12 Settembre 2007

Rimember our faiga

Diario

Questa me l’ero persa: Crozza fa risentire a Rutelli l’indimenticabile “Pliiz, vizit Itali”. Rutelli dice “Beh, non è raccapricciante”. Bel coraggio.

25 risposte a “Rimember our faiga”

  1. Filippo ha detto:

    Ivan, Rutelli dice: “non è così spregevole, provaci tu a dire quella roba lì in inglese”
    Peggio di una moltitudine di eggs in the basket. sigh.

  2. giovanni ha detto:

    Fenomenale Crozza,
    devastante ed emblematico l’atteggiamento d’er cipria, pronto anche a negare l’evidenza. ricordiamocelo…

  3. Anellidifumo ha detto:

    Crozza è genio allo stato puro. Io me lo seguo dai tempi del Teatro dell’Archivolto, non ha mai deluso da allora. E non era affatto facile non peggiorare.

  4. Lorenzo ha detto:

    Crozza fa ridere e di Rutelli si ride sempre volentieri, tuttavia non son d’accordo (ovviamente a prescindere dagli argomenti di Rutelli nel filmato).
    Storcere la bocca per un forte accento italiano fa molto old british ma è perdente, e’ la forma contro la sostanza.
    Quando, mutatis mutandis, negli stranieri che vengono in Italia e ci parlano nella nostra lingua saremo capaci di apprezzare la sostanza degli argomenti e non la pronuncia traballante saremo un bel passo avanti. Ridere di Rutelli che si sforza di parlare inglese a braccio è sul binario opposto.
    Spero di essermi capito,
    con immutata stima,

  5. giovanni ha detto:

    Lorenzo, lo sai che l’inglese è una lingua che quasi mezzo mondo parla e benino? lo sai che l’italiano lo parlano da palermo fino a Bellinzona e un pochino in Istria? No non sapevi nessuna delle due cose probabilmente.

  6. Anonimo ha detto:

    forte accento italiano… sic!

  7. Darius ha detto:

    D’accordo con Lorenzo. Quella di Crozza è solo satira. Lui è uno spasso come sempre,ma è esclusivamente satira. Le cose da contestare a Rutelli sono ben altre.
    Giovanni mi perdonerai ma non capisco cosa ci incastri l’Italiano parlato da Palermo a Bellinzona(e un pochino anche in Istria).

  8. chiaratiz ha detto:

    non son d’accordo nemmeno io. E’ tutta la vita che mi ripetono che l’importante è farsi capire, e sinceramente credo che uno straniero, che potrà anche sorridere della pronuncia, con ogni probabilità il messaggio lo capisce. Ho tanti amici stranieri, alcuni parlano italiano, altri no. Quelli che parlano italiano non lo parlano alla perfezione, ma la conversazione non è per questo meno apprezzabile. Lo stesso vale con il mio francese e con il mio inglese. Che dovremmo fare, chiudere per sempre la bocca per paura di sbagliare una frase? Scusate, voi sarete anche polilgotti ma vi trovo un po’ intolleranti

  9. chiaratiz ha detto:

    poliglotti, volevo dire, che se no me lo fate notare…

  10. giovanni ha detto:

    Darius, mi riferivo direttamente a Lorenzo. Mi spiego meglio: se sono poco più di 60 milioni le persone che parlano l’italiano, coloro i quali parlano l’inglese sono molti di più. Non solo: l’inglese rimane pure la lingua straniera più studiata al mondo.
    Da Wikipedia:
    Modern English is sometimes described as the global lingua franca.[1][2] English is the dominant international language in communications, science, business, aviation, entertainment, radio and diplomacy.
    English is the language most often studied as a foreign language in the European Union (by 89% of schoolchildren), followed by French (32%), German (18%), and Spanish (8%).[28] In the EU, a large fraction of the population reports being able to converse well in English. Among non-English speaking countries, a majority reported such English skills in the Netherlands (87%), Sweden (85%), Denmark (83%), Luxembourg (66%), Finland (60%), Slovenia (56%), Austria (53%), Belgium (52%), and Germany (51%). [29] Norway and Iceland also have a large majority of competent English-speakers.
    Insomma: in Europa lo parlano quasi tutti.
    Quindi ancora una volta: un esponente del governo (che dovrebbe rappresentare il meglio del paese) che promuove il paese se non è capace di farlo in un inglese compiuto, che ne faccia a meno! Che parli in italiano e si faccia mettere i titoli sotto. Gli americani adorano sentirci parlare la lingua di Dante anche se non capiscono nulla: dicono che parliamo la lingua più musicale del mondo.
    Sconcertante comunque è che nonostante il suo inglese faccia schifo, Rutelli continua imperterrito a difenderlo. Io personalmente mi vergogno che un rappresentante del mio paese lo promuova e ne sia emblema in modo così imbarazzante.
    Non è questione di essere o non essere poliglotti, ma perchè ad esempio quando si vola su qualsiasi aereo di linea straniero si riesce a capire quando il pilota parla in inglese mentre su Alitalia no?
    Perchè quando sono a bordo di uno dei nostri aerei di linea mi devo vergognare se ci sono stranieri e sperare che non ci siano problemi dato che ile conversazioni torre di controllo-aereo in tutto il mondo avvengono in inglese? Come faranno mai a capirsi, mi chiedo, se succede qualcosa?

