi, invischia il sistema, non aiuta i lavoratori, o meglio ne aiuta alcuni -spesso, è il caso di ammetterlo, i meno capaci- facendo interessi di parte e dimenticando “i lavoratori” in quanto gruppo.
    hai mai sentito di un sindacato che organizzi corsi di aggiornamento? incentivi alla mobilità? attività di qualche tipo?
    è facile parlare per principi e tirare fuori la marcia su roma, gli indifesi, l’importanza del lavoro, e bla bla bla, ma “i lavoratori” non sono solo i 50enni che non hanno voglia di lavorare due anni in più e pensano solo a sé stessi ed ai loro privilegi, fregandosene altamente dell’interesse generale e delle casse dello stato..
    lavoratore sono anche io, che finisco un master e ho 26 anni.
    peccato che per i sindacati non sia così.
    e non farmi passare per quello di destra, perché se vuoi sull’argomento ti so citare Pansa.
    andrea

  10. Lina ha detto:

    troppo spesso ci dimentichiamo di vivere in Europa! In Italia si va in pensione troppo spesso e per questo motivo che l’Europa ci ‘consiglia’ di darci una regolata. E’ un costume tipicamente italiano affermare che il ‘lavoro usura …il lavoro stanca..’.come se negli altri paesi europei i turnisti, infermieri, poliziotti, pompieri, addirittura i baristi e i portinai…facessero lavori meno usuranti dei loro colleghi italiani. Eppure lì vanno in pensione molto più tardi che da noi e nemmeno se ne lamentano.
    Se gli italiani continuiamo a piangerci addosso perchè il lavoro ci ‘usura’ non credo che ci potremmo aspettare una reale ripresa economica.
    Perchè i sindacati non si occupano del lavoro nero? dei falsi contratti a progetto che in realtà fanno lavorare a tempo pieno i dipendenti senza versare loro un benchè minimo contributo e a stipendi da fame?

  11. Lina ha detto:

    dimenticavo….la questione turnisti. Quando i miei lavoravano in Inghilterra (periodo ’60-’70) erano ben felice di trovare un lavoro dove si facessero i turni perchè si guadagnava di più. Sappiamo benissimo che il turno di notte o festivo viene pagato bene.
    Per quanto riguarda i facente parte delle forze dell’ordine e di quanto guadagnino poco, vi posso assicurare che guadagnano più di un dipendente medio.
    si continua a dire sempre che un povero (?) carabiniere prende uno stipendio di poco più di 1000 euro!!! Ma quando mai? Ero sposata con un carabiniere e come stipendio medio prende circa 2000 euro escluso straordinari. Per non parlare dei marescialli in poi. E quando fa le notti ha poi un giorno libero per potersi riposare, oltre al giorno di riposo settimanale. Ha 40 gg di ferie all’anno. Quindi finiamola di commiserarli e concentriamoci invece su chi davvero lavora tante ore e viene pagato la metà dei nostri ‘eroi’ delle forze dell’ordine.
    E’ ovvio che molti politici prendono le loro parti chiedendo aumenti di stipendi, ma è solo perchè sono un bel pacchetto voti che fanno gola a molti.

  12. christian ha detto:

    Geniale, direi. Una seria di fantasie di Angeletti basate su una sua evidente conoscenza approssimativa del mondo del lavoro… professori universitari che necessariamente non lavorano, vigili del fuoco usurati solo per via dei turni… baristi che non riescono a reggere il ritmo dell’assalto dei caffeinadipendenti… Incredibile come questo ci prenda in giro! 🙂

  13. piti ha detto:

    Tre considerazioni:
    1) mi piacerebbe sapere se quelli che fanno tanto gli sbrigativi sulle fatiche altrui, e se ne bullano pure commmentando questo post, abbiano mai fatto quei lavori che negano essere usuranti.
    2) visto che il pubblico di questo blog mi pare di età mediamente non elevata, mi chiedo se i discorsi “lancia in resta” sul lavoro che fanno ora che hanno trenta o quarant’anni li faranno anche passati i conquanta. La fatica del lavoro si incrocia e aumenta con l’avanzare dell’età, lo dico nel caso a qualcuno sfuggisse il dettaglio.
    3) Non capisco perchè se il sindacato difende chi lavora non va bene e se non difende non va bene lo stesso. Azzardo una spiegazione: parlare male dei sindacati fa fino.
    Postilla: non sono uin sindacalista. Sono semplicemente disgustato dal qualunquismo e dalla presunzione di molti commentatori.

  14. 1° Associato A.S.P. ha detto:

    Sostituire il sindacato con l’ASP
    Propongo di azzerare il classico sindacato e dare origine all’A.S.P. (Associazione del Settore Produttivo) “associazione” in cui convergono soltanto i lavoratori che producono il Pil: dell’Industria, Edilizia, Agricoltura e Pesca, per controbilanciare il sistema lobbysta.

  15. elisa ha detto:

    salve sono un’infermiera turnista ,che lavora in struttura pubblica dal 1985 ,un sindacato aziendale ha proposto quest’anno per il nuovo contratto un aumento di 9 euro l’anno!!!saranno mica troppi?ma nel resto dell’europa gli infermieri non guadagnano questa miseria di stipendio che abbiamo qui?a chi rivolgersi se i sindacati sono completamente fallimentari? ( Elisa)