  11. Paolo ha detto:

    E i politici che non riescono a sorridere neanche se si sforzano – ma almeno un po di autoironia se non proprio di senso dell’umorismo
    Ma il problema non e’ avere un accento italiano quando si va a Londra per il weekend, il problema e’ che Rutelli era in uno spot promozionale ufficiale per invitare turisti in Italia
    L’accento e’ tremendo, l’Inglese scolastico e il tono assurdo – manca solo che si metta a piangere e supplichi in ginocchio….
    E se ha improvvisato e’ pure peggio – che si preparasse la prossima volta

  12. Lorenzo ha detto:

    Faccio tesoro delle preziose informazioni che mi da Giovanni: pensare sempre che gli interlocutori con opinioni diverse dalle nostre siano degli ignoranti o degli stupidi non aiuta la discussione..
    La mia esperienza è questa: nei centri di eccellenza scientifica americani importano fior fiore di studiosi da tutto il mondo e se ne infischiano alla grande della loro pronuncia, quello che conta sono le cose che hanno da dire e che hanno da fare. Questa attitudine non è limitata al mondo scientifico, tanto e vero che esiste un giornalista italiano che legge il telegiornale negli USA (non ricordo il nome). La sua pronunci sarà sicuramente migliore d quella di Rutelli, ma non è madrelinga e la sua inflessione si sente sicuramente. Tuttavia nessun americano si sogna di farne un problema. Ovviamente nel nostro paese una situazione simile a parti invertite non sarebbe possibile, basta pensare all’ironia continua su Alan Friedman/Ollio. Questo fa parte del nostro provincialismo che è tanto forte da estenderlo a quando noi parliamo l’inglese, ne facciamo un problema di pronuncia molto più noi che chi ascolta. Non mi direte che non capite cosa vuol dire rutelli?

  13. riccardo da parigi ha detto:

    @Giovanni: non so se hai notato che i paesi con le percentuali più alte di persone che parlano inglese sono paesi con pochi abitanti e tutti nordici. La Germania è l’unico grande paese che passa a malapena il 50%. E Francia, Spagna e Italia? Credo che tutti quei paesi messi insieme (tranne la Germania ovviamente) non arrivino neanche alla metà della popolazione francese (o al limite alla popolazione francese).
    Questo per dire che in italia abbiamo una visione spesso troppo distorta dell’anglofonia, soprattutto sull’accento. In realtà solo gli inglesi d’inghilterra notano queste cose, mentre gli americani (che sono nettamente superiori sia per popolazione che per “peso”) se ne fregano. Se uno sente parlare un Inglese, un Texano, uno di Chicago, un Australiano e un Neozelandese non ha certo l’impressione che parlino (dai suoni) una stessa lingua.
    Perché una lingua è una cosa viva e chi la parla la trasforma. In europa esiste una specie di inglese continentale che ha differenti accenti più o meno marcati e che si fa capire e (sperabilmente) capisce. Oltre sono formalità da maestrine ….

  14. Francesco ha detto:

    In realtà questo commento fa il paio con quello su Beppe Grillo. Oligarchico, aristocratico, vetero-illuminista fuori tempo massimo, ed in definitiva radical chic. Rutelli parla un inglese comprensibile. Ció che fa ridere è la lentezza, che comunque ha anche quando parla italiano, visto che il poveretto è convinto di dire cose profonde che richiedono una meditazione profonda ogni parola.
    Qui si sta a guardare il dito invece della Luna.
    Continuate cosí e farete la fine del partito d’Azione.
    Auguri,
    Francesco

  15. daniela ha detto:

    boh, ma ancora?
    scusate, ma a me il video originario sembrava esilarante e tuttavia mi sembra pure che il vero punto non sia l’inglese di Rutelli.
    Per carità, sarebbe bello che parlasse bene, ma se nella vita si fa capire va bene pure così… Vuol dire che somiglia a molti di noi – me compresa – che hanno imparato l’inglese tardi, lo leggono molto e lo parlano poco. Uno cerca di migliorare, ma intanto si arrangia
    Il vero punto – però – è che il “portale” dove Rutelli parlava è costato un mare di soldi ed era (è) teoricamente rivolto a un vasto pubblico, internazionale.
    E allora, a lume i naso, in un posto non prono verso i politici, se non capita il caso fortunato che il Rutelli di turno parli un buon inglese, basta che quella boiata di testo (o magari un testo un po’ meno cretino, pensato in modo un tantino professionale, visto che esiste una industria turistica) lo reciti uno che l’inglese lo usa in modo non risibile.
    Poi – se proprio si deve vedere Rutelli (ma perchè mai?) – lo si vede al caffè, mentre chiacchiera con due amici, o mentre compra uno sfilatino di pane, o mentre mangia un gelato, o quello che vi pare che rappresenti le meraviglie di aur cauntri…

  16. Darius ha detto:

    Giovanni,ti hanno già risposto altri per me. Aggiungo solo che,sì,godiamoci la satira(irriverente e spietata verso i politici PER DEFINIZIONE) sul Rutelli di turno,sfottiamolo ogni volta che raglia in pubblico…ma a scatenare l’indignazione dev’essere tutt’altro. Se Rutelli fosse un colto e capace ministro, con Crozza ci avremmo riso su ma poi avremmo aggiunto”bè, però almeno è in gamba”… e ci sarebbe decisamente andato bene così.

  17. fed up ha detto:

    Ma insomma, basta con questa storia! L’abbiamo capito, i politici italiani non sanno parlare l’inglese, come del resto gli italiani tutti, a parte pochi privilegiati che sono stati mandati a Brighton o a Londra da piccoli per qualche corso estivo (e non e’ assolutamente detto che anche tra loro non ci siano parecchie capre). Le lingue straniere non sono un campo in cui gli italiani mostrino talento, d’altronde avete mai sentito Blair parlare francese? Assolutamente ridicolo. ma gli inglesi, si sa, sono fortunati – e ignorantissimi -. Ma loro non farebbero finta di parlare di politica in questo modo, questo e’ un fatto.
    La verita’ e’ che mi viene la nausea a leggere tutti questi commenti da primi della classe (un bell’esamino d’inglese per tutti voi che discettate, sai le risate) e lo stesso effetto mi ha fatto il post su Di Pietro. Embe’? non parla inglese e mostra un certo provincialismo e dabbenismo e dovrebbe spendere meglio i soldi che ha a disposizione. Embe’, ancora?
    Tra un mese ci saranno le primarie, l’Italia e’ a pezzi, non s’e’ visto nessun tentativo serio di ingaggiare un dibattito sul come uscire dai mali annosi della societa’ italiana – anche in questo blog -, i pochissimi giovani di talento che l’italia ha saputo mettere in mostra non fanno politica – e nemmeno partecipano a questo blog – l’ignoranza, l’individualismo, il provincialismo imperano – anche in questo blog – tutto dovrebbe cambiare e tristemente tutto restera’ uguale.
    Ho letto – su questo blog – dibattiti assurdi sulle date di nascita quando lo sanno anche i cretini che il rinnovamento non e’ una prerogativa dell’eta’- anzi, i bambini nascono conservatori per eccellenza, delle loro sicurezze almeno.
    Ma questo e’ infantilismo puro, perdinci! tutto questo coro di io IO IOOO! I veri provinciali siete voi che giocate a sentirvi di un’altra stoffa.
    Ma finitela per favore, questa non e’ politica

  18. Anellidifumo ha detto:

    Francesco, il partito d’Azione era tutto-politica e aveva in sé alcune delle migliori menti politiche della Storia d’Italia (Mazzini, Gobetti, Rosselli, Calogero, Bobbio, Lussu, La Malfa, Calamandrei, Ciampi, Riccardo Lombardi, Salvemini, Zevi, Valiani ecc.) e il suo pensiero filosofico ha influenzato fino a oggi varie aree politiche e milioni di italiani. Se quando si è presentato ha preso solo l’1,5% è perché esistevano delle religioni politiche tali (dc, pci, psi) che non permettevano l’esistenza di un partito così moderno e ricco di intelligenze, che rifuggeva la demagogia e il populismo.
    Magari oggi come oggi qualcuno potesse incarnare quel partito… non è così.

  19. Francesco ha detto:

    Applausi per fed up. Sottoscrivo in toto il suo intervento.

  20. Lorenzo ha detto:

    Come ricercatore presso la Facoltà di Lingue, ho il sospetto che Rutelli leggesse o avesse imparato a memoria il testo parola per parola senza necessariamente sapere cosa stesse dicendo.
    Ragazzi, anche io penso che saper parlare l’inglese con un buon accento non sia tutto, ma perché un politico che parla male inglese vuole per forza lanciare quell’appello in inglese rendendosi ridicolo prima di tutto ai sui connazionali?
    In realtà, il problema è che i politici italiani si credono onnipotenti perché hanno schiere di lecchini pronti a rafforzare il loro ego già ipertrofico. Si torna sempre al problema principale: un paese governato da una casta che si crede onnipotente e che dunque si abbrutisce ogni giorno di più. Non solo non abbiamo più un Berliguer, ma neanche un Almirante o un Moro. L’unico uomo politico che avrebbe forse saputo preservar una sua dignità è Fini, ma c’ha pensato la sua (finalmente) ex moglie a levargliela, quella cresciuta con la “legge della strada”.

  21. Anellidifumo ha detto:

    Lorenzo, quando sento mettere insieme il nome di Fini alla parola “dignità” mi si alzano i peli delle braccia.
    Parliamo di Gianfranco Fini, quello che a suo tempo si mise buono buono in un angolo del MSI ad attendere che tirasse le cuoia Almirante (ricordo ancora la vignetta di Giannelli quel giorno: Almirante che moriva lasciando un testamento politico con su scritto “ad usum delFINI”)? Gianfranco Fini quello che ha dichiarato fino al 1995 che Benito Mussolini era il più grande statista del Novecento, per poi nello stesso anno includere Antonio Gramsci nel pantheon di An? Gianfranco Fini, quello che ha tentato di fare l’Elefante con Segni e poi è tornato buono buono sotto le scarpe col tacco dello psiconano? Gianfranco Fini, quello del “Bossi, la cara salma” con la quale non avrebbe mai più “neanche preso un caffè assieme”, salvo poi rifarci un’alleanza di governo e un esecutivo durato 5 anni? Gianfranco Fini, l’antifascista che si allea con Tilgher, Mussolini, Forza Nuova? Parliamo di quel Fini lì, o di quello dei tortellini omonimi?

  22. Lorenzo ha detto:

    @ Sciltian
    Non parlavo di linea politica, parlavo di stile, soprattutto nel rapporto con i media. Non devi convincermi che la politica di Fini sia quanto meno dubbia e la sua visione complessiva assai sospetta; per questo non sono di destra e non l’avrei mai votato (le altre opzioni di destra – Berlusconi, Bossi, Casini- manco le considero, perché non credo nel peronismo, ho superato la terza media con buoni voti e non sono affiliato ad una cosca).
    Ma Fini sa tenersi in ombra, quando è opportuno; ammettera che è una virtù tanto più preziosa in quanto quasi sconosciuta tra i politici italiani.
    Occorre riconoscere ai nostri nemici politici le loro virtù, specialmente quando non ne hanno poi tante, poveretti.

  23. Marco G ha detto:

    Bè,Lorenzo,che Fini sia più sveglio di altri(anche se non ci vuole poi molto,mi è appena venuta in mente la faccia di buttiglione) è fuori discussione. Ma il valore e la trasparenza di un politico si vedono dagli effetti che produce l’operato del soggetto in questione. Se è per questo,anche il tizio dei DS con i baffetti è una vecchia volpe e ciò gli viene riconosciuto da tutte le parti: ma per far spazio a quelli come Ivan, io partirei con lo sbattere fuori proprio questi,scaltri ma non per questo pertinenti al posto che occupano…mi esprimo così per non dire che sono un branco di inciucioni che si preoccupano esclusivamente delle loro barche e dei loro conti in banca anzichè delle questioni del paese…oops,mi è scappato lo stesso.

  24. restodelmondo ha detto:

    @Lorenzo: “Ragazzi, anche io penso che saper parlare l’inglese con un buon accento non sia tutto, ma perché un politico che parla male inglese vuole per forza lanciare quell’appello in inglese rendendosi ridicolo prima di tutto ai sui connazionali?”
    Sottoscrivo.
    Se vuoi fare un video in cui parli inglese al mondo in veste ufficiale di Ministro della Repubblica, ti prendi anche un pomeriggio e un insegnante che ti spieghi la dizione di ogni parola. Si chiama professionalità, non altro.
    (Studiando in Inghilterra, posso garantire che un accento come quello di Rutelli è appena accettabile se ti occupi di scienze, molto meno se fai politica o ancor meno se lavori con la legge. Ma persino a matematica – un vero porto di mare – sarebbe preso un po’ per i fondelli, salvo casi di genio assoluto nella materia.)

  25. Anellidifumo ha detto:

    Devo dire che Rutelli, in confronto a Berlusconi che parla inglese con Bush (storico commento di Bush, in quanto fu l’unico del suo doppio mandato nel quale usò dell’ironia: “Your English is very good!”) sembra Shakespeare. Ma appunto, occorre paragonarlo con Sivlio, affinché sembri Shakespeare. (Visto da sotto, mentre fa pipì).
    Lorenzo, beh ok, se vogliamo dire che Fini è il meno deficiente (nel senso latino di deficior) del cdx, sono d’accordo perfino io. Anzi no, primo ci metto Tabacci. E’ ancora nell’Udc, no? Non è nel PD come Follini, giusto